29.12.09

Restituiamo a questo blog la sua funzione di raccoglitore di appunti sparsi con una recenzione dulla mostra di Cartier Bresson a Palazzo Ducale.

Russia
Cartier Bresson
Palazzo Ducale
Loggia degli Abati
4 dicembre 2009 - 14 febbraio 2010
Genova


La mostra, allestita nella suggestiva loggia degli Abati di Palazzo Ducale, è composta da una quarantina di fotografie, scattate in URSS in parte negli anni cinquanta in parte negli anni settanta.
Nel suo libro "L'immaginario dal vero" HCB racconta di come nel 1954 quando gli venne finalmente accordato il visto per l'URSS richiesto otto mesi prima, rimase spiazzato e addirittura un po' spaventato, quasi che con l'attesa il desiderio di conoscere quella realtà si fosse affievolito. Non conoscendo una sola parola di russo si affidò ad un interprete a cui spiegò la sua intenzione di ritrarre la gente comune, scelta dettata anche dal desiderio di non impantanarsi in lungaggini burocratiche eccessive. Si faceva portare a spasso e si mescolava alla folla, quando qualcuno incuriosito dalla sua attrezzatura si faceva avanti e gli domadava cosa stesse facendo, pronunciava l'unica frase che aveva imparato "il compagno interprete è là" e attendeva che l'attenzione si spostasse lontano da lui prima di ricominciare il suo lavoro.
Sono principalmente immagini di persone che lavorano, manifestano, si divertono, in poche parole vivono.
Immagini in bianco e nero a tratti sgranate o lievemente fuori fuoco, fedeli alla poetica di Bresson che si fa spettatore invisibile, coglitore di attimi fuggenti. Quando si muove nella folla, la sua è quasi una danza.
Bresson sa che l'osservazione modifica lo stato di un sistema e nel suo lavoro cerca sempre di riprodurre quanto più fedelmente possibile la realtà che lo circonda. Non ama il flash e preferisce una immagine poco nitida all'irrigidimento derivante dal suo utilizzo.
La maggior parte delle foto sono state scattate a Mosca, ma la città fa solo da sfondo alla gente, la piazza rossa la si intravede solo in una immagine che ritrae cittadini comuni in coda per una visita al mausoleo di Lenin. La parata militare, con i marinai schierati in linea è solo una cornice per il volto della bambina che fra quei corspi si insinua per dare una sbirciata.
Ci sono foto poi foto scattate in Uzbekistan e in altre repubbliche, i paesaggi sono rare eccezioni e comunque sempre connotati dalla presenza umana.
Nel complesso una mostra molto interessante, peccato, per gli amanti dei libri fotografici, che il libro pubblicato nel 1973 contente la maggior parte delle foto della mostra non sia in vendita (da una breve ricerca su ebay una prima edizione viaggia come offerta base sui 100 euro).

21.12.09

Che avesse manie di grandezza lo si poteva capire già prima di metter piede in blvd Charles de Gaulle, nel suo atelier di tre piani Shalimar. Ulteriore conferma era un suo ritratto appeso nella sala d'aspetto fra un bassorilievo dorato di Nefertiti ed uno di un altro faraone imprecisato e il fatto che i suoi dipendenti la chiamassero semplicemente Madame. Quando poi si è presentata sulla soglia del suo ufficio col suo abito blu a pois e lo sguardo tagliente, dicendoci "accomodatevi", abbiamo capito che non era il caso di scherzare pena esser percossi con uno dei costosi trofei che tiene sulla scrivania. Nell'ufficio di Madame ci sono innumerevoli sue fotografie, foto di quando sfilava con i suoi abiti e foto assieme a tutti i peggiori dittatori d'Africa e le loro consorti. E' bastato darle il la perchè ingiungesse alla sua collaboratrice di estrarre dalla cassettiera l'album dei ritagli e delle fotografie. Fra i suoi contatti sono annoverati dittatori ivoriani e congolensi, Gheddafi, stelle del tennis, Bush senior, Carlà oltre che al presidente del senegal Wade e consorte. Non le è ancora riuscito di vestire Michelle Obama, ma conta di riuscirci a breve. Quando era giovane ha conosciuto pure Micheal Jackson anche se ci tiene a precisare che era al tempo dei Jackson Five e che quindi non era così famoso. Nonostante Jean Claude ci dicesse che probabilmente Madame era più interessata al prestigio che ai soldi, a seguito della trattativa abbiamo capito che è ampiamente interessata ad entrambi. Il tentativo di propinarci una tassa dell'immondizia pari a quella della reggia di Versailles è stato prontamente bollato come un "errore" del suo segretario. Ha ridotto la quota della presunta tassa sventolandoci sotto il naso un documento che probabilmente faceva riferimento ad un altro edificio, ma ha voluto comunque più soldi di quelli richiesti inizialmente. Mao aveva i pantaloni zozzi e strappati, io i pantaloni neri che dopo una settimana in Senegal erano rossicci per la sabbia. L'unico motivo per cui ci ha ammesso alla sua presenza oltre al denaro è stato il colore della nostra pelle, che per quanto sfigati e straccioni eravamo pur sempre tubab. Di sicuro per rimarcare la sua superiorità non si è data pena di offrirci un bicchier d'acqua o di trattenere gli sbadigli in nostra presenza, il contratto comunque è stato firmato e la villa dal primo gennaio è a nostra disposizione.

19.12.09

E così siamo agli sgoccioli, me ne sto seduta qui in terrazza e in lontananza si sente il mare. Respiro un po' di salsedine mista a odor di vernice, che qui nella casa hanno iniziato i lavori di rinnovo per il nuovo affittuario.
Anche oggi la giornata è stata intensa, soprattutto la trattativa con la sarta di Gheddafi ha prosciugato parecchie delle enrgie di Mao ed anche delle mie che stavo lì in silenzio a fare il tifo.
La cosa più importante è che il contratto è stato firmato e che dal primo gennaio la villa sarà disponibile per esser sistemata e per trasferirci l'asilo.
Sulla trattativa e sulla sarta di gheddafi comunque ci vuole un post a parte corredato di fotografia.
Abbiamo anche trasferito la sede attuale dell'asilo nell'appartamento al piano sottostante visto che in qullo di adesso stavano per iniziare dei lavori.
Il trasloco è stato un po' senegalese, prima hanno voluto portar giù tutti i mobili poi dopo visto che mi sono armata di ramazza a qualcuno è venuto in mente che forse era meglio dare una pulita.
Dopo abbiamo incontrato un po' di persone e mi sono dovuta improvvisare tecnico informatico e installare la'ntivirus sul pc di jean simon. Il tutto seduta su di una pietra in un cortile deserto, collegata a internet con un telefono che sembrava un sirio ma con l'antenna. Miracolosamente il download è riuscito ed anche l'installazione.
Ora saluto il mare la casa e mi incammino verso il ristorante per cenare prima di andare all'aeroporto.
A bientot Senegal!

18.12.09

Oggi siamo passati dall'asilo a portare i regalini da mettere sotto l'albero di Natale per i bimbi.
A chi me lo avesse detto prima che arrivassi qui avrei risposto che mi sembrava una idea del cavolo, perchè trasportare in Senegal le usanze occidentali sembra una forma di colonizzazione.
In realtà per merito oper colpa di chi non ho idea, qui si sono già occidentalizzati rispetto al Natale quindi girando si possono trovare vetrine con scritte in finta neve inneggiati ad un buon natale ed un felicve anno nuovo, i ragazzini ai bordi delle strade trafficate oltre a vendere sim della orange noccioline e quotidiani vendono babbi natali gonfiabili. E sul blvd Charles De Gaulle i cinesi vendono alberi di natale sintetici e i serpentoni luccicanti con cui agghindarli. Probabilmente bl'aspetto baraccone e colorato della ricorrenza natalizia si sposa troppo bene con il gusto kitch per la decorazione per non esserne inglobato.
Quando eravamo lì una bimbettina microscopica, uno scricciolino nero con gli occhioni grandi e le treccine si è fatta male ad un braccio. O meglio le è saltato un pezzo della medicazione che già aveva. Così mi sono improvvisata infermiera e le ho disinfettato la ferita e fatto una fasciatura. Credo sia una delle peggiori fasciature della storia, ma ci ho comunque messo il cuore nel farla.
Dopo la visita all'asilo e alla baraccopoli siamo andati di nuovo dalla sarta di gheddafi per un altro pezzo della trattativa per la casa. Si spera che domani il tutto si concluda con successo.
A pranzo siamo andati al centro culturale francese. E' uno spazio grande nel cuore di dakar con una bibliteca il cinema, la sala multimediale, il ristorante. Qui abbiamo incontrato una ragazza che lavora per il WFO (fondo mondiale per la alimentazione o qualcosa di simile). E' una tipa in gamba, che ormai sono 5 anni che gira l'Africa per lavoro. E' innamoratissima dello Zambia, mentre invece il Senegal per il momento non le ha fatto una grande impressione. Era lì con i suoi genitori venuti a trovarla per il Natale che erano in pieno sbattimento da incontro con la zozzura senegalese. Una famiglia un po' stramba ma simpatica.
POi siamo andati al sahm il centro commerciale, l'unico vero posto occidentale nel vero senso della parola in cui mi sono imbattuta in Senegal. Come siano il Meridien, il Radisson o il club med non ho idea, ma anche il residence sul mare a parcelles dove hanno alloggiato Jean e Manila, nel suo lusso era un po' sgarruppato alla senegalese. Il centro commerciale invece avrebbe potuto benissimo trovarsi in qualsiasi parte del mondo.
Il negozio di articoli sportivi dove abbiamopreso ilpallone da basket per Amadi era più ordinato e pulito di un negozio milanese. E dopo una settimana di vita sabbiosa e appiccicaticcia mi ha fatto strano entrarci.
Ora siamo in nmomento relax nell'attesa che Amadi faccia lesame e poi ci raggiunga qui a casa. E' iniziata la litania del minareto, siamo in fase lalalai inshallah a breve il muezin inviterà alla preghiera.

17.12.09

Ieri era l'ultimo giorno del viaggio di Jean Claude e Manila. La mattina siamo andati a fare un ultimo saluto alle maestre dell'asilo e ai nanetti neri.
Sono splendidi e me li mangerei tutti di baci, sono riusciti a fotografarli tutti e spero di riuscire a sistemare le foto appena torno.
Poi siamo passati dall'ufficio della sarta di gheddafi che Mao doveva lasciar giù il passaporto (una fotocopia) per farsi garante dell'affitto della nuova sede.
Più che la sarta di Gheddafi si tratta della più grande stilista del Senegal una specie di Armani senegalese e per chiarire il suo concetto di grandeur,nella sala di aspetto del suo atelier troneggia un suo ritratto gigante appeso fra un bassorilievo dorato di nefertiti ed uno di un qualche altro faraone.
Poi siamo andati a pranzo nella punta più a ovest di tutta l'Africa. E' un posto molto suggestivo con un faro a diverse centinaia di metri dalla costa circondato dalla schiuma bianca delle onde che si infrangono sulla costa.
Ci sono anche diverse tracce din relitti affondati in zona. Un tipo che affittava gli ombrelloni ci ha raccontato che nel 1986 quaqndo era piccolo si ricorda che era affondata una nave piena di materiale da costruzione e che tutta la gente dei villaggi veniva lì alla spiaggtia per recuperare materiale da costruzione da riportarsi a casa.
Dopo pranzo c'è stato il giro al mercatino dell'artigianato in modo che Jean e Manila potessero comprare i regali di Natale. Incredibili le tattiche dei venditori per convincerti ad acquistare.
A Manila dicevano tutti voi italiani bravi, fighi, persone speciali. A me visto che la solfa non attaccava provavano con sei il primo cliente della giornata ti prego ti prego sono in bolletta.
Giornata meno intensa ma comunque stancante visto e considerato che dopo aver portato i due in partenza all'aeroporto io e Mao ci siamo ancora smazzati la questione installazione del sistema operativo sui pc. Questione brillantemente risolta al telecentre dove per la modica cifra di 15 euro ci installano xp e linux su entrambi i pc.

16.12.09

E' notte fonda, ma muezzin permettendo domani mattina abbiamo qualche opra in più per dormire. Stamattina io e Sofia siamo riuscite a trovare un taxi contrattare sul prezzo e farci portare all'asilo a Medina, il tutto senza grosse difficoltà. Siamo anche riuscite a fare un lavoro con le insegnanti dell'asilo e con gli alunni. Sofia nella veste di pedagogista io in quella di traduttore che Jean Simon è sparito e non si è presentatop all'appuntamento. La situazione era un poo' macchinosa perchè Sofia parlava in italiano e in inglese per farsi capire dalle maestre, io ritraducevo in francese alla maestra che pooi parlava in wolof ai bambini. Con quelli più grandicelli il meccanismo ha funzionato, con i piccoli piccoli invece è stato più difficile. Tra l'altro io col mio francese elementare anzi super elementare ed arrugginito a esprimere concetti astratti avevo qualche difficoltà. Non so come ma siamo comunque riuscite nell'intento. Poi grazie ad Amadi che ci è venuto a raccattare, alle congiunture astrali del traffico e ai tempi senegalesi del traghetto siamo riuscite a raggiungere Mao Manila e Jean Claude all'ile de Goreé. Pranzo e pomeriggio da turisti sull'isola e poi di nuovo a Dakar alla ricerca di una nuova casa in cui trasferire l'asilo per poterlo ampliare. Giornata piena stancante ma ricca di soddisfazioni

9.12.09

Parigi val bene una messa. Di sicuro Parigi val bene un weekend lungo e così io e la Mamma ci siamo imbarcate su di un aereo easyjet e ci siamo dirette verso la capitale francese. Avendo provvidenzialmente discusso il giorno prima della partenza, durante la vacanza siamo incredibilmente andate d'amore e d'accordo.

E così in questo quinto viaggio nella ville Lumiere ho ripercorso le stradine di MontMatre, sceso le scale del Sacre Coeur fino a Pigalle, arrancato giù per gli Champs Elises in mezzo alla folla dei mercatini di Natale, sperimentato un ristorante indiano vegetariano nel quartiere indiano dietro la Gare du Nord.
Sono inorridita davanti alla coda al Louvre nel giorno di apertura gratuita al pubblico, ho passeggiato sul lungo Senna fino a Notre Dame, mi sono infilata nella cattedrale e ho ammirato le vetrate, ho rifatto il giro in battello lungo la Senna, ho mangiato una crepe bretone buonissima col salmone e la creme fraiche nella creperie di saint adre des artes.
Ho passeggiato per Marais fino a piazza dei vosgi e comprato un libro di fotografie in una delle mie librerie preferite Mona Lisait.
Ho cenato in un ristorante egiziano libanese con un buon cous cous di verdure.
Ho passeggiato per i giardini della Tulleries fino a Place de la Concorde, poi in place Vendome e indietro per Rue Saint Honorè fino al Louvre.
Sono entrata al Louvre gratis, perchè i dipendenti dei musei scioperano, ma quando scioperano sono comunque sul posto di lavoro per garantire l'accesso all'arte a tutti. Ho visto la Gioconda e la Vergine delle Rocce, Amore e Psiche di Canova, la venere di Milo, il codice di Hammurabi.
Sono salita sulla terrazza dei magazzini Lafayette ho mangiato i macaron di pasticceria e sono riuscita a trovare il ristorante vegetariano di cui avevo letto su internet senza sapere bene dove si trovasse.
Anche per questa volta non sono stata a Versailles, ma del resto ci sarà pure una sesta volta a Parigi.

2.12.09

Massime di vita
Attenzione a cosa chiedi o a cosa desideri perchè potrebbe avverarsi.

1.12.09

Il mio cervello sta letteralmente andando in pappa. Stamattina dopo aver litigato con spazzola e asciugacapelli e aver constatato di aver perso la battaglia, aver cambiato le scarpe che i buoni propositi di essere fashion si scontravano con l'esigenza di preservare le caviglie, essermi precipatata alla macchina e aver guidato e trovato parcheggio nelle vicinanze dell'ufficio, mi sono resa conto di aver lasciato le chiavi di casa appese alla porta del box. Di conseguenza sono ripartita dal via, ho bruciato un paio di semafori, sono tornata indietro, ho recuperato le chiavi, fatto inversione, ritornata in zona ufficio, parcheggiato su di un marciapeide e finalmente all'alba delle 9.30 mi sono seduta davanti al pc. Stanca, come fossero le 17.

27.11.09

Uno dei miei grandi rammarichi è sempre stato non avere una passione forte bruciante nella quale incanalare le mie energie.
Sono sicura che andando indietro nell'archivio di questo blog troverei di sicuro delle tirate sullo spaesamento di non avere uno scopo nella vita e su come fosse confortante avere davanti un traguardo come la maturità o la laurea.
Ogni tanto quando parlo mi ascolto come fossi un osservatore esterno e mi sento un po' come il nano malefico, che di volta in volta è il presidente magnate della finanza, l'unto del signore, il presidente operaio.
Si parla di musica? Ho avuto un mio gruppo e suonavo la batteria. Andavo ai concerti e ai festival, setacciavo i negozi di dischi e in più di una occasione ho attaccato cartoni delle uova a muri di un box
Si parla di montagna? Ho fatto diversi trekking, vado a ciaspolare, arrampicavo.
Si parla di danza? Ho fatto danza classica, danza moderna, flamenco, danza orientale, tribal.
Si parla di scrittura? Ho un blog, quando non l'avevo ammorbavo le caselle di posta degli amici con i racconti delle mie disavventure.
Si parla di fotografia? Fotografo.
Si parla di cucina? Mi piace cucinare e non cucino nemmeno malaccio.
Mi fermo a riflettere. La tuttologia è una grave malattia temo, che porta a non fare mai nulla bene.

23.11.09

Somatizzare il lunedì non è una novità, ormai lo somatizzo così tanto che prima di riuscire a riprendermi è già cominciato il nuovo finesettimana.
Nell'attesa di prendere una decisione di polso e ricorrere all'eutanasia per questo blog oramai prossimo alla morte, oggi interrompo la spirale negativa nonostante al normale sconforto di inizio settimana si sia aggiunto anche il dolore di stomaco. Il finesettimana è cominciato il venerdì mattina quando, nonostante il Marito abbia tentato di buttarmi giù dal letto, mi sono goduta qualche minuto in più di sonno e il pensiero di non dover andare in ufficio causa recupero della domenica lavorata. La giornata comunque non è stata di quelle riposanti con un cineforum da organizzare la spesa per la cena allo spazio aperto multietnico da fare, un dvd da far leggere al mio pc, un viedoproiettore da collegare, un volantinaggio al mercato da portare avanti.
"Gatto nero gatto bianco" nonnostante lo avessimo selezionato e di conseguenza visionato a spizzichi mentre stiravo, non me lo ricordavo granchè, rivederlo tutto di un fiato sullo schermo grande mi è piaciuto un sacco e mi ha messo parecchio allegria.
Sabato c'è stato il pilates che ormai è una droga perchè mi libera di tutte le tensioni accumulate durante la settimana e mi fa sentire più alta di 5 cm per mezza giornata. La chicca comunque è stato il giro a Fidenza. Qui lo dico e qui lo nego, io di andare a Fidenza alla presentazione di un libro di fumetti non avevo granchè voglia. Lo facevo per uno scambio di voti con il Marito che il giorno successivo avrebbe dovuto presenziare alla cena araba dello spazio e per i tortelli di zucca post presentazione.
Di tortelli non se n'è vista l'ombra, in compenso i personaggi conosciuti durante la serata mi hanno ampiamente ricompensato della sostituzione tortello pizza al trancio. Ma questa è un'altra storia.
Domenica infine la cena allo spazio aperto è stato un gran successo concludendo in bellezza una tregiorni densa di vita sociale e cose divertenti.

4.11.09

Non che non accada nulla, anzi, solo che il tempo da passare davanti al pc per svago è poco.
C'è che sto imparando a deambulare con i tacchi sull'infido asfalto della periferia milanese senza distruggermi le caviglie, ma la missione di non sembrare un reggimento di cosacchi quando cammino sul pavimento flottante in ufficio è ancora di là da compiersi.
C'è la schiena che va meglio grazie a chinesiologo e pilates e anche agli esercizi di stretching che faccio a danza.
C'è il nuovo corso di fotografia, un corso di ritratto, è appena iniziato ma mi sta piacendo.
Ci sono i mille progetti per lo Spazio Aperto Multietnico, il sito, il cineforum, la mostra fotografica.
C'è il raffreddore strisciante che non scoppia, ma nemmeno se ne va.

23.10.09

Fatti sparsi e sconclusionati
uno) il Marito durante il viaggio negli States ha comprato una cintura che poi si è rivelata esser troppo piccola per lui e me l'ha gentilmente passata. Tale cintura oltre ad essere molto tamarra ha una chiusura così cervellotica che una volta indossata si può star sicuri di non perdere i pantaloni contro la propria volontà nemmeno se si resta appesi per una gamba ad un ottovolante impazzito. Di contro la chiusura è così a prova di bomba che bisogna valutare bene quanto a lungo ci si può trattenere dall'andare in bagno onde evitare di trovarsi davanti al gabinetto saltellando su di un piede ed armeggiando freneticamente con la fibbia in preda a terribile angoscia.
due) se in ufficio una "incredibile opportunità" è l'espressione universalmente nota per tradurre il concetto "sola pazzesca" e "ti ringrazio per l'opportunità offerta" è il sinonimo di "brutta carogna che sola che mi ha rifilato", perchè ostinarsi nel fare la parafrasi? Per adeguarmi al linguaggio aziendale comunque il mio mantra di questi giorni convulsi è "mooolto bene" che sottotitolato risulta essere "ma porc putt vacc boi"

21.10.09

Is your cat plotting to kill you?

12.10.09

Provati per voi: il mercatino dell pulci a Buccinasco
Domenica mattina mi stavo crogiolando sotto le coperte con il gatto sulla pancia quando il Marito con aria marziale è intervenuto buttandomi giù dal letto all'urlo "Andiamo al mercatinoooooo".
Così dopo una rapida colazione e qualche faccenda domestica ci siamo messi in macchina alla volta di Buccinasco, salvo poi scoprire che il mercatino non era esattamente dietro l'angolo, ma volendo poteva essere tranquillamente raggiunto a piedi.
L'unica altra volta che siamo andati ad un mercatino era in una gelida domenica di gennaio e non eravamo rimasti particolarmente colpiti dalla varietà dei banchetti, anche perchè gli espositori probabilmente giacevano assiderati nelle rispettive automobili con merce al seguito.
A questo giro invece complice la bella giornata e la stagione clemente gli espositori erano veramente tanti e i banchetti abbastanza ordinati da invogliarmi ad ispezionarli senza timore di essere assalita da qualche insetto killer.
C'era all'incirca di tutto: vestiti usati, carabattole di modernariato, selle di cavallo, cassapanche, mobili "antichi" restaurati e non, banchetti delle salamelle, dischi, fumetti, libri, elmetti tedeschi e macchine fotografiche.
Di sicuro nulla per cui strapparsi le vesti, ma sicuramente concentrandosi qualcosina di interessante si trova. Io alla fine me ne sono tornata a casa con una Agfa Isolette 1, una medio formato 6x6 prodotta dal 1951 al 1954, a quanto pare funzionante.
Il mio amico A. incontrato casualmente si è invece portato a casa un decoder sky funzionante con pile nuove nel telecomando da portare nella casa di montagna.

8.10.09

Torna la mirabolante serie "provati per voi": il chinesiologo.
Io che cosa facesse un chinesiologo non l'avevo affatto chiaro fino al giorno del primo appuntamento, nonostante avessi tentato di documentarmi con il bigino dei giorni d'oggi wikipedia.
Visto che le visite da fisiatri e neurochirurghi mi avevano riportato al punto di partenza, ho deciso di affidarmi al consiglio della mia insegnante di danza e alle esperienze di altre allieve a cui avevano millantato possibili operazioni chirurgiche e che dopo qualche seduta erano rinate.
Così mercoledì sono andata al primo appuntamento, ho brevemente riassunto quale fosse la mia problematica e poi mi sono affidata alle mani di F. che dopo avermi fatto stendere sul lettino ed avermi osservato un po', ha iniziato a manipolarmi.
Una scrollatina alle gambe, una tiratina alle anche, qualche flessione della testa e piano piano la tensione ha cominciato ad allentarsi.
Nonostante le contorsioni varie non c'è stato mai un singolo istante in cui ho sentito dolore.
Il responso infatti dopo la prima visita è stato che i miei problemi sono principalmente muscolari, la tensione accumulata e la postura non corretta che tendo ad assumere mi portano poi ad avere dolori. Pare che dopo qualche seduta sarò riallineata con il mio asse e probabilmente starò meglio.
Già dopola prima seduta in effetti sento di avere una psotura più dritta e mi ricordo di non accasciarmi sulla sedia scivolando sotto la scrivania fino a che il mento non tocca la tastiera del pc oppure di non accartocciarmi con le gambe accavallate.
E no, non pensate malignamente che sia una questione di non guastare il denaro investito nello stiracchiamento è proprio il mio organismo che per qualche imperscrutabile motivo me lo chiede.
Peccato che la tensione di questi giorni in ufficio si sia materializzata comunque prepotentemente su collo e stomaco.
La prossima volta però non mi fregano, a farmi manipolare ci vado dopo l'ufficio così almeno ho una intera notte per godermi i benefici della cura .

2.10.09

Centocinquanta euro e cinque minuti dopo che ero entrata nello studio del neurochirurgo sono stata congedata con il seguente responso: "Fai ginnastica dolce due volte alla settimana".
Se da un lato sono contenta dall'altra penso che ho speso fra risonanza e visite specialistiche mi sarei potuta comprare un paio di Manolo Blanik e sarei comunque allo stesso punto.

1.10.09

Prego i numi tutelari che la visita dal neurochirurgo dia un esito positivo.

30.9.09

O my gosh... sabato ho appuntamento dal parrucchiere delle star e non ho nulla da mettermi.
No non sono improvvisamente impazzita, ho solo deciso di fare un investimento e farmi tagliare i capelli da un parrucchiere che è una istituzione, conscia del fatto che dovrò tenere pronta la carta di credito o in alternativa un rene per l'espianto.
Date le premesse e dato che il negozio è in zona vip però dubito che mi sentirei a mio agio vestita da scappata di casa come di solito mi capita di vestirmi per andare dal parrucchiere.
Oggi è sono arrivati i consigli aziendali per la prevenzione del contagio dell'influenza A.
Ora che so che non devo starnutire in faccia al mio prossimo e che devo lavarmi le mani con media da disturbo ossessivo e compulsivo.
Mi sento più tranquilla.

28.9.09

Quando il lunedì ti svegli sperando sia domenica, l'inizio della settimana non può essere che in salita.

25.9.09

Da mia mamma ho preso gli occhi e le sopracciglia, da mio padre la forma delle unghie delle mani e dei piedi e quella definita genericamente "aria B" che probabilmente fa riferimento alla curva della fronte e del naso.
Per quanto riguarda i capelli e gli occhi invece sono un ibrido.
Capisco che i geni non si possono scegliere e che sperare di uscire coi capelli neri di mia madre e gli occhi azzurri di mio padre era un po' troppo, mi rassegno anche al fatto che non ho le unghie ovali femminili di mia madre, ma quelle piccole di mio padre.
Ma santo cielo, possibile che dovessi ereditare dal lato paterno anche la propensione all'ernia del disco?
Preso atto del fatto che la tendenza si è trasformata in un'ernia vera e propria devo cercare i lati positivi di questa situazione.
Anche se con le prime nevi scalpiterò come un cavallo per non poter sciare e non poter usare la moto mi pesa parecchio, mi consolo con il fatto che con questa scusa per un po' i sacchetti della spesa sarà meglio che non li sollevi e forse mi sentirò giustificata nel prendere qualcuno che mi faccia i lavori in casa.
Al neurochirurgo ci penserò da lunedì.

21.9.09

Vi aspetto tutti sabato 26 dalle 18 in avanti, all'inaugurazione dallo Spazio Aperto Multietnico in via Lucca 52 a Milano (zona Bisceglie).
E così ieri si è concluso il film festival.
Mi sono fatta una full immersion, prima con "il figlio di Amleto", un documentario sul pittore Sergio Battarola, poi con un film di animazione australiano "Max & Mary".
Entrambi mi sono piaciuti anche se mi hanno lasciato una amarezza di fondo e una morsa allo stomaco che mi hanno fatto fuggire verso casa senza andare alla proiezione del film vincitore, anch'esso con un tema vagamente depressivo.
La sera per riprendermi mentre stiravo mi sono guardata un po' di sgozzamenti di serial killer con una puntata della prima stagione di Dexter e così ho ristabilito l'armonia nell'universo.

20.9.09

Mi domando come mai solo quest'anno ho scoperto il Milano Film Festival.
Forse è che i primi anni qui a Milano ero troppo impegnata a pensare quanto volevo tornare a Genova e poi ho iniziato a frequentare persone a cui non importava più di tanto, quindi al massimo se si andava a veder qualcosa era una partita degli europei al bar.
Non che quest'anno abbia sfruttato a pieno il mio abbonamento, però ho visto qualche film, un documentario e mi sono goduta quell'atmosfera di festa che si respira nelle varie location del festival. Come ha detto qualcuno in una delle interviste che proiettano prima dell'inizio dei film quando c'è il festival Milano è una città in cui fa piacere vivere. O qualcosa di simile.
In effetti ieri mi sono vista due film, Gallero (1) al Dal Verme e Menteur(2) allo Strehler, ho preso ls metro e avendo parcheggiato la macchina vicino a pta Genova, mi sono pure concessa un giretto sul naviglio e un salto al libraccio. Ed ho visto una città viva, con la gente a passeggio e sono stata bene, mi sono sentita come a casa.

(1) francamente questo film non l'ho capito. Ad un certo punto si è inceppato il proiettore e quando hanno ricominciato per un attimo ho pensato che si fossero sbagliati e avessero messo su una "pizza" a caso. Invece poi mi sono resa conto che no, l'ordine era probabilmente giusto, solo che mi sfuggiva il senso del tutto.
(2) Questo invece mi è piaciuto o quanto mno mi ha disturbato, mi ha trasmesso qualcosa. La cosa più bella comunque è stata l'intervista al regista, un pazzo molto molto simpatico.

18.9.09

Le gradite sorprese del venerdì: forse domenica devo lavorare, ma lo saprò solo domani sera, quando si capirà se la mia collega è in salute o se invece devo sostituirla.

17.9.09

Per un momento sulla metro guardandomi attorno e vedendo altre due ragazze ipdod nano munite in jeans e ballerine una delle quali con il programma del Milano Film Festival, mi sono domandata a che punto fosse arrivato il mio processo di frangettizzazione. Il pensiero poi si è involto nella corsa alla coincidenza e al posto nella sala della scatola magica.
In programma il film/documentario su Basilico e a seguire un incontro con Basilico stesso per una chiaccherata su architettura e fotografia.
Il concetto di infinito rivelatosi durante degli scatti nei porti della Normandia, la mancanza di infinito in Milano che è una città che fa da sfondo a se stessa, città auoreferenziale. La difficoltà di fare foto di architettura in una Beirut devastata post guerra e come vederla con gli occhi di uno dei suoi abitanti gli abbia fatto capire che non era una città morta, ma solo ferita.
San Francisco e la Silicon Valley, Mosca da una prospettiva inconsueta e poi Genova e il suo porto.
Nonostante qualcuno lo definisca divo o celebrità, Basilico è una persona molto disponibile e umile ed è definitivamente assurto nell'olimpo dei miei idoli personali quando ha detto: "Alle volte qualcuno mi domanda cose tipo qual'è la città che mi è piaciuto di più fotografare. Allora ci ho pensato ed ho deciso che è Genova...perchè Genova non è mai stata una città propriamente turistica e i turisti li ha sempre un po' trascurati, ma poi ho scoperto che hanno costruito questa passerella che porta alla lanterna e si affaccia sul porto ed è stato meraviglioso".

10.9.09

Ieri finalmente sono riuscita a passare dalla dottoressa per farle vedere il referto della visita fisiatrica per il mio mal di schiena.
Speravo che mi dicesse che avevo bisogno di una settimana di riposo assoluto sdraiata su di una spiaggia tropicale, invece più prosaicamente mi ha dato delle bustine da prendere e mi ha confermato la richiesta di rmn.
Che delusione, quanto manca a Natale?

9.9.09

In quanto portatori sani di felino domestico a volte ci troviamo a fare pantomine di cui coloro che non possiedono animali non riescono a capacitarsi o per le quali ci irridono apertamente.
Fatto sta che da domenica la gattaccia ha iniziato a dare segni di inappetenza e a schifare le crocchine che le abbiamo sempre dato.
Quindi nell'ordine, ci siamo messi a:
1) annusare le crocchine e a disquisire se effettivamente avessero un odore strano
2) aprire una nuova confezione di biscottini per fare un confronto ragionato
3) aprire una confezione di umido che il gatto ha palesemente schifato fingendo di ricoprirla
4) aprire un'altra confezione di umido che la satanassa in passato apprezzava e tentare di spalmargliene un po' sulla lingua perchè si ricordasse che era buona
Il giorno successivo poi rientrando a casa ho trovato ordinatamente esposti sul tavolo
bisottini già apprezzati dal gattino in passato
biscottini nuovi super tecnologici
una ennupla di scatolette di patè
Inutile dire che la Bibe poi ad un certo punto ha ricominciato a mangiare e che alla fine il problema probabilmente è stata una punturina di insetto sul muso che le ha causato un po' di gonfiore e qualche difficoltà a mangiare.

7.9.09

La dottoressa è tornata oggi e il suo telefono è più bollente di una chat erotica, al primo tentativo è scattata la segreteria, dal secondo in avanti (fino al decimo quando poi ho desistito) o dava linea non raggiungibile o dava occupato.
Di ritorno dalla mensa ho incrociato un collega che non vedevo da qualche mese, il quale ha sottinteso che sembro in dolce attesa.
E siamo solo a metà giornata di lunedì, sarà una lunga settimana.

p.s. mi hanno appena detto che è arrivata la macchina nuova il che di per sè non sarebbe male non ci fosse che c'è anche da pagarla.

4.9.09

Oggi, come spesso accade di questi tempi, ho ricevuto la classica mail di saluti da qualcuno che da lunedì non lavorerà più qui.
La mail era indirizzata ad un ristretto gruppo di persone ed era anche spiritosa, si concludeva però con quella che a mio giudizio era una leggera caduta di stile. Ossia "se mi cercate su facebook vi accetto tutti".
Ora, posto che nel profilo di FB hai la fotografia e sei quindi riconoscibile, quel che mi chiedo è perchè dovrei cercarti io? (*)
Posto che mi sei simpatico e mi ha fatto piacere lavorare con te, ma non abbiamo mai smezzato una birra, social network per social network non sarebbe stato meglio linkedin?

(*) se qualcuno notasse la apparente incoerenza di questa frase ossia come faccio a sapere che ha la foto su facebook se non l' ho cercato, rispondo che effettivamente cercare ho cercato perchè la curiosità è femmina, ma aggiungere è un altro discorso.

3.9.09

Dubbi amletici
Avrò qualcosa che non va?
In Lost facevo il tifo per Sawyer e non capivo cosa ci trovasse Kate in quel noiosone di Jack.
In True Blood invece apprezzerei che Sookie cedesse al vampiro biondone Eric (a proposito ma quant'è grosso quell'uomo?) e lasciasse perdere Bill Compton.
Sarà il fascino dell'uomo maledetto o lo spirito da crocerossina che mi fa tifare sempre per il cattivo?

1.9.09

Alle volte mi diverto a fare il gioco dei se e a immaginare le mie vite parallele.
A volte il gioco verte su scelte più consapevoli e meditate, come "se fossi restata all'università", "se avessi aspettato di trovare lavoro a Genova" e sui conseguenti scenari alternativi che ne sarebbero scaturiti.
La mia me accademica ad esempio sono sicura che viva all'estero, probabilmente negli USA e se invece è restata in Italia come minimo scorrazza da una scuola estiva all'altra in luoghi fichissimi.
La mia me lavoratrice genovese invece probabilmente è sposata ed ha un figlio, vive sulle alture e dalla finestra di casa, anche se da lontano, vede il mare, se invece ha perseguito la strada da "testa calda" quantomeno in questo momento invece di scrivere sul blog (che non ha) sta sgasando sulla Vespa per andare a farsi un tuffo pre cena a Quinto.
Altre volte invece i se riguardano scelte meno epocali e danno luogo a scenari alternativi non troppo differenti da quelli attuali.
Ad esempio la mia me che ha iniziato a lavorare come sistemista invece che come programmatrice, adesso lavorerebbe in questo palazzo, per questo cliente, solo che avrebbe una scrivania al piano di sotto e avrebbe colleghi maschi in jeans maglietta capello lungo e tatuaggio invece che in camicia, pantaloni eleganti e capello ordinato.
nota sdolcinata: nessuna delle mie me alternative però avrebbe il Marito e la gattaccia il che mi porta a pensare che fra tutte le vite parallele possibili, sto vivendo la migliore.

31.8.09

E così le vacanze sono proprio finite, le mie da diversi giorni ormai, ma avendo mamma in vacanza e ufficio a ritmo dimezzato potevo ancora cullarmi nei ricordi del viaggio o perdermi nella pianificazione dei finesettimana a venire.
Oggi invece sono tornati tutti, l'ufficio è sovraffollato e i condizionatori a palla non aiutano la sopravvivenza in pantaloni bianchi leggeri e polo senza maniche arancio fluo. Sarebbe stato meglio uno scialletto da vedova siciliana.

Nel finesettimana appena trascorso ho fatto la terza nonchè ultima capatina della stagione al mare, ho recuperato la mamma all'aeroporto,l'ho riportata a casa, l'ho sfamata e l'ho lasciata per tornare in quel di Milano mentre si appisolava sul letto. Tra l'altro ho notato un certo parallelismo tra ciò che ha fatto mia madre rincasando e quello che ha fatto la figlioletta quadrupede pelosa quando finalmente è ritornata nel suo habitat.

Per il settembre alle porte ho alcune incombenze da sbrigare e tanti buoni propositi da lasciar marcire sulle pagine della mia agenda.

27.8.09

Questo non è un post da wannabe foodblogger, perchè non ne ho le competenze, ma solo un modo per prolungare ancora un po' i ricordi del viaggio con una digressione culinaria. Perchè a dispetto dei litri di cocacola bevuta in bicchieroni pieni di ghiaccio, delle schifezze stile m&m alla mandorla assaggiate, tutto sommato durante la vacanza non abbiamo mangiato affatto male e soprattutto abbiamo fatto un viaggio in cui non è stato un incubo trovare luoghi dove mangiare che presentassero alternative vegetariane accettabili se non addirittura buone.
Catene di fast food
Denny's Catena in atmosfera anni '50, siamo stati in quello di Needles. Io ho preso il pesce accompagnato da un intingolo speziato e da una specie di purè. Il Marito ha sperimentato il burger veggie (e trovare già nel menu di un fast food una roba vegetariana è una cosa molto positiva)
Johnny Rockets
E' l'altra catena in atmosfera fifties che abbiamo visitato, nello specifico siamo stati in quello di Melrose Avenue a Los Angeles.
In realtà siamo entrati alla ricerca di un bagno, ma io ne ho approfittato per prendere un milkshake al cioccolato, splendido e abbondante.
Abbiamo effettuato la consumazione al bancone con vista sulla cucina, gli hamburger venivano preparati al momento e non sembravano malaccio.
Dairy Queen
Ci siamo fermati al volo sulla I40, alla ricerca di qualcosa con cui fare colazione. Il posto non ispirava granchè per la qualità del cibo, era tipo un mcdonald di terz'ordine infatti ci siamo limitati ad un caffè.
Jack in the Box
Fast food classico dall'atmosfera un po' dimessa, abbiamo solo provato le patatine fritte a Lone Pine .
Cafè e ristoranti
Big Sur Bakery
A dispetto del nome non è una panetteria ma un ristorante. La posizione è ovviamente spendida, una casetta in legno immersa nel verde e nei fiori nel cuore di Big Sur. Non abbiamo potuto pranzare nel patio occupato da un pranzo di matrimonio, ma anche l'interno è carino, in legno con un aspetto spartano. Il cibo era ottimo, io ho provato omelette alle erbe accompagnata da insalata e pane tostato di loro produzione. A. frittatona di patate con analogo accompagnamento.
L'insalata era condita con una vinagrette così buona che a saperla riprodurre mi potrei nutrire esclusivamente di erbette per il resto dei miei giorni.
Muma cafè
A Los Angeles in Melrose avenue di fronte al Floyd barber. Caffè vegetariano. Io ho provato una pita vegetariana con felafel melanzane fritte, Andrea il piatto con l'hummus. Di contorno patate fritte e da bere una limonata fatta in casa spettacolare. Peccato che non abbia il bagno per i clienti.
Golden Mean Cafè
1028 Wilshire Blvd Santa Monica
Provato il middle east wrap con tzaziki felafel avocado. Ottimo.
L'atmosfera un po' new age risulta un po' freddina, ma il cibo è buono ed ha una scelta di piatti originale.
Truly a Vegan Restaurant
Situato esattamente di fronte al Vibe Hotel su Hollywood blvd a Los Angeles.
Testato la prima sera quando ancora non avevamo idea che spesso l'hamburger sarebbe stata l'unica alternativa. Quindi ci siamo presi un hamburgerone veggie. Ingredienti freschi, cibo saporito.
Boudin Bakery
@ Macy's Union Square San Francisco
La Boudin Bakery ha la sede principale con ristorante, panificio e museo del pane al Fisherman's Wharf, qui c'è un piccolo distaccamento nel seminterrato del grande magazzino che ripropone in versione fast food alcune specialità.
Ero tentata da provare il clam chowder, la zuppa di vonole servita nel panino, ma alla fine mi sono ricondotta ad un più tranquillo sandwich veggie comunque gustoso e soddisfacente.
Macy's Cafè
14 South Beaver street Flagstaff
Il sottotitolo dice caffè all'europea, ma in Europa caffè così non ne ho visti. Il menu è vegetariano e ci sono hamburger sandwich insalate, oltre a un sacco di dolci e mille milioni di tipi di caffè (che viene tostato sul posto).
L'ambiente è caldo e accogliente, tante foto alle pareti e il menu scritto col gesso su due enormi lavagne. E' frequentato da professori e studenti e il wi fi è gratuito. Pancho Mcgillicuddy's
141 West Railroad blv, Williams
Il locale ha una zona all'aperto oltre una ampia sala. Propone piatti USA o messicani ed anche alternative vegetariane (poche).
Assieme alle bevande portano un piattino di nachos e la salsa per pucciarle. Io ho provato il BBQ, baby pork ribs, costine di maiale. Non ho idea se sia la ricetta standard o meno. La carne era cotta a puntino peccato fosse stata marinata con una qualche strana salsa bbq che la rendeva... dolce.
In accompagnamento 1/4 di pannocchia arrostita (buona) e un ciotolino misero di fagioli neri. Se il contorno fosse stato più abbondante nulla da ridire, invece così mi è sembrato un po' caro.

26.8.09

Route 66
La strada va da Chicago a Santa Monica ed è definita la Madre di tutte le strade o la Strada Madre, in caso di dubbio osservare la dicitura sul portatarga di un qualsiasi harleysta che si trovi a passare in zona. In moltissimi posti è stata sostituita da altre interstate o come a Santa Monica è battezzata come strada cittadina, ma ci sono ancora punti in cui corre libera e selvaggia ed è un mondo a sè stante. In Arizona il tratto fra Seligman e Kingman è uno di questi. Noi avventurieri on the road con il culo pesante l'abbiamo percorsa a bordo della nostra tamarrissima Pontiac G5 bianca con spoilerone posteriore, ma con i finestrini abbassati per poter almeno godere del vento caldo fra i capelli e fingere di essere due biker.
La strada è dritta e corre nel mezzo del caldo nulla dell'Arizona, a tratti si può incrociare una harley o un chopper, ci sono dei cartelli pubblicitari in rima in sequenza, un cartello un pezzo di poesia, probabilmente leciti in quanto schiantarsi fuori da una strada dritta è veramente difficile anche leggendo il giornale mentre si guida.
A Seligman ci sono diversi bar agghindati in route 66 style, qualunque cosa questo voglia dire. Noi seguiamo il consiglio della routard e prendiamo un hamburger da Delgadillo Cafè riconoscibile per una Impala bianca con un albero di Natale piantato nel bagagliaio parcheggiata lì di fronte. Il posto è caratteristico e l'hamburger buono.
Più avanti la strada entra nel territorio indiano, ci fermiamo alla ricerca di una bibitona ghiacciata, ma tutto quel che troviamo è un supermercato in stile socialista nel mezzo di un paese che più che altro sembra un campeggio.
A Kingman invece non ci fermiamo anche se ci sarebbe stato da vedere il museo sulla route 66 perchè ormai siamo in trance agonistica e vogliamo avvicinarci ulteriormente a Los Angeles.
Passiamo il confine fra Arizona e California (segnato dal Colorado) e arriviamo fino a Needles dove usciamo dalla interstate e ci troviamo davanti un supermercato ed un motel e poi il nulla, tanto che per mangiare dobbiamo poi riprendere la interstate ed arrivare fino all'uscita successiva.
Il giorno successivo torniamo a Los Angeles con sosta all'outlet di Barstow, alla ricerca di un paio di jeans che rispettino le specifiche fornitemi dall'amico T.

25.8.09

Il Grand Canyon
La maestosità della natura, senza molto altro da aggiungere. Lo visitiamo all'americana, lungo i sentieri che corrono sul rim, asfaltati o comunque attentamente battuti, un po' a piedi un po' con l'ausilio del bus sulla Hermite Route, con la macchina verso Desert View.
Scendere fino al fondo del Canyon è una impresa difficile, per non parlare della risalita ed è assolutamente sconsigliato da fare in giornata da decine e decine di cartelli terroristici che parlano di morti disidratati. Non bastasse ci sono anche i condor che svolazzano in cerchio sulle teste dei turisti a fare assumere un'aria poco raccomandabile all'impresa.
Dopo la giornata passata a reggerci la mascella che tenta il distacco ad ogni nuovo scorcio arriviamo a Cameron. Cameron dovrebbe essere una cittadina, ma noi vediamo solo baracche trailer e un Trading Post corredato di motel, cotti dal sole e dalla stanchezza ci fermiamo e chiediamo una stanza.
Il posto è immenso, c'è un negozio gigantesco con souvenir di tutti i generi e prodotti di artigianato dei nativi, ci sono le stanze del motel, c'è un ristorante, ci sono anche un ufficio postale e la pompa di benzina e credo che sia il fulcro della zona.
A cena proviamo a chiedere una birra, ma ci dicono che non vendono alcoolici, è solo il giorno successivo guardando la cartina stradale, che realizziamo di essere dentro il territorio indiano.
Per cena io provo il taco navajo un taco con base di pane fritto navajo, ottimo anche se non facile da digerire.

Wupatki National Monument e Sunset Crater
Ci passiamo sulla via che inesorabilmente ci riporterà verso LA prima e l'Italia dopo.
Il Wupatki National Monumet è un area sperduta nel deserto dove sono presenti rovine di agglomerati abitati dagli indiani anasazi (gli antenati degli attuali indiani) fra il 1100 e il 1200 dc. Costruzioni di pietra rossa nel mezzo del deserto, in una zona poverissima d'acqua che gli archeologi ancora di domandano che ci stessero a fare gli anasazi da quelle parti che era un posto proprio sfigato.
A sud del territorio c'è un vulcano, il Sunset Crater, esibito anch'esso come gloria nazionale in quanto vulcano giovane che ha eruttato in maniera significativa, ossia cambiando i connotati al paesaggio circostante, non più di mille anni fa. Pare che l'eruziona abbia a che vedere con la decisione degli anasazi di stabilirsi nel territorio, ma gli studiosi non hanno ancora deciso quale sia la connessione. Il paesaggio nei pressi del cratere è assolutamente lunare, sabbia nera e rocce contorte ancor più nere. In realtà non avendo mai visto nessun vulcano da vicino non saprei decidere se è vale la pena o meno, comunque se si passa in zona per altre ragioni un salto si può anche fare.

24.8.09

Williams
La cittadina è un agglomerato di motel sulla route 66 e vive grazie alla vicinanza del Grand Canyon, non per niente è / si è definita il gateway per il GC. Siamo arrivati al pomeriggio presto e siamo andati a chiedere informazioni all'ufficio turistico dove un gentilissimo ranger ci ha dato tutte le informazioni del caso.
Avendo diverso tempo a disposizione abbiamo pensato di andare a fare un giro nelle vicinanze e il ranger ci ha detto di seguire una strada nella Kaibab forest dove avremmo potuto fare un giro nei boschi.
Ce la vende bene così ci incamminiamo subito salvo poi scoprire che il concetto di vita nei boschi americano è leggermente differente da come ce lo eravamo immaginato: gli americani vanno nei boschi con roulotte, camper e trailer di dimensioni gigantesche, si parcheggiano a bordo di strade sterrate, accendono la tv satellitare e il bbq stappano la birra e si sdraiano in amaca. Per non correre il rischio di affaticarsi se devono spostarsi si muovono in quad o in moto.
Noi azzardiamo quattro passi in un prato, vediamo qualcosa in terra, ci avviciniamo e ci rendiamo conto di essere in quello che è stato utilizzato come un poligono di tiro, confezioni vuote di munizioni e bossoli giacciono al suolo, mentre ai piedi di un albero abbattuto ci sono lattine e bicchieri di carta distrutti dai colpi.
Prima di essere presi a pistolettate per la nostra condotta singolare, decidiamo che è meglio tornare in città.

21.8.09

Nevada
Il Nevada ci accoglie con una distesa desertica infinita, saremo usciti dalla Death Valley, ma clima e paesaggio non sono molto differenti.
Decidiamo che dopo la levataccia e la corsa nel deserto è arrivato il momento di fare colazione così quando passiamo il cartello che indica la cittadina di Parumph, iniziamo ad aguzzare la vista alla ricerca di un caffè. Ma di caffetterie o bar nemmeno l'ombra, a dire il vero nemmeno del paese/città ci sono tracce, solo qualche prefabbricato/baracca affacciato su strade secondarie. Dopo qualche tempo per fortuna ci imbattiamo in una stazione di servizio di nuova apertura (come recita il cartello) all'interno di quello che promette di essere un mall.
Ci fermiamo, acquistiamo il caffè e poi usciamo dalla stazione di servizio per guardarci intorno. Gli unici negozi che individuiamo nel mall sono il negozio del barbiere che promette la scelta fra taglio standard, militare, cresta e flat head e il meraviglioso "Words of wisdom", un negozio che a occhio vende Bibbie. Per il resto il nulla, gli altri negozi assolutamente deserti. Il paesaggio è così surreale che avrei voglia di fotografarlo, ma qualcosa mi dice che non la prenderebbero bene quindi dopo aver ciucciato il classico bidoncino di caffè risaliamo in macchina alla volta di Las Vegas.
Lungo la strada per la città della perdizione possiamo osservare innumerevoli cartelloni pubblicitari fra cui qulle di avvocati che aiutano a togliere qualsiasi tipo di multa automobilistica tu abbia preso (un genere molto diffuso in tutti gli stati che abbiamo attraversato), quelli delle signorine che promettono di rallegrare le notti di scapoli impenitenti, quelli dei fastfood di ogni genere e sorta e infine un cartellone con una gigantografia di quello che sembra un rapper latinoamericano e che non si rivela quello che inizialmente avevamo creduto, ossia la pubblicità di un nuovo disco, ma un cartello di "FBI most wanted" che ammonisce di fare attenzione perchè è armato e pericoloso.
Pochi km dopo il cartello del gangster, passiamo una specie di costruzione strampalata stile miniatura di un castello disney che ad un esame più attento si rivela essere un bordello.
Benvenuti in Nevada vien da pensare e non abbiamo ancora visto Las Vegas. Altro che Viva Las Vegas, come cantavano i Death Kennedys facendo la cover di Presley.
Una bomba o semplicemente il taglio dei cavi che dalla Hover Dam riforniscono la città di energia elettrica, lasciar sciogliere nel deserto questo triste triste luogo, sarebbe un atto giusto nei confronti dell'umanità.
E dire che mentre eravamo in fila per fare il checkin all'Excalibur, per un momento ci era venuta la tentazione di scappare, ma poi io avevo pensato che dai, almeno una notte si può fare, vivere la città delle pazzie architettoniche e fare un po' di sociologia da strapazzo.
Avessi seguito l'istinto iniziale sarebbe stato meglio, tutti questi forzati del gioco, del divertimento e dell'eccesso mi ha nauseato a tal punto che mi sono trovata in lacrime nel mezzo di Freemont street dove era in corso una manifestazione intitolata summer 69 e americani di tutte le taglie ed età ballavano allegri su vecchie canzoni, brandendo bicchieroni giganti di margaritas.
Ho ritrovato la calma solo dentro ad un kebabbaro frequentato da musulmani e turisti francesi, con la tv sintonizzata su di un programma di true crime, mangiando pollo tikka ad un prezzo ragionevole.
Si perchè a Las Vegas tutto è carissimo, tranne gli alcoolici. Puoi comprarti una birra o un margarita con meno di un dollaro, ma non provare a voler da mangiare. Non è contemplato nel copione è una stranezza.
Coscientemente so di aver attraversato solo una piccola parte di questo stato, la punta inferiore del triangolo e nulla più, che sicuramente ci saranno cose belle da vedere, paesaggi e montagne selvagge, ma il giorno successivo, arrivati alla Hover Dam e passato il confine ho tirato un sospiro di sollievo per esser finalmente entrata in Arizona.

20.8.09

Yosemite
Chiariamo, l'orso Yoghi sta a Yellowstone, il parco naturale in cui è andato in visita Obama e non è in California.
Questo però nulla toglie allo Yosemite, ricco di scorci meravigliosi. Di sicuro lo si sarebbe apprezzato maggiormente pernottando all'interno e facendo qualche escursione di quelle serie, ma io ormai ero sulla strada della zoppitudine e A. non ama troppo le salite, così ci siamo accontentati di visitarlo in maniera molto tranquilla.
Cascate, pareti di roccia a picco, scoiattoli e uccellacci impertinenti.
Dovessi ritornare, mi piacerebbe salire sull'Half Dome.

Death Valley
Ah il deserto, che meraviglia. Sconfinato, arido, schiacciante, pericoloso. Dormiamo a Panamint Springs l'ultimo avamposo della civilità prima della Death Valley, ma già in pieno deserto. Una pompa di benzia, un motel, un ristorante, uno spiazzo cespuglioso che funge da campeggio. Il cartello recita Panamint Springs, motorcyclists are welcome.
E sembra di stare in un film, con i cactus, il vento caldo che tira polvere ovunque, gli harleysti parcheggiati, il gattone nero che circola fra i tavoli del porticato mentre noi prendiamo una birra cullati dal vento caldo.
Poi il tramonto e io che mi avventuro svampita con vestitino svolazzino e sandali verso i margini dell'abitato alla ricerca di inquadrature perfette e il custode del campeggio che mi dice "Madame, stia attenta la sera abbiamo serpenti a sonagli e scorpioni, non si allontani".
E poi il risveglio nella notte, i bagagli caricati in macchina e la corsa nella valle. L'alba ci coglie in prossimità di stove pipe wells, nei pressi delle sand dunes. Poi una corsa fino a Zabriskie Point dove arriviamo col sole ancora basso che forma ombre suggestive.
Infine la salita (rigorosamente in macchina) fino alla Dante's view che offre il panorama su tutta la vallata e un ventino freddo che ci spinge a metter su la felpa. Alle 9.30 siamo già fuori dalla valle e non abbiamo nemmeno sudato troppo, nè abbiamo rischiato fusione del motore. Tutto questo allarmismo per nulla. Di certo attraversare la valle a mezzogiorno deve essere tutta un'altra storia.

19.8.09

San Francisco

Purtroppo questa città che aveva tutti i presupporti per farci innamorare, l'abbiamo visitata sotto emergenza medica.
A. con tutti i sintomi dell'influenza gastrica pur senza febbre, io che durante la notte mi risveglio con la gamba sinistra bloccata e un dolore lancinante alla schiena e dopo due aulin che non spostano una virgola, decido di andare a sperimentare la sanità americana.
North Beach.
Ci andiamo appena arrivati in città quando ancora siamo interi e non in emergenza geriatrica. Scopriamo passeggiando che è una sorta di Little Italy, visto che pare impossibile fare due passi senza incappare in un ristorante italiano.
La nostra meta è inevitabilmente la City Lights Bookstore, la mitica libreria fondata da Ferlinghetti. Calda accogliente affollatissima di libri e di persone. Una fra le librerie più belle che ho visitato, anche se il mio cuore è in una libreria di Parigi.
Chinatown.
Già che siamo in zona, facciamo quattro passi a Chinatown, dove è in corso una qualche festa a contrade per cui in ogni via si vedono persone con costumi che probabilmente poco prima hanno finito di comporre dragoni cinesi e in sottofondo si sentono i tamburi rullare, per noi turisti però lo spettacolo o è finito o non c'è stato.
Il quartere cinese è cinese come te lo aspetti, pieno di bazar che vendono merci di tutti i tipi. Grazie alla guida scoviamo in una viuzza laterale un laboratorio artigianale di biscottini della fortuna dove provvediamo a comprarne un sacchetto. Le predizioni non si rivelano azzeccate ma i biscottini sono buonissimi.
Fisherman's wharf
Questo molo è un orgia di trappole per turisti, negozi di cazzate e ristoranti ad ogni passo, una vera e propria babilonia dove si riversano tutti i turisti della città e noi non facciamo eccezione. Ne approffittiamo per cenare ad un buffet di pizza e poi ce ne ritorniamo al motel.
Union square
Il cuore della città o almeno così lo definisce la guida. Ci passiamo mentre siamo diretti all'ufficio turistico per far manbassa di cartine e per comprare il pass per i mezzi pubblici. E' una piazza rettangolare circondata da grattacieli, su cui si affacciano negozi alla moda e da cui partono tour in autobus per le varie zone della città. Nulla di che.
Haight - Ashbury
Cuore della cultura hippie negli anni sessanta, è un quartiere frikkettone con negozi di abiti usati, smoke shops, una libreria anarchica, una sede di amoeba record's, murales e tutto il repertorio del caso. Ci sono anche graziose case in stile vittoriano. Ci passiamo una mattina a girellare fra i vari negozi.
Golden Gate
Subito dopo pranzo, quando il sole finalmente è sbucato da dietro le nubi e prima che la sera riporti la nebbia consueta, ci precipitiamo a Marina, una spianata sulla baia da cui si vede il Golden Gate. Ce lo guardiamo da lontano senza andarci fino a sotto, rimandando la visita al giorno successivo.
Seven sisters
Sono 7 case vittoriane colorate allineate lungo una strada, le case più famose e fotografate della città anche se a dirla tutta non è che mi dicano un granchè. In compenso dal parco vicino alla via si ha una bellissima visuale dello skyline della città.
Finanacial district
E' inutile, per quanto mi piaccia l'architettura moderna, il quartiere dei grattacieli anche in questo caso non mi dice granchè. Facciamo comunque una passeggiata alla vecchia stazione dei ferry, restaurata da dove partono i traghetti per sausalito. Un ottima visuale sul ponte di Oakland.
Mancano all'appello Lombard street, la strada più tortuosa del mondo, Castro e Mission, saltati a causa degli acciacchi. Nonchè un giro sul Golden Gate e ad Alcatraz di cui però non mi dispiaccio troppo.

Berkeley
Solo una visita lampo per seguire il consiglio di F. che ci ha vissuto qualche tempo e andare da Moe's libreria fornitissima, anche di libri usati e di libri da collezionismo.
Io mi sono fiondata sui libri di fotografia, una meraviglia. Mi sarei portata via due scaffalate di roba. Poi mi sono ricondotta a più miti consigli comprando solo quattro libri.
Anche A. al reparto musica ha trovato pane per i suoi denti.

18.8.09

San Luis Obispo
Questa sosta è stata pianificata più o meno a caso puntando un dito sulla cartina, in modo da consentirci l'avvicinamento al tratto interessante della Pacific Coast Highway numero 1.
E' un paesone senza particolari attrattive, se non che siamo capitati il giorno del Farmer's Market, quando la via principale della città è chiusa e invasa dai banchetti dei famer e delle varie associazioni. Quindi frutta e vedurra bellissimi in vendita, ma anche pannocchie arrostite, BBQ a volontà, banchetti dei waffles e chi più ne ha più ne metta.
A. ha commentato che gli sembrava di essere alla festa di quartiere a Corsico e non aveva tutti i torti, il farmer's market a San Luis Obispo però lo fanno tutti i giovedì.

Pacific Coast Highway 1
La mattina il tempo non prometteva nulla di buono, nubi basse o nebbia alta che dir si voglia, visibilità ridotta, pioggerella e colori malmostosi.
Il mio esordio alla guida della BatMobile avviene sulla PCH1, la strada costiera, stretta e serpeggiante che corre in mezzo a lande selvaggie e, nel nostro caso, tempestose.
La strada ormai è percorsa solo dai turisti e in molte zone sono organizzati spiazzi panoramici per godersi il panorama. Il più affollato è quello della colonia degli elefanti marini, animaloni enormi e puzzolenti che sembrano non facciano altro che dormire ammassati gli uni sugli altri tirandosi "manate" di sabbia sula schiena. Chiamali scemi.
Dopo il primo momento di delusione iniziale e dopo aver estratto dalla borsa giaccavento e sciarpina, mi godo il paesaggio tempestoso. Le nubi basse sull'orizzonte creano atmosfera.
Quando entriamo l'area di Big Sur e ci fermiamo a vedere la famosa cascata che si getta sulla spiaggia, il tempo è ancora grigio, ma nelle miglia che ci separano dalla Big Sur Bakery, il cielo diventa terso e il sole splende alto.
Dopo aver gustato due piatti al ristorante di cui sopra, riprendiamo la strada verso nord, fermandoci per una passeggiata nella macchia mditerranea che porta ad una spiaggia che la guida descrive come bianchissima. Pur essendo la spiaggia grigetta, questo non sminuisce il suo fascino e la passeggiata si rivela un ottimo digestivo. La sera arriviamo a Monterey dove facciamo un giro al fisherman's wharf. Il molo è superturistico pieno di ristoranti che fanno a gara per convincerti a mangiare da loro offrendo assaggini di clam chowder, io me ne mangio cinque o sei senza capire esattamente cosa sto mangiando, ma apprezzando moltissimo.

17.8.09

La fine e l'inizio, Los Angeles.
Non riesco a decidermi, tendenzialmente le distanze infinite, le freeway trafficate, la difficoltà di parcheggio e la mancanza di un centro città nel senso europeo del termine, hanno reso difficile l'approccio con Los Angeles. Che il mio metro nella misura di quanto una città mi sia piaciuta è il quanto mi ci sento a casa e di conseguenza il se mi piacerebbe viverci.
A conclusione del giro siamo tornati ed abbiamo visto Santa Monica, Beverly Hills, Melrose Avenue e di nuovo Venice.
Santa Monica è una linda cittadina di mare, con una via pedonale piena di negozi, un lumgomare romantico, con un molo pieno di luci. Un po' spiazzante la quantità di homeless presente anche qui ad ogni angolo di strada che reagiscono con una risata o con un insulto alla mancanza di reazione quando ti chiedono una moneta. La sede di barnes and Nobles è splendida molto più fornita delle altre visitate.
Il cafè vegetariano dove ceniamo ha un look new age un po' freddo ma il cibo è ottimo.
Beverly Hills è strana, premesso che abbiamo visitato solo la parte bassa, è una distesa di ville con giardini curatissimi che però sembrano disabitate se non per gli sporadici giardinieri messicani che innaffiano le piante. Dov'è la gente? E se c'è cosa mangia? Ci andranno al gabinetto, se sì dove la compreranno la carta igienica? Perchè in Rodeo Drive, la mitica via di Pretty Woman, vendono diamanti, borse, scarpe, abiti (di stilisti prevalemtemente italiani).
Fuggiti dalla patinatura senz'anima di Beverly Hills siamo passati a Merlrose Avenue in un inconscio omaggio ai telefilm della mia adolescenza. A Melrose però mi aspettava una sopresa, è una via molto alternative rock frikkettona. Negozi di tattoo, magliette vintage, negozi di dischi, abiti strampalati. Niente a che vedere con il condominio con piscina e le facce patinate della serie tv. Che peraltro ho scoperto che anche questa serie ha un remake nuovo di pacca.
E così rieccomi in ufficio, tra l'altro sola in una stanza deserta, con il dubbio che forse avrei potuto starmene a casa ancora un giorno e domandandomi che fine ha fatto l'altro disperato che dovrebbe essere da queste parti.
Dopo i primi giorni a LA al Banana Bungalow simpatico alberghetto supergiovane su Hollywood Blv, l'accesso a internet è diventato una chimera. Perchè gli USA sono troppo avanti, c'è il wi fi ovunque penso anche nei cessi delle stazioni, peccato che se uno non ha un netbook, un macbook o un qualsiasi altro dispositivo atto alla connessione, con il wi fi e basta ci si fa poco.
A breve, come di consueto il riepilogo delle impressioni della vacanza.

30.7.09

California - Los Angeles
Il primo impatto con la citta' non e' stato dei piu' favorevoli.
Questa mattina passeggiando per Hollywood Boulevard alle dieci del mattino sembrava tutto triste sporco e disordinato, oltre che, ovviamente, gigantesco.
La walk of fame non aveva nulla di famoso o di glamour e il chinese teather lasciava un po' iterdetti.
La gita a Downtown ci ha fatto un po' penare per via dei parcheggi costosissimi, cosi' l'abbiamo visitata a tempo di record cercando un posto dove cambiare soldi per poi rassgnarci a prelevare col bancomat.
Little Tokyo e' un isola fuori dal tempo con negozi pieni di cazzate giapponesi e ristoranti ch fanno pollo teryaki.
Il Pueblo de Los Angeles e' affollato di banchetti che vendono cianfrusaglie d gusto messicano e non ha quell';aura da nucle della citta' da cui tutto ha avuto inizio.
Per fortuna c'e' Venice Beach, con Muscle Beach, la spiaggia lunga l'oceano i bay watch i negozi di magliette e tuta una popolazione di personaggi incredibili.
Venice e' stato l'unica parte della citt' in cui ho pensato, pero' una casetta qui, niente male.

27.7.09

Meno uno alla partenza e la valigia ancora da fare.
L'ansia che sale ed il dilemma da risolvere trovare qualcuno a cui affidare le chiavi di casa.
Prima di qualsiasi viaggio si scatenano le mie manie ossessivo compulsive per cui ricontrollo 50 volte le stesse cose salvo poi rendermi conto di aver dimenticato qualcosa di importante.
Questa volta si aggiunge la preoccupazione per la convivenza di gatta e madre che purtroppo non sono sulla medesima lunghezza d'onda.
Aiutoooo

22.7.09

Ieri sera chiudendo il box ho tirato inavvertitamente una sportellata sullo specchietto della moto che adesso si ostina a mostrarmi cosa avviene sull'asfalto e non se sopraggiunge qualche auto alle spalle. Stamattina dopo le bestemmie di rito ho provato a sistemare la faccenda, ma nonostante fossi dotata di opportuna chiave inglese non c'è stato verso di raddrizzare il tutto data la resistenza coriacea opposta dal bullone.
Così stasera mi tocca andare dal meccanico a fare la femmina svampita e implorarlo di sistemare il tutto.
Caso vuole che abbia anche i sandaletti nuovi e le unghie pittate di rosso, speriamo che la cosa giochi a mio favore.

9.7.09

Da piccola non amavo il mio nome, avrei voluto chiamarmi Paola. Una collega di mia madre una volta mi disse "vedrai, hai un nome che da grande porterai come un gioiello" ed in effetti crescendo ho molto apprezzato l'avere un nome insolito e non dovermi mai girare per poi scoprire che non stavano cercando me.
Di sicuro nel corso degli anni al momento delle presentazioni ho avuto la mia parte di battute dal classico "piacere Parigi" al più ricercato "dove hai lasciato Lancillotto?", ma non posso lamentarmi.
Uno dei classici sbagli di coloro che non ricordano il mio nome è chiamarmi Virginia, nome che tra l'altro non mi dispiace affatto. Peraltro mi ha sempre incuriosito questo anagramma spontaneo del mio nome.
Da qualche mese però comincio a soffrire di disturbi della personalità visto che vengo ribattezzata almeno un paio di volte al giorno con i nomi delle mie colleghe. Ci sarà qualcuna di loro che viene chiamata col mio nome? Devo indagare.

7.7.09

Va bene che prima o poi doveva piovere, ma da quando viviamo in un clima monsonico?
Tra l'altro stamattina mi toccava la visita dermatologica prenotata 5 mesi fa e ho dovuto trascinarmi fino in centro fra un allagamento e l'altro. Il bilancio è stato un'ora e mezza per raggiungere l'ospedale, cinque minuti di visita, un'ora e mezza (con pit stop casalingo per cambio pantaloni inzuppati) per andare dall'ospedale fino in ufficio.

6.7.09

Lunedì
La settimana nuova inizia, in borsa ho una multa da pagare presa a marzo per transito in moto in zona a traffico limitato (in cui peraltro sono incappata per errore e in cui non ho visto videocamere di sorta, ma che in compenso era ricca di automobili in transito).
La nuova legge prevede decurtazione dei punti della patente per infrazioni commesse in bicicletta. Mi domando quanti punti valga il passaggio in bici sul marciapiede che attuo per avvicinarmi all'attraversamento pedonale della stradona ad alto scorrimento.
Ad ogni buon conto stamattina mi sono attenuta al codice stradale con gran gioia del camioncino alle mie spalle che ha dovuto attendere che togliessi il disturbo per poter svoltare.
Siamo nell'ufficio nuovo, con i grandi capi in stanza. Per fortuna oggi non ci sono ancora tutti e comunque fra poco un po' di loro vanno in ferie. Sarà comunque difficile abituarsi.

2.7.09

Questo è un esperimento per capire se è passato anche l'emendamento D'Alia:
"il decreto sicurezza è una cagata pazzesca"
ora guardo se mi arrestano per istigazione a delinquere o meno.

1.7.09

Oggi dopo una settimana di bicicletta sono tornata al box per recuperare Baby e riversare la mia dose di Co2 nell'ambiente circostante. Il perchè io abbia pensato che andando in moto fosse una buona idea di vestirsi color panna e rosa pallido resta un mistero.

30.6.09

Le cose che non faccio
E' da un po' che non prendo la macchina fotografica in mano e dire che spesso mi capita di pensare "questo dovrei fotografarlo":
come il primo pomodoro rosso sulle mie piante in rapida espansione sul terrazzo o i cespugli di lavanda al capolinea del 14 o alcuni tramonti infuocati sulla Lorenteggio o le nubi plasticose nel cielo sopra Corsico.
Non sono ancora andata la mare e le previsioni per il prossimo finesettimana non promettono granchè.
Non ho incontrato gli amici storici prima delle ferie e chissà se riuscirò a farlo.
Ho abbandonato la wii al secondo allenamento, anche se cerco di pesarmi con regolarità.
E' passato un anno da quando sono sul progetto, ma a volte mi sembrano dieci, a volte mi sento spaesata ed ignorante come se fossi appena arrivata.
Il mondo che mi circonda non mi piace. La rassegna stampa dell'indignazione, il cercare metodicamente nella stampa estera le notizie che riguardano il nano malefico e ci ridicolizzano servono a tenere viva la scintilla della consapevolezza o sono solo un altro aspetto della routine di asino che trotta dietro alla carota?
Non stiro e non passo l'aspirapolvere, la sera di rientro dall'ufficio svengo sul divano per un pisolino.
Annaspo cercando di prendere in mano le redini del tutto e nel frattempo penso ad alternative tanto improbabili quanto fantasiose per il mio futuro, tipo darmi alla pole dance a las vegas (ma dopo aver visto miss pd australia ho capito che non ho la preparazione adatta) o al burlesque, alternative per cui comunque non sono abbastanza gnocca.
Nel frattempo leggo "Metropoli per principianti" di Biondillo e mi piace.

29.6.09

Gatto di marmo con la sciatica.
Io e l'amica M. durante il saggio di fine anno del corso di danza occupavamo sul palco una posizione centrale (sebbene arretrata) cosicchè durante gli spostamenti che vedevano il gruppo aprirsi e chiudersi alla domanda "noi dove dobbiamo andare?" la maestra T. ci rispondeva sempre "voi state lì". Dalla nostra staticità è venuto di conseguenza chiamarci vicendevolmente gatto di marmo.
Nel finesettimana noi gatti di marmo ed altre compagnucce del corso di danza ci siamo iscritte allo stage del mostri sacro della danza fusion, SS. Colei che ha scomposto ogni singolo movimento della danza tradizionale in una contrazione di determinate fascie muscolari. Se ogni movimento è una contrazione di uno specifico muscolo va di conseguenza che mentre contrai i glutei con un determinato ritmo, gli addominali obliqui o i muscoli del collo possono andare per i fatti loro. Così mentre cammini puoi sovrapporre diversi movimenti. Questo ovviamente se passi metà delle tue giornate a spurare lacrime e sangue davanti allo specchio. Per un comune mortale invece la cosa è complessa e frustrante.
SS, di nome e di fatto, ci ha massacrato ininterrottamente per due giorni, mettendoci davanti sequenze sempre più complesse non prima di averci distrutto con un riscaldamento stile ufficiale e gentiluomo, "100 addominali, altri 100 non mollare soldato continua così, fammene altri 50". Tanto che ogni tanto mi veniva da pensare che cavolo mi era passato per la testa mesi fa quando avevo pagato anticipatamente l'iscrizione.
Dalla frustrazione e dallo sfinimento il passo verso l'isteria è stato breve, soprattutto quando la figlia undicenne di SS si è unita al gruppo per la coreografia, tenendo in mano un biscotto al cioccolato ed azzannandolo nei momenti in cui la coreografia rallentava.
Per non parlare di quando sulla coreografia con musica hard rock doveva esserci una simulazione di headbanging in versione sexy, con plie a gambe aperte e capello fluente e io, M. e C. ormai stremate ci piegavamo in avanti con la mani sulle ginocchia come se ci avesse colto il colpo della strega.
Nonostante dopo questo corso la mia qualifica sia salita a gatto di marmo con la sciatica, posso ritenermi soddisfatta di essere sopravvissuta ai due giorni senza danni permanenti, eccettuato il fatto che se non mi passa il male al mignolo provvederò ad una amputazione d'urgenza chiudendomelo nella porta a vetri dell'ufficio.

26.6.09

Sebbene alle medie fossi, con grande costernazione di mio padre che mi faceva ascoltare massicce dosi di Pink Floyd sperando in un mio rinsavimento, una fan di M.J. e mi aggirassi per casa cantando "I'm bad I'm bad you know it", sebbene per certi versi mi facesse pena per le sue ossessioni e per come si era ridotto, passato il primo momento di sgomento adesso questa storia della morte di Micheal Jackson mi ha fracassato le palle. Speravo che i giornali stranieri si trattenessero maggiormente nell'osannarlo, ma dopo un rapido giro online mi sono dovuta ricredere.

24.6.09

Beyond Italy's borders it may seem inconceivable that an elected national leader could comport himself like an ancient Roman emperor without facing grave political consequences. But within Italy, Mr Berlusconi's fallible humanity and the fact that he is not so obsessed with power play that he has no time for the sweeter things in life, are seen by many as points in his favour.


Per chi ha voglia di farsi del male il resto è qui

23.6.09

Sarà la poesia delle prime volte che usi la bicicletta, sarà che in effetti sulla ciclabile puoi anche permetterti di tirare su il naso dalla strada a guardare il cielo, sarà che in questi giorni il clima è spettacolare, ma non avevo mai fatto caso prima a quanto bello possa essere il cielo di Milano. Azzurro azzurro con le nuvole che a volte sono plastiche e tridimensionali come fossero enormi batuffoli di cotone sparsi qua e là a volte piatte e rarefatte come pennellate sgranate di tempera su di un cartocino azzurro.

22.6.09

In questi giorni ho sperimentato le piste ciclabili milanesi fra casa e l'ufficio.
Nonostante siano sistemate del tutto a casaccio, all'incirca come se qualcuno avesse buttato una manciata di shangai sul manto stradale, per il percorso casa ufficio impiego meno con la bici che con la moto.
Quando imparerò a sfrecciare agevolmente schivando i semafori e le macchine parcheggiate per traverso sulla ciclabile potrò sentirmi molto ecologica e tuonare contro gli spargitori di idrocarburi. Per il momento più che l'ecologia a guidarmi è la prova costume.
Sempre in tema di linea perduta, mi sono fatta infinocchiare ed ho comprato il wii active, al di là del fatto che ogni tanto l'elastico estensore si sgancia dalla maniglia elargendo frustate in giro per casa e che l'entusiasmo ingiustificato del personal trainer virtuale sia altamente ridicolo , per non parlare della insanità mentale dello stare davanti alla tv dimenandosi sul posto, dopo due allenamenti ho raggiunto un risultato: sento tirare alcuni muscoletti che non ricordavo di avere. Il dubbio è, dopo 30 giorni (durata della sfida), sarò in splendida forma o mi sarò slogata un polso sbattendo contro un mobile?

16.6.09

Poi dicono dei pregiudizi sugli italiani.
Il meeting con l'omonimo dei Duran Duran aveva una seconda puntata in mattinata, inizio schedulato ore 9.00.
Io arrivo alle 9.02 praticamente assieme all'inglese e ad un altro partecipante. Scendiamo fino nella sala riunioni sistemiamo i pc e ci mettiamo in paziente attesa.
Alle 9.20 arriva un altro partecipante, alle 9.25 comincia la conta dei dispersi.
Alle 9.40 arriva tranquillo l'ultimo partecipante, gli altri hanno dato forfait.
Nel frattempo il quarto classificato riceve una telefonata di volatili suoi e si organizza il we. Alle 9.45 finalmente si comincia.
Alle 10.15 la parte per cui è richiesta la mia presenza si conclude saluto e prendo la porta.
Il mio contributo è stato dimostrare che anche gli italiani sono in grado di arrivare puntuali ai meeting, annuire durante la fase di riassunto della puntata precedente e infine osservare un file excel di cui si è osservata la struttura, ma non si sono discussi i dati.
Il buon inglese peraltro aveva pure proposto di portare tutti i partecipanti al meeting fuori a cena a sue spese, ma nonostante questo tutti gli si è dato buca.
Chissà com'è stato trattato in Grecia e in Spagna.
Update: alle ore 18.00 l'inglese manda minuta meeting ringraziando tutti per il tempo dedicatogli e per quanto l'incontro sia stato produttivo. Ecco non avrà i pantaloni di pelle e la giacchetta glam, ma quest'uomo ha classe e sa fare il suo lavoro.

15.6.09

International Meeting
Se fai una riunione con un inglese che si chiama con uno dei Duran Duran, non sperare che assomigli ad uno dei Duran Duran, anche in versione odierna.
Ti troverai davanti una persona molto disponibile e competente, ma irrimediabilmente stempiata, panciutella e con una camicia a quadretti molto poco glamour.
In compenso, grazie al cielo, con uno spelling impeccabile che ha fatto sì che pur non sapendo le risposte comprendessi comunque le domande.
Ed eccoci ad un altro resoconto del finesettimana appena trascorso.
Sabato giornata casalinga con alcune faccende sbrigate e pisolino di recupero post pranzo. In serata pizza sul naviglio e telefilm.
Domenica gita ai laghi di Bellagarda sopra Ceresole Reale (qui), giornata splendida sole a picco sul cranio e una menzione d'onore alla crema protezione 20 che mi ha salvato da ustione certa. Peccato per il sentiero distrutto dalle valanghe perchè il paesaggio merita e poterselo gustare senza fare lo slalom fra alberi secchi abbattuti sarebbe stato meglio. Ottima la compagnia dei camminatori.
Ed oggi si comincia con un altro giro di giostra.

12.6.09

Se da un lato la cosa mi rende felice, dall'altro mi domando come cazz è possibile che sia già venerdì?
Sarà per i ritmi serrati in ufficio o per il filotto saggio di danza mio, saggio di danza visto, lezione di danza + riunione settimanale associazione, pizza con gli amici fotografi che mi ha tenuto fuori casa praticamente ogni sera a partire da domenica sera?
In tutto questo ringrazio la mia salvatrice che si è immolata al mio posto per il lavoro domenicale.

8.6.09

Ed anche questo finesettimana è finito.
Scrivo sempre meno qui e tipicamente sono solo elenchi di cose fatte nel finesettimana. E' che ultimamente i mesi scorrono via ad una velocità incredibile e non mi capacito di come faccia ad essere già di nuovo lunedì e come sia possibile che sia già di nuovo estate.
Non vorrei svegliarmi domani e rendermi conto che è già di nuovo settembre ed è finita la stagione dei bagni al mare, soprattutto visto e considerato che fino ad ora al massimo sono riuscita ad infilare in acqua i piedi fino alla caviglia.
Sabato per la seconda volta durante il suo soggiorno milanese ho incontrato l'amico Baol ed abbiamo passato una piacevole mattina andando a vedere la mostra del wordpressphoto in corso como 10 e poi prendendoci una birretta in zona moscova. Di ritorno vista l'ora tarda, il frigo vuoto e la scarsa voglia di cucinare io e il Marito ci siamo fermati a mangiare un pita ghyros sul naviglio. C'era il sole ed un vento insolito per Milano, nel cielo correvano alte nuvole bianche e la città sembrava bella.
Domenica invece era il giorno del saggio di danza, che sì, quest'anno dopo la pausa dello scorso anno, sono ricaduta nel giro e così via di piume, frangie, borchie e guantini di rete con gran gioia della bibe che durante le prove costume inseguiva i miei strascichi come se fossero prede della giungla selvaggia.
E sì anche se era la giornata del saggio comunque sono andata a votare, una passeggiata a piedi fino al seggio e poi un giretto sul naviglio a vedere il mercatino con i banchi dei cinesini. Tutte le volte che vado al seggio di Corsico e lo trovo così attivo e brulicante di vita penso sempre che ci sia un grande interesse e una grande affluenza alle urne. Poi basta andare a casa ed accendere la tv per vedere tutto ridimensionato.

4.6.09

E' morto David Carradine ed anche io non mi sento molto bene.

3.6.09

Lezioni di vita apprese questo weekend:
1) se su un ponte di 4 giorni ne decidi uno specifico per andare al mare e ti svegli alle 7 del mattino, quel giorno pioverà
2) se quando vai a donare il sangue decidi strategicamente di fare anche analisi del sangue aggiuntive finirà che esci dal centro trasfusionale con tre buchi nelle braccia perchè non si sono accorti di doverti prelevare una fialetta aggiunriva
3) se vai in una oasi della Lipu nella speranza di fotografare pennuti colorati, non andarci con i sandali ma soprattutto portati l'autan
4) se devi borchiare un reggiseno per fare il costume del saggio di danza di fine anno, bada di farlo quando il gatto dorme in un' altra stanza, altrimenti vorrà aiutarti e spargerà borchie ovunque
Al di là delle lezioni di vita apprese che potrebbero far pensare il contrario i quattro giorni a casa sono stati estremamente rilassanti. Oggi però è dura ricominciare, per fortuna siamo a metà settimana.

25.5.09

Nel primo finesettimana di caldo torrido i miei programmi non prevedevano gite al mare, ma solo una buona dose di incombenze da sbrigare accumulatesi nell'ultimo mese.
Così vai di lavatrici e ferro da stiro, spesa, firma contratto per affitto box, pulizie di casa, parziale cambio di stagione nell'armadio, qualche acquisto per la stagione calda.
Poi incombenze di famiglia, gita in campagna in occasione del compleanno del suocero.
Ieri poi, in tempi ormai sospetti per quanto riguarda l'obama mania, allestimento della prima coltivazione di pomodori sul terrazzo e sistemazione strategica dei vasetti di basilico e salvia.
Grazie al cielo all'orizzonte si profila un fantastico ponte di 4 giorni e forse, il primo bagno in mare della stagione.

21.5.09

Dopo aver letto Condominium di Ballard, l'idea che qualcuno in residenza reputi plausibile una autogestione mi terrorizza. A dire il vero per essere terrorizzata mi basta il ricordo della passata assemblea con relativo tentativo di rissa o anche la autogestioni scolastiche od universitarie.
Non sono per la dittatura, ma una figura super partes mi sembra indispensabile.

20.5.09

Quando succede una digrazia, si vive un momento di incertezza, chi crede in un qualche dio può pregare.
Chi pensa che comunque ci sia un energia che scorre nel mondo e unisce tutte le cose, può provare ad incanalarla nella giusta direzione.
Se si è tendenzialmente scettici sui temi ultraterreni certe consolazioni mancano.
Io a MFdM, anche se lo conosco poco, penso spesso e spero che tutto si risolva per il meglio. Certo però se credessi che tutto questo pensare e sperare possa *realmente* cambiare le cose sarei più felice.

18.5.09

Caro Vandalo che ieri sera invece di comprarti un panino con la salamella ed una birra ed ascoltarti un po' di buona musica aggratis hai ritenuto opportuno spaccare a mazzate il lunotto posteriore della macchina del Marito, proprio la sera del suo compleanno... che ti colgano la peste bubbonica e la maledizione di Montezuma, che ti freghino il motorino nuovo e i piccioni scelgano la tua testa come gabinetto for ever and ever.
Amen


Con l'impiegato del carglass
Io - buongiorno vorrei prendere appuntamento per sostituire il vetro del lunotto posteriore della mia micra visto che ieri sera dei vandali me lo hanno distrutto
CG - ah sì mi dica i suoi dati...
[omissis] CG - ok inseriti, mi dica il danno è più piccolo o più grande di una moneta da 2 euro?
Io - ehm a dire il vero il vetro non esiste più me lo hanno sfasciato a mazzate
CG - ah ok quindi più grande

15.5.09

Madre snaturata
Ieri avrei voluto fare un post celebrativo della miciotta essendo un anno che la pelosetta è venuta ad abitare assieme a noi, ma il pc era nelle mani del tecnico che ha provveduto a rottamarlo e con gli scarti assemblarne uno nuovo in sostituzione.
La sostituzione di pc tra l'altro ha fatto sì che mi attardassi in ufficio per installare software vari e solo all'ultimo mi venisse in mente che sulla via del ritorno dovevo comprarle le crocchine puzzolenti.
La fortuna ha voluto che il negozio avesse due ingressi, che nonostante fosse arrivato l'orario di chiusura, quello posteriore fosse ancora aperto e che la proprietaria si commuovesse alle mie suppliche e mi facesse acquistare un sacchettino di biscotti.
La Bibe comunque ha capito di non essere stata adeguatamente festeggiata così nel cuore della notte, proprio quando ero entrata nella fase di sonno rem si è avventata sui miei alluci per vendetta

11.5.09

Questo finesettimana Venezia, weekend romantico per festaggiare, un pochino in anticipo, l'anniversario di matrimonio.
Camera in un B&B di Rialto nel cuore della città, mille milioni di viaggi in vaporetto per sfruttare l'abbonamento da 36 ore, un attraversamento fulmineo di piazza San Marco per sfuggire ai turisti ed ai piccioni, un numero imprecisato di spriz e di bicchieri di chardonnay ed ottimi paninetti, una cena al ristorante indiano, passeggiate lungo i canali, sole, salsedine, fotografie.
Un primo assaggio di una città incantata in cui vorrei tornare ancora, magari con più calma, magari in inverno. Non so se ci vivrei in pianta stabile, di sicuro se ci abitassi sarei di casa al Marcà, un locale minuscolo in una piazzetta vicino al mercato di Rialto. Dopo esserci capitata del tutto per caso ed aver apprezzato i suoi panini ho improvvisamente ricordato che anche al cavoletto era piaciuto. Assolutamente eccezionali i panini al baccalà mantecato.
E visto che a seguire i consigli del cavoletto non si sbaglia, sempre per caso, capitando davanti alla pasticceria Majer non ho potuto fare a meno di entrare e di comprare qualche souvenir goloso.
Da dimenticare invece la meringa acquistata sulla strada per la stazione, fortunatamente non era molliccia, ma la sua consistenza coriacea mi fa sospettare che fosse la Luisona di benniana memoria della pasticceria in cui l'ho comprata.

8.5.09

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITA'


13 maggio 2009 ore 20 incontro sul pacchetto sicurezza Biblioteca di Baggio
17 maggio 2009 dalle 9.00 alle 23.00 festa di quartiere nel parco Anselmo da Baggio.
Per chi mi cercasse sarò presente nella duplice veste fotografa - venditrice di salamelle :-)
Dopo una settimana in cui mi sono presentata in ufficio in jeans, oggi casual friday aprendo l'armadio mi sono domandata come avrei potuto vestirmi più casual degli altri giorni. Così ho estratto la maglietta di juliette and the licks con manica che lascia tatuaggio a vista e l'ho messa su. Missione compiuta.

4.5.09

10 cose che ho imparato dal mio ultimo trekking in Corsica
1) se il meteo francese prevede pioggia, pioverà
2) se il meteo francese prevede pioggia e tu ti porti la crema solare, sei un illuso
3) se quando torna il sole poi comunque la crema solare non la usi e ti scotti, sei un pirla
4) il paracetamolo può aiutare ad eliminare i sintomi influenzali, ma il grosso del lavoro lo fa la grappa corsa
5) chiedi ad un corso di parlarti della grappa da lui prodotta e lui ti farà assaggiare tutte le qualità presenti sotto al suo bancone e poi ti manderà a casa senza farti pagare
6) quando in un piatto corso sono presenti delle verdure e fra di esse dei dischetti marroncini non sono carote bruciacchiate, ma fette di figatellu
7) quando cammini per 8 ore al giorno per tre giorni di fila i tuoi numi tutelari diventano San Birkenstock e San Crocs
8) camminando per ore si toccano diversi stadi di disperazione, dapprima si giura che le prossime vacanze saranno trascorse in emulazione di Homer Simpson sdraiati sul divano con la birra duff in mano e la panza all'aria fuori dai pantaloni, in seguito si invocano i numi tutelari di cui al punto precedente, alla fine si spera che un orso polare sfuggito dai recinti della dharma initiative si materializzi sul sentiero e ti sbrani ponendo così fine alle tue sofferenze
9) di solito l'estasi mistica non viene raggiunta a seguito della sofferenza, ma all'arrivo alla gite con una bottiglia di birra pietra in mano
10) per dimagrire facendo trekking la condizione necessaria è che non ci siano sorgenti di cibo nei paraggi e che tu non abbia portato cibi calorici nello zaino, altrimenti è tutta una illusione

20.4.09

Come buona parte dei genovesi emigrati nella landa delle nebbie, vivo con Milano un rapporto di amore odio.
Amore per le opportunità che la città offre, per il lavoro, per l'indipendenza che mi ha regalato.
Odio per il traffico per la fretta, per lo smog, per l'assenza del mare, della focaccia e di besagnini degni di tale nome.
E se all'inizio vivevo una vita sospesa fra due città e non appena potevo fuggivo verso l'aria salmastra della mia terra natale, ad un certo punto ho dovuto venire a patti con il fatto che la maggior parte della mia vita la spendevo a Milano e che forse era giunto il momento di fare la pace con me stessa e il posto in cui vivevo.
Così ho letto Scerbanenco, ho letto Milano non è Milano di Aldo Nove, ho iniziato a sfruttare le opportunità che la città offre e ho cercato di non innervosirmi troppo per gli aspetti negativi. Ho anche comprato casa e messo radici.
La passione per la fotografia da un lato e il mio eterno venire a patti con la città dall'altro, mi hanno portato a iscrivermi al workshop Dentro la città. Mi ha affascinato l'idea che fotografare la città non è solo cogliere l'attimo, ma anche ascoltarla, viverla, capirla.
Se la timidezza e l'entrare in contatto con le persone e fotografarle sono ancora aspetti problematici per me orso di natura che sotto sotto un po' credo che la fotografia rubi l'anima, dopo questo viaggio assieme ai miei compagni e al capitano della brigata, la città mi è più vicina, la sento più mia.
Abbiamo esplorato la tangenziale, membrana osmotica che racchiude la città e la proietta verso l'esterno, abbiamo spiato i punti di accesso alla città, le espressioni delle persone che arrivano e che partono, i quartieri periferici, la folla che la attraversa di corsa, i volti di chi passeggia e lavora in centro, gli ambienti di lavoro e tanto altro.
Milano non è mai uguale a se stessa, si crea e si distrugge, si rinnova. Chi ci vive spesso la subisce, ma ogni tanto è bello perdersi a guardare.

14.4.09

Oltre allo sconto e agli occhi azzurri, il modo in cui il meccanico mi ha conquistato definitivamente è stato restituendomi la moto lavata e profumata. Sissignore profumata.

9.4.09

Chi l'avrebbe mai detto, io che da ragazzina appena varcata la soglia di un ospedale o di un ambulatorio andavo giù come un sacco di patate.
Io che, sebbene sia donatrice di sangue, non tollero la vista dell'ago conficcato nel mio braccio e devo girarmi dall'altro lato o meglio guardare il soffitto per non vedere aghi e sacche del plasma.
Io che quando c'era da accudire il buon Poldino ci mettevo la forza bruta ma non maneggiavo il tubino della flebo perchè mi faceva senso.
Ieri spaventata perchè la Bibe erano 8 ore di fila che vomitava mi sono fatta forza ho aperto la fialetta, risucchiato il contenuto della stessa con una siringa, eliminato le bolle d'aria ed ho proceduto a bucare la collottola della gattina. Per ben due volte.
Proprio vero che quando si diventa genitori si cambia.

6.4.09

Dopo una SDM (settimana di martirio o alternativamente settimana di m.) da non confondere con la SPM (nota sindrome di cui probabilmente sono vittima gli uomini più che le donne), il weekend è iniziato venerdì sera con me che investo denari in cibi con cui curare l'anima (nello specifico sushi e gelato artigianale).
Sabato c'è stata l'ultima lezione del workshop di fotografia e nonostante la stanchezza è stato bello ancora una volta vagare fra immagini e storie. Il gruppo era affiatato e l'insegnate veramente bravo e disponibile tanto che, sebbene il corso sia finito, ci incontreremo ancora una volta per produrre un piccolo book che raccolga parte delle immagini scattate.
Domenica invece il Marito mi ha accompagnato all'inaugurazione della mostra fotografica di una mia ex insegnante poco distante da casa nostra. Delle foto gli interessava poco, ma si è fatto quattro risate vedendo l'intellighenzia di paese ed ascoltando le farneticazioni del primo cittadino. A dire il vero delle foto sembrava interessare pochissimo a tutti i convenuti che si sono asserragliati davanti al buffet e poi si sono messi allegramente a biascicare schiena al muro, precludendo al deambulazione a coloro che non erano interessati alle tartine.
Abbiamo anche fatto un salto al centro commerciale dove come due disadattati ci siamo comprati un hd esterno portatile da 320 GB a testa. La gamma cromatica era varia, ma noi imperterriti abbiamo scelto quello nero.
Nel pomeriggio quindi è stato tutto un passare file da hd esterno a pc e viceversa, salvo poi interrompermi per guardare il Cielo sopra Berlino mentre stiravo magliette.
E siamo a lunedì e per cominciare bene la settimana, il dentista mi attende.

30.3.09

Sono un po' latitante, lo ammetto.
Avevo indietro un post sulla panettiera laureata in economia e commercio, ritornata al paese degli avi.
Avrei voluto raccontare della lezione nella scuola elementare e del bambino che incongruamente, mentre gli altri cantavano "c'era una casetta" leggeva un libro sull'invasione della Polonia del '39.
Ci sarebbe da parlare del workshop di fotografia che sto seguendo e dei tentativi di controllare contemporaneamente l'esposizione e la timidezza fotografando le persone e di come in tangenziale le piazzole di sosta non siano sistemate in posizioni fotogeniche.
Oppure del paese dei balocchi, altrimenti detto Photoshow e degli obiettivi da un milione di dollari che ho provato e l'ebrezza di vedere apertura 1.2.
Ma le giornate passano ed io rimango indietro e non ho mai tempo di fare ciò che vorrei.
Quindi in tutto questo vi racconterò della Bibe e della crema snellente pancia e fianchi.
Come ogni primavera l'ansia da prova costume si fa sentire e così rispolvero l'armamentario di cose inutili che tengo nell'armadietto del bagno, creme snellenti, creme antismagliature, creme anticellulite. Che si sa è perfettamente normale scofanarsi un sacchetto di patatine rustiche a merenda e poi la sera cercare di arginare il danno confidando nel potere miracoloso degli unguenti. Ieri sera quindi ho rispolverato la crema pancia e fianchi che dovrebbe aiutare a riduree l'adipe. Tale crema, osannata da alcune e deprecata da altre, ha un odore alquanto pungente. Qualcuna sostiene che puzzi di cassettina dell'umido, io e il Marito sosteniamo che puzzi di pumilene per fare i suffumigi. La Bibe invece trova che puzzi di catnip per cui ieri, quando stremata ho finalmente toccato il letto, ha ritenuto perfettamente normale infilare il naso sotto il piumone, farsi strada fino al mio girovita, arpionare il bordo del pigiama con un artiglio e sniffare a pieni polmoni il mio ombelico, per poi inebraiata prodursi in uno zampettamento dei miei fianchi. Non avesse degli artigli accuminati avrei anche potuto gradire il massaggio tonificante, ma visto il rischio di vedersi asportata innavvertitamente l'appendice ho dovuto estrala da sotto le coperte e poi avvoltolarmi come un involtino primavera.