28.12.06

L'adrenalina spray, dono di Natale graditissimo, farà brillare i miei capelli, ma non ha effetto sul resto del cortpo. La palpebra ha la pericolosa tendenza a risentire della forza di gravità e ad abbassarsi bruscamente togliendomi la visuale del mio monitor.
Il meraviglioso mondo di Amelie, visto la seconda volta non fa lo stesso effetto della prima. Anche se, devo ammetterlo, pur odiando l'orrido meringone del Sacre Coeur mi è venuta voglia di tornare a Montmartre.
Il viaggio a Parigi è prenotato, il parcheggio all'aeroporto pure. Non resta che fare le valigie con criterio, portando l'essenziale, evitando i liquidi nel bagaglio a mano e lasciando spazio a sufficienza nel trolley per eventuali acquisti.
Resta anche da decidere quale fra i due libri che sto leggendo (l'orrido mattonazzo London di Rutherford e La fine è il mio inizio di Terzani) avrà diritto di cittadinanza in valigia o se invece lacerò a casa entrmbi per pescare fra quelli ricevuti per Natale: Molto forte, incredibilmente vicino (Foer)
Pronoia è l'antidoto della paranoia (Brezsny)
Gomorra (Saviano)
La scomparsa dei fatti (Travaglio)
Domani avrò tutto il tempo per riflettere su questo atroce dilemma, mentre mi dedicherò ai lavori domestici di fine anno.

27.12.06

Alexander Hacke è un figo della madonna nonché il mio nuovo idolo personale.
Il 26 dicembre le abbuffate natalizie hanno trovato degna conclusione a casa del Babbo (che detta così fa brutto, ma insomma io mio padre lo chiamo Babbo alla toscana), il quale si è prodotto in antipasti misti (salame, uova sode, funghi sottolio, insalata russa and so on) + polentazza la sugo di funghi + cotechino e mesciua (o come cavolo si scrive) + faraona ripiena + dolci misti frutta secca e marzapane. Co starring syrah di Sicilia, Negramaro di Puglia, rum di varie specie più la birra autoprodotta.
Durante il viaggio di ritorno verso Milano col Marito per non aggiungere alle difficoltà delle nebbie esterne, quelle dello sguardo annebbiato dal sonno, ci siamo raccontati in dettaglio le nostre recenti letture. A casa ci attendeva la deliziosa temperatura di 13 gradi e una serata passata avvoltolati in una coperta sul divano a guardare "Crossing the bridge: the sound of Instabul" il documentario di Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten) sulla musica turca. Bellissimo.

26.12.06

Buon Natalino
Il 24 è stata cena con Famigghia, Marito e Suoceri.
A parte che a tratti ho desiderato essere alle Maldive su di una spiaggia a mangiare cocchi e banane, la serata è stata piacevole. E qui non posso esimermi dall'elencare i doni ricevuti:
dalla mamma, che mi pensa un giovane virgulto, una tuta grigia da supergiovane con la cinta risvoltabile con scritta argento sul sedere e felpina con cappuccio. Taglia XL. O le giovani d'oggi sono acciughine oppure la Everl@st incita all'anoressia, non sarò un fuscello ma entro ancora nella 44.
dai suoceri, un guanto da forno con pinguino occhialuto, ripieno di gianduiotti, un tostapane, una lanternina di BabboNatale e un portafortuna la Chiave dell'Ammore laminata in argento.
dagli zii: una incrociatina nera e 3 bottiglie d'olio marchigiano non filtrato (pregasi indovinare fra zio e zia chi ha donato cosa)
dall'amica di lunga data: una collanina di pietre dure azzurra.
E infine dal Marito: dvd film documentario con in copertina una ballerina di danza del ventre con un sitar a tracolla e superborsa dei Beatles, perché degli Stones non le fanno. Il problema è che io dei Beatles conosco sì e no 4 canzoni e nemmeno una di quelle dell'album a cui la borsa è intitolata. Mi toccherà studiare.
Alcuni altri regali mi attendono a Milano sotto l'albero e fra poco a casa del Babbo.Aggiornamenti a seguire.

25.12.06

Carramba!

Il 23 dicembre è stata una serata all'insegna del "non ci posso credere!" rivedendo amici e compagni dell'Università.
Diego, che ci ospitava a casa di sua mamma è a Valencia, Valentina, sua sorella, si è sposata da poco e vive a Recco.
Gabriele è a Nottigham, ma si lamenta delle scarse possibilità di socializzazione del posto. Giulia, sua sorella, medita di stare 4 mesi in Messico la prossima estate.
Chiara non la conoscevo, fa la biologa molecolare a Stuttgart e balla il tango.
Santo è sempre uguale, Alberto ha abbandonato la biologia per dedicarsi al commercio equo a tempo pieno.
Con Sandy abbiamo impiegato un secondo di troppo a riconoscerci, Valentina era in gran forma.
Matteo sta per diventare papà di Bianca, Sonia è al sesto mese e aspetta un masculo, ma non ha ancora deciso il nome.
Pode ha abbandonato l'università e si è dedicato al mercato cinese.


Enrico vedendo Gabriele: Ohh chi si vede un fantasma!
Enrico vedendo me, un istante dopo: Toh un altro fantasma, un fantasma sposato
Gabriele a chiosa: Sì io sono un fantasma col lenzuolo, lei è un fantasma con le catene.

23.12.06

23 dicembre e sono ancora viva.
Nonostante ieri abbia affrontato il traffico delirante del lungobisagno per fare la perizia alla micra, sia andata in posta a ritirare una raccomandata, all'agenzia di viaggio per ritirare i documenti più svariate altre commissioni.
Nonostante il film di Ken Loach bello, ma se possibile ancora più triste di tutti gli altri da lui girati.
Nonstante oggi alle 9 del mattino avessi davanti 15 persone dal fruttivendolo.
Ma durante le feste non bisognerebbe rilassarsi?

21.12.06

Ho pensato che fosse il caso di aggiornare il template dato che oggi è il solstizio d'inverno e il Natale è alle porte.
Con un rush finale, nella pausa pranzo di ieri ho quasi completato i regali, anche se non sono del tutto convinta delle scelte fatte. Comunque ho fatto acquisti fedele al principio che il regalo natalizio deve essere qualcosa di superfluo, ma non inutile. Casomai ai miei regali potrà esser cambiata la destinazione d'uso e se i libri che ho comprato non piaceranno a chi li riceverà, potranno sempre essere utilizzati, che so, per alzare il comodino.
Ora vado a farMi qualche regalo.

20.12.06

Oggi seconda tappa del tour de force dei festeggiamenti aziendali. Fortunatamente la mia azienda nonostante la fusione di recente avvenuta, ha mentenuto la sua tradizionale "braccinità" piemontese quindi niente cena, ma misero aperitivo aziendale a tempo limitato, dalle 18 alle 20.30. Guai a sforare che poi qualcuno crede che gli venga offerta la cena.
Questo Natale, ribadiamolo, mi ha già scocciato. Partita a inizio dicembre piena di entusiasmo nella decorazione dell'albero e nell'acquisto dei regali di Natale, mi ritrovo oggi a non aver ancora comprato i regali più importanti. Le caselle sul calendario dell'avvento si aprono a ritmo forsennato catapultandomi in zona Cesarini.
Il 22 dicembre sarà ufficilamente la giornata del demonio con una sveglia all'alba per poter essere in orario dal perito genovese per la verifica del danno subito dalla micra nel tamponamento di luglio a danno del Marito a Milano (per la serie che velocità e che coerenza). Proseguirà con una coda alla posta per il ritiro di una raccomandata (speriamo che non sia una multa), mi vedrà impegnata in agenzia di viaggio a ritirare la documentazione per il viaggio a Parigi e infine, esanime, a procurarmi i regali di Natale mancanti.
Il 24 poi ci sarà il cenone della vigilia, il momento nevralgico dei festeggiamenti nella mia famiglia. Quest'anno saranno coinvolti anche il Marito e i Suoceri. Ero felicissima di queste bella riunione, in cui avrei fatto da co-anfitrione con mia mamma, perché si sa, sono un'anima semplice e le riunione di famiglia natalizie mi fanno piacere. Il problema è che tutti si sentono in dovere di cucinare qualcosa. Ma io dico, da quando in qua uno quando è invitato a cena deve portarsi da mangiare? A meno che non sia la classica festa dove ciascuno porta qualcosa, ovviamente. Invece tutti a insistere. E così io che mi ero studiata tutti gli antipasti, sono stata spodestata del ruolo di preparatrice di antipasti e relegata alla preparazione di un secondo piatto vegetariano. Io che sognavo l'arrosto croccante fatto da mia madre mi ritroverò a dover mangiare quello cotto in pentola a pressione da mia zia.
Mia madre mi dice di guardare il lato positivo, non dovremo cucinare quasi nulla. Bella soddisfazione, cucinare è la parte divertente!
Ripensandoci però anche io ho trovato il lato positivo della faccenda: probabilmente mangerò molto meno che se avessimo cucinato io e mia madre.Almeno la linea è salva.

19.12.06

Fantozzi alla cena aziendale
Avevo deciso che quest'anno abbasso le pantofole, sarei andata alla cena di gruppo coi colleghi che lavorano qui in VO. Va bene la vita di famiglia, ma se Padre di Famiglia Uno abbandonava moglie e figli per unirsi alla congrega, potevo anche io fare questo sforzo. Tanto più che inizialmente la meta della cena doveva essere una graziosa cascina nel sud ovest milanese, a non più di 15 minuti da casa mia, con una solida reputazione in fatto di cucina tradizionale, già sperimentata con soddisfazione da diverse persone.
Ovviamente in prossimità delle feste trovare posto per una tavolata in stile matrimonio pugliese non è semplice e la cascina aveva la prima disponibilità in sala per 31 marzo 2007. Sull'onda del sentito dire veniva quindi prenotata l'osteria la forn@sett@ da qualche parte nll'hinterland di sesto san giovanni.
Il menu elencava profusione di antipasti misti, quadrupletta di primi, quadrupletta di secondi e dolci e vino a volontà. I commenti su internet stavano sul vago dicendo cucina casalinga, porzioni abbondanti, attenti all'ammazzacaffè che tenteranno di propinarvi all'uscita.
I segnali premonitori però si potevano cogliere fin da quando si varcava la soglia. La porta in legno scuro e le due lanterne ad illuminare l'insegna infatti suggerivano un luogo raccolto, ma appena oltrepassato l'ingresso si poteva notare un dedalo di saloni atti ad ospitare almeno tre matrimoni pugliesi in contemporanea. Le tavolate era composte da soli uomini, di mezza età, con lo sguardo vitreo e l'aspetto da commesso viaggiatore. Sui tavoli , fra un coperto e l'altro erano già schierati i piatti contenenti gli antipasti: insalata di riso, condiriso, prosciutto e salame in piatti coperti da pellicola trasparente, formaggio gommoso immerso in liquido sinistro, insalata di mare foforescente, cipollotti in agrodolce ammiccanti. Bottiglie di vino e d'acqua già aperte.
A quel punto però il danno era fatto impossibile fuggire in 25 senza dare nell'occhio si cercava pertanto di limitare i danni scegliendo accuratamente cosa mangiare e cosa evitare. La pasta e fagioli non era buona, gli gnocchi ai formaggi galleggiavano nella besciamella dolciastra, gli strozzapreti al sugo erano un po' scotti, il risotto allo zafferano aveva l'aggiunta di peperoni crudi ed era immangiabile. Dei secondi ho assaggiato solo il pesce stantio che appunto era stantio.
30 euro buttati via. Che uno non è che voglia mangiare piatti di alta cucina, che non è che sia per forza necessario sfondarsi di cibo per essere contenti. Bastava che facessero la metà delle cose, ma cucinate decentemente.
Per concludere degnamente la serata si decideva poi di andare al rag00 per il bicchiere della staffa. Lì c'è stato il momento sublime in cui la nostra macchina seguiva la macchina di due colleghi, uno visibilmente impanicato, l'altro visibilmente ubricaco che si palleggiavano l'un l'altro le bottiglie di lemoncello trafugate dall'osteria mentre tentavano un collegamento telefonico con un altro collega già sul posto anche lui non del tutto in possesso delle sue facoltà mentali.
Al rag00 sono decisamente antipatici, prima ci hanno tolto sgarbatamente un tavolo di cui ci eravamo impossessati per allargarci un attimo (da notare che a parte noi il locale era deserto e noi eravamo in 15 attorno a 2 tavoli di dimensioni esigue). In seguito un collega preso dall'entusiasmo della musica tentava di fare step su di un tavolino venendo redarguito pesantemente dallo stesso cameriere che ci aveva tolto il tavolino, che si è prontamente scusato e dato ragione al cameriere. Il cameriere però ha continuato ad inveire come se avesse davanti un 15 strafatto e non un 34enne in libera uscita un po' esuberante. Per concludere la serata infine, proprio mentre stavamo mettendoci le giacche e abbandonando il posto, un altro collega riusciva ad infrangere al suolo un bicchiere. A quel punto il cameriere a grandi passi si lanciava verso lo sgabuzzino, nel dubbio che volesse estrarre un kalasnikov e freddarci sul posto ci lanciavamo fuori dal locale e partivamo sgommando.

18.12.06

c'era un post e ora non c'è più...

15.12.06

Ho l'encefalogramma piatto
Non riesco a formulare pensieri complessi. Non riesco a generare pensieri. Punto.
Stamattina mentre io e la mia vicina di parcheggio, armate di raschietto, inanellavamo una danza attorno alle rispettive automobili, ho pensato che finalmente l'inverno è arrivato e per un po' potremmo smetterla di preoccuparci dello scioglimento della calotta artica e antartica.
Il freddo e il numero crescente di finestrelle aperte sul mio calendario dell'avvento dovrebbero infondermi una buona dose di euforia natalizia, ma forse la precoce comparsa di neve finta renne e babbi natale impiccati ai balconi ha saturato anticipatamente la mia voglia di festa. Per non parlare del proliferare di riunioni più o meno aziendali e più o meno autorganizzate previste per la prossima settimana che mi causeranno uno shock anafilattico da panettone ancor prima della vigilia di Natale.
Oggi ho comprato l'agenda per il 2007, giace intonsa e nera accanto a quella in corso d'uso targata 2006. Mi invita alla programmazione ed ai buoni propositi. Ma questo è un argomento più capodannizio e mi piace pensare che inizierò ad imbrattarne le pagine in un albergo parigino fra una visita al louvre ed un conto alla rovescia sotto la tour eiffel.
Questo finesettimana mi attende il rush finale dell'acquisto regali, che ho pensato e studiato con piacere, ma che vorrei poter trasportare agevolmente con la forza del pensiero sotto il mio albero senza dover affrontare il traffico natalizio milanese e perché no, l'esborso finanziario.
Per il momento mi accontento di andare a trovare Severino, il mio besagnino di fiducia.

14.12.06

sono ufficialmente in ansia prenatalizia.

13.12.06

Non sono abituata a farmi scorrere la vita addosso in maniera consapevole. Capitano periodi in cui alzando la testa uno si domanda che cavolo ha fatto della sua vita negli ultimi giorni/mesi/settimane, com'è giunto ad un determinato punto, cosa è successo e perché. Ci sono questi periodi in cui la coscienza di sé si annebbia e si perde consapevolezza. Non dico che sia piacevole o bello, ma poi all'improvviso qualcosa scuote l'animo ed uno sobbalza come quando in treno ci si sveglia all'improvviso per uno scrollone della carrozza sui binari un po' più violento. A quel punto uno può riprendere le fila della situazione. Che fare invece quando si è consapevoli e coscienti di ciò che accade, ma non si ha la forza o la voglia di mutare il corso degli avvenimenti? Momenti in cui si guarda con indolenza la propria disfatta coscienti che qualcosa vada fatto, ma del tutto incapaci di concentrarsi su di un qualsivoglia obiettivo. Certo alla fine si potrà millantare che "ME l'avevo detto io", lo sapevo, non è che mi sono fatta prendere alla sprovvista. Ma sarà una consolazione?

12.12.06

alti e bassi
sette anni fa mi laureavo, oggi fisso sconsolata un documento che nessuno ha interesse a leggere.

11.12.06

C'è che sono troppo vecchia, così alle feste con i dj di tendenza mi sento un pesce fuor d'acqua: sto piantata in capannello con altre persone, birra in mano, strizzando gli occhi per cercare di vedere qualcosa nel buio della pista, ogni tanto provo a fare conversazione torturando la mia ugola per vincere il frastuono. Ma la cosa che in assoluto mi fa sentire più vecchia è che uno dei dj tendenza mette su un pezzo che ascoltavo al juke box del bar di campagna l'estate dei miei 14 anni e la gente intorno sembra gradire.
Giovedì mattina lo passo alla ricerca di una brandina su cui fare dormire mia madre. Non pensavo che le brandine andassero via come il pane e che nel giro di una settimana ogni ipermercato mobilificio negozio di articoli sportivi esaurisse tutte le scorte. La missione fallisce, mia madre fa il boy scout e dorme in salotto sul mio materassino da campeggio.
Venerdì è riunione di famiglia con pranzo in ristorante pizzeria trendy vicino a casa degli zii. I pizzaioli immigranti costringono i camerieri ad indossare fazzoletti rossi in stile promessa dei boy scout, la musica è bella napoli remix, le pizze costano uno sproposito, i quadri appesi ai muri dovrebbero rappresentare bufale, ma sembrano tori. Verso le 17 riusciamo a fare ritorno alla magione e ad assopirci sul divano per qualche ora prima di cena.
Sabato abbandoniamo il Marito alla quiete domestica e ci dirigiamo al duomo per tentare di vedere una mostra a palazzo reale. La coda ci spaventa, così decidiamo di fare un giro, come se girare in corso vitt. emanuel. fosse più riposante. Vedo di persona le luminarie contestate e i vigilantes che impediscono l'accesso alla rin@scente, ne avrei anche fatto meno. Più belli i banchetti in piazza dei mercanti e zone limitrofe. Non resistiamo molto comunque e concludiamo il giro con un defilet di cappotti senza acquisti in una outlet vicino a casa.
Domenica mattina è relax casalingo e piccola passeggiata lungo il naviglio inondato di sole. Come da legge di Murphy, il sole spunta l'ultimo giorno di vacanza e c'è poco tempo per goderselo. La mamma riprende la via verso casa mentre io accompagno il Marito in terra natia per un concerto al pub.
Ed è già lunedì.

6.12.06

[Disclaimer: post ad alto tasso di cinismo gratuito, astenersi anime candide]
Che esistesse C@rr Allen lo sapevo da qualche anno, che si chiamasse C@rr Allen e che sia morto dieci giorni fa invece l'ho appreso soltanto oggi.
Della sua esistenza ero venuta a conoscenza un paio d'anni fa, la sera in cui ho conosciuto A.D. Lui, entusiasta, mi aveva raccontato che dopo aver letto un libro aveva detto addio senza rimpianti a sigarette ed accendini e non era più ricaduto nel vizio. Idem sua moglie. E il Libro era passato di mano in mano fra amici e conoscenti, diffondendo il verbo e sottraendo vittime alla schiavitù del fumo per regalare nuovi adepti al salutismo. Sembrava IL LIBRO definitivo, quello che libera dalla schiavitù del vizio in saecula saeculorum, tanto che M., il quale non aveva smesso di fumare, sembrava solo l'eccezione che conferma la regola. Infatti, pur di non essere costretto ad abbandonare la nicotina, aveva smesso di leggere il libro giunto a metà.
Quel LIBRO lo aveva scritto appunto C@rr Allen e questo l'ho scoperto oggi scorrendo i libri in offerta di una libreria online.
Dopo una breve ricerca ho scoperto che non pago di aver svelato il verbo sul metodo più facile per smettere di fumare se sei uomo, donna, invertebrato o triceratopo aveva scritto anche libri su come convincere figli, nipoti e parenti di terzo grado a smettere di fumare. E non aveva nemmeno potuto esimersi dal pubblicare una guida su come perdere peso e sulle regole da seguire per tenere una alimentazione corretta nel quale pare propagasse il verbo del Veganesimo.
Ora è noto che a me le guide, tranne quelle turistiche e la guida galattica dell'autostoppista, provocano l'orticaria, soprattutto quelle per vievere meglio. E' noto che non sopporto i Vegani e li manderei tutti a lavorare in miniera per vedere se poi hanno ancora voglia di fare i vegani. Soprattutto è chiaro che non avendo letto i libri di cui parlo il mio è un giudizio aprioristico e privo di fondamento, però scusate non riesco a smettere di ridere avendo scoperto che l'Uomo che diffondeva il Verbo del Salutismo e che non fumava da 30 anni, è morto di cancro ai polmoni.

4.12.06

Nel finesettimana non mi sono fatta mancare nulla: dall'overdose di dr House venerdì sera, alla lunga dormita di sabato mattina, dal simbolo della pace con fiaccole in piazza duomo sabato pomeriggio, alla sfilata di abiti africani sabato sera.
Domenica poi sono anche uscita indenne dalla spedizione all'ikea per recuperare una extension per la libreria e al successivo montaggio di tale extension. Ho trovato il tempo per sperimentare lo sformato di lenticchie e la preparazione del pane casalingo. Ho addirittura stirato.
Ora sono agonizzante seduta alla scrivania, grazie al cielo la settimana è di soli tre giorni.

1.12.06

Delirio del venerdì pomeriggio
All'inizio la barca era nuova e a remare si era in pochi ed entusiasti.
Poi è sopravvenuto un problema di sovraffollamento, ma si continuava a remare vicini vicini.
Il sovraffollamento poi è diventato cronico e l'equipaggio sempre peggio assortito: chi remava in una direzione, chi in un'altra, chi tentava di strapparti un remo, la barca avanzava a fatica.
A furia di ricevere remate sulle dita poi l'entusiasmo fra i rematori è scemato. Anche se a prua, poppa, badordo e tribordo sono comparsi dei motivatori armati di megafono, la barca non riusciva ad imboccare una direzione precisa.
La barca poi con tutto quel sovraffollamento e quella confusione, ha cominciato ad imbarcare acqua.
I rematori pian piano hanno iniziato ad abbandonare le postazioni cogliendo gli opportuni riflussi della corrente.
Chi era lì sin dal principio era stato costretto dal sovraffollamento in un angolo lontano dal bordo, schiacciato contro le nasse e bloccato dalle altre persone.
La salsedine aveva cementato gli abiti e le reti, la mancanza di movimento indolenzito le articolazioni, raggiungere la salvezza sembrava impossibile.
Oggi uno degli anziani si è liberato.
Non so se trarne auspici di speranza o smadonnare perché sono ancora qui in mezzo ai flutti.
Tutto sommato non mi dispiace come nick.