31.10.06

Ho ricevuto in dono da mio zio una zucca verde bitorzoluta.
Ho comprato la carta crespa arancione e quella nera.
Ho approntato un supporto di carta colorata per la zucca.
Ho foderato il cestino della frutta.
Ho comprato i mou polacchi e le caramelle fondenti allo zucchero.
Stasera accenderò una candela dentro la zucca di terracotta.
Chissà se qualche bambino verrà a suonare alla porta per chiedermi "Dolcetto o scherzetto?".
Il Marito mi rassicura, se non passa nessuno, uscirà furtivamente di casa e sarà lui a farmi la domanda. Credo che abbia delle mire sui mou polacchi.

30.10.06

To London and back.
Qualche tempo fa scrivevo a Michele che la mia valvola di sfogo dalle frustrazione lavorative consiste nell’organizzare un viaggio che mi porti via per qualche tempo, una fuga per sgombrare la mente e ricominciare con più energia. Purtroppo un fine settimana a Londra non è bastato e con questo triplo cambio dell’ora unito al ritardo dell’aereo di ieri sera, oggi rientrando in ufficio mi sembrava di non averlo mai lasciato.
Londra mi piace sempre. Le cabine del telefono rosse, i double decker, le insegne della Tube sono sempre lì ed ogni volta ti sembra di ritrovare una vecchia amica col suo inconfondibile modo di vestire.
Il proprietario dell’hotel era un pazzo scatenato che, abbiamo stabilito, doveva aver reclutato degli amici per simulare uno staff per le fotografie del sito. In realtà probabilmente era lui a gestire il tutto dal basement della casa vittoriana in cui l’hotel era situato. Le sue english breakfast erano impagabili, le stanze dell’hotel invece, decisamente al di sotto delle aspettative che la cifra a notte richiesta, generava.
Abbiamo camminato un sacco da Victoria a Westminster, dalle Horse Guard House a Trafalgar. Da un breve giro alla National Gallery a Piccadilly Circus. Incredibilmente, ma nemmeno troppo, sono riuscita a stare male per colpa di Montezuma il primo giorno a Londra, quando in Messico l’avevo scampata per quasi tutta la vacanza. Colpa della pizza prosciutto e ananas del Pizza Hut in cui abbiamo pranzato, unito ai jeans a vita bassa e al venticello gelido che tirava.
A Piccadilly siamo entrati da Fortnum and Mason, il cui reparto gastronomia sembra la versione inglese di Peck e per il cui reparto decorazioni natalizie non trovo paragoni, basti dire che una pallina per l’albero si aggirava sui 15 £. Il bagno poi era ribattezzato “Sala da cipria per le signore” e una inserviente zelantissima non appena uscivi, si precipitava a cancellare le eventuali tracce del tuo passaggio con straccio e spruzzino. Gli arredi erano decisamente liberty.
Ci siamo incantati da Waterstone, mentre abbiamo rimandato gli acquisti musicali nonostante un passaggio alla Virgin, senza sapere che saremmo tornati con una tonnellata di libri e nemmeno un cd. Per tornare abbiamo attraversato il Saint James Park e inseguito gli scoiattoli per fotografarli.
La sera eravamo stravolti dalla levataccia mattutina per prendere il volo delle 6.35 da Bergamo e dopo aver cenato vicino a casa siamo tornati in albergo a dormire senza saggiare la vita notturna londinese.
Sabato mattina l’abbiamo consacrato al mercato di Portobello e alle sue mille inutilità. I banchi di presunto antiquariato mi lasciavano perplessa, soprattutto gli aggeggi per reggere le fette di pane tostate venduti a 35 £ in tutto e per tutto simili a quelli che il nostro albergatore ci metteva sul tavolo alla mattina. Da Portobello sono tornata con un marchingegno a forma di scimmietta che una volta azionato un pulsante decorato da banane ti soffia l’aria sulle unghie delle mani per far asciugare in fretta lo smalto e una tavoletta in legno con l’insegna di un pub da appendere sopra il testo in rame in cucina.
Dopo Portobello è stato il momento di Soho e Carnaby street, dove sono definitivamente scomparse anche le ultime vestigia di quella che era la prima volta che ci ho messo piede. Credo che ci siano dei cecchini e se un punk per sbaglio decidesse di varcare l’arco che delimita l’estremità della via, verrebbe abbattuto seduta stante. Da Carnaby siamo passati a China Town e alle sue anatre laccate appese nelle vetrine dei ristoranti e poi a Covent Garden.
Infine resici conto che la domenica Harrod’s sarebbe stato chiuso, siamo corsi a visitarlo. Qualcuno mi rimprovererà di non essere passata al British Museum e aver preferito il tempio del consumismo. In effetti non posso dargli torto. Ma il memoriale a Dodi e Diana ai piedi della scala mobile con la sfinge dorata meritava il giro. Niente da fare per il vagheggiato acquisto di una borsa Mulberry che è risultata costare 470 £, ed io che mi lamentavo dei 320 € di una borsa della Coccinelle. Sbalorditivo il giro nel reparto gioielleria da Tiffany e Cartier. Negli espositori erano presenti solo gioielli che costavano come il mio stipendio lordo annuale, ma lungi dall’essere inattivi i commessi erano intenti a riscuotere assegni e a strisciare carte di credito di persone all’apparenza normali che però non ritenevano strano aggiungere al giro di shopping pomeridiano l’acquisto di un orologio tempestato di diamanti.
La sera abbiamo avuto una disavventura culinaria, a causa dei nostri ritmi meridionali infatti pretendevamo di mangiare al pub verso le nove di sera, quando ormai metà degli avventori, cuoco compreso, giacevano stramazzati sotto al bancone. Alla fine ci siamo accontentati di un fast food vegetariano.
Domenica c’era un bel sole caldo e ne abbiamo approfittato per passeggiare lungo il Tamigi dal Westminster Bridge fino alla Tate Modern e ritorno. Siamo poi tornati in visita agli scoiattoli del Saint James Park che, ipernutriti come sono, spesso disdegnavano le nocciole non salata da noi acquistate a caro prezzo da Sainsbury. A pranzo finalmente siamo riusciti a mangiare Jacket Potatoes al pub. Poi è iniziata l’odissea del viaggio di rientro.

25.10.06

Brandelli di pensieri stazionano fra le pareti della mia scatola cranica. Fatico a trovarci un ordine, una sequenza. Il mio animo scientifico vorrebbe metterli in fila l'uno dietro l'altro secondo una logica e alla fine contemplare compiaciuto il lavoro. Vorrebbe che i pensieri si ordinassero a formare un'enunciato, una tesi con tanto di dati a sostegno della sua evidenza. La mia emotività d'altro canto anela anch'essa alla deduzione di una legge, un principio da seguire con maniacale costanza per placare le sue ansie nella quiete della routine.
Purtroppo ogni battito di ciglia mescola le carte ed un solo secondo di distrazione fa sì che i brandelli si sminuzzino in altri brandelli secondo una logica esponenziale.
Gli unici pensieri di senso compiuto non sono miei e vorticando nel mare della mia perplessità finiscono comunque per perdere il loro senso.
La curva dei miei pensieri si attorciglia su se stessa ed io incapace di trovare un bandolo mi trovo a rammaricarmi di non avere una Bibbia per scoprire chi ha detto: "Signore dammi la forza di cambiare ciò che posso cambiare, il coraggio di accettare ciò che non posso cambiare e la saggezza per distinguere fra le due cose". Per risolvere l'enigma mi affido a internet e oltre ad appurare che probabilmente è una idea di Tommaso Moro scopro con raccapriccio che esiste un sito in cui puoi cercare le citazioni bibliche. Non so se funziona, ho cercato una frase dell'Ecclesiaste quella citata da Kevin Bacon in Footloose e non l'ho trovata .
Ci sono, solo che gli ultimi due giorni sono stati pesanti. E non ho molta voglia di scriverne.

21.10.06

Per il momento gli unici progetti che mi si sono svelati sono quelli di mia madre che oggi mi ha messo a fare l'elettricista. Con il lampadario non ho avuto molta fortuna, con la presa della corrente un po' di più.

20.10.06

Il mio oroscopo per la settimana a venire sostiene che forse Dio ha in serbo per me progetti più grandi di quelli che non abbia io stessa.
La cosa per certi versi mi solleva visto che i miei progetti per i giorni a venire riguardano meramente la sopravvivenza quotidiana, l'unico problema è che essendo agnostica ridurmi a sperare nell'intervento di un Dio della cui esistenza tutto sommato non dovrebbe fregarmi nulla, è alquanto bizzarro.
Ad ogni buon conto per non sprecare l'intervento divino, ho mandato in giro qualche curriculum viate, se per me stessa programmo un lavoro sostanzialmente simile, ma meglio retribuito, chissà che L'Entità Superiore non mi metta a capo di una multinazionale.

19.10.06

Evviva evviva!!! Abbiamo le bottiglie!!!! Se ora mi tolgo da questo pantano stasera potrò godermi la serata con gli amici senza spettri che mi tirino i piedi.
Ieri giornata intensa in ufficio, così intensa che ho anche saltato il pranzo, tanto mi stavo mangiando il fegato quindi non avevo appetito. Quando il lavoro risucchia così tante energie, i giorni scorrono via gli uni uguali agli altri e il tempo trascorso in casa a non fare nulla diventa preziosissimo. Ieri dopo cena e prima della riunione dell'associazione, sono riuscita a produrmi nel mio primo esperimento di Muffin al cioccolato. E in barba al detto chi si loda s'imbroda, devo dire che l'esperimento è perfettamente riuscito, consentendomi di incastrare un altro tassello nelle fondamenta della mia futura vita di tenutaria di agriturismo. E sulla visione bucolica di me che alzandomi la mattina vedo campagna a perdita d'occhio e sento il gallo cantare e preparo la colazione agli ospiti, tiro il fiato e mi ri-immergo nel mare di rifiuti solidi che caratterizza la mia giornata lavorativa attuale.

18.10.06

Saltando di palo in frasca
Per espletare la mia dose quotidiana di qualunquismo ed esterofilia vi comunico che ha impiegato meno tempo un libro ad arrivare dalla Germania che 36 bottiglie (vuote) da Udine. Il ricco ed efficiente nordest non può ancora competere coi crucchi, prendo atto.
Rileggendo l'accaduto in chiave mistica forse mi si vuole comunicare un messaggio: dei frati dovrei adottare il motto Ora et labora, ma non imitarli nella produzione di birra.
Leggendo il giornale invece mi sono vorticosamente girate le palle, niente tassa sui SUV (e ritiro precipitoso dei cartelli "Anche i ricchi piangono" dalle strade italiane, aggiungo io) e aumento del bollo della moto inversamente proporzionale alla categoria Euro del motociclo stesso. Se bisogna tassare chi inquina, cioè far pagare per il diritto all'inquinamento (concetto discutibile di per sé), facciamo pagare sia i SUV che le moto. Ad ogni buon conto sto pensando di montare dei rostri sul manubrio di Baby per sfregiare le fiancate dei Cayenne. Così per sport.

17.10.06

Ci sono giorni in cui i contrattempi sembrano accumularsi uno sull'altro, tutte le piccolezze non risolte si cementificano in un golem minaccioso che incombe con la sua mole sul nostro cammino. E non è solo questione di risolvere i problemi volta per volta in modo che non si affastellino come i panni nella cesta delle cose da stirare, è che alle volte la soluzione del problema non dipende da noi. Altre volte invece fattori contingenti ci indicano soluzioni che non vorremmo adottare e così procrastiniamo. Poi il golem ci si para innanzi e anche se sappiamo che affrontandolo e scalfendolo pezzo per pezzo in breve crollerà ne siamo spaventati ed abbiamo il terrore che ne verremo sopraffatti.
E non serve nemmeno cambiare strada, fuggire, prendersi una pausa perché se non lo si affronta non scompare. Servirebbe soltanto una iniezione di leggerezza, di incoscienza, una scrollata di spalle che dissolva l'ombra che ci inquieta.

16.10.06

Il pc e il libro su cui sto studiando, o meglio, dovrei studiare, li ho prelevati stamattina dal pavimento nello stesso punto in cui li avevo lasciati venerdì sera rientrando. Il finesettimana è stato abbastanza intenso per stroncare qualunque senso di colpa che mi spingesse verso il lavoro.
Venerdì, complice la sera solinga in casa causa impegni musicali del Marito, ho finalmente visto Il Paziente Inglese. Mi è piaciuto anche se la presenza dell'attore che in Lost fa Sahid mi disturbava l'immedesimazione nella storia.
Sabato invece mi sono dilettata di lavori manuali, in mattinata col Marito abbiamo montato gli scaffali in cantina mentre nel pomeriggio sono andata all'associazione a preparare il locale per l'apertura domenicale causa Sagra di Baggio. Mi sono ammalata durante le prove di montaggio del gazebo, la faccenda infatti si è protratta più del dovuto poiché avevamo i pali assortiti di tre gazebi da cui dovevamo tirarne fuori uno e non è stato facile. La sera il programma cinema più pizza si è tramutato in minestrina e dvd e fazzoletti di carta per il raffreddore.
Domenica sveglia all'alba, montaggio gazebo in strada, tentativi di diffondere le attività del centro. La gente è diffidente, ho capito che offrendo il giornale ai passanti dovevo innanzi tutto specificare che era gratis, onde evitare fughe precipitose.
Fra i due turni alla Sagra mi sono fatta portare dal Marito al Viridea dove, prima ancora che la vendita delle zucche per Halloween sia esaurita, sono comparsi gli addobbi natalizi. Inutile dire che senza comprare nulla di particolare ho lasciato giù un patrimonio. Ora però possiedo una zappetta-rastrellino con cui curare le mie piante di cui vado molto fiera ed un nuovo zerbino, un po' striminzito rispetto alle dimensioni della porta, ma bellissimo.

13.10.06

Noto con piacere che l'attitudine a scaricare i problemi sugli altri e a non prendersi la responsabilità è un male diffuso e non è caratteristica unica del mio gruppo di lavoro. Ciò non toglie che questa cosa continui a mettermi di cattivo umore e mi faccia vorticosamente girare le palle, infatti non sono capace di mettere in difficoltà persone che fanno il loro lavoro rifiutandomi pure io di prendermi responsabilità. Il problema è che stando nel mezzo o butto merda sugli altri o faccio scudo col mio corpo il che non è affatto una decisione piacevole da prendere.
Sul corriere di oggi l'annuncio di lavoro a cui requisiti ero più vicina era quello di controllore di qualità del pesce, anni di mangiate di orate e branzini alla griglia acciughe e pesce spada mi hanno conferito una certa esperienza in materia, quasi quasi mi candido.
Ora controllo se ho vinto al superenalotto non sia mai che trascorra in questo ufficio 5 minuti più del necessario.

12.10.06

Juliette Lewis è una grande, dai tempi di Al tramonto all'alba in cui ancora ragazzina vedeva George Clooney allontanarsi a bordo di una spyder dopo aver sterminato orde di vampiri. Il lato musicale di Juliette l'ho scoperto da poco e apprezzo anche quello, quindi ieri sera non potevo mancare al Rolling Stone al concerto di Juliette and The Licks.
Non starò a fare la fenomenologia da concerto anche se ci sarebbe stato materiale abbondante per un paio di post, dirò solo che sto invecchiando e alcuni comportamenti tipici mi irritano, tipo quando la gente si mette a pogare in posizioni irragionevoli io invece di accoglierli con le mani e sospingerli in avanti mi piazzo ferma sul pavimento a gomiti in avanti sperando che qualcuno si ficchi un mio gomito fra le costole.
Il concerto non è stato male anche se da un gruppo che su disco suona così potente per non dire tamarro, mi sarei aspettata molta più energia e ritmo. C'è da dire che l'acustica del Rolling Stone faceva cagare e i suoni non so chi li avesse fatti, ma le chitarre si sentivano poco, il che non aiutava. Lei comunque è spettacolare ci mette passione e trasmette una grande carica, i chitarristi fighetti invece sembrano un po' di plastica. Se Juliette cantasse con un gruppo come i Trail of Dead, sarebbe catartico vedere un concerto, ieri sera invece sono tornata a casa soddisfatta a metà.

11.10.06

Anche se non ho mai inaugurato una serie di post con questo titolo, mi sento di dire "Bentornati all'angolo degli incubi di Ginevra"
Quest'oggi puntata doppia, grazie all'attività onirica straordinaria di questa notte e dire che non avevo neppure mangiato pesante.
Nel primo incubo il palazzo in cui lavoravo (che non era quello in cui realmente lavoro e forse era una università) veniva assediato dai pompieri (ricorda nulla?), dapprima credevamo fosse una semplice esercitazione, ma poi, una volta usciti in cortile, ci rendevamo conto che era una vera e propria guerra fra bande di pompieri rivali che non trovavano di meglio che, schierati i mezzi antincendio, irrorarsi vicendevolmente di acqua e schiume taglia fiamme. Si scopriva infatti che erano stati tagliati i fondi per il presidio del palazzo e che bisognava tagliare un fornitore e i vari fornitori si accapigliavano per mantenere la postazione (anche questo mi ricorda qualcosa). Io scappavo assieme ad alcuni pompieri ribelli, ma lasciavo il casco dentro il palazzo e la moto parcheggiata sotto, così, visto che le ostilità non accennavano a placarsi, dovevo rientrare di nascosto dentro il palazzo a recuperare il casco, ma appena salita in sella una banda di loschi figuri, alquanto risentiti, mi si avvicinava per non farmi scappare. Io partivo senza casco e senza occhiali e mi trascinavo dietro un tizio che mi si era attaccato alla coda della moto e non mollava la presa nonostante andassi a zig zag e cercassi di farlo finire sotto i furgoncini ducato che procedevano in senso contrario. Non so come sia finita la questione, so solo che poco tempo dopo, e qui inizia la seconda puntata, mi trovavo a sostenere un esame di cultura generale per poter rimanere a fare volontariato nell'associazione a cui partecipo abitualmente.
Ero un po' scocciata dal dover fare questo test, anche perché, mi dicevo, guarda tu se una laurea in fisica non basta.
C'erano domande di chimica e domande di dizione tipo "come si pronuncia la parola noi" ed io quando la leggevo mi alteravo non poco perché non ne capivo la ragione. Alla fine mi correggevano il test e mi davano D, io, nota secchiona, mi alteravo parecchio e andavo a chiedere spiegazioni alla commissione esaminatrice, anche perché non c'era una correzione del test, ma solo un voto finale. Nella commissione c'erano due gemelle che sembravano Daria (il fumetto) di non più di 15 anni e un tipo che esiste nella realtà che non è in grado di parlare italiano, tanto forte è la sua inflessione dialettale, ma che si spaccia per un conoscitore della lingua cinese. Il fatto che due quindicenni ed un dislessico mi avessero dato D mi faceva incazzare oltre ogni limite e me ne andavo veramente di cattivo umore. Ad un certo punto ho sognato di essere sveglia nel mio letto incapace di prender sonno a tentare di autoconvincermi che non valeva la pena di essere così arrabbiati.
Psicoanalisti in erba fatevi avanti, anche se so benissimo da sola che il responso è che sono alla frutta.

10.10.06

La notizia del giorno è che se non hai il garage non hai speranze di fare soldi. Il mio box è pieno di ragnatele con una pila di foglie in un angolo che si sono infiltrate sotto la porta. Non essendo un capanno isolato e graziosamente coperto di edera anche se vi impiantassi una attività credo che i clienti non sarebbero soddisfatti dell'atmosfera e i vicini di box provvederebbero immediatamente a farmi sfrattare.
La seconda notizia del giorno è che facendo due rapidi calcoli se ci fosse una vera emergenza qui al quarto piano rimarremmo tutti intrappolati fra le fiamme, nell'evecuazione simulata di oggi c'era una fila di gente lungo le scale che non finiva più e un muro di folla davanti all'unica uscita di emergenza perché il cortile è angusto per accogliere tutti.
La terza notizia infine è che gli addetti alla sicurezza hanno impiegato molta più energia a farci rientrare in ufficio che a buttarci fuori. Il che avvalora l'ipotesi di una mia fine prematura in caso d'incendio.

9.10.06

Ieri sera ho visto Report. La puntata si occupava del dissesto dell'elettronica italiana. Cessioni di rami di azienda ad altre aziende e quotazioni in borse basate invece che sui bilanci effettivi su commesse in corso o in via di definizione (opportunamente gonfiate). Un gioco di scatole cinesi che in tutti i casi esaminati finiva con un crack finanziario e operai a spasso. A parte il fatto che ad un certo punto mi è cascata la testa per il sonno e mi sono persa qualche passaggio, un vago senso di inquietudine si è impossessato di me. Va bene che la mia azienda era in attivo e si è fusa con altre aziende in attivo, va bene che nessuno degli amministratori delegati si aggirava in jet o in elicottero, al massimo in BMW, va bene che non ci si occupa di elettronica, ma improvvisamente tutta l'operazione mi si è presentata sotto una luce sinistra. Al di là dei cattivi presagi e degli attacchi di sonno la puntata era come sempre interessante. L'unico neo è rappresentato dal fatto che hanno svelato che gli armadi telecom possono essere scassinati anche da un neonato, il più delle volte sono già aperti, e che in ogni armadio c'è una linea di servizio a cui attaccando il telefono si ha segnale. Prevedo che nei prossimi giorni non sarà inusuale vedere persone che escono con un telefono sirio sotto braccio e si attaccano al primo armadio che trovano nei paraggi. Per i più stronzi e tecnologicamente avanzati ci sarà sempre la possibilità di attaccarsi alla linea del vicino antipatico ed addossargli i costi delle chiamate ai telefoni erotici.

8.10.06

Domenica
Giornata di splendido sole, alcuni irriducibili sono in spiaggia a pancia all'aria a catturare gli ultimi scampoli di abbronzatura. Io mi sono alzata tardi, complice l'incidente enogastronomico di ieri sera in cui ho concluso una cena molto buona, ma non propriamente leggera, con un bicchierino di filu ferru che invece di sturare la vie digestive le ha definitvamente intasate. Solo 30 minuti di apnea sul divano e un té verde bollente hanno ripristinato la situazione, ma l'avventura mi ha privato delle ultime energie residue. Così stamattina invece di mettere le scarpe da ginnastica e godermi il sole ho ciondolato per casa e per non sentirmi troppo in colpa ho fatto la buona massaia stirando la roba che mi ero portata.
Ora ho davanti l'alternativa di affogare i sensi di colpa nello studio o prendere i due libri che sto leggendo in contemporanea ed andarmi a sedere su di una panchina sul lungomare ad arrostirmi un po' al sole. Ardua scelta.
\Domenica

7.10.06

Sabato
Mattinata in giro a piedi per negozi a fare la spesa: il pesce dal pescivendolo, il pane dal panettiere, le lasagne dal pastafresca, la frutta dal fruttivendolo. Sembrerà scontato, ma per me abituata a recuperare i viveri nella bolgia della slunga dietro casa raggiunta in macchina, è un piacevole diversivo dei sabati genovesi.
Ho scoperto che esiste un galateo del fruttivendolo: se compri i funghi il prezzemolo ti spetta di diritto, se compri tanta roba e poi per ultimi chiedi i sapori te li regalano. Ovviamente non sapendolo sono uscita senza prezzemolo né sapori ed oggi mi tocca tornarci per comprarli.
Nel frattempo ho pulito i funghi e il basilico, affettato e passato alla griglia le melanzane. Oggi pomeriggio potrò assemblare le scorte per i tempi duri, melanzane alla parmigiana, lasagne al sugo di funghi e lasagne al pesto. Conoscendo me e il Marito, sapendo di avere delle scorte non toccheremo pentola per tutta la prossima settimana, esaurendole subito.
\Sabato

6.10.06

Venerdì
L'obiettivo è fare passare i minuti che separano dal suono della campanella, ehm volevo dire dalle 18, riportando il minor numero di danni possibile, in ambito tecnico, ma soprattutto in quello stabilità mentale.
Mi trovo a leggere notizie di cronaca finanziaria e sognare a occhi aperti sogni maligni di gente licenziata che per forza di cose deve dismettere il ghigno che ha perennemente stampato in faccia.
Ripeto a me stessa sillabando ogni lettera: N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o.
Thanks God it's Friday.
\Venerdì

5.10.06

Giovedì
Io non ho mai capito le persone che sfregiano gli ascensori facendo scritte con chiavi pennarelli e similia. Oggi però l'atmosfera da queste parti è tale che se trovassi la persona che ha pensato di incidere sulla parete del montacarichi la scritta "che posto di merda", gli stringerei la mano e gli direi che aveva ragione.
Prometto che la prossima settimana eviterò l'andazzo di una lamentela al giorno e se proprio non avrò null'altro da dire piuttosto non scriverò niente.
\Giovedì

4.10.06

Mercoledì
Nell'ottica delle diversificazione, sto costruendo i presupposti per la realizzazione del sogno di ogni IT consultant depresso, l'apertura di un agriturismo. Anche se è ben chiaro che di qui all'eternità, quando forse avrei un capitale sufficiente ad avviare l'attività, il mercato sarà saturo e gli agriturismi avranno definitivamente cambiato faccia e avranno tutti un internet point e una biblioteca informatica, che le cattive abitudini, si sa, sono dure a morire.
Il presupposto felicemente realizzato in questi giorni è stato l'avvio della produzione casalinga di yogurt, la yogurtiera G!rm! per quanto spartana mi ha dato dell grosse soddisfazioni. A questo giro lo yougurt era neutro, al prossimo potrei lanciarmi in qualche aromatizzazione.
Nel finesettimana invece conto di avviare la produzione di birra a casa del genitore e non è detto che non provi a fare il lievito madre per il pane a casa della genitrice. Come si dice "prendi l'arte e mettila da parte".
\Mercoledì

3.10.06

Martedì
Ho sognato che qui in ufficio volevano farmi pulire i pensili della cucina (che peraltro in questo palazzo non esiste) ed io mi rifiutavo litigando furiosamente. Cominciamo bene la giornata.
Update del pomeriggio.
Di solito quando vengo in ufficio in moto appoggio il casco sull'angolo in alto a sinistra della scrivania, posizione a portata d'occhio e di mano, ma che non si sovrappone all'area di utilizzo della scrivania stessa.
Il mio casco ha la presa di areazione sulla cocuzza , ma, essendomi caduto, la linguetta di plastica che consente l'on-off della refrigerazione neuronale si è danneggiata e giace perennemente in posizione off onde evitare che si stacchi del tutto e mi porti al congelamento cerebrale definitivo durante la stagione fredda.
Ultimamente, notando che la posizione del casco invogliava i visitatori saltuari della stanza a giocare con la linguetta di plastica, avevo scelto una posizione più defilata onde preservare l'integrità del casco. Lo stratagemma ha funzionato tranne che per una persona la quale entrando, prima ancora di palesare il motivo della sua visita, individuava il casco e iniziava a giocarci. Ieri ho spiegato gentilmente alla persona in questione che avrei gradito non toccasse il mio casco, spiegandogliene il motivo. Oggi questa persona è ritornata nel mio ufficio e non potendo giocare col casco, ha pensato bene di sbirciare nel mio zainetto semiaperto. Siccome la visuale non era completa e di suo gradimento, ha deciso che era opportuno alzare un lembo dello zaino per guardare meglio.
Allibita ho alzato un po' il tono di voce dicendo che non potevo credere che l'avesse fatto che non è educato guardare nelle borse altrui e lui ancora ridacchiava come se fossi io la isterica. Domani mi porto una fionda se prova a toccare un oggetto di mia proprietà gli sparo una pietra in mezzo agli occhi. Isterica va bene, ma almeno isterica che si toglie delle soddisfazioni.
\Martedì

2.10.06

Lunedì
Tristemente lunedì dopo una domenica passata a imbiancare il bagno e, per soprannumero, a fare una lavatrice e a lavare il lato superiore dei pensili della cucina.
Persone pongono poco gentilmente domande lecite a cui passa però la voglia di rispondere.
E qualcuno arriva a raccontare che la parte di progetto seguita e per cui si ricevono rotture di coglioni ogni piè sospinto, verrà cestinata al prossimo giro.
\Lunedì

1.10.06

E' domenica c'è brutto tempo e dopo un anno che abito in questa casa finalmente sto imbiancando il bagno. Non che ci sia molto da imbiancare visto che le piastrelle arrivano fino al soffitto e il bagno ha le dimensioni di una cabina del telefono. Comunque fra angoli e rientranze non è una stanza semplice da imbiancare.