30.6.06

Volevo scrivere qualcosa sulla famiglia, già che ieri alla presentazione del libro di pulsatilla mi sono imbattuta nel "Cugino Senza Volto" forse per la prima volta nella vita o almeno per la prima volta nell'età della ragione. Solo che mi si ingarbugliano i pensieri nella testa, quante persone ci vogliono per formare una Famiglia? Qual'è la mia Famiglia? Sono i miei genitori? E' il Marito? Sono entrambi? E i suoceri dove li mettiamo? E gli zii? Sono Famiglia o famiglia? E i cugini? E soprattutto che senso ha stare a fare tutte queste distinzioni fra maiuscole e minuscole? In realtà non molto, solo che dopo che per anni ho considerato la mia famiglia come i miei genitori me stessa ed eventuali felini al traino, improvvisamente ad un certo punto mi si sono scombinati gli schemi. Quand'è stato non saprei dirlo. I genitori si sono separati, ho ritrovato un ramo della famiglia disperso, il ramo disperso si è ingrandito e toh! Adesso ho un sacco di cugini, di primo secondo e terzo grado. E mi capita pure di incontrarli alla Fnac. Che storia.

29.6.06

Sembra la fine dell'anno scolastico. Martedì la cena con le compagne di danza, ieri l'aperitivo con le compagne del corso di inglese, stasera la pizza con gli amici e domani la partita dell'Italia. Peccato che in ufficio si debba venire comunque e che le ferie di agosto siano ancora lontane.

28.6.06

Java Conference
Delle questioni tecniche non ho voglia di parlare, tanto più che credo mi toccherà scriverci su un articolo per il giornalino aziendale (orrore!), resta il fatto che la Java conference è un evento a prescindere.
Innanzi tutto è un fantastico coacervo di nerd, geek, commerciali azzimati, developers normali e curiosi.
Ho avvistato personaggi che sembravano appena scesi dal pulmino vacanze dei portatori di handicap e che probabilmente dietro lo sguardo vacuo nascondevano un QI da polverizzare gli standard del Mensa.
Ho avvistato un tizio che vestiva i bermuda con i calzettoni bianchi alti fino al ginocchio, fortunatamente non aveva i sandali, ma un paio di scarpe da ginnastica. Il problema è che poi un altro individuo con lo stesso abbigliamento l'ho avvistato ieri notte alle colonne di san lorenzo e lì sono entrata in tilt. Vuoi vedere che va di moda? Comunque, per la cronaca, secondo me il calzettone tirato su fino al ginocchio rende sfigato chiunque, molto più dei sandali coi calzini dentro che hanno una loro utilità pratica pur essendo orribili a vedersi. I commerciali azzimati fanno sempre ridere, alla java conference ancora di più, soprattutto quelli che si sentono molto fighi.
La novità ribadita in tutte le salse possibili nella sessione plenaria del mattino è che siamo nella partecipation age. Non ci sono più consumer ma prosumer. Non esiste più la divisione fra creatori e fruitori di tecnologia, tutti partecipano. L'esigenza è la comunicazione, lo scopo della tecnologia è creare l'infrastruttura tecnologica per facilitarla. Siamo nell'epoca delle tribù post moderne, per dirla con le parole di Bertrand Cova professore di sociologia scomodato per l'occasione, la gente definisce se stessa in base all'appartenenza ad un gruppo. L'era dell'individualismo è finita, la tecnologia serve per facilitare la creazione di gruppi, di comunità. Tutto bene tutto bello, una strategia di sviluppo ben delineata. Un esempio per tutti flickr, il luogo di incontro per gli amanti della fotografia, una community in cui i membri sono portatori di contenuti. Il discorso sembra filare liscio. Salvo poi venire ripreso in una delle sessioni parallele sui nuovi media digitali. Quando l'interazione è legata al mondo della tv digitale l'esigenza di rendere protagonisti i "consumatori" invece risulta meno convincente. Anzi a dirla tutta mi trova apertamente contraria. Per dire, a parte un breve periodo di tempo in cui come ascoltatrice di Radio Genova Ovest gioivo del fare dediche in radio e si parla di quando avevo 11 anni o giù di lì, ho sempre avuto una sana allergia per quelle trasmissioni radiofoniche in cui lanciato un argomento di attualità si chiedeva poi agli ascoltatori di commentarlo, scatenando i peggiori logorroici e mitomani del suolo italico. Vogliamo mettere cosa la gente può fare quando le si dà la possibilità di intervenire in una trasmissione collegandosi con una webcam o con un videofonino? Siamo sicuri di volere tutto questo? Io no non ne sono sicura. O meglio, non credo che l'apporto dello spettatore possa migliorare il già penoso livello del programma medio della televisione italiana. Ovviamente di questo non è responsabile la tecnologia, ma perché investire in questa direzione? Sono perplessa.

update: avevo detto che non avrei parlato di tecnologia però una cosa fighissima è questa: SPOT. ero quasi pronta ad andare a prenotare il developer's kit, poi ho scoperto che costerà sui 500 euro.

26.6.06

In un soffio
Sono di nuovo qui seduta alla mia scrivania, il finesettimana si è volatilizzato in men che non si dica. Ho mangiato pesce, preso sole e caldo sulla spiaggia davanti a casa, partecipato ad una riunione di famiglia, scorrazzato per un pochino il triscugino che ormai comincia ad avere un certo peso specifico.
Ho finito "Maccaia" e mi è piaciuto, anche se il fatto che Bacci Pagano fosse genoano mi ha un po' disturbato. Ho polverizzato il libro di Pulsatilla in due sedute da due ore in spiaggia e mi è piaciuto molto. Ho incominciato a leggere un altro giallo (altro rispetto a Maccaia ovviamente), "Casino totale" di Izzo. Bello, anche se il cliché dell'investigatore privato/ poliziotto scapolo con la passione della cucina e del buon vino mi sta cominciando un po' a stufare. Mia madre sostiene che se uno fa il poliziotto non ha famiglia perché non ne ha il tempo e di conseguenza impara a cucinare, sarà, ma a me la cosa non convince. Infatti la controparte di tutti questi "eroi" è sempre un poliziotto con famiglia. Il che potrebbe brillantemente portarmi a dedurre che bisogna essere scapoli per diventare eroi, devo avvertire il Marito che ci siamo fregati con le nostre stesse mani. Forse nascondendo le fedi in un cassetto abbiamo ancora qualche speranza.

23.6.06

Ed inizia il finesettimana.
Quasi quasi scappo adesso, prima che la coda in tangenziale si incancrenisca e mi porti alla disidratazione. E' da un po' che non prendo parte alla massa pendolare non so se ho più gli anticorpi per affrontarla.

22.6.06

Post sui mondiali? No, quello sugli europei del 2000.

Oggi qui si respira atmosfera di smobilito, la gente a pranzo ha estratto vasetti di macedonia e panini al prosciutto dalla borsa del pc ed ha mangiato continuando a battere sui tasti, senza distogliere lo sguardo dal monitor. Tutti a portarsi avanti col lavoro o quantomeno a fingere di farlo mentre cliccavano convulsamente sul tasto di refresh per scoprire quale fosse la formazione.
A 45 minuti dal fischio di inizio si notano drappelli di fuggitivi che si calano in doppia dalla finestra nel tentativo di raggiungere casa per tempo, altri corrompono telefonicamente il barista di fiducia per farsi riservare un paio di sedie in prima fila davanti alla tv. Gli orari di lavoro diventano relativi quando gioca la Nazionale.
Ed io qui mi domando quale sarà il comportamento delle massaie di Buccinasco. Faranno la "spesa intelligente" approfittando del traffico inesistente oppure si rassegneranno ad aspettare che il marito le accompagni per fargli camallare i sacchetti della spesa?
Era il 2000, ero a Milano da pochi mesi. Stavo a casa della Pazza ero ancora assieme al Fidanzato Storico dell'Università, prima che le strade rispettivamente imboccate iniziassero a divergere, rendendoci progressivamente degli estranei. Gustavo l'ebrezza della libertà di azione nella grande metropoli dopo aver vissuto a casa degli zii iperapprensivi, c'erano gli Europei e l'Italia o per culo o per anima non stava andando male. GR ed io eravamo stati assunti nello stesso periodo e seguivamo gli stessi corsi di formazione al politecnico. Lui aveva gli occhi azzurri ed io forse ero un po' infatuata o forse avevo solo bisogno di mettere qualche pietra di fondamenta per costruire la mia vita milanese e il calcio mi sembrava una buona occasione di socialità. C'erano le partite al pomeriggio, quelle viste pigiati gli uni contro gli altri al Matricol@, il bar con le cameriere più antipatiche del mondo. Quelle partite in cui una perde il raziocinio fino a ritenere perfettamente normale patire la sete e il caldo pressato in mezzo alla folla per vedere della gente correre dietro ad una palla. La finale, quella era stata di domenica, ed era stata emblematica di come la mia opera di costruzione di fondamenta milanesi fosse appena agli inizi, mentre la mia vita genovese aveva già iniziato a disgregarsi. Era il giorno del grande trasloco concitato nella Casa delle Ragazze, in cui il Fidanzato Storico si era preso la briga di trascinare un vecchio comodino dalla sua cantina a Genova alla mia stanza milanese. Era il giorno che il Fidanzato, ritenendo di aver assolto ai suoi doveri, mi aveva salutato a metà pomeriggio per essere sul divano di casa sua fra suo padre e suo fratello, in tempo per il fischio di inizio. Era il giorno che il mio amico Yama aveva scelto di fare una gara di rutti coi suoi compagni delle superiori piuttosto che venire a vedere la partita in mia compagnia e GR, nel quale in fondo speravo un po', mi aveva liquidato con un laconico sms dicendo che ormai era partito per vedere la partita a casa di amici. Così quella finale l'avevo guardata da sola a casa delle Ragazze, quella che sarebbe stata la mia casa per più di un anno e mezzo, ma le Ragazze non c'erano, chi a Rimini chi a Savona, impegnate a non far rinsecchire le proprie radici.
E avevo visto la Francia vincere e avevo imprecato davanti allo schermo e mi ero girata in cerca di conferme al mio disappunto trovando solo l'anta dell'armadio a darmi ragione. Poi Yama, trovando sconveniente ruttare dopo la sconfitta, aveva abbandonato gli amici ed era venuto a prendermi per i commenti post partita. Per consolarci avevamo comprato un pacchetto di Camel al distributore automatico di Porta Venezia ed eravamo finiti in un locale gay a bere una birra domandandoci come mai fossimo l'unico tavolo a sessi assortiti.
Comunque sto invecchiando, ma non del tutto. Ho preso accordi col Marito, ci vedremo a casa per il secondo tempo e questa sera pizza e birra, con buona pace dei miei dubbi sociologici sulle casalinghe di Buccinasco.
Spazio Propaganda

Innanzi tutto: Fate i bravi ! Fate a modo! Domenica 25 e lunedì 26 ANDATE A VOTARE NO al referendum. E' importante, la riforma strazierebbe la Costituzione. Inoltre è doppiamente importante perché a questo referendum NON C'E' QUORUM quindi solo con una presenza massiccia alle urne di persone che votano NO si può sperare di abolire la riforma. Qui qualche link per chiarirsi le idee:
Salviamo la costituzione
Referendum costituzionale
Ebbene sì sono link di parte, del resto sto cercando di convincervi a VOTARE NO.

A seguire:
8 luglio alla Cascina Cappuccina di Melegnano l'ottava edizione della Festa Un Altro Senegal. Per informazioni qui. Accorrete numerosi. Musica birra e salamelle, ma anche banchetti informativi sui progetti in Senegal.

21.6.06

Fino a che è l'assistente del dentista a domandarmi quando metto su famiglia, non mi stupisco. Dopo 6 anni, due pulizie dei denti per anno, esauriti gli argomenti che freddo/che caldo, meglio la conad/la gs, che fai a Natale/a Pasqua è inevitabile finire a parlare di famiglia e visto che famiglia non ne avevo era normale che mi chiedesse quando avevo intenzione di metterla su.
Ieri però la ginecologa, prima visita, appena conosciuta, subito dopo l'anamnesi se n'è uscita con "a quando un bambino?" ed io a spiegarle che insomma è appena un mese che sono sposata e non è esattamente nei programmi al momento. Finita la visita comunque le domando cosa dovrei fare se decidessi di volere un bambino visto che ho tutte le sfighe che hanno il 90% delle donne mediterranee. Lei delle mie sfighe non sembra preoccupata, ma parte nella crociata pro acido folico. Ascolto, la ringrazio, faccio per salutarla lei quasi mi tira per una manica e mi dice
"allora, l'acido folico? glielo prescrivo?",
"no no non si preoccupi, tanto non è nei programmi un bambino"
lei non sembra convinta, ci pensa un attimo e poi mi dice "senta io glielo scrivo, lei lo mette lì in un cassetto, così se decide poi è già pronta" e mi caccia fuori dallo studio con la ricetta in mano.

20.6.06

Malasuerte
Ho perso l'abitudine di controllare cosa dice l'oroscopo, dovessi dedurlo dagli accadimenti più recenti mi sentirei di azzardare che per i Leoni nati nella terza decade la congiuntura astrale degli ultimi giorni determina la ribellione degli oggetti. A partire dal ferro da stiro fulminatosi domenica pomeriggio arrivando all'impossibilità odierna di collegare il portatile alla rete aziendale con l'apertura tutti i messaggi di sistema più fantasiosi immaginabili.
I maligni potrebbero sostenere che al ferro da stiro non ha retto il cuore. Lui, poverino, abituato a stirare una maglietta alla volta, in fretta e furia la mattina e a lunghi periodi di reclusione sulla mensola del disimpegno, con una tale mole di cose da stirare era ovvio che non ce la facesse. Però la mobilitazione odierna dai tecnici ai sistemisti che si esaurirà credo quando il fantasma del penultimo amministratore delegato si materializzerà alla mia postazione e inserirà la corretta pwd, dicevo questo fatto inconsulto avvalora la mia ipotesi.
Quindi cari Leoni della terza decade pensateci, se stamattina avete dovuto provare tre volte ad aprire il cancello del box con il telecomando, non è che le pile sono un po' scariche e le dovete cambiare, se al supermercato la vostra Fidaty card risulta improvvisamente illeggibile, non è colpa del portafoglio con la clip magnetica. Se il bancomat è stato risucchiato dallo sportello automatico non è che siete improvvisamente diventati presbiti ed avete sbagliato per tre volte il pin. Sono proprio gli dei che vi vogliono male.

19.6.06

Quest'anno la mia solitamente intensa attività di divoratrice di libri ha subito una brusca botta d'arresto. Saranno stati i preparativi per il matrimonio e le ore spese a tagliare le partecipazioni col taglierino o quelle passate a impacchettare le bomboniere. Sarà stato che dopo aver minacciato di presentarmi negli uffici della c o n d é armata di kalasnikov alla fine i giornali di moda a cui mi sono abbonata arrivano con una certa puntualità.
Durante il viaggio di nozze comunque, complici le 10 ore e 30 di aereo, le 12 di pulman, le attese nelle stazioni e le ore passate sotto l'ombrellone, mi sono sbizzarrita.
Narciso e Boccadoro mi aveva chiamato dal banco delle offerte al supermercato. L'ho portato in vacanza credendo fosse un terribile mattonazzo, sicura che presa dalla disperazione delle ore di attesa avrei trovato la forza per leggerlo. In realtà è un libro molto piacevole, che mescola le dissertazioni su arte e razionalità al racconto avventuroso. Si divora in pochissimo tempo.
Traditori di tutti (Scerbanenco) invece me lo ha prestato il Marito. Un poliziesco ambientato fra Milano, Corsico e Binasco. Carino anche se sul finale in effetti un po' eccessivo.
Poi è stata la volta di La sottile linea bianca, l'autobiografia di Lemmy dei Motorhead. Questo era il libro che si era portato il Marito e ho iniziato a leggerlo storcendo il naso. Tanto più che nella mia ignoranza totale non conoscevo nemmeno Ace of Spades. E ok, Lemmy è un cazzone, ma è simpatico e non è affatto stupido. Anzi dopo aver letto il libro mi sembra anche strano che si fosse candidato proponendo come primo punto del programma la liberalizzazione dell'eroina. Cioè non mi stupisce che lo abbia fatto, visto il personaggio, ma probabilmente le motivazioni dietro il gesto non erano quelle che si potrebbero pensare di primo acchito. Comunque anche se non sono diventata una fan dei Motorhead, Lemmy è una persona che inviterei a cena.
Infine, prima di dedicarmi al bigino di storia della rivoluzione messicana sulla lonely è stata la volta di "Walkin' the dog" di Mosley. E' la storia di Socrates Fortlow, un ex galeotto che lavora in un supermercato ed ha un cane a cui mancano le zampe posteriori. Socrates è anche un po' filosofo e un po' ribelle. I dialoghi sono tutti in slang, ma basta non lasciarsi prendere dal panico e il libro si legge con grande velocità.
Le prossime letture le ho decretate ieri con un giro in Feltrinelli pre cinema. Per iniziare Maccaia, una settimana con Bacci Pagano di Bruno Morchio, dopo un poliziesco ambientato a Milano per par condicio ce ne vuole uno ambientato a Genova.
Del secondo libro non ricordo il titolo comunque è una raccolta di articoli sui grandi scandali americani scritti da premi pulitzer. Il terzo è "Tina" di Cacucci, la storia della vita di Tina Modotti.

15.6.06

Ho voglia di un drastico cambiamento di look. Penso che dismetterò il nero per qualcosa di più estivo. Appena la finisco di ammazzarmi di lavoro per fare cose che risultano inutili e soprattutto senza l'urgenza che sembravano avere.

14.6.06

Pensierini
I miei obiettivi lavorativi per l'anno venturo (concordati or ora col mio capo) mi fanno sospettare che la mia vita extralavorativa avrà una drastica riduzione.
E comunque fa un caldo porco.
Update delle 19.28: sono ancora in ufficio e si scopre adesso che il lavoro per cui mi sono sbattuta fino ad ora è parzialmente inutile, nonostante questo nessuno mi ha detto di smettere

13.6.06

Non sono una grande tifosa dell'Italia, in certi periodi della mia vita, anzi, ho apertamente tifato contro. Questioni tipo che Vicini non chiamava mai Mancini in nazionale, ma anche partito preso, se tutti tifano Italia io tifo per gli avversari. Con gli anni poi si rincoglionisce così ieri sera dopo cena divano in postazione davanti alla tv e via a guardare la nazionale. Per vincere hanno vinto, la partita però è stata alquanto soporifera, tipo che a metà del primo tempo mi stavo già mettendo lo smalto sulle unghie dei piedi avendo esaurito gli argomenti come "che cazzo di maglia ha Buffon?". Alla fine del secondo tempo avevo messo anche lo smalto sulle mani. Fosse durata ancora 5 minuti avrei iniziato a pittare anche le unghie del Marito, fortuna sua essendo la prima partita non c'erano rischi di supplementari.

12.6.06

Ok basta guardarsi intono per rendersene conto, ma è anche vero che gli episodi più significativi sono quelli che ti riguardano direttamente.
Mai come stamattina sono convinta che il Qi medio della popolazione mondiale sia subumano.
Tre episodi in tre giorni ne sono la riprova.
Anche la sfilata è andata bene. Gran successo di pubblico e si spera buoni incassi visto che il ricavato viene devoluto ad una associazione che si occupa di assistenza ai malati terminali.
A rovinare la giornata, la stanchezza accumulata e la scoperta che in due sere di saggio ho perso due oggetti e se per gli orecchini di bigiotteria può passare, per una miope come me aver perso gli occhiali ha dell'incredibile.
Domani tempesta di telefonate al teatro per vedere se almeno quelli riesco a ritrovarli.

11.6.06

La maratona
E' cominciata giovedì, con le ultime prove e le discussioni infinite per i vestiti, la corsa per Milano e il tifo per chi ballava quella sera.
Simon stava soccombendo di fronte a 10 donne che si strappavano di mano vestiti per trovare la migliore combinazione di colori. A me, manco a dirlo, con la scusa che sono alta, è capitato il vestito da confettone.
Venerdì è stata la volta della tribal trance e dell'afro. Noi venivamo dopo le ospiti che sono uscite in scena con la spada in equilibrio sulla testa e si muovevano arrotolavano contocervano e vibravano senza che la spada avesse il benché minimo sussulto. Il pezzo comunque è venuto bene e con l'afro è scattato il superapplauso, del resto contavamo sull'effetto gran gnocca con i nostri abiti.
Sabato invece l'ho vissuta peggio a causa del quoziente intellettivo subumano di una tipa che si è unita al nostro gruppo senza aver praticamente mai preso parte alle prove e ci ha scombinato le posizioni sul palco. Si è voluta mettere a tutti costi davanti e rispondeve pure male in modo arrogante. Roba che il bastone che tenevamo leggiadramente sulle spalle avremmo voluto ficcarglielo in un occhio. Comunque nonostante tutti i pasticci, il carisma di Simon ha avuto il sopravvento e tutto è andato bene.
Oggi mi aspetta l'ultimo capitolo della saga, ma trattandosi d una sfilata sono tranquilla, devo solo camminare e non devo contare o preoccuparmi di andare a tempo con qualcun altra.
Da lunedì si ritona alla vita normale. Da luglio si va in vacanza dagli impegni serali.

9.6.06

Ridendo e scherzando è già quasi un mese che mi sono sposata e dieci giorni che sono rientrata dal Messico eppure mi sembra l'altro ieri che la parrucchiera mi infilzava la testa con un milione di forcine o che il pomeriggio facevo la siesta sull'amaca con vista mar dei caraibi.
Di scrivere resoconti di viaggio non ho avuto tempo a causa delle lavatrici da fare, delle librerie da montare, dei costumi da danza da preparare e dalle prove a cui partecipare. Per non parlar del fatto che con l'arrivo dell'estate stirare è diventato ancora più un incubo di quanto non fosse prima e che nei prossimi giorni mi aspettano montagne di roba da domare o l'armadio esploderà.
Mi limiterò a una breve statistica sul viaggio di nozze, prima che sia troppo tardi per dirne ancora qualcosa.
Aerei presi: 4 (e se vi sconsiglio la Iberia, sappiate quindi che lo faccio con cognizione di causa)
Stati Messicani visitati: 3 (Chiapas, Yucatan, Quintana Roo)
Ora passate in pulman gran lusso per attraversarli: 12+5+15+6
Città maya visitate: 3 (Palenque, Chichen Itza, Tulum)
Monumento più suggestivo: campo del juego de la pelota di Chichen Itza
Accadimento più inquietante: la scimmia urlatrice nella foresta (tipo che faceva lo stesso verso del mostro di Lost)
Scorcio paesaggistico più suggestivo: Agua Azul
Giorni di pioggia incessante: soltanto uno
Giorni di pioggerelle sparse: qualcuno di più
Giorni di sole violento: 4 (compreso quello della partenza)
Componenti della coppia ustionati nonostante la protezione 30: 2
Messicani chi ci hanno detto "Italiani Messicani, stessa faccia stessa razza": tutti quelli con cui abbiamo parlato, ad eccezione delle guide turistiche
Nachos e guacamole ingurgitati: non quantificabile tendente a infinito
Miglior guacamole: quello di Palenque
Miglior birra: negra modelo
Birra bevuta più di frequente: superior
Numero di Margarita bevuti: 6
Souvenir acquistati: tanti
Il più gettonato: il portachiavi a forma di soldatino zapatista con passmontagna e mitra

8.6.06

Stamattina ho costretto il Marito a mettere la sveglia alle sette, dovevo fare le analisi del sangue. Peccato che mentre mi stavo trascinando verso il bagno sia stata fulminata dalla consapevolezza della mia storditaggine, non avevo il contenitore delle urine e consegnare una bottiglia da un litro e mezzo al banco accettazione non mi pareva carino. Quindi niente esami del sangue e sveglia prematura totalmente inutile.
Per dare un senso alla mia giornata ho pensato allora di passare dal parrucchiere a farmi mettere lo smalto in vista del saggio di danza di domani sera. Ecco, andare dal parrucchiere di paese la mattina è una esperienza mistica, la fauna è impagabile. C'era la sciura appena tornata dal pellegrinaggio parrocchiale a Cracovia Varsavia e Auschwitz che teneva banco.
La frase migliore è stata : "I campi erano tutti circondati dal filo spinato. C'era gente che quando veniva fatta scendere dal treno e capiva dove era finita si buttava sul filo spinato e moriva così. Almeno loro morivano senza dolore non come quelli nei forni." Eh beh... morire impigliati nel filo spinato deve essere una goduria.
A parte l'intermezzo ludico, da segnalare le mie movenze fantozziane per non rovinare la tripla copertura di smalto mentre con borsa zaino del pc badge aziendale e chiavi della macchina in mano mi dirigevo in ufficio.
Comunque ora ho delle fantastiche unghie alla morticia addams.

7.6.06

Ieri era il giorno del demonio e giustamente la casa pareva posseduta.
Al di là del fatto che il nostro sciacquone è sempre più intraprendente e decide lui quando è il momento di fare scendere l'acqua, il faretto del bagno ha pensato bene di esplodere facendo un bel corto con scintilla e privandoci della corrente.
Poi far ripartire la corrente è stato tutta una barzelletta con me che facevo la spola telefonica fra il Marito e l'elettricista. C'era un interruttore nascosto in cantina di cui non conoscevamo l'esistenza, alla fine l'abbiamo scovato.
Già che c'ero ho pensato di convocare l'elettricista per vedere se può spostarmi un interruttore che intelligentemente abbiamo murato senza renderci conto che era l'unico che accendeva la luce sopra i fornelli. C'è bisogno di dirlo? "Passo per le nove" sono le classiche ultime parole famose, sono qui che aspetto invano. Credo che murerò un anello al muro per inserirci una torcia e rischiarare ulteriormente la zona cucina, mi sembra la cosa più semplice.Ho perso l'abitudine alla caccia all'elettricista, l'attesa mi prova. Argh!

6.6.06

Per chi non sapesse cosa fare nelle serate di giovedì venerdì e sabato, tipo per chi fosse proprio alla frutta, magari in crisi per la fine della seconda serie di Lost e Desperate Housewives, senza un blockbuster nel raggio di 200 km, consiglio di recarsi all'auditorium Pime in via Mosé Bianchi a dare una occhiata al progetto Zagharid e dintorni dove si terrà una "Mini rassegna sulle realtà sommerse della Danza Orientale in Lombardia".
Il programma si trova sul sito www.zagharid.it. Il costo dell'ingresso è 15 euro, ci sono anche dei laboratori e un mercatino etnico.
Se poi chi mi conosce vuole farsi delle grasse risate sappia che
venerdì sera presumibilmente dalle 22.15 in poi, ballerò un pezzo di tribal ed uno di afro
sabato sera invece dalle 21.15 in poi sarò vestita come un confettone perlinato e come una vedova siciliana e ballerò con il gruppo del mitico Simon

5.6.06

Stamattina mi sono svegliata con un herpes sul labbro inferiore, non ho manco fatto in tempo a rientrare in ufficio che già è comparso il simbolo dello stress da sveglia mattutina.
Per iniziare bene sono stata sfrattata dal mio ufficetto triposto e sono ritornata nello stanzone delle sviluppo. Il capo per farmi digerire meglio la cosa mi ha detto che le mie consegne per oggi sono di riprendermi dal rientro in ufficio. Io eseguo, quindi eccomi. Da domani sarò presa dal turbinio del megaprogetto quindi meglio approfittarne.

2.6.06

Oggi abbiamo montato la libreria Booksworm. E' stata una odissea ma adesso c'è una fantastica sigma appesa al muro.

1.6.06

Ecco uno ritorna dalle ferie e trova nella posta tre numeri di vanity fair, l'avviso di scadenza della rata del mutuo e il bollettino per pagare l'ici. Mi sembra giusto.