28.2.05

La Siberia al risveglio.
Stamattina alzando la tapparella ho trovato Milano imbiancata.
Il vento aveva scombussolato i geranei e i vari attrezzi da giardinaggio lasciati alle intemperie del mio terrazzo.
La gente in cortile avanzava con passo incerto,il ghiaccetto sul marciapiede scintillava al sole, mi son detta che era meglio lasciare Baby in garage ed affrontare i mezzi pubblici.
Il viaggio in metro è stato meno peggio del solito, sulla rossa ho anche trovato il tempo per leggere qualche pagina di Paura e disgusto a Las Vegas e ridacchiare da sola come una scema.

27.2.05

oggi giro rapido a casa della mamma.
c'è il sole ed anche se il cielo non è limpidissimo, il vento freddo che ti sferza il viso e quella luce azzurrognola sulla testa sono un toccasana dopo una settimana milanese.
abbiamo fatto un giro fino alla casa del contadino, le colline di Pegli in versione post incendio devastatore fanno paura: la pineta è completamente distrutta, il sottobosco inesistente se non per quei rottami e bottiglie vuote che prima erano nascosti dei rovi, gli alberi a parte rare eccezioni neri carbonizzati.
si cammina e si sente odore di fuliggine, dopo un po' si comincia ad avere la bocca impastata.
in tutto questo la casa del contadino si è salvata, un piccolo ritaglio verde sulla collina ormai annerita.
hanno poca verdura, ma non importa... i limoni ci sono in abbodanza, belli gialli e con la scorza non trattata, adatti per marmellata e lemoncello.
piu' sotto dove l'incendio non è arrivato le mimose sono fiorite e sono splendide.

25.2.05

Ieri sera alle 21.30 spengevo la luce pronta a gettarmi fra le braccia di Morfeo. Il piano era recuperare il sonno arretrato o comunque assicurarmi un numero di ore sufficienti per poter affrontare la sfida: acquistare due biglietti per la seconda data del concerto degli U2.
Il mio organismo non era pronto. Di solito a quell'ora sto iniziando a cenare, più spesso sono in fase aperitivo (ossia sto infilando qualcosa sotto i denti per evitare il collasso intanto che la pasta si cuoce).
Ho avuto incubi di vario genere e mi sono svegliata ad intervalli regolari di due ore.

Gli incubi sono stati variegati. Ne ho avuti tutta una serie in cui sognavo di acquistare biglietti per il concerto, in diverse situazioni, a diversi prezzi, con incidenti e furti di svariato genere. Poi ho fatto un sogno lisergico.
Ero ad Amsterdam e c'era la festa dello stupefacente. Era una bella giornata di sole ed eravamo in un vialone largo. Al centro del vialone, snodata per tutta la sua lunghezza c'era una tavolata immensa. Io ero seduta su di una delle panche insieme ad altre persone che evidentemente conoscevo, sul tavolo c'erano bottiglie, vassoi bicchieri e tovaglioli di carta, come in ogni sagra paesana che si rispetti.
Solo che.
Solo che i presunti camerieri quando passavano portavano vassoi pieni di sostanze stupefacenti. Io ero un po' stupita che le droga arrivasse in vassoio senza che nessuno l'avesse ordinata ne tantomeno avesse l'aria di aver sborsato denaro, ma poi mi dicevo che probabilmente era un'azione di marketing, se ti piaceva l'asaggino, poi avresti comprato la dose a caro prezzo.
La prima portata consisteva in un cucchiaino con dentro un liquido oleoso giallino, molto simile allo sciroppo per la tosse. Assieme ai cucchiaini c'era un bel bicchierone di cartoncino della coca cola, pieno di cannucce.
Io ingorda mi sparavo il cucchiaino come fosse uno sciroppo, mentre invece vedevo che i miei vicini ne sniffavano i vapori con la cannuccia dopo avergli dato fuoco. Mi prendeva un panico da overdose, ma le persone con me mi dicevano di stare tranquilla, che al massimo mi si rinsecchiva un po' la corteccia cerebrale, ma i danni sebbene permanenti non sarebbero stati devastanti. La qual cosa a dirla tutta non mi tranquillizzava, soprattutto visto lo stato di intorpidimento che mi stava cogliendo. Mi riprendevo solo perché di lì passava un pusher con la faccia di Wesley Snipes e mi tirava un pezzo d'hashish avvolto in pellicola trasparente che mi colpiva sulla fronte, dicendomi che sarebbe passato dopo per prendersi i soldi.
Però la droga a Snipes non la pagavo perché improvvisamente ero in compagnia del mio ragazzo che aveva la faccia di Muccino junior e pensavo a quanto era strano che fossi innamorata di uno con la faccia di Muccino junior che notoriamente mi sta sulle palle e poi diciamolo, potrebbe quasi essere mio figlio.
Insomma che io e Muccino jr ci mettevamo a seguire uno che vendeva i biglietti degli u2 ed entrava in un palazzo che assomigliava alla ASL di via statuto, quella dove si vanno a fare i vaccini per i viaggi all'estero. Nel palazzo, il bagarino spariva dentro una porta e noi rimanevamo nell'ingresso. A quel punto guardando i quadri appesi alle pareti realizzavo che ero in una sala del Prado. Poi mi sono svegliata.

Alle 7.20 di questa mattina ero davanti a Mariposa , quello nella galleria della metropolitana del duomo.
Davanti avevo solo 56 persone. Qualcuno veniva dalla provincia di Varese e si era svegliato alle 4.30 trovando l'auto sommersa da 10 cm di neve. Per un po' di tempo siramo rimasti una 70ina di persona, ma man mano che si cresceva di numero aumentavano anche i furbi che tentavano di infilarsi a metà fila. Sulla porta del negozio c'era una lista su cui per mantenere una parvenza d'ordine bisognava segnare nome e cognome ed ordine di arrivo, ma evidentemente il concetto fatalista "sto al posto in cui sono arrivato e se riesco a prendere i biglietti bene, altrimenti pace", non fa parte della mentalità italiana. Una bionda e una bruna incidentalmente soprannominate Paola e Chiara hanno rischiato di prendere una manica di botte, perché rifiutavano di stare in fila. Alle 8.30 gli animi erano tesi, anche perché i gestori del negozio erano arrivati ed avevano detto che non avrebbero utilizzato la lista per far entrare la gente nel negozio, ma che ci si doveva auto organizzare. Provvidenzialmente (e so che è una affermazione grave) poco dopo sono arrivati i celerini ed un uomo della digos a mettere la gente in fila per due. Paola e Chiara sono state gentilmente accompagnate in 115esima posizione come da lista.L'uomo della digos era grande e grosso, con un cappellino nero di lana in testa, un lupetto nero e una giacca zabaione, molto gentile si era informato sul numero di biglietti presenti per ciascun settore e faceva su e giu' per la fila a rispondere alle domande. I biglietti per il prato sono bastati, anche per la mia collega Ros che arrivata alle 8.00 era in 166 posizione. Io in quelle 2h 30 di attesa ho fatto amicizia coi miei vicini, recuperati i biglietti siamo anche andati a fare colazione assieme.
Zut, tu guarda, uno va via un paio di giorni e il badante gli finisce la birra nel frigo, va già ben che i geranei sono ancora vivi.
Oggi è venerdì sono passata con un giorno di anticipo, così a sorpresa per vedere se tutto andava bene.

24.2.05

Giornatina intensa anzicheno... roba da non soffrire troppo per l'assenza di una connessione internet e molto a causa del casino prodotto dai due colleghi di stanza e dalle loro telefonate in viva voce con la produzione.
Oltre la finestra il cielo volge al blu scuro, la nebbia che sembrava voler salire dai campi pare essersi ritirata.
La vista spazia sul prato. Qui all'estrema periferia hanno deciso di preservare qualche metro quadro di verde fra i palazzi di edilizia popolare e il carcere minorile.
Nel parchetto sottostante i lampioni arancio sono accesi al minimo. Sarebbe un ottimo parco da tossicodipendenti a causa della disposizione delle panchine rispetto agli incroci dei sentierini sterrati, ma non so con che grado di consapevolezza, sono stati piantati alberi stecchiti che non riparano da sguardi indiscreti. D'estate poi c'è un'aiola piena di rose che forse dovrebbe ispirare alla poesia, di sicuro il contrasto col traliccio dell'alta tensione piantato lì di lato produce un effetto straniante.
A breve abbandono la postazione e mi avvio verso casa : missione della serata nutrirsi e dormire.
Firulì, firulà... ooops! Buonasera... sono il Badante... passavo di qua per il mio giro giornaliero. Voi fate pure come al solito. Io devo solo vedere che sia tutto in ordine: controllare che ci sia l'acqua nei gerani, fare entrare un po' d'aria e spolverare l'argenteria. Prego si acomodino. Per cortesia mettete le pattine, che ho passato la scopa adesso. Non fate disordine e vedrete che sarà facile andare d'accordo.

HEY!!! TU!!!! Sì, tu con quel mouse in mano! Cosa credi, che non ti abbia visto? Sposta il puntatore dalla bandiera della pace! Che l'ho stirata ieri! Tu non sai che fatica ho fatto... 'sti sintetici sono un incubo. No, no... è inutile che sghignazzate! Qui finchè non c'è la padrona di casa, fate quello che vi dico io. Perchè poi io rendo conto a lei e mica si scherza!

Ehmmmm... ecco... ufff! Io ve lo devo dire: non sono mica bravo a fare il Badante incazzoso. Diciamo che... ce la facciamo una birretta? E mettiamo un cd? Chi ha da fumare? Poi puliamo tutto dopo.

NOOO!!! Chi ha spento la cicca sull'archivio!!! Adesso chi lo rammenda?

Mannaggia: non vi si può dare un secondo di tregua. Passatemi una birra, và...

23.2.05

Comunicato

Questo blog va in onda in forma ridotta a causa delle inesistenti possibilità di connessione internet della gestrice, la quale attualmente è impegnata a sollevare le piastrelle del pavimento flottante del suo ufficio alla ricerca di una torretta abilitata, nonché ha assoldato assieme ai colleghi di ufficio una equipe di picchiatori che faccia pressioni (di natura esclusivamente psicologica) sul tecnico delle connessioni affinché casualmente ne repristini una, anche se non esplicitamente autorizzata. Nel frattempo però siccome alla sua creaturina ci tiene ha assunto un badante di fiducia. Fate a modo!




Il Badante ha eseguito il suo compito e vi ricorda che qui non si sporca e non si fa casino, se no lui si incacchia e viene a cercarvi personalmente uno per uno, perchè poi a dover pulire è lui! E, essendo che il Badante ha il rock, potrebbe essere pericoloso! ;-)

22.2.05

D'inverno la bitmap del mio guardaroba è monocromatica: bianco nero grigio.
Ci sarebbe una gonna verde acido, ma, per usare le parole di un mio collega, quella fa parte dell'abbigliamento "da gara", quindi non vale.
Ad aggravare la situazione di questa mia tendenza latente, per quanto non pienamente espressa al dark, giungono i miei capelli. Di recente la frase più gettonata riguardo alla mia folta chioma è "che capelli scuri che hai". E se la cosa può avere un suo senso detta da persone che non mi vedono da prima della mia ultima visita dal parrucchiere (che risale ai primi dell'anno), si fa invece inquietante quando pronunciata dalla mia coinquilina che mi vede tutti i santi giorni .
Come se la malinconia dark del mio vestiario avesse contagiato i capelli, che poi smettessero di crescere i capelli bianchi... ma quelli indomiti non si lasciano convincere ad abbandonare il campo.
Ieri, la prima visita ad un negozio di mobili per un preventivo per la cucina.
Per una volta in linea coi consigli di mia madre, sono entrata per sapere il prezzo di una cucina in rovere sbiancato che da qualche mese fa bella mostra di sé in vetrina.
Il negoziante mi ha sì mostrato i pregi della cucina suddetta, che era poi il pezzo forte, la più cara del negozio, ma poi mi ha trascinato attraverso la varie cucine in esposizione sino a quella che secondo lui faceva per me, la cucina definitiva: una cucina in rovere grigio.
A dirla tutta una cucina praticamente NERA.

21.2.05

calma piatta, non capisco come succeda
forse è che dopo tanto vorticare affannoso i miei neuroni cadono vittime della narcolessia,
forse è un meccanismo di difesa, ma alla fine pensare a tante cose tutte assieme è come non pensare,
il meccanismo on off è di facciata e troppi dati equivalgono comunque a rumore
fatto sta che il diagramma della mia attività neurale è a gradino ma il risultato non cambia
o le domande si accavallano l'una sull'altra
o si perdono negli anfratti delle sinapsi
risposte comunque non ce n'è
Ciccio Flachi

20.2.05

Ieri sera sono andata a veder il Mercante di Venezia. Bel film molto curato, grandi attori. Io comunque alla fine continuo ad essere dispiaciuta per Shylock.

18.2.05

Ieri ho avuto modo di constatare un difetto del nuovo ufficio: la mancata fonoassorbenza delle sue pareti.
Nello stanzone da 12 persone c'erano due pareti esterne di finestre, le restanti pareti erano coprte di armadi. Anche parlando a voce alta, i suoni con le porte chiuse non trapelavano all'esterno in forma intellegibile.
Qui nello stanzino prestige invece ci sono paratie sottilissime e se uno starnutisce nella stanza accanto è come se avesse starnutito il mio vicino di scrivania.
Ecco ieri ad un certo punto per la disperazione mi sono messa a battere i piedi per terra e i pugni sul tavolo dicendo "Basta basta"
Tempo 1 picosecondo si era radunata una folla davanti alla porta per vedere se per caso i miei compagni di ufficio stessero abusando di me.
Non che ricevere allegati pornografici a mio giudizio innalzi il tasso di punti rock®, la cosa che invece te li fa perdere è quando in un giro di mail che va avanti da diverse ore fra una decina di persone, nel momento in cui qualcuno decide di raschiare il fondo mandando appunto un allegato pornografico, tu sola venga esclusa in quanto ritenuta troppo seria.
Per fortuna c'è qualcuno che invece ha fiducia in me e quindi per spiegarmi il genere suonato da un gruppo di cui mi propone un concerto, utilizzi la seguente descrizione:
" nel caso in cui non sapessi chi sono, gli zeke fanno roba tipo i motorhead sotto massicce dosi di anfetamine. ".
Per questa volta sono salva.

17.2.05

Delle volte mi si rimprovera la scarsa socialità coi colleghi, di non andare, se non in occasioni eccezionali, ad aperitivi o altri ritrovi mondani. Questa volta ho deciso che essendo libera dalla lezione di francese, mi sarei aggregata all'allegra compagnia. Questo prima di scoprire qual'era il programma: aperitivo al Baci e Abbracci e danze sfrenate all'Atlantique. Ecco a quel punto mi sono ricordata del perché non partecipo mai. Si accettano suggerimenti su come uscire con grazia da questa impasse: fare la figura da asociale o sottoporsi alla tortura?

16.2.05

alle 19 il mio capo mi ha investito del titolo di salvatrice del mondo... alias mi ha scaricato addosso una bega, che qualcun'altro aveva comunque già sviscerato... per cui tolto il piacere della ricerca mi rimane l'onere della modifica... e comunque adesso me ne vado che anche se salvo il mondo non c'è rimasto nessuno che se ne puo' accorgere....
update.
abbiamo appena telefonato al bagarino di fiducia di un mio collega. ha solo biglietti di terzo anello e li vende a 80 euro l'uno. forse possiamo tentare di strappare uno sconto comitiva.
Fanculo agli U2 e soprattutto Fanculo a TicketOne il demonio sotto mentite spoglie... neanche troppo mentite.
Stamani sul sito di Ticketone che non vendeva più online i biglietti, se mai lo avesse fatto (credo stiano raccattando pezzi dei server esplosi nel raggio di 200Km) c'era una frase sibillina, tipo che date le forti pressioni gli organizzatori avevano dato il via alle vendite presso i distributori abituali. Come dire che ieri sera in preda allo stress, per levarsi la gente di torno hanno iniziato a vendere nonostante avessero spergiurato di cominciare oggi.
Ieri per altro, già dalla mattina, Mariposa ha fatto quello che ha voluto ed ha sparso per Milano biglietti di vari settori, tranne ovviamente quelli per il prato che è merce introvabile peggio del sacro graal. Si narra di persone che affittavano passanti per comprare i biglietti dati in un massimo di due per persona.
Stamattina alla slunga c'era coda dalle 7.20. Il mio collega è passato alle 8.30 ed ha resistito fino alle 9.30 poi ha gettato la spugna. Siamo tornati a pranzo, il commesso ci ha detto che le vendite erano iniziate alle 9.40, ma che comunque i biglietti erano finiti al cliente numero 89, quindi anche fosse restato sarebbe rimasto fregato per 5 numeri, lui aveva il 94.
Bene a questo punto adotterò frasi di circostanza del tipo "eh sì io li ho visti nel 91 al delle alpi, ma già erano sulla parabola discendente e poi i concerti negli stadi, cielo non fanno per me, troppo poco intimi" per poi produrmi nel simpatico aneddoto di quella volta che ho visto gli Smashing Pumpkins gratis alla festa dell'unità di Modena (che nessuno se li filava ai tempi) e ho fatto la foto con Billy Corgan ed ho tutti gli autografi sul libretto del cd di Gish e il batterista si era seduto accanto a me ad uno degli innumerevoli bar con un bicchiere di latte in mano e mi aveva spiegato che non beveva mai alcool prima dei concerti (che poi si è scoperto che si faceva le pere, ma questa è un'altra storia).
Alle 7.45 ho parcheggiato davanti all'ufficio. Ci ho pensato un attimo, poi ho deciso che strisciando il badge prima delle otto si sarebbe di certo prodotto un qualche evento catastrofico, tipo l'apertura di una crepa spazio temporale ed io sarei stata catapultata in mezzo ai dinosauri con il mio zainetto del portatile sulle spalle. Così ho deciso di andare a comprare il giornale, poi sull'onda dell'entusiasmo di spingermi fino al panificio. Mi sono resa conto che l'antelucanità dell'orario era uno stato della mia mente. La gente alle otto meno un quarto si aggira attiva con pargoli al seguito, fanciulli dotati di enormi cartelle si dimenano e urlano per strada e soprattutto : tutti vanno dal panettiere.
La sciure del panificio sono lente, esasperanti e lente, la mattina poi, vinte dal sonno, sono ancora più lente. Sono stata dentro 5 minuti e l'unica persona che stava servendo è riuscita a mettere 4 uova in un sacchetto con una flemma invidiabile se si considera il numero di persone accalcate oltre il banco. Ho controllato la focaccia appilata al di là del vetro ed ho deciso che non valeva la pena di tanto sbattimento. Sono uscita. Ho strisciato il badge alle 7.58 e l'ascensore non mi ha inghiottito.

15.2.05

Per fortuna oltre ai colleghi spaccapalle che ti fanno venire voglia di andare in Giappone alla ricerca di uno spadone di hattori hanzo (o come diavolo si scrive) onde avere uno strumento adatto per staccargli la testa dal collo (al collega), ci sono anche quelli carini che ti invitano nel loro ufficio a mangiare pane e nutella ...
The Ghost
Well I woke up on the gravel ground
At the feet of a long tall train
Remembering not where I was from
Remembering not my name

I thought of friends from years ago
In a youth I'd thrown away
And a girl who used to love me so
Though I couldn't recall her face

Then I realized I was only drunk
And the years were stripped away
I felt like a widower stoned and watching
A film of his wedding day

She ran to the car with a T-shirt on
Her face as sad as the moon
Well I was lost and I was bummed
By the ghost of yet to come
(Thin White Rope Sack Full of Silver)
la mirabolante efficienza di ticketone.
da ieri all'una di notte una task force sta tentando di acquistare i biglietti online per il concerto degli u2 al meazza.
beh, l'unica cosa che sono riusciti ad ottenere dal sito dopo ore ed ore di "numero massimo di utenti raggiunto" è stato "vendite on line sospese".
Il call center comunque non risponde, deve essere esploso o gli operatori si sono impiccati alle cornette del telefono per lo stress.
Che poi mi domando, se già ai tempi di zooropa mi lamentavo della parabola discendente degli u2, perché sbattersi tanto a distanza di 10 anni per vedere i miei idoli invecchiati, dovendo sganciare 47 + 7 neuri per avere accesso al girone infernale di adolescenti urlanti che si sistemerà sul prato?

14.2.05

di media sono sempre stata contraria al nonnismo.. ed a dire il vero lo sono ancora... diciamo che si tratta piuttosto di rispetto per gli anziani... solo che le nuove leve dell'ufficio dovrebbero essere un po' piu' rispettose di chi sono 4 anni che ogni mattina affronta questa gabbia di matti... altrimenti tutina gialla e katana!!

13.2.05

per essere una che ama la simmetria e l'allineamento la mia barra laterale fa venire il mal di mare, ma le basi del mio template erano così vetuste che non mi comparivano più gli archivi in modo corretto.... così per ora ci sono quegli orrendi pallini...
Per dire, oggi sono stata cooptata come aiuto cuoco. Sì che non mi sono alzata dal letto esattamente ad ore antelucane, anzi a dirla tutta è mezzogiorno e mi aggiro ancora in pigiama. Comunque sia il mio contributo al pranzo è stato pelare le patate. Per la serie sentirsi apprezzati ...

11.2.05

ubriachezza molesta, passaggi di consegne ed altre amenità di un venerdì lavorativo(?)
ah fra i vari reperti trovati nel fondo dell'armadio che ho svuotato c'erano scontrini di cose acquistate nel 2001 e la fotografia del mio fidanzato dell'università... credo che dovrò fare un po' di pulizia... non oso pensare a cosa salterà fuori quando invece di traslocare di ufficio, mi toccherà fare il trasloco nella casa nuova.
missione riuscita.
a dire il vero non per merito mio, che la sveglia l'avevo sì anticipata, ma poi mi ero persa fra dare da bere alle piante, buttare via la rumenta, fare benzina ed altre amenità simili bruciando quindi il vantaggio accumulato.
fatto sta che l'uomo relegato a stare sul banchetto da una decisione arbitraria mia e dell'altro, non ha fatto una grinza e pur essendo arrivato per primo si è sistemato nell'angolino in castigo.
ora ho una scrivania matrimoniale con il collega urlatore. non mi lamento... posso sempre metter su le cuffie.

10.2.05

oggi non riesco a mettere due frasi una via l'altra collegate da un qualche senso, però sono in vena di lamenti:
1) la fantastica interfaccia web da me progettata è stata battezzata in mia assenza hydra, che sembra il nome di un detergente intimo...
2) ieri sera i miei vicini hanno fatto una seduta di salsa e merengue intensiva sparandosi 7 cd uno via l'altro... ad un certo punto ho creduto di sentire numa numa iee in versione cubana... ma forse era colpa dello sciroppo per la tosse
3) milano è tappezzata di manifesti elettorali di alleanza nazionale, in particolar modo su ogni palo della luce compare la criniera leonina della signora ferretto che sucita in me pulsioni da edward mani di forbice.
4) nel nuovo ufficio in cui deporteranno domani ci sono due scrivanie belle ed un banchetto da sfigato, questo è un lamento preventivo in caso non riuscissi ad accaparrarmi una scrivania bella...

9.2.05

Il bello di quando ti chiama la mamma di un tuo amico è che è un po' come se fossi sua figlia. Quindi dopo aver fatto piani a lungo termine sulla tua carriera di indossatrice di burka che comprendono una trasferta in quel di Verona e, pare, una fra le zanzare di villa Arconati, si sente in dovere di notare che hai starnutito e instuaurare una filippica sul fatto che noi giovani non ci copriamo abbastanza. Sto diventando nostalgica... la cosa mi ha fatto quasi piacere.
Sono stata a casa due giorni in mutua... peccato che ci sia la gogna e la decurtazione dello stipendio se non si invia il certificato medico entro due giorni dall'emissione... e che quindi uno debba armarsi di santa pazienza e andare dal medico dall'altro lato della città (che guai se viene a casa) a recuperare il detto certificato. Che la mamma sta a Genova e non mi sono ancora data all'allevamento dei piccioni viaggiatori come Ghost Dog. A quel punto una volta smesso il pigiama per i jeans e messo il naso fuori di casa tanto vale rassegnarsi al rientro in ufficio.
Va bene George "Ocean" Clooney, va bene Vincent "Capoeira" Cassel, ci sono uomini che se te li trovassi davanti certo non sarebbe facile mantenere il controllo di te stessa. Io però il mio status di donna indipendente lo getterei al vento davanti a un uomo come Richard P. Feynmann. Roba da inginocchiarsi ai suoi piedi chinare il capo e dire "fai di me ciò che vuoi".
Ciascuno ha le sue deviazioni, io mi inchino inebetita di fronte alla superiorità intellettuale.
E poi con quello sguardo vispo e il capello un po' arruffato non si puo' dire che Feynman non fosse un bell'uomo.
Ieri sera stavo leggendo Sta scherzando Mr Feynman!, la storia della sua vita raccolta da un amico in conversazioni registrate mentre erano in tourneé a suonare i bonghi. Voglio dire, non stiamo parlando di un fisico qualunque che oggi nel tempo libero se ne va a zonzo suonando i bonghi, stiamo parlando di un premio nobel e stiamo parlando di qualcosa come 50 anni fa.
Già questo è indicativo.
Comunque questo episodio mi ha fatto sganasciare dalle risate in piena notte.
A Princeton (o al MIT, non ricordo con precisione) Feynman faceva gruppo con i fisici, ma, essendo curioso di natura, una volta ogni una o due settimane, si univa al gruppo dei biologi o a quello dei filosofi o a qualche altro. Una sera fu invitato a seguire un seminario di filosofia di alcune puntate, in cui gli studenti si trovavano per discutere i vari capitoli di un libro di un filosofo di cui non ricordo il nome. Quella sera gli studenti stavano discutendo della definizione di "oggetto essenziale", Feynman quale spettatore del tutto digiuno dell'argomento aveva deciso, pur contro la sua natura, di starsene buono in disparte senza fare domande. Fu proprio il relatore a tirarlo in mezzo alla discussione:
"Mi dica Mr Feynmann, secondo lei un elettrone è un oggetto essenziale?"
Feynman preso in contropiede, dopo aver confessato di non aver letto il libro in questione decideva comunque di rispondere, chiedendo prima però alcuni chiarimenti:
"Tanto per capire, un mattone è un oggetto essenziale?"
La sua seconda domanda sarebbe stata se l'interno di un mattone fosse un oggetto essenziale, per capire se l'oggetto essenziale fosse necessariamente un oggetto tangibile o potesse essere un idea.
Un primo studente disse:
"Certo, un mattone nella sua mattonità è ovviamente un oggetto essenziale"
Non aveva finito la frase che subito un altro studente dissentiva:
"Ma no, non è il mattone in quanto tale ad essere un oggetto essenziale, ma l'idea di mattone"
Immediatamente si inseriva un terzo
"Ma no non è l'idea, è il materiale di cui il mattone è costituito nella sua potenza di essere trasformato in mattone"
In breve tempo una manica di filosofi impazziti se ne stava a sviscerare il concetto di mattone, mentre Feynman facendo spallucce pensava tra se e se che con i filosofi finisce sempre tutto in un gran casino.

4.2.05

un muro di nubi grigie avanza compatto sulla città da nord
a ovest c'è ancora il sole
è un cielo da film di fantascienza
del resto stasera si testa il propulsore ad improbabilità
la task force avrà nero e verde come colori d'ordinanza e si incontrerà in luogo desertico per non destare sospetti
oggi non avevo nulla da fare... ho spulciato il mio blog... ho fatto il conto che sono passati 15 giorni da quando sono stata scaricata dall'ex fidanzato a quando ho comprato casa... e nessuno ha tentato di fermarmi...mah!
Ah e qui c'è il mio frigo.
Corsico By Night

Ieri sera avevo in programma una tranquilla serata da massaia, bucato, preparazione torta di zucca e soprattutto almeno 8 ore di sonno consecutive.
Poi per una serie di coincidenze del tutto impreviste sono finita a teatro a vedere I monologhi della vagina al teatro ciak. Detto così fa un po' veterofemminista, in realtà è uno spettacolo divertente e serio allo stesso tempo.
Mi sa fra l'altro che l'avevo già visto al primo anno di Università, nella versione di Franca Rame.
Sul monologo del gemito c'è stata un' esplosione di risate scomposte da parte di tutto il pubblico, male agli addominali diffuso, attacchi di tosse... l'unico che non sembrava gradire era il tizio seduto davanti a me, il quale anzi aveva un'aria un po' perplessa, per non dire disgustata.

3.2.05

Anche io partecipo al:

Imperdibile.
Ah comunque tornando alle cose veramente importanti: GRANDE DORIA!!

[Disclaimer: il post qui sotto è una tirata senza capo né coda al solo scopo di affermare che avevo ragione io e che risulterà particolarmente oscuro a chi non era a discutere con me ieri sera... che peraltro se passerà di qui penserà che sono una persona triste e che comunque aveva ragione lui]

L'energia non si crea e non si distrugge, si trasforma e comunque l'entropia aumenta.

Ci sono cose su cui non riesco ad ironizzare, per quanto mi sforzi non ce la faccio.
Ci sono cose che mi fanno salire il sangue agli occhi nel giro di 15 secondi e poi altro che respirazione yoga per farlo rifluire, mi ci vorrebbe del valium direttamente in endovena ed in dosi massicce.
Soprattutto ci sono cose che mi lasciano addosso un senso di scoramento per cui mi alzo la mattina pensando che l'unica vera soluzione è l'estinzione del genere umano. Prima il mondo collasserà meglio sarà. In alternativa invoco l'intervento della coalizione interstellare e la disintegrazione del pianeta per la costruzione di una superstrada intergalattica.
Pensandoci forse anche io ho una discendenza in linea diretta con Gengis Khan, e quel rumorino di fondo che mi risuona nelle orecchie quando mi arrabbio è uno scalpiccio di cavalli.

Perché uno ci prova, magari male, magari non con tutto l'impegno possibile, ma in qualche modo ci prova a cambiare le cose che non vanno. Che il mercoledì sera invece di andare in un fondo di cantina umido , uno se ne starebbe anche in casa o al bar a guardare la partita.
Sarà che però uno dopo 10 anni di studi scientifici ha una spiccata tendenza al pragmatismo e che quindi al di là dell'ideale che persegue resta ancorato al suolo. Banalizzando al massimo se ci sono 10 mele e noi siamo in 11, continuano ad esserci dieci mele, anche se ho lo sguardo da "astronauta" proteso alla visione di insieme, anche se ho lo sguardo da sognatore, anche se magari arriverà il giorno in cui schioccando le dita si materializzeranno le mele dal nulla. E per quel giorno se qualcuno non si priva di qualcosa, ci sarà uno stronzo che di mele non ne mangia. E che cazzo un po' di senso della realtà.
La cosa agghiacciante è che uno finisce a scannarsi con le persone che poi sostanzialmente hanno le stesse idee. E se non ci si riesce a mettere d'accordo fra chi dovrebbe già esserlo mi sfugge come si possa riuscire a fare qualcosa.

Comunque sulla via del ritorno in piena adrenalina da discussione politica, ho tentato dell'autocritica. Forse sono io che non mi so spiegare, forse è vero che sono quadrata, del resto mio padre sono secoli che mi dice che sono tedesca, forse è vero che non ho fantasia. Forse quando mi sbucano i canini affilati da sotto il labbro superiore a sentire certe frasi, forse quando mi inviperisco e dico alla gente che dovrebbe leggersi Rifkin o qualche studio sullo stato del mondo, sono solo vittima di uno sporco snobismo da intellettuale di sinistra. Ecco però proprio guardandomi nello specchietto retrovisore non ce la faccio a non autoassolvermi.

2.2.05

cazzarola
L'attacchinatore abusivo professionista.

Agisce nella notte, ad un ora in cui anche il più nottambulo dei padroni di cane è andato a dormire e in cui la temperatura è andata comunque sotto zero.
Veste di scuro , molto scuro, ma non può indossare guanti che altrimenti lo scotch si attacca alla lana e le locandine scivolano.
I nemici dell'attacchinatore abusivo professionista sono i vigili insonni in ronda per il quartiere, i muri scrostati e le locandine stesse di colori squillanti che risaltano contro gli abiti neri consentendo una rapida individuazione del soggetto da parte dei vigili di cui sopra.
L'attacchinatore abusivo professionista agisce in coppia con un collega. Uno tiene le locandine, l'altro lo scotch.
La coppia deve essere affiatata, uno piazza la locandina l'altro arriva rapido con lo scotch. Chi piazza la locandina deve scegliere la superficie adatta : i muri piastrellati sono il top, seguiti da quelli ricoperti in finto marmo, da evitare assolutamente gli intonaci a buccia d'arancio o quelli che cadendo a pezzi trasudano sabbia. La cornice dei citofoni fornisce un buon grado di aderenza, ma non garantisce la sopravvivenza del volantino oltre le 7 del mattino, ora in cui la portinaia incazzata prende servizio e lo straccia con rabbia.
Anche i mobiletti in alluminio dei quadri di controllo pubblici hanno un aspetto invitante, ma sono forieri di persecuzioni inquisitorie da parte dell'autorità pubblica.
Le pensiline degli autobus costituiscono una buona locazione, ma la cosa è risaputa quindi si rischia che non appena espletato l'attacchinaggio, l'attacchinatore professionista dell'associazione della porta a fianco copra il tuo volantino con il suo.

L'attacchinatore abusivo non professionista.

Gli attacchinatori abusivi non professionisti sebbene vestano anch'essi di scuro ed agiscano a notte fonda si distinguono per l'estrema scoordinazione della coppia. Arrivati ad un incrocio uno prende la destra l'altro la sinistra, salvo poi urlarsi a voce altissima "cazzone vieni da questo lato, che il muro è buono".
Indossano un guanto per uno, onde massimizzare gli inconvenienti della scarsa aderenza.
L'attacchinatore con lo scotch a fine serata avrà ingurgitato una quantità di carta gommata dall'apporto calorico pari a quello di un tacchino arrosto, quello con le locandine avrà sfregi permanenti sulle mani che manco i cultori dell'autolesionismo più spinto.
Gli attacchinatori non professionisti si troveranno in breve tempo con una quantità di scotch esigua e una pila di locandine che misteriosamente non diminuisce di spessore.
A fine nottata, quando ormai le falangi avranno assunto la classica colorazione bluastra da stato di avanzato assideramento, si fermeranno accanto alla macchina con le locandine appoggiate in bella vista sul tetto per fumare l'ultima sigaretta, incuranti del fatto che il campanile abbia da poco decretato che sono le due di notte, che la sveglia il giorno successivo sia puntata alle 7.30 e che la volante dei vigili sia al secondo giro consecutivo nella stessa via.
L'attacchinatore abusivo non professionista porterà per mesi nel bagagliaio la vergogna del lavoro non finito sotto forma di volantino giallo frangettato fino alla prima grigliata estiva ai laghetti in cui potrà disfarsi del segno del disonore mischiandolo assieme alla carbonella.

1.2.05

ieri sera mi si è insaccato un dito, stamattina invece di avere il dito blu avevo un muscolo del collo ingrippato... propagazione degli impulsi?