28.4.05

Colore presunto delle pareti in data odierna: bianco.
Non sono schizoide ho solo pensato che per evitare l'effetto "vivo dentro ad un bigné" in caso avessi scelto il color panna per i muri avrei dovuto comunque dipingere il soffitto di bianco. Questo implicava troppa precisione e troppo sbattimento: muri bianchi e pedalare. Se poi mi prendesse il sacro furore c'è sempre tempo per cambiare look alla casa.
Domani mi consegnano le chiavi e rogito... oggi ho passato la giornata a fare conti e recitare preghiere agli dei piumati della foresta amazzonica acciocché io non mi faccia fregare con qualche clausola scritta in piccolo e in inchiostro simpatico...
Per il resto degna di nota in questi due giorni è stata una mail del tutto inaspettata, come ho scritto ad un amico:
Dalle nebbie del passato mi scrive Roberta, alquanto incerta dell'effetto che la sua mail potrebbe avere su di me, due righe per chiedermi come sto.
Un po' stupita di me stessa non cestino la mail e le rispondo... anche se sono ancora qui a domandarmi uno che le è girato per la testa per farle venire in mente di scrivermi e due che cosa è girato a me per risponderle. mi dico che del resto se eravamo amiche ci sarà stato un motivo.

26.4.05

Senza fantasia il mio we si riassume in una parola: pioggia.
Sabato la gita abortita dopo nemmeno un'ora di cammino, Giuliacci ottimista aveva previsto che le nuvole avrebbero trattenuto il loro carico di piovaschi almeno fino alla domenica mattina, invece in Liguria Giove Pluvio ha deciso di anticipare. Ho ripiegato su di un giro per piatti e bicchieri, diciamo che non ho imbroccato il negozio adatto al mio portafoglio: 30 euro per un piatto significano 3 ore di cilicio per ogni incidente domestico che ne comporti la rottura.
Domenica grigliata in cascina. Tutti in casa tranne il fuochista che indomito maneggiava spiedini e melanzane al riparo di un ombrello. Sempre in tema piatti, in un eccesso di zelo sono riuscita a spaccarne uno. Per fortuna non era il servizio buono e il padrone di casa non si è risentito.
Lunedì che alla fine il sole ha deciso di fare una timida puntatina fra le nubi, mi sono rifiutata di uscire di casa : un giorno intero a poltrire in casa non lo ricordavo da tempo.
E giusto per non cader nei luoghi comuni il rientro al lavoro è scandito da sole splendente cielo limpido e visione delle montagne all'orizzonte.
In settimana consegna casa e rogito, l'ansia cresce, i consigli non richiesti pure.
Si narra che per una resa ottimale del trattamento protettivo del parquet sia vietato posarci sopra i mobili prima di due mesi... sì che contavo di arredare casa spartanamente, ma dormire sul pavimento non lo avevo ancora contemplato. Almeno la fortuna vuole che da castorama ci sia il festival dell'imbianchino e ti tirino dietro rulli e pennellesse.
Colore presunto delle pareti di casa in data odierna: panna.

22.4.05

Mercoledì sera ai Filodrammatici I segreti di Milano diario anni sessanta.
A inizio stagione mi lamentavo della rumorosità e dell'indisciplinatezza delle scolaresche, ma che dire degli over sessanta che mercoledì vedevano in scena storie della loro gioventù? Nella migliore delle ipotesi sembrava partecipassero a Sarabanda e alla prima nota di ciascuna canzone si sfidavano a indovinare che canzone fosse, altre volte cantavano a squarciagola. Più spesso rumoreggivano come studenti in gita scolastica, anzi peggio, dati gli accenni di sordità che ostacolavano i dialoghi sussurrati.
Io e Anna abbiamo visto lo spettacolo in mezzo alle bionde platinate di non so che scuola di ballo liscio della periferia. Nell'intervallo si bullavano l'un l'altra "Ah io l'altra domenica ho ballato con il Franco" "Ma chi quello anziano o quello giovane?" "Il giovane, il giovane, però l'anziano balla meglio" "Ah Sì.Pensa che l'altro giorno abbiamo fatto ben tre balli assieme".
Il teatro Filodrammatici è piccolo e di una forma strana, per arrivare alla platea devi scendere due piani sotto il livello del marciapiede e dalla balconata più alta il palco lo vedi come quando tenti di spiare che caramelle sono rimaste sul fondo di una scatola di latta ovale e alta.
Lo spettacolo è molto piacevole e tra gli sprazzi comici, la riflessione su di un mondo che cambia, che cresce, ma si spersonalizza. Il bar di periferia sfrattato dal Motta, la gente che va a far la spesa al bottegone invece che dal pizzicagnolo, la televisione che occupa le serate delle famiglie ammazzando il dialogo. I milanesi che ammazzano solo il sabato perché gli altri giorni c'hanno da lavorare. Il beat con i sui sogni, così utopistici quanto attuali. Il tutto accompagnato dalla musica dell'epoca suonata da un gruppo di studenti di una scuola musicale. Giovani e bravi.

21.4.05

The truman show o forse un'altra piece di Ionesco

PREMESSA: VENERDI' SCORSO
Prima della messa in produzione del sw, il giorno prima, verso le sei del pomeriggio la tester Miss Rotweiler e lo sviluppatore irascibile vengono a notificarmi che se Giove è in congiunzione con Urano e all'alba sul duomo la Madunina invece di esser bella ritta, la si trova con in mano una tazza di caffè e latte, beh in quel caso e in quell'unico caso potrebbe verificarsi un disallineamento sul database. Consultato chi c'era da consultare si decide di risolvere il problema in seguito.

IERI
Ore 14.00 Miss Rotweiler mi manda un'email sollecitando l'emissione di un documento da parte mia per le risoluzione del problema.
Ore 14.05 Mi metto al lavoro, dimenticandomi di risponderle.
Ore 15.15 Siccome dopo un'ora e 15 non le ho ancora risposto, Miss Rotweiler manda la stessa mail a tutto il gruppo mettendo in copia il super responsabile della nostra area.
Ore 15.16 Leggo la seconda mail e la mano corre veloce all'impugnatura della katana, poi ci ripenso respiro profondo e schiaccio il tasto X fingendo di non averla vista, proseguo a pensare quale sia la soluzione migliore per risolvere il problema.
Ore 16.00 Individuata la soluzione richiedo un test per verificare se sia attuabile o meno.
Mail a Miss Rotweiler: Puoi provare che con condizioni XY allora si verifica Z?
Ore 16.30 Miss Rotweiler : Perché? Abbiamo già verificato che XY => Z
Ore 16.35 Io: allora se mi confermi che XY mi dà Z possiamo procedere così.

OGGI
Ore 9.00 Miss Rotweiler: in realtà abbiamo provato che YX => Z ma secondo me bisogna provare che XY => Z, puoi chiedere a Pinco Pallo se XY=> Z
Ore 10.00 Rispondo: la prova che ti avevo chiesto ieri era di verificare che XY => Z, sarebbe opportuno che fossimo noi a verificare che XY => Z, puoi verificare per favore che XY => Z ?
Ore 14.00 Miss Rotweiler mi scrive: Allora procedo a provare che HK => Z come da te richiesto.
Ore 14.30 Io le scrivo: Forse non ho capito, io volevo sapere se XY => Z, puoi provare che XY => Z ?
Ore 14.50 Tu mi hai chiesto di verificare che HK => Z e comunque non posso fare la prova perché hanno chiesto il lasciapassare B43 che si trova al ministero della Pace su Saturno nel bagno fuori uso nel seminterrato, inserito nello schedario a guardia di cui c'è un giaguaro dai denti a sciabola.
Ore 15.00 Il mio capo mi salva trattendendomi per un piede mentre tento di porre fine alle mie sofferenze lanciandomi di testa dalla finestra del V piano. Successivamente mi pratica un'iniezione di camomilla direttamente nel cuore e allontana gli oggetti contundenti dalla mia scrivania.
Ore 16.00 Il mio capo chiama il capo di Rotweiler, il capo di Rotweiler entra in stanza e ci dice:
Beh sì lo so tu hai bisogno di fare la prova che XY = > Z, perché non è ancora stata fatta? Vado a verificare.
Il mio capo mi pratica una seconda iniezione di camomilla, io ormai giaccio esanime con la fronte poggiata sul bordo della scrivania e le braccia penzoloni ai lati.
Ore 16.30 Torna il capo di Miss Rotweiler che dice al mio capo che è necessario il lasciapassare B43 che si trova etc etc etc Io sono ancora svenuta sulla scrivania.
Ore 16.32 Entra il super responsabile che si informa del perché giaccio riversa sulla scrivania con le bave alla bocca, appresi i fatti estrae il cellulare spaziale e telefona al super responsabile dell'area accanto che gli dice che non è che ci vuole proprio il lascipassare B43, ma che in realtà aveva bisogno di farci perdere un po' di tempo perché il suo sistema è schiantato ed inutilizzabile fino alla prossima settimana. Il problema è archiviato.
Ore 17.00 Il mio capo rimuove il file con la memoria dei fatti della giornata dal mio cervello, poi mi rianima.
Non mi capacito di come mai ci sia una chiazza di bava sui miei pantaloni, ma mi sento rilassata.
Si prevede che Giove non entrerà in congiunzione con Urano per i prossimi 16000 anni, sulle preferenze per la colazione della Madunina invece non si hanno notizie certe.

19.4.05

17.4.05

Niente ulcera, in compenso alla 20 golia bianca ingerita di seguito ho avuto due ore di conati di vomito.
Comunque alle 7.19 dopo una serata intensa e un'ora scarsa di sonno alle spalle sono stata determinante nella risoluzione di un problema: mi sono accorta che in un file di configurazione al posto di un punto e virgola c'erano due punti, che sembra una cazzata ed in effetti lo è, ma 1) dopo una notte insonne vai a riconoscere la differenza fra : e ; in font dimensione 5 2) intanto prima della modifica non funzionava.
Certo che per il resto se mettevano uno spaventapasseri sulla mia sedia avevano una visione più gradevole mantenendo inalterato il livello di socialità.
Ore 3.52, stanza numero quattro somewhere in the underground.
Il corridoio è nuovo, all'ingresso c'è un sever del 1995, quello del glorioso lancio.
Adesso con il crescere dei clienti e il prolificare del software ce ne devono essere almeno 47... che si sa, non bisogna fare i braccini con i bit che tanto un banco di ram non si nega a nessuno.
La sala caffè la vedrei bene in 2001 Odissea nello spazio, con i suoi sgabellini rossi e i tavoli grigetti.
Due caffè in 10 minuti... più briochoina sintetica. Spero di sopravvivere senza farmi venire un'ulcera.

16.4.05

Ieri è stata una di quelle giornate da panico. Stanotte si va in produzione e ieri tutto doveva essere a posto o al più si doveva sistemare entro le ore 12. Ma sembrava di essere dentro un cartone animato, mettevi una pezza qui e si staccava un pezzo là, ti spostavi per sistemarlo e con la coda dell'occhio avvistavi uno strana crepa altrove. Niente straordinari, uscita regolare alle 18, ma per il mio stomaco le otto ore lavorate valevano per 24. Per non parlare poi del traffico, del fatto che non sono riuscita a passare dal mobiliere e comunque ho preso il treno delle 20.10 e non prima.
Fortuna il mio letto a casa della mamma è sempre pulito ed accogliente così ho dormito come un sasso fino alle otto, sino a che Poldo, il gatto bianco e nero, non ha deciso che doveva entrare a tutti i costi ed ha cominciato a fare il diavolo a quattro saltando e raspando sulla mia porta.
Mentre Poldo faceva il suo numero da circo, fuori è arrivato l'uragano. Non un semplice acquazzone, non del semplice vento... scrosci d'acqua furiosi contro i vetri e finestre e porte che scricchiolavano.
Io sostengo che Poldo dotato di incredibile sensibilità felina volesse avvertirmi dell'uragano, mia madre più scettica sostiene che volesse da mangiare.

13.4.05

Ieri era la giornata dei bidoni.
La dottoressa è arrivata in studio con un'ora di ritardo e mi ha visitato in tre secondi netti con aria scazzata...
La lezione di danza è saltata e ci hanno avvertito mentre stavamo parcheggiando davanti alla scuola.
Il mobiliere mi ha chiamato dicendomi che facendo il match fra il progetto e le misure della cucina si è accorto che il frigo non si apre bene e quindi va cambiato qualcosa. Ed io pirla convinta che avessero già fatto l'ordine: mai e dico mai pagare i mobili in anticipo e in caso vi venisse la malaugurata idea di farlo trasformatevi in segugi e state alle calcagna del mobiliere.
Nonostante il freddo e il tempo buttato nel cesso comunque ho mantenuto una certa calma zen.
Perfortuna oggi c'è il sole.

12.4.05

La domenica mattina alle otto Milano è strana, parecchio.
Innanzi tutto le macchine. Non ci sono. O meglio sono ferme parcheggiate. Milano senza auto in movimento la si vede a stento nei giorni di blocco del traffico.
Poi la gente. Salgo in metropolitana e per un attimo rimango perplessa, sul vagone solo gente in calzoncini, maglietta e scarpe da giinastica. Le ragazze magari in fuseaux e kway, che si sa, siamo più freddolose. Poi ricordo: non è un film di fantascienza in cui l'umanità si è trasformata in un branco di pericolosi maratoneti, è solo che c'è la stramilano. Mi tranquillizzo che io e la maratona non andiamo d'accordo, nemmeno io e la corsetta leggera a dirla tutta.
Cambio metropolitana, sulla rossa altra umanità ed io continuo ad essere il soggetto difforme. Un vagone di persone con sacchettoni e valigie, tratti slavi, occhi e capelli chiari, abbigliamento un po' retrò, qualche donna con il fazzoletto in testa. Parlano una lingua che non capisco, ma decido essere russo. Il perché la rossa in direzione molino dorino sia piena di russi con sacchetti e valigie però non riesco ad indovinarlo. Scendo a lampugnano con la mia perplessità.
In macchina crollo addormentata appena imbocchiamo la A4 e mi sveglio un'ora dopo al casello di Verona.
A Verona c'è vinitaly, ma purtroppo non sono qui per questo, anche se poi la mia giornata è tutt'altro che noiosa.
Verona è bella. Anche con il vento e il freddo pungente. Passeggiamo per un paio d'ore, troviamo anche il balcone di Romeo e Giulietta e il trash che lo accompagna: migliaia di chewing gum attaccati alla facciata a cui gli "innamorati" zoticoni attaccano foglietti con promesse d'amore eterno che si scioglieranno alla prima pioggia( i foglietti, le promesse si spera durino di più).
Vediamo il duomo dal fondo della navata che la messa sta per cominciare: è tutto affrescato e pieno di marmi rosa, comunica uno strano senso di calore che in generale è difficile trovare in una chiesa.
L'arena non riusciamo a raggiungerla, troppo lontana per un giro a piedi e senza cartina.

La sfilata è una collaborazione fra due associazioni che si occupano di diffusione e integrazione della cultura africana in Italia. Quando arriviamo le ragazze di Verona sono tutte in cucina a preparare la cena per la serata africana.
Rabia è marocchina e va in giro con il foulard che le copre i capelli, che tiene raccolti in una crocchia. E' timida e sovraintende i preparativi culinari con discrezione.
Più tardi nel pomeriggio ci raggiunge alla prova abiti : sfilerà anche lei. Nel camerino toglie il foulard per provare i vestiti, scioglie la crocchia ed ha una coda di cavallo lunghissima e di un bel castano scuro. Se al primo giro sfila con il capo coperto, alle uscite successive poi, mostra i capelli nonostante la presenza di innumerevoli uomini fra il pubblico. Fa quasi tenerezza nel suo tentativo di conciliare la tradizione che la vuole schiva e nascosta, con la voglia di mostrare la sua femminilità.
Per il resto quindici e passa donne in una stanza con decine di vestiti da provare e il trucco da fare è sempre uno scenario che varia fra lo studio sociologico e il film dell'orrore. Il senso critico alle volte sembra sparire, se il completo è bello, ma i pantaloni a zampa sono più lunghi delle tue gambe di almeno 15 cm forse è meglio che cerchi un altro abito da indossare.
Comunque alla fine nonostante l'ordine di uscita degli abiti saltato e il panico serpeggiante dei cambi d'abito al volo la sfilata è uscita bene.
La cena Africana dopo anche.

6.4.05

C'era una striscia di Mafalda, in cui lei e Felipe (o Manolito forse, non ricordo) parlavano della nascita dell'Universo. Il big bang. Pensa, diceva Mafalda, tutto concentrato in un unico punto, tutto qui. E nel balloon sulla testa di Felipe ecco che la Tour Eiffel la Statua della Libertà la popolazione cinese si andavano a sovrapporre fino a che il poverino sveniva, sopraffatto dal pensiero.
O insomma io me la ricordo così, ma sono tanti anni che non riprendo in mano quel fumetto.
Tutto per dire che nella mia testa i pensieri e gli impegni sono compressi come un miliardo di cinesi in una cabina del telefono.
La pianificazione salva o meglio fa intravedere una luce alla fine del tunnel, sul fatto che poi la volta del tunnel reggerà, beh lì è questione di fiducia.
Solo che calendario alla mano eccomi a tentar di distribuire la lista dei @to do nelle caselle dei giorni disponibili, contando le ore di lavoro e gli appuntamenti fissi e un ragionevole numero di ore per il sonno. Quasi come tentar di far entrare un altro cinese nella cabina. Un'impresa titanica.

5.4.05

Su Panni Riposti la recensione(?) al film e/o al libro La morte sospesa.
Swinging
Fra accessi omicidi e calma zen. Il mio umore di questi tempi.
Stanotte ho anche sognato qualcosa riguardo a katane e mannaie, ma non saprei dire se tentavo di usarle contro l'oggetto della mia rabbia, se ero in visita ad un'armeria di Toledo o la vittima di un film horror.
I risultati delle elezioni sembrerebbero confortanti anche se, ovviamente, io ho esercitato il mio diritto di voto in una delle due regioni devote al nano pelato, quindi il mio primo voto qual residente nella città di Milano potevo gettarlo nel cesso che tanto era uguale.

2.4.05

E' morto il papa. Me ne sono accorta mentre affettavo la frittata per fare i tramezzini, che le campane hanno iniziato a suonare e alle dieci di sera non è normale.
Finalmente, per lui soprattutto, che deve aver sofferto parecchio.
Un uomo che soffre deve essere rispettato e tutto il fervore mediatico sulla sua agonia mi sembra sciacallaggio. Come compiacimento narcisistico l'indugiare sulla folla in lacrime in piazza San Pietro e il cronista che tira su col naso. Ah l'Italia, paese cattolico, si stringe nel lutto.
Ma per cortesia...fatemi il favore... evitiamo l'ipocrisia.
Tutti santi dopo morti anche Craxi e Moana ...
Il Papa uomo straordinario, sarà, sicuramete fra le varie opzioni possibili Giovanni Paolo II è stato un uomo particolarmente illuminato, ma resta pur sempre un papa, il capo della chiesa cattolica, un'istituzione repellente.