28.12.04

Volendo per una volta privilegiare l'aspetto della femminilità rispetto a quello della spartanità mi sono trovata ad appilare sul letto una maglietta per ciascuno dei giorni da trascorrere fuori casa.
Aggiunti i generi di prima necessità quali biancheria e spazzolino da denti, un paio di pantaloni e un maglioncino di ricambio, una minigonna da sfoggiare a Capodanno, lo shampoo per capelli colorati e il pigiama mi trovo nella spiacevole situazione di non riuscire a chiudere la valigia. Comincio a pensare che la tecnica bagaglio per trekking sia la migliore: una maglietta, una saponetta di marsiglia e via.
Al più posso concedermi una giarrettiera rossa da indossare il 31 che dicono porti bene.
Ragazzi BUON ANNO!
Comunicazione di servizio
Domani parto per Madrid dovevamo essere in 5, ma uno si è ammalato di polmonite quindi ci abbandona.
Bene c'è un biglietto aereo che avanza e un posto nell'appartamento.
Livelli di abbrutimento.
Il film di cui sotto l'ho guardato sdraiata sul letto, col portatile all'altezza della pancia e le cuffie per non dare noia ai coinquilini.
Poi una volta finito di vedere il film ho avviato il defrag del disco fisso ed ho dormito col ronzio del portatile acceso.
Stamattina scendendo dal letto per poco non inciampo nel cavo dell'alimentatore, ma vuoi mettere la soddisfazione a vedere che finalmente il mio disco è tutto blu?
Ieri sera ho guardato Il cattivo tenente di Abel Ferrara.
Francamente mi ha fatto schifo.
Al di là della bravura di Harvey Keitel che come poliziotto drogato e corrotto fa la sua porca figura, resta poco.
Tutti i personaggi di sfondo alla vicenda oltre a Keitel sono inesistenti.
Gesù Cristo grondante sangue è kitch.
La suora sembra un robot, non un essere umano.
Se l'intento era parlare di violenza, il film è violento. Per il resto non si regge granché.

27.12.04

Di merda.
Se me lo chiedete a bruciapelo, senza darmi tempo di valutare e riflettere vi dirò che il 2004 è stato un anno di merda.
A partire dalla valigia smarrita e poi arrivata nel viaggio a Praga di inizio anno, passando per il tira e molla del mio ex che ci ha messo un mese e mezzo a decidere che non ero la donna della sua vita, passando per gli scleri lavorativi e arrivando agli uomini che prima compaiono e poi quando uno comincia a pensare che forse, insomma, potrebbe anche smettere di piangersi addosso e ritentare, svaniscono.
Un anno in cui guardandomi allo specchio quel che vedo è quel che non sono e che credevo (e tutt'ora nel profondo faccio fatica a non credere) avrei dovuto essere.
Un anno in cui vedo i capelli bianchi aumentare e i miei trent'anni galoppare verso di me a grandi passi.
Sì se me lo chiedete è stato proprio un anno di merda, prova ne sia che la magia di Babbo Natale è arrivata soltanto in corner, con la comparsa dai meandri dei ricordi di un amico in carne ed ossa che dopo anni si è fatto vivo nella sua terra natia.
In realtà quest'anno
ho fatto un trekking in solitaria
sono andata per la prima volta nella mia vita in un altro continente
ho imparato ad andare in kayack
ho ricominciato a giocare a basket
ho continuato a studiare danza e francese
ho conosciuto tante persone sia in Italia che all'estero e ho trovato nuovi amici
ho svegliato la mia coscienza e mi sono messa a fare qualcosa di pratico e di socialmente utile
ho comprato casa
ho avuto un principio di evoluzione professionale (ma devo ancora capire se c'è di che gioirne o è una fregatura).
Inoltre non sono fuggita, anche se restare non ha cambiato le cose.
E in una occasione ho abbassato le barriere e confidato me stessa ad una persona, anche se il pezzo di me stessa che ho sviscerato non so che fine abbia fatto.
Sono cresciuta.
E come sempre crescere è difficile e fa male.
Quindi pensandoci, tutto sommato... è stato un anno di merda.
Le cose belle del Natale

la compagnia riunita.

E' lunedì ed è più dura del solito, dopo un we di stravizi e cibazi tornare al lavoro, senza macchina, in un ufficio gelido, strappare la propria sedia al pinguino che vi soggiorna e tentare di riavviare l'unico neurone ha del sovraumano.
Il Natale è stato molto più bello di ciò che l'ha preceduto. Sarà che se n'è andato prima ancora che mi rendessi conto che era arrivato, sarà che ai parenti dopo quasi 30 anni di rodaggio mi sono abituata se non affezionata, sarà che ho rivisto amici che erano secoli che non vedevo, sarà che ho ricevuto un sacco di auguri dagli amici ed ho rimediato a lunghi silenzi.
La palma per l'augurio più bello via sms la vince il mulo che mi ha scritto "Auguri coniglietta" provocando un accesso di risate scomposte e un rischio di soffocamento da pandoro.
Ora non mi resta che sopravvivere per queste 8 ore + le 8 di domani che poi SI PARTE!!

24.12.04

Beh insomma... che dire? Sono le 14.54. Fra 6 minuti mi catapulto fuori da quest'ufficio. Mi aspetta un viaggio fino a Genova in compagnia del vecchio Tadde, su di una macchina più carica della slitta di Babbo Natale. E dire che sto solo 3 giorni.
Poi la cena, la prima della lunga serie.
Insomma... Buon Natale!!!
Hommage à Violette Nozières

So che se fossi pazzo e dopo internato
approfitterei di un momento di lucidità.
Lasciate il mio delirio mio unico martirio
che faccia fuori meglio un dottore, si un dottore.
Credo ci guadagnerei come gli agitati
in cella finalmente, lasciato in pace
tutto tace.
inatteso quanto gradito è arrivato un cd in regalo.
per un tuffo nel passato gli Area con Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano.

23.12.04

A Sabri il belloccio della macchinetta del caffé non piace. Dice che ha i capelli a cespo di insalata e si domanda se prima di uscire per caso utilizzi la lacca per cotonarli. Infatti l'ha soprannominato cadonet. Pensavo fosse un termine dialettale di borgo manero, invece è il nome di quella lacca con la confezione marroncino/dorata che usavano le nostre nonne.
Fatto sta che cadonet è diventato uno dei nostri argomenti di conversazione preferiti.
L'altro giorno io e cadonet ci siamo dati appuntamento alla macchinetta del caffè per uno scambio di cd ed io ho vissuto 5 minuti di panico nel timore che Sabri passasse di lì, che non sarei riuscita a rimanere seria e a me, tutto sommato, cadonet non dispiace.
Stamattina ero all'ingresso che aspettavo l'ascensore, e chi ti arriva? Cadonet seguito a ruota da Sabri.
In preda al panico mi sono gettata in un ascensore, sfondando le porte che ancora dovevano finire di aprirsi.
Che proprio di fare la femme fatale non son capace.
Disse che il mondo poteva solo essere conosciuto per come esisteva nel cuore degli uomini. Perché per quanto sembrasse un luogo che conteneva degli uomini, in realtà era un luogo contenuto nei loro cuori e quindi per conoscerlo era lì che bisognava guardare, e imparare a conoscere quei cuori, e per fare ciò si doveva vivere con gli uomini e non limitarsi a passare in mezzo ad essi.
Cormac Mc Carthy
Beh alle volte basta poco per sentirsi allegri. A parte le risate coi regali di Natale (per la cronaca Sabrina ha proseguito a girare il coltello nella piaga regalandomi un cero votivo da accendere per un 2005 propizio), oggi un amico che non vedevo da tempo mi ha detto che mi trova proprio bene.

22.12.04

Di come il coinquilino abbia fatto a tutte noi fanciulle una tavoletta di cioccolata come dono Natalizio, ho già detto. Delle dediche bastardelle che accompagnavano la tavoletta pure.
Io e Sabri, abbiamo deciso di ricambiare il regalo, io ho deciso che il dono doveva essere bastardo, Sabri ha deciso che doveva essere un numero di PlayBoy. La motivazione del dono doveva essere "per tenerti occupato nell'attesa del ritorno a casa".
Il problema è stato recuperare una copia di Playboy.
Vista la fauna del nostro quartiere ero abbastanza certa che il giornalaio in piazza sarebbe stato fornito. L'accordo era che Sabri mi avrebbe accompagnato rimanendo in disparte ed io avrei effettuato la richiesta. Sabri non era molto contenta perché da quel giornalaio lei compra Vanity Fair.
Ovviamente il giornalaio alle 9 del mattino era gremito di madri di famiglia e di vecchiette, ma io imperterrita
- Buongiorno
- Buongiorno, mi scusi, non mi prenda per pazza, ma... avrebbe mica una copia di PlayBoy?
Il giornalaio col berretto col pon pon di foggia paninara e il baffo lucido mi guarda con uno sguardo complice e un sorrisetto indefinibile, controlla nel retro dell'edicola e poi con aria ammiccante
- No guardi PlayBoy è finito, ma se vuole ho qualcosa di simile .
Io indecisa
- Sabri non c'è che facciamo prendiamo un surrogato?
Lei guardandomi con odio per esser stata coinvolta
- No dai rinunciamo
Saluto il giornalaio che a questo punto sta sghignazzando apertamente e mi allontano domandandomi che cosa racconterà agli amici del bar.
Io propongo di andare dal giornalaio vicino all'ufficio, ma Sabri si oppone, che insomma mica possiamo fare figure di merda con tutti i giornalai che frequentiamo abitualmente.
Alla fine cedo, decido che mi fermerò io con la macchina e da sola affronterò il giornalaio di via da cermenate. Sabri accetta prontamente.
Arrivo in via da Cermenate, accosto al marciapiede con guida sportiva. Zoom sulla portiera che si apre: lo stilave nero scende seguito da una gamba coperta in calze a rombi neri bianchi e grigi, lo spacco della gonna si è ovviamente aperto più del dovuto. Facendo la fantastica rinuncio al piumino e mi avvio sul marciapiede ancora brinato.
Dal giornalaio c'è un nonno che compra topolino per i nipotini, ma ormai è questione di orgoglio
- Buongiorno
- Buongiorno, avrebbe mica una copia di PlayBoy?
Il giornalaio è calvo senza baffi e da dietro gli occhiali mi guarda spaventato. Poi si avvia nel retro dell'edicola, la zona vietata agli under 18, quella accessibile anche al pubblico tramite una tendina di quelle da mini market di paese. Sento che armeggia fra le riviste, poi da dietro la tenda mi domanda:
- ma che edizione vuole? vuole il numero speciale?
La questione mi coglie di sorpresa e il mio atteggiamento da dark lady si frantuma in un pateticissimo:
-Ma non so, una copia a caso... è per fare uno scherzo ad un amico Lo scherzo mi costa 13 euro. Il giornale lo arrotolo sotto braccio e mi precipito in macchina.
In coda poi butto un occhio all'acquisto e scopro che la versione in mio possesso è il numero natalizio dicembre-gennaio, con lo speciale lingerie. Tento di sbirciare il famoso paginone centrale, ma per poco non tampono il tizio davanti. Decido di desistere e ficco il giornale in borsa.
Che fatica essere bastardi.

21.12.04

Fratelli in spirito.
G. - Ma da chi lo stai facendo questo tatuaggio della carpa?
D. - Da XYZ sul Naviglio, ho fatto anche l'altro lì.
G. - Beh ma allora sei un cliente affezionato.
D. - Sì, se vai digli che sei amica di quello col drago sul petto
G. - Già mi ci vedo, ciao sono G. col drago sul braccio, sono amica di quello col drago sul petto.
Oggi è il solstizio d'inverno. Per la serie chi se ne frega, ma mi piaceva dirlo.
Ieri ho ricevuto il mio primo regalo di Natale, da parte dell'uomo di casa :
una tavoletta di cioccolato Domori Madagascar.
La dedica del regalo era qualcosa del genere "Per chi nella vita... forse è meglio cercare altrove", che potrebbe riferirsi al mio amore per i viaggi, ma conoscendo il soggetto suona tanto: "Visto che qui non batti chiodo ti conviene espatriare"
Ah il Natale! Rende tutti più buoni!

20.12.04

Ecco ho effettuato una lobotomia quindi adesso sono perfettamente natalizia e sufficientemente consumista come l'ambiente circostante richiede. Giro per strada con il berrettino da Babbo Natale con le luci intermittenti e sorrido a tutti, la gente mi lascia stare si allontana impaurita: è fantastico.
Alle volte basta poco.
B. era bella quella sera ed anche un po' agitata. Non capita tutte le sere di uscire con un uomo più grande e quello poi, dopo il divorzio, era diventato uno dei partiti più appetibili della città. Non che a B. interessasse poi molto, almeno per il momento aveva di che preoccuparsi del suo divorzio.
Come da copione all'ora pattuita, il cellulare che squilla. Non lo squillo degli squattrinati, una chiamata vera e propria per annunciare la sua presenza.
Uno svolazzo della gonna e B. scompare nella porta.
In strada lui abbronzatissimo sulla sua Mercedes nera.
I possidenti di Mercedes nere non me ne vogliano, ma da studi statistici pare proprio che chi va a puttane lo faccia spesso a bordo di mercedes nere. O almeno è una usanza delle campagne del varesotto. Ma B. non era del varesotto e di macchine non se ne intendeva, quindi non poteva cogliere il campanello di allarme.
Il ristorante in centro, elegante con arredo minimalista e luci soffuse, il loro tavolo vicino alla finestra.
Dopo i primi attimi di imbarazzo, il retroterra comune della vita di cittadina di provincia con i suoi pettegolezzi scioglie B. o forse è solo il primo bicchiere di vino bianco a stomaco ancora vuoto.
La sera procede e i discorsi si fanno più personali. Come capita quando non si è più adolescenti nelle fasi di studio fra due persone si finisce a parlare di cosa si voglia dalla vita di coppia.
Ed è esattamente a questo punto che la serata prende una piega imprevista, con lui che se ne esce piatto con un "Perché io dalle donne voglio solo una cosa, il sesso." B. crede che sia la sparata dell'uomo ferito dal divorzio e tenta una replica comprensiva, ma lui imperterrito continua ad illustrare il suo modo di vedere raccontandole dei suoi più recenti viaggi di turismo sessuale. B. è allibita, poi scocciata, poi furibonda. Con colpo da maestra poggia il tovagliolo e dice secca "Credo che non abbiamo nulla da dirci. Ti prego riportami a casa oppure chiamo un taxi". Lui sembra stupito della reazione, ma non crede fino in fondo che il suo fascino e la sua sfrontatezza possano avere fallito. Paga il conto e la riaccompagna. In macchina tenta di riavviare la conversazione, ma B. fissa in silenzio fuori dal finestrino. Arrivati sotto casa B. lo guarda e lo ringrazia della cena e fa per scendere.
Lui la ferma e domanda con aria candida un bacio, poi senza attendere risposta la bacia sulle labbra. B. è immobile rabbiosa con le labbra serrate. Lui capisce che non è storia e si stacca. Lei scende e nello sbattere la portiera si sente dire come commiato "Almeno la lingua potevi mettercela".

18.12.04

Va beh, subissata di insulti da tutti i lati mi trovo costretta a piegarmi alla logica del Natale.
Oggi a casa di Ro in versione natalizia (la casa, non Ro) ho rivisto le mie compagne di classe delle medie. Daniela è uguale, stesso taglio di capelli stesso viso e un super pupo di 7 mesi in saccoccia, Nicolò. Anche Francesca è cambiata poco, in compenso i suoi pargoli Cesare e Ottavia sembra siano cresciuti con il fertilizzante nelle scarpe.
Chiara e Ro per fortuna mi tengono in gioco e nessuna di loro per il momento sembra intenzionata a riprodursi.
Canti di Natale in sottofondo, porcherie da mangiare in quantità, discorsi spezzati da strepiti bambineschi il pomeriggio si è liquefatto in men che non si dica.
Parzialmente rappacificata col mondo mi sono finalmente decisa ad addobbare l'albero che ogni anno più sbilenco fieramente difende la posizione.
Poi sulla scia della malinconia ho fatto un tuffo nel passato a guardar le foto dei nonni che non ci sono più e di mio padre bambino.

17.12.04

La prima cosa che mi viene in mente a sentire parlare di regola aurea è quanto studiato al liceo durante le lezioni di storia dell'arte. Oggi da una rapida ricerca su google scopro che vi sono anche regole auree in economia, per la perdita del peso, per evitare la cellulite, per calcolare qual'è il tasso di interesse che una persona ha nei nostri confronti.
In realtà l'altra sera si parlava di etica ovvero della massima "fai al prossimo tuo ciò che vorresti fosse fatto a te" e tutte le sue possibili declinazioni.
Qualcuno voleva essere trattato come una persona, qualcuno con sentimento, qualcuno senza pregiudizio. Io come requisito minimo di sistema domandavo "essere lasciata stare" , ma si sa che in questi giorni non brillo per buon umore e socievolezza.
Qualcuno saggiamente suggeriva di trattare tutti con rispetto che non è detto che le necessità di tutti siano le medesime o che in ciascuno di noi non alloggi un po' di masochismo. Come volevasi dimostrare infatti qualcuno domandava di essere trattato con sincerità e qualcuno saltava su dicendo "Sincerità? Io no non voglio essere trattato con sincerità!!! Cioé se sono ingrassato non voglio che mi dicano che sono ingrassato."
Non so se applicando la regola aurea nel mondo ci sarebbe più felicità o quanto meno più serenità.
E' un po' come la questione della leggibilità del codice: se c'è chi trova leggibili gli if di una sola riga racchiusi fra parentesi graffe, chi abolirebbe le graffe per questione di salvaguardia della specie dei programmatori, chi apre la graffa sulla stessa riga dell'if e chi la mette nella riga sotto in corrispondenza della f dell'if, come si fa a decidere qual'è un codice leggibile?
Se io voglio essere lasciata stare e qualcun altro vuole essere trattato con sentimento? Non ci potrà mai essere interazione gratificante fra di noi.
Ma vacca la miseria oggi è venerdì e stavo cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel della depressione e cosa scopro? Che non ho vinto nemmeno una spilletta!
Argh!

16.12.04

ecco volevo solo dire che mi rendo conto di essere fastidiosamente lamentosa ed anche un po' patetica... non è che non lo sappia...
Parte della soluzione dei miei problemi sarebbe abolire il Natale.
Idee in proposito?

15.12.04

ecco l'oroscopo stamattina diceva di trattare con cautela una pratica assicurativa e di farsi aiutare da un esperto, quello del mio collega suggeriva di non farsi prendere da facili nevosismi.... secondo me hanno invertito i file... a meno che a coronamento di questa giornata che mi vede sull'orlo della crisi di nervi e con profondi istinti omicidi io non abbia un incidente in macchina per colpa di qualcun altro e che invece di aspettare il vigile non mi metta a prendere il colpevole a calci nelle palle.
comunque ora valuto se proseguire questa giornata infausta secondo i programmi o se invece andarmi a nascondere sotto il piumino dell'ikea fino a che la congiuntura astrale non risulti più favorevole.
alla faccia della non violenza se avessi una katana sotto mano in quest'ufficio i superstiti sarebbero pochini!
oggi la scavatrice lungo il naviglio stava buttando giù il muro graffitato in prossimità della casa di cura
un colpo un pezzo di muro che rotola, un pezzo di graffito che scompare, un pezzo di prato che si intravede dietro le macerie
in altri momenti sarebbe stata una visione liberatoria: un muro abbattuto, un confine spezzato, un ricongiungimento fra due partizioni l'aldiqua e l'aldilà del muro
oggi no
sono pavida, non voglio stare male, stare male dentro intendo: che del dolore fisico e della nera signora non ho paura... con questo non intendo che "nel momento in cui" avrò un atteggiamento sereno o eroico, solo che attualmente il momento in cui non rientra fra le mie preoccupazioni.
invece il male dentro, quello che ti stringe lo stomaco e il cuore, quello mi spaventa e mi preoccupa
ed è subdolo arriva all'improvviso fra il primo indizio e lo scoppio il tempo di uno sbattere di ciglia
il muro che cade sono difese che crollano ed io le mie barriere le voglio alte ed appuntite
pare che il mio problema del dicembre 2004 sia quello di aver abbassato le difese.
per il 2005 mi riprometto di non dire mai quello che penso.
tanto qualunque cosa si dica ci si fa sempre male, tanto vale allora non sentirsi nudi.

14.12.04

L'altra versione dei fatti è questa:
sono arrivata al centro giovani con le tre focaccie fumanti e dopo averle sistemate sul tavolo del buffet mi sono aggirata stancamente fra le due stanze senza fare alcunché di costruttivo
i bambini piccoli coloravano le figurine da appendere all'albero, quelli grandi giocavano a calcetto contravvenendo tutte le regole quali vietato fare i ganci e fare le rullate e il risultato era che le palline schizzavano impazzite per tutta la sala
la mistica della pesca di beneficienza e del perché trovandomi per caso di fianco al banchetto sia stata assalita da torme di bimbi urlanti mi resta oscura, fatto sta che il mio orologio biologico si è fermato mentre tentavo di assegnare a ciascuno il suo premio e di convincere i meno fortunati che "vuoi mettere la macchinina di quello sfigato di batman? la candela di babbo natale è più bella" beccandomi in cambio sguardi del tipo "mi hai preso per deficiente?"
fra una sigaretta e quattro chiacchere con la signora karaoke il pomeriggio è andato avanti
ad un certo punto prima della tombola e dopo il karaoke è partito un valtzerone, nessuno ballava e Sabrina vista la pusillanimità degli uomini al tavolo ha trascinato me in un giro di ballo liscio in cui le ho pestato gli alluci ogni tre per due, abbiamo ricevuto un applauso di beneficenza
sono scappata dalla tombolata fingendo di dover accudire il tavolo di artigianato senegalese, poi come al solito la maggior parte degli acquisti li ho fatti io.
Nel we sono stata impegnata nell'organizzazione della festa di Natale dell'associazione. Qui un parziale resoconto di cos'è successo alla festa.

13.12.04

Qualcuno ha dei cavi per la batteria?
Baby oggi dopo 10 giorni di inattività si è rifiutata di partire causa batteria scarica. Di nuovo!!!
Per istigare la pietà del meccanico mi sono sbattuta a spingere Baby fino in cima alla rampa e poi mi sono lanciata in caduta libera sperando che si accendesse. Ovviamente ho fallito.
Il meccanico ha avuto pietà e l'ha avviata con il magico strumento.
Il problema è che in una mattina mi è andata giù di nuovo e ora sono a piedi! Cazzo!
Anniversari e bilanci.
Natale e la fine dell'anno si avvicinano e quella sensazione di CheHoFattoNellaMiaVitaFinoAdOra prende la bocca dello stomaco. La cosa è acuita dal fatto che oggi sono 5 anni che mi sono laureata.
Il teatro dell'Elfo è molto bello.
Il palco è ampio e basso, le file di poltrone sono una ventina e anche io che sono miope in fila Q distinguevo chiaramente le facce degli attori.
L'unica pecca sono i sedili ad esplulsione rapida ovvero quando tiri giù la ribaltina e ti siedi, anche lo schienale si sposta verso l'alto e all'indietro. Questo fa sì che basti un solo spettatore irrequieto per fila per dare quella sensazione di beccheggio da gozzo del pescatore.
Al solito io e Anna eravamo praticamente le uniche spettatrici a non far parte di una comitiva di liceali.
Fortunatamente l'acustica era migliore di quella del carcano perché il chiacchericcio isterico delle fanciulle con ombelico in vista non era affatto discreto.
A quanto pare il Sogno di una notte di mezza estate è uno dei cavalli di battaglia della compagnia dell'elfo ed effettivamente gli attori sono molto bravi e il ritmo è sempre molto alto.
Grandissimo Puck, ma anche la banda dei servitori/attori era eccezionale in particolar modo La Vanda.

10.12.04

Sarà grave che in un telefilm sui giovincelli il personaggio a cui assomiglio di più è la madre? Per fortuna è una supermamma ed anche donna in corriera. Ma soprattutto chi cavolo è Luke? Non ho visto il telefilm abbastanza volte per ricordarmi tutti i nomi.

You scored as Kirsten. You are a perfectionist. Be weary of being too rigid and limiting your openness to varied experiences. Neat freaks are just as irrational as slobs. A half messy person is, in fact, the ideal. Optimal evolution (according to the research) is dependent on a sufficient amount of random variation and being overly regimented inhibits variation.

Kirsten

72%

Luke

61%

Sandy

56%

Anna

50%

Jimmy

50%

Julie

44%

Oliver

44%

Summer

39%

Hailey

39%

Seth

39%

Marissa

39%

Caleb

33%

Ryan

28%

What OC character are you?
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Ho trovato una interpretazione di Donnie Darko che mi ha un po' riconciliato con il film. Qui.
Ieri sera il padre di famiglia ha portato noi fanciulle a cena fuori nel suo ristorante preferito in zona.
Dopo un anno di onorata frequentazione credo che adesso la sua foto sia stata sistemata accanto alle nostre sulla porta di ingresso sopra la scritta IO NON POSSO ENTRARE.
Peccato perché gli spaghetti alla bottarga e cozze erano fantastici e il vino molto buono. Stanotte però ho sognato di essere nel deserto senza borraccia.

9.12.04

talvolta basta una frase a scatenare una ridda di pensieri senza fine
pensi mentre sei al volante e poi ancora sotto il piumino, prima di cedere al sonno
la mattina butti giù tutto battendo forsennatamente sui tasti e poi rileggi e ti accorgi che quello che hai scritto non ti appartiene più
è della persona che ha scatenato tutto con una parola
così glielo spedisci
è come spedir via un pezzo di se stessi
Mai fidarsi di qualcuno che ti dice che ne pensi di una passeggiatina? Dopo mesi passati a riposare sugli allori con gli scarponi impacchettati nello zaino, la mia ricomparsa sui sentieri non è stata esattamente soft.
Arenzano (0 m slm), casa Leveassa (900 m slm), monte Argentea (1082 m slm), passo della Gava (752 m slm), Arenzano : per un totale di 8 ore di cammino.
Delle 8 ore 7 le abbiamo camminate nella nebbia o nelle nubi basse e l'ultima nel buio. C'è da dire che in effetti un'oretta di cammino avremmo anche potuto evitarla se la segnaletica non fosse stata messa giù da un ubriaco.
Comunque dopo la cena da bud spencer/ terence hill l'adrenalina accumulata ha fatto sì che all'una di notte avessi ancora gli occhi sbarrati.

6.12.04

Sono tornati!!!
Gli indie blog awards!!! Da Delio.


Oltre all'aumentato numero di capelli bianchi e alla conseguente necessità di farmi la tinta, un'altro segno del fatto che sto invecchiando: quando si parla di relazioni, di cosa si vuole da una storia o di quali sono le nostre speranze per il futuro si finisce immancabilmente a parlare di figli. E non solo constatando con le amiche lo stato di ticchettio forsennato dell'orologio biologico, ma anche parlando con i coetanei dell'altro sesso. Immancabilmente sorge la domanda "ma tu lo vorresti un figlio?". La risposta è quasi invariabilmente "sì, ma non adesso".
Fortunatamente c'è qualcuno che invece di starsela a menare, procrea. Fatto sta che in questi giorni fra colleghi siamo in attesa dell'arrivo di Riccardo, Mattia e Luca (no non è un parto plurigemellare, sono tre coppie in lieta attesa dei rampolli maschi).
Ieri mi sono comprata questi due libri. Nonché due libri di ricette africane.
Perplessa.
Ieri sera ho visto Donnie Darko. Fino a dieci minuti dalla fine mi è piaciuto un sacco.
Poi mi ha lasciato un retrogusto amaro in bocca... come di presa per il culo.
Comunque alcune scene sono fantastiche.
Cose da raccontare ai nipoti.

Se a spingerti non è la necessità economica, ci sono diversi approcci adottabili per l'espletamento del mestiere di volantinatore in cassetta.

Approccio n° 1 ZOMBIE
Vorresti essere fra le coltri del tuo piumino a cuori ikea, invece sei in un quartiere di palazzoni da realismo socialista che nemmeno alla periferia di Budapest.
Sei in coma e non sai dove sei ne cosa stai facendo.
Guardi fra le tue mani: dei volantini gialli.
Oltre il cancello le cassette della posta.
Non opponi resistenza, entri solo nei cancelli o nei portoni aperti.
Oltre alle funzioni vitali minime il tuo neurone è in grado solo di controllare il processo: volantino, cassetta, volantino, cassetta.

Approccio n° 2 SOCIOLOGIA APPLICATA
A questo punto sei sveglia, i palazzoni non hanno ancora esaurito le riserve di cassette della posta.
Trovi il tempo per compiere studi sociologici sulla distribuzione della popolazione nel quartiere per fascia di età, di reddito, etnia.
Hai preso coraggio ed ora citofoni alla gente per farti aprire il portone. Alle volte fai dei cenni alle persone che sono dentro.
Fai studi di marketing per capire qual'è la migliore intonazione flautata per convincere le vecchine ad aprire la porta.
Constati che di media gli stranieri giovani sono più disponibili delle anziane autoctone.

Approccio n° 3 MADRE TERESA
Dopo qualche ora la sociologia ti ha rotto le palle, ma quella di disfarti dei volantini senza l'ausilio dei bidoni della raccolta differenziata è diventata una missione.
La tua azione ha un nobile fine: ogni portone chiuso da varcare una prova della tua fede, ogni cancello spalancato un affronto.
Gioisci dell'incontro con la portinaia incazzosa di turno perché questo enfatizza il tuo martirio.
Ti senti quasi santa e ti pare di percepire l'alone di un aureola sulla cima del tuo capo.

Approccio n° 4 PIRLA
Passata la crisi mistica ti senti solo pirla.
Il tost che hai mangiato per pranzo si è dissolto, hai freddo e sei stanca.
Diventi rompicoglioni e ti lamenti col compagno di sventura.
La telefonata dell'amica con cui hai un impegno pomeridiano è quasi più liberatoria per gli altri che per te stessa. Ti allontani pensando che puoi aggiungere questa esperienza alla lista di cose da raccontare ai nipoti, sempre ammesso che tu un giorno abbia dei nipoti.

3.12.04

Interrogativo del giorno.

Perché incroci l'uomo belloccio alla macchinetta del caffè solo quando la notte non hai dormito nulla, sei pallida come un cadavere non hai fatto in tempo a truccarti, mentre quando hai la tua fantastica minigonna verde acido ci sono tutti i suoi colleghi, ma lui no???
Massima del giorno (dal manuale della futura sposina [1])

Un uomo libero è meglio di un uomo sposato.
Se proprio deve essere sposato, meglio sposato ad una donna che ad una causa.

[1] citaz. da un fumetto, quale?
Disclaimer: se questo blog avesse le categorie il post rientrerebbe in quella "padellata di cazzi miei" alias "post scritto per una persona specifica che fra l' altro ha smesso di leggermi".

Hai mantenuto il tuo proposito. Dici che a leggermi ti sembra di sbirciare nella mia vita dal buco della serratura, costringermi a dire cose che magari non ti avrei detto di mia sponte seduta davanti ad una birra.
Dici che anche se non oppongo resistenza e che alle domande su di me rispondo sempre, l'intrusione ti sembra indebita.
Ma questo blog non è mai stato quello che avrebbe dovuto essere nelle mie prime intenzioni e non è mai quello che cerco di farlo diventare.
Non è solo il posto dove pubblico i racconti delle mie disavventure buffe con cui prima tediavo gli amici via mail e non è solo il diario dei miei scazzi e delle mie crisi depressive. E' una scatola dove getto cose alla rinfusa, un pò come quella che tengo sulla scrivania in cui raccolgo i bollini della esso, gli scontrini dei negozi di scarpe, i biglietti dei concerti, le cartoline degli amici, le buste bianche e quelle piene e tutte quelle cose che non guarderò mai più, ma non ho la forza di buttare via.
Insomma è una parte di me che non è tutta me, non sono io e non sono nemmeno l'immagine che io ho di me stessa, è il vestito che indosso giorno per giorno a seconda dell'umore e del clima e di quello che capita e non è detto che sia il vestito che gli altri mi vedono indosso. E comunque fra il mio cervello e le mie dita c'è un filtro fatto delle facce delle persona che mi conoscono e mi leggono e se non mi va che qualcuno di voi anzi loro sia partecipe di qualche mio pensiero, questo rimane a morire sulla pagina di UltraEdit.
Ecco che poi tu ti sia stufato e che trovi tutto questo palloso è un'altro conto e questo lo accetto.

2.12.04

Avevo già parlato del ramo di vischio comparso nell'ingresso qualche giorno fa . Ora so perché è stato appeso.
I miei coinquilini sono preoccupati per il mio stato di singletudine e vorrebbero accasarmi, ma essendo fieri sostenitori del detto "aiutati che dio t'aiuta", il miglior sostegno che sono riusciti a fornirmi è il vischio. Secondo loro dovrei attirare qualche malcapitato fino dentro casa e poi con la scusa del bacio natalizio sotto il vischio saltargli addosso.
Con questo sperano di accelerare i tempi e di liberarsi di me prima della consegna della mia futura casa.
Il problema è che ieri mattina è passato da casa l'imbianchino (dimensioni 1,20 m x 1,20m x 1,20m ) che doveve sistemare la macchia di umidità sul soffitto del bagno ed io ho dovuto fare i salti mortali per non trovarmi sotto il vischio in sua presenza.
Ieri sera ho scoperto anche che se imparo a disegnare i cagnolini ( sono specializzata in gatti) posso diventare un' ottima zia part time...
Ieri sera mi è capitato per le mani un numero di cioè. Erano secoli che non lo leggevo ed è stato un pò un de ja vù. Il logo in copertina è sempre quello e gli adesivi sul retro ci sono sempre, ma adesso costa la bellezza di 2,90 €. Ora, io compravo cioè ai tempi in cui mezza focaccetta per la merenda di metà mattinata costava 250 lire e la mia paghetta settimanale era calmierata su questo dato. Non so quanto sia la paghetta settimanale odierna, ma direi che cioè sarebbe fuori budget. Tra l'altro a fronte del considerevole aumento di prezzo i contenuti sono notevolmente peggiorati, mi sono infatti gettata subito alla ricerca della posta del cuore per controllare se il giornalino continuava nella sua opera di educazione sessuale delle nuove generazioni. Con grande raccapriccio ho scoperto che le lettere delle dodicenni di oggi sono del calibro "mi manda un sacco di sms, ma quando ci vediamo non mi parla" e non si trattano più argomenti spinosi del tipo "mi ha baciata con la lingua sono mica incinta?". I casi sono due o l'educazione sessuale nella scuola dell'obbligo è diventata un dato di fatto acquisito e non c'è più bisogno dei giornaletti o al di là dell'abbigliamento nerd eravamo più avanti noi.