28.12.06

L'adrenalina spray, dono di Natale graditissimo, farà brillare i miei capelli, ma non ha effetto sul resto del cortpo. La palpebra ha la pericolosa tendenza a risentire della forza di gravità e ad abbassarsi bruscamente togliendomi la visuale del mio monitor.
Il meraviglioso mondo di Amelie, visto la seconda volta non fa lo stesso effetto della prima. Anche se, devo ammetterlo, pur odiando l'orrido meringone del Sacre Coeur mi è venuta voglia di tornare a Montmartre.
Il viaggio a Parigi è prenotato, il parcheggio all'aeroporto pure. Non resta che fare le valigie con criterio, portando l'essenziale, evitando i liquidi nel bagaglio a mano e lasciando spazio a sufficienza nel trolley per eventuali acquisti.
Resta anche da decidere quale fra i due libri che sto leggendo (l'orrido mattonazzo London di Rutherford e La fine è il mio inizio di Terzani) avrà diritto di cittadinanza in valigia o se invece lacerò a casa entrmbi per pescare fra quelli ricevuti per Natale: Molto forte, incredibilmente vicino (Foer)
Pronoia è l'antidoto della paranoia (Brezsny)
Gomorra (Saviano)
La scomparsa dei fatti (Travaglio)
Domani avrò tutto il tempo per riflettere su questo atroce dilemma, mentre mi dedicherò ai lavori domestici di fine anno.

27.12.06

Alexander Hacke è un figo della madonna nonché il mio nuovo idolo personale.
Il 26 dicembre le abbuffate natalizie hanno trovato degna conclusione a casa del Babbo (che detta così fa brutto, ma insomma io mio padre lo chiamo Babbo alla toscana), il quale si è prodotto in antipasti misti (salame, uova sode, funghi sottolio, insalata russa and so on) + polentazza la sugo di funghi + cotechino e mesciua (o come cavolo si scrive) + faraona ripiena + dolci misti frutta secca e marzapane. Co starring syrah di Sicilia, Negramaro di Puglia, rum di varie specie più la birra autoprodotta.
Durante il viaggio di ritorno verso Milano col Marito per non aggiungere alle difficoltà delle nebbie esterne, quelle dello sguardo annebbiato dal sonno, ci siamo raccontati in dettaglio le nostre recenti letture. A casa ci attendeva la deliziosa temperatura di 13 gradi e una serata passata avvoltolati in una coperta sul divano a guardare "Crossing the bridge: the sound of Instabul" il documentario di Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten) sulla musica turca. Bellissimo.

26.12.06

Buon Natalino
Il 24 è stata cena con Famigghia, Marito e Suoceri.
A parte che a tratti ho desiderato essere alle Maldive su di una spiaggia a mangiare cocchi e banane, la serata è stata piacevole. E qui non posso esimermi dall'elencare i doni ricevuti:
dalla mamma, che mi pensa un giovane virgulto, una tuta grigia da supergiovane con la cinta risvoltabile con scritta argento sul sedere e felpina con cappuccio. Taglia XL. O le giovani d'oggi sono acciughine oppure la Everl@st incita all'anoressia, non sarò un fuscello ma entro ancora nella 44.
dai suoceri, un guanto da forno con pinguino occhialuto, ripieno di gianduiotti, un tostapane, una lanternina di BabboNatale e un portafortuna la Chiave dell'Ammore laminata in argento.
dagli zii: una incrociatina nera e 3 bottiglie d'olio marchigiano non filtrato (pregasi indovinare fra zio e zia chi ha donato cosa)
dall'amica di lunga data: una collanina di pietre dure azzurra.
E infine dal Marito: dvd film documentario con in copertina una ballerina di danza del ventre con un sitar a tracolla e superborsa dei Beatles, perché degli Stones non le fanno. Il problema è che io dei Beatles conosco sì e no 4 canzoni e nemmeno una di quelle dell'album a cui la borsa è intitolata. Mi toccherà studiare.
Alcuni altri regali mi attendono a Milano sotto l'albero e fra poco a casa del Babbo.Aggiornamenti a seguire.

25.12.06

Carramba!

Il 23 dicembre è stata una serata all'insegna del "non ci posso credere!" rivedendo amici e compagni dell'Università.
Diego, che ci ospitava a casa di sua mamma è a Valencia, Valentina, sua sorella, si è sposata da poco e vive a Recco.
Gabriele è a Nottigham, ma si lamenta delle scarse possibilità di socializzazione del posto. Giulia, sua sorella, medita di stare 4 mesi in Messico la prossima estate.
Chiara non la conoscevo, fa la biologa molecolare a Stuttgart e balla il tango.
Santo è sempre uguale, Alberto ha abbandonato la biologia per dedicarsi al commercio equo a tempo pieno.
Con Sandy abbiamo impiegato un secondo di troppo a riconoscerci, Valentina era in gran forma.
Matteo sta per diventare papà di Bianca, Sonia è al sesto mese e aspetta un masculo, ma non ha ancora deciso il nome.
Pode ha abbandonato l'università e si è dedicato al mercato cinese.


Enrico vedendo Gabriele: Ohh chi si vede un fantasma!
Enrico vedendo me, un istante dopo: Toh un altro fantasma, un fantasma sposato
Gabriele a chiosa: Sì io sono un fantasma col lenzuolo, lei è un fantasma con le catene.

23.12.06

23 dicembre e sono ancora viva.
Nonostante ieri abbia affrontato il traffico delirante del lungobisagno per fare la perizia alla micra, sia andata in posta a ritirare una raccomandata, all'agenzia di viaggio per ritirare i documenti più svariate altre commissioni.
Nonostante il film di Ken Loach bello, ma se possibile ancora più triste di tutti gli altri da lui girati.
Nonstante oggi alle 9 del mattino avessi davanti 15 persone dal fruttivendolo.
Ma durante le feste non bisognerebbe rilassarsi?

21.12.06

Ho pensato che fosse il caso di aggiornare il template dato che oggi è il solstizio d'inverno e il Natale è alle porte.
Con un rush finale, nella pausa pranzo di ieri ho quasi completato i regali, anche se non sono del tutto convinta delle scelte fatte. Comunque ho fatto acquisti fedele al principio che il regalo natalizio deve essere qualcosa di superfluo, ma non inutile. Casomai ai miei regali potrà esser cambiata la destinazione d'uso e se i libri che ho comprato non piaceranno a chi li riceverà, potranno sempre essere utilizzati, che so, per alzare il comodino.
Ora vado a farMi qualche regalo.

20.12.06

Oggi seconda tappa del tour de force dei festeggiamenti aziendali. Fortunatamente la mia azienda nonostante la fusione di recente avvenuta, ha mentenuto la sua tradizionale "braccinità" piemontese quindi niente cena, ma misero aperitivo aziendale a tempo limitato, dalle 18 alle 20.30. Guai a sforare che poi qualcuno crede che gli venga offerta la cena.
Questo Natale, ribadiamolo, mi ha già scocciato. Partita a inizio dicembre piena di entusiasmo nella decorazione dell'albero e nell'acquisto dei regali di Natale, mi ritrovo oggi a non aver ancora comprato i regali più importanti. Le caselle sul calendario dell'avvento si aprono a ritmo forsennato catapultandomi in zona Cesarini.
Il 22 dicembre sarà ufficilamente la giornata del demonio con una sveglia all'alba per poter essere in orario dal perito genovese per la verifica del danno subito dalla micra nel tamponamento di luglio a danno del Marito a Milano (per la serie che velocità e che coerenza). Proseguirà con una coda alla posta per il ritiro di una raccomandata (speriamo che non sia una multa), mi vedrà impegnata in agenzia di viaggio a ritirare la documentazione per il viaggio a Parigi e infine, esanime, a procurarmi i regali di Natale mancanti.
Il 24 poi ci sarà il cenone della vigilia, il momento nevralgico dei festeggiamenti nella mia famiglia. Quest'anno saranno coinvolti anche il Marito e i Suoceri. Ero felicissima di queste bella riunione, in cui avrei fatto da co-anfitrione con mia mamma, perché si sa, sono un'anima semplice e le riunione di famiglia natalizie mi fanno piacere. Il problema è che tutti si sentono in dovere di cucinare qualcosa. Ma io dico, da quando in qua uno quando è invitato a cena deve portarsi da mangiare? A meno che non sia la classica festa dove ciascuno porta qualcosa, ovviamente. Invece tutti a insistere. E così io che mi ero studiata tutti gli antipasti, sono stata spodestata del ruolo di preparatrice di antipasti e relegata alla preparazione di un secondo piatto vegetariano. Io che sognavo l'arrosto croccante fatto da mia madre mi ritroverò a dover mangiare quello cotto in pentola a pressione da mia zia.
Mia madre mi dice di guardare il lato positivo, non dovremo cucinare quasi nulla. Bella soddisfazione, cucinare è la parte divertente!
Ripensandoci però anche io ho trovato il lato positivo della faccenda: probabilmente mangerò molto meno che se avessimo cucinato io e mia madre.Almeno la linea è salva.

19.12.06

Fantozzi alla cena aziendale
Avevo deciso che quest'anno abbasso le pantofole, sarei andata alla cena di gruppo coi colleghi che lavorano qui in VO. Va bene la vita di famiglia, ma se Padre di Famiglia Uno abbandonava moglie e figli per unirsi alla congrega, potevo anche io fare questo sforzo. Tanto più che inizialmente la meta della cena doveva essere una graziosa cascina nel sud ovest milanese, a non più di 15 minuti da casa mia, con una solida reputazione in fatto di cucina tradizionale, già sperimentata con soddisfazione da diverse persone.
Ovviamente in prossimità delle feste trovare posto per una tavolata in stile matrimonio pugliese non è semplice e la cascina aveva la prima disponibilità in sala per 31 marzo 2007. Sull'onda del sentito dire veniva quindi prenotata l'osteria la forn@sett@ da qualche parte nll'hinterland di sesto san giovanni.
Il menu elencava profusione di antipasti misti, quadrupletta di primi, quadrupletta di secondi e dolci e vino a volontà. I commenti su internet stavano sul vago dicendo cucina casalinga, porzioni abbondanti, attenti all'ammazzacaffè che tenteranno di propinarvi all'uscita.
I segnali premonitori però si potevano cogliere fin da quando si varcava la soglia. La porta in legno scuro e le due lanterne ad illuminare l'insegna infatti suggerivano un luogo raccolto, ma appena oltrepassato l'ingresso si poteva notare un dedalo di saloni atti ad ospitare almeno tre matrimoni pugliesi in contemporanea. Le tavolate era composte da soli uomini, di mezza età, con lo sguardo vitreo e l'aspetto da commesso viaggiatore. Sui tavoli , fra un coperto e l'altro erano già schierati i piatti contenenti gli antipasti: insalata di riso, condiriso, prosciutto e salame in piatti coperti da pellicola trasparente, formaggio gommoso immerso in liquido sinistro, insalata di mare foforescente, cipollotti in agrodolce ammiccanti. Bottiglie di vino e d'acqua già aperte.
A quel punto però il danno era fatto impossibile fuggire in 25 senza dare nell'occhio si cercava pertanto di limitare i danni scegliendo accuratamente cosa mangiare e cosa evitare. La pasta e fagioli non era buona, gli gnocchi ai formaggi galleggiavano nella besciamella dolciastra, gli strozzapreti al sugo erano un po' scotti, il risotto allo zafferano aveva l'aggiunta di peperoni crudi ed era immangiabile. Dei secondi ho assaggiato solo il pesce stantio che appunto era stantio.
30 euro buttati via. Che uno non è che voglia mangiare piatti di alta cucina, che non è che sia per forza necessario sfondarsi di cibo per essere contenti. Bastava che facessero la metà delle cose, ma cucinate decentemente.
Per concludere degnamente la serata si decideva poi di andare al rag00 per il bicchiere della staffa. Lì c'è stato il momento sublime in cui la nostra macchina seguiva la macchina di due colleghi, uno visibilmente impanicato, l'altro visibilmente ubricaco che si palleggiavano l'un l'altro le bottiglie di lemoncello trafugate dall'osteria mentre tentavano un collegamento telefonico con un altro collega già sul posto anche lui non del tutto in possesso delle sue facoltà mentali.
Al rag00 sono decisamente antipatici, prima ci hanno tolto sgarbatamente un tavolo di cui ci eravamo impossessati per allargarci un attimo (da notare che a parte noi il locale era deserto e noi eravamo in 15 attorno a 2 tavoli di dimensioni esigue). In seguito un collega preso dall'entusiasmo della musica tentava di fare step su di un tavolino venendo redarguito pesantemente dallo stesso cameriere che ci aveva tolto il tavolino, che si è prontamente scusato e dato ragione al cameriere. Il cameriere però ha continuato ad inveire come se avesse davanti un 15 strafatto e non un 34enne in libera uscita un po' esuberante. Per concludere la serata infine, proprio mentre stavamo mettendoci le giacche e abbandonando il posto, un altro collega riusciva ad infrangere al suolo un bicchiere. A quel punto il cameriere a grandi passi si lanciava verso lo sgabuzzino, nel dubbio che volesse estrarre un kalasnikov e freddarci sul posto ci lanciavamo fuori dal locale e partivamo sgommando.

18.12.06

c'era un post e ora non c'è più...

15.12.06

Ho l'encefalogramma piatto
Non riesco a formulare pensieri complessi. Non riesco a generare pensieri. Punto.
Stamattina mentre io e la mia vicina di parcheggio, armate di raschietto, inanellavamo una danza attorno alle rispettive automobili, ho pensato che finalmente l'inverno è arrivato e per un po' potremmo smetterla di preoccuparci dello scioglimento della calotta artica e antartica.
Il freddo e il numero crescente di finestrelle aperte sul mio calendario dell'avvento dovrebbero infondermi una buona dose di euforia natalizia, ma forse la precoce comparsa di neve finta renne e babbi natale impiccati ai balconi ha saturato anticipatamente la mia voglia di festa. Per non parlare del proliferare di riunioni più o meno aziendali e più o meno autorganizzate previste per la prossima settimana che mi causeranno uno shock anafilattico da panettone ancor prima della vigilia di Natale.
Oggi ho comprato l'agenda per il 2007, giace intonsa e nera accanto a quella in corso d'uso targata 2006. Mi invita alla programmazione ed ai buoni propositi. Ma questo è un argomento più capodannizio e mi piace pensare che inizierò ad imbrattarne le pagine in un albergo parigino fra una visita al louvre ed un conto alla rovescia sotto la tour eiffel.
Questo finesettimana mi attende il rush finale dell'acquisto regali, che ho pensato e studiato con piacere, ma che vorrei poter trasportare agevolmente con la forza del pensiero sotto il mio albero senza dover affrontare il traffico natalizio milanese e perché no, l'esborso finanziario.
Per il momento mi accontento di andare a trovare Severino, il mio besagnino di fiducia.

14.12.06

sono ufficialmente in ansia prenatalizia.

13.12.06

Non sono abituata a farmi scorrere la vita addosso in maniera consapevole. Capitano periodi in cui alzando la testa uno si domanda che cavolo ha fatto della sua vita negli ultimi giorni/mesi/settimane, com'è giunto ad un determinato punto, cosa è successo e perché. Ci sono questi periodi in cui la coscienza di sé si annebbia e si perde consapevolezza. Non dico che sia piacevole o bello, ma poi all'improvviso qualcosa scuote l'animo ed uno sobbalza come quando in treno ci si sveglia all'improvviso per uno scrollone della carrozza sui binari un po' più violento. A quel punto uno può riprendere le fila della situazione. Che fare invece quando si è consapevoli e coscienti di ciò che accade, ma non si ha la forza o la voglia di mutare il corso degli avvenimenti? Momenti in cui si guarda con indolenza la propria disfatta coscienti che qualcosa vada fatto, ma del tutto incapaci di concentrarsi su di un qualsivoglia obiettivo. Certo alla fine si potrà millantare che "ME l'avevo detto io", lo sapevo, non è che mi sono fatta prendere alla sprovvista. Ma sarà una consolazione?

12.12.06

alti e bassi
sette anni fa mi laureavo, oggi fisso sconsolata un documento che nessuno ha interesse a leggere.

11.12.06

C'è che sono troppo vecchia, così alle feste con i dj di tendenza mi sento un pesce fuor d'acqua: sto piantata in capannello con altre persone, birra in mano, strizzando gli occhi per cercare di vedere qualcosa nel buio della pista, ogni tanto provo a fare conversazione torturando la mia ugola per vincere il frastuono. Ma la cosa che in assoluto mi fa sentire più vecchia è che uno dei dj tendenza mette su un pezzo che ascoltavo al juke box del bar di campagna l'estate dei miei 14 anni e la gente intorno sembra gradire.
Giovedì mattina lo passo alla ricerca di una brandina su cui fare dormire mia madre. Non pensavo che le brandine andassero via come il pane e che nel giro di una settimana ogni ipermercato mobilificio negozio di articoli sportivi esaurisse tutte le scorte. La missione fallisce, mia madre fa il boy scout e dorme in salotto sul mio materassino da campeggio.
Venerdì è riunione di famiglia con pranzo in ristorante pizzeria trendy vicino a casa degli zii. I pizzaioli immigranti costringono i camerieri ad indossare fazzoletti rossi in stile promessa dei boy scout, la musica è bella napoli remix, le pizze costano uno sproposito, i quadri appesi ai muri dovrebbero rappresentare bufale, ma sembrano tori. Verso le 17 riusciamo a fare ritorno alla magione e ad assopirci sul divano per qualche ora prima di cena.
Sabato abbandoniamo il Marito alla quiete domestica e ci dirigiamo al duomo per tentare di vedere una mostra a palazzo reale. La coda ci spaventa, così decidiamo di fare un giro, come se girare in corso vitt. emanuel. fosse più riposante. Vedo di persona le luminarie contestate e i vigilantes che impediscono l'accesso alla rin@scente, ne avrei anche fatto meno. Più belli i banchetti in piazza dei mercanti e zone limitrofe. Non resistiamo molto comunque e concludiamo il giro con un defilet di cappotti senza acquisti in una outlet vicino a casa.
Domenica mattina è relax casalingo e piccola passeggiata lungo il naviglio inondato di sole. Come da legge di Murphy, il sole spunta l'ultimo giorno di vacanza e c'è poco tempo per goderselo. La mamma riprende la via verso casa mentre io accompagno il Marito in terra natia per un concerto al pub.
Ed è già lunedì.

6.12.06

[Disclaimer: post ad alto tasso di cinismo gratuito, astenersi anime candide]
Che esistesse C@rr Allen lo sapevo da qualche anno, che si chiamasse C@rr Allen e che sia morto dieci giorni fa invece l'ho appreso soltanto oggi.
Della sua esistenza ero venuta a conoscenza un paio d'anni fa, la sera in cui ho conosciuto A.D. Lui, entusiasta, mi aveva raccontato che dopo aver letto un libro aveva detto addio senza rimpianti a sigarette ed accendini e non era più ricaduto nel vizio. Idem sua moglie. E il Libro era passato di mano in mano fra amici e conoscenti, diffondendo il verbo e sottraendo vittime alla schiavitù del fumo per regalare nuovi adepti al salutismo. Sembrava IL LIBRO definitivo, quello che libera dalla schiavitù del vizio in saecula saeculorum, tanto che M., il quale non aveva smesso di fumare, sembrava solo l'eccezione che conferma la regola. Infatti, pur di non essere costretto ad abbandonare la nicotina, aveva smesso di leggere il libro giunto a metà.
Quel LIBRO lo aveva scritto appunto C@rr Allen e questo l'ho scoperto oggi scorrendo i libri in offerta di una libreria online.
Dopo una breve ricerca ho scoperto che non pago di aver svelato il verbo sul metodo più facile per smettere di fumare se sei uomo, donna, invertebrato o triceratopo aveva scritto anche libri su come convincere figli, nipoti e parenti di terzo grado a smettere di fumare. E non aveva nemmeno potuto esimersi dal pubblicare una guida su come perdere peso e sulle regole da seguire per tenere una alimentazione corretta nel quale pare propagasse il verbo del Veganesimo.
Ora è noto che a me le guide, tranne quelle turistiche e la guida galattica dell'autostoppista, provocano l'orticaria, soprattutto quelle per vievere meglio. E' noto che non sopporto i Vegani e li manderei tutti a lavorare in miniera per vedere se poi hanno ancora voglia di fare i vegani. Soprattutto è chiaro che non avendo letto i libri di cui parlo il mio è un giudizio aprioristico e privo di fondamento, però scusate non riesco a smettere di ridere avendo scoperto che l'Uomo che diffondeva il Verbo del Salutismo e che non fumava da 30 anni, è morto di cancro ai polmoni.

4.12.06

Nel finesettimana non mi sono fatta mancare nulla: dall'overdose di dr House venerdì sera, alla lunga dormita di sabato mattina, dal simbolo della pace con fiaccole in piazza duomo sabato pomeriggio, alla sfilata di abiti africani sabato sera.
Domenica poi sono anche uscita indenne dalla spedizione all'ikea per recuperare una extension per la libreria e al successivo montaggio di tale extension. Ho trovato il tempo per sperimentare lo sformato di lenticchie e la preparazione del pane casalingo. Ho addirittura stirato.
Ora sono agonizzante seduta alla scrivania, grazie al cielo la settimana è di soli tre giorni.

1.12.06

Delirio del venerdì pomeriggio
All'inizio la barca era nuova e a remare si era in pochi ed entusiasti.
Poi è sopravvenuto un problema di sovraffollamento, ma si continuava a remare vicini vicini.
Il sovraffollamento poi è diventato cronico e l'equipaggio sempre peggio assortito: chi remava in una direzione, chi in un'altra, chi tentava di strapparti un remo, la barca avanzava a fatica.
A furia di ricevere remate sulle dita poi l'entusiasmo fra i rematori è scemato. Anche se a prua, poppa, badordo e tribordo sono comparsi dei motivatori armati di megafono, la barca non riusciva ad imboccare una direzione precisa.
La barca poi con tutto quel sovraffollamento e quella confusione, ha cominciato ad imbarcare acqua.
I rematori pian piano hanno iniziato ad abbandonare le postazioni cogliendo gli opportuni riflussi della corrente.
Chi era lì sin dal principio era stato costretto dal sovraffollamento in un angolo lontano dal bordo, schiacciato contro le nasse e bloccato dalle altre persone.
La salsedine aveva cementato gli abiti e le reti, la mancanza di movimento indolenzito le articolazioni, raggiungere la salvezza sembrava impossibile.
Oggi uno degli anziani si è liberato.
Non so se trarne auspici di speranza o smadonnare perché sono ancora qui in mezzo ai flutti.
Tutto sommato non mi dispiace come nick.

30.11.06

Lo confesso sono caduta vittima del fascino barbuto del dottor House, il dottore zoppo.
Il telefilm di per sé è una cagata pazzesca e lo dico senza timore di essere fustigata in sala mensa per questa affermazione. Nei primi 2 minuti di una puntata qualcuno si ammala di qualche morbo sconosciuto,un po' come in Six Feet under nei primi 2 minuti di puntata muore qualcuno. Il dottor House lo prende in cura (il malato ovviamente non il morto), infrange tutte le leggi possibili ed immaginabili, lancia insulti a destra e a manca, lo porta sull'orlo della morte con una cura sbagliata e infine lo salva.
Convulsioni, intubamenti e tac garantiti ad ogni puntata. Manco si può riciclare la vecchia battuta che io e mia madre facevamo guardando le prime serie di ER "Puntata moscia oggi, non hanno ancora intubato nessuno".
Comunque sia, se alla sera non riesco a vedere almeno un paio di puntate non sono contenta. Non avevo considerato però gli effetti collaterali.
Oggi mi fa male il collo, una specie di attacco di cervicale latente. Poco fa mi prudeva anche un braccio. Per un momento ho pensato che fossero sintomi di una qualche strana malattia con il nome pieno di consonanti causata dal panino al Kebab mangiato a pranzo. Fortunatamente poi mi sono ricordata che non sono paziente del Dottor House.

29.11.06

Leggendo le cronache di Rafaeli dalla cruccolandia e riflettendo sul fatto che tedeschi si nasce, mi sono messa a pensare a quanto gli stereotipi siano potenti. Il primo anno di Università, la prima lezione del corso di geometria, il professore si lanciò in una filippica, il cui scopo presumo fosse quello di accelerare la selezione naturale del corpo studenti. Se alle funeste previsioni sulla percentuale dei presenti che sarebbe arrivata a seguire le lezioni fino a giugno e sull'ulteriore sottoinsieme di questi che sarebbe giunto alla laurea in tempi ragionevoli, non prestai molta attenzione sull'onda dell'entusiasmo della giovane matricola universitaria all'inizio del corso di studi. Lì per lì non feci nemmeno troppo caso alle sparate campanilistiche sull'orgoglio dell'essere fisici. Quest'ultimo concetto però deve essere in qualche modo penetrato nel mio subconscio ed esserci rimasto intrappolato, tanto che, ancora oggi, quando mi chiedono se sono un ingegnere mi vien da saltare sulla sedia e dire "no! sono laureata in Fisica!".
Per non parlare poi del fatto che di fronte ad un ingegnere, che non presenti le caratteristiche dello stereotipo della categoria, mi viene da pensare non che lo stereotipo in quanto tale è mendace, quanto piuttosto che ho davanti un esemplare di ingegnere atipico. Pensandoci bene ho conosciuto almeno un tedesco atipico che di mestiere fa il pizzaiolo surfista. Come sarà un ingegnere tedesco e quale sarà il grado di stravaganza di un ingegnere tedesco atipico?

28.11.06

Un po' come quando alla fermata dell'autobus uno accende la sigaretta per ingannare l'attesa e dopo la prima boccata lo scatolone arancio scricchiolante gira la curva, stavo azzannando una rotella di liquerizia quando è squillato il telefono, il mio capo, dopo settimane di "rimbalzi", finalmente mi dava udienza.
Dopo essermi strozzata con la rotella e corsa in bagno per controllare di non avere tracce di liquerizia sugli incisivi, mi sono precipitata al bar, dove mentre attendevo che il mio interlocutore terminasse una telefonata, mi sono intrattenuta con il resto dell'intellighenzia aziendale. Sono stata presentata ad uno dei nuovi il quale ironizzava sul fatto di avere tre nomi e come diminutivo Al fie. "Al fie come il film con Ju de L@w?" domando io, linea piatta negli occhi dell'Intellighenzia. "No no Al f come il pupazzo extraterrestre. Ju de L@w non so nemmeno chi sia" risponde l'interessato un po' piccato.
Al di là del fatto che effettivamente il tizio assomigliava più all'extraterrestre che all'attore, possibile che quando dico una cosa gentile non vengo capita?
Il risultato di tale sospirato incontro col mio capo comunque è stato sentirmi dare ragione, sentirmi dire che ho l'atteggiamento giusto e ottenere una vaga promessa che in un prossimo futuro potrei essere la prima a beneficiare di una nuova iniziativa di riassetto. Come dire nulla di fatto a parte un caffè gratis a metà mattina.

27.11.06

Il tempo ci ha messo lo zampino, la pigrizia ha fatto il resto. Così nonostante avessi portato zaino, giacca a vento e tutto il resto dell'attrezzatura, non sono andata a camminare. Nemmeno una passeggiatina fino al Santuario della Guardia in mattinata.
In compenso mi sono dedicata all'album delle foto del matrimonio, era ora, ho stirato, incredibile, e sono andata a fare un giro al mercatino del vecchiume (dovrebbe essere antiquariato, ma è ciarpame). Ho anche comprato il primo regalo di Natale il che mi fa sentire estremamente organizzata, salvo il fatto che poi i restanti 17 li comprerò il 23 dicembre.
Purtroppo adesso è lunedì il tempo è grigio e non ho voglia di lavorare.

24.11.06

Come ogni venerdì mi apprestavo a commentare l'oroscopo per la settimana a venire, si dà il caso però che non l'abbia capito.
Any suggestions?
"Chi ama sa molto di più sul bene assoluto e sulla bellezza universale di qualsiasi logico o teologo", ha scritto il filosofo George Santayana. Sono d'accordo con lui. È per questo che, in base ai presagi astrologici, posso fiduciosamente prevedere che nelle prossime settimane avrai il diritto di rivendicare tutti i seguenti appellativi: l'Ingannatore con gli ideali più seducenti, l'Autorità morale con il fascino più affidabile, l'Ammaliatore con le tentazioni più etiche.
Da Intern@zionale oroscopo di R°b Br e zsny.

23.11.06

Oggi avrei dovuto incontrare il mio capo, l'appuntamento che credevo di avere la scorsa settimana, per intendersi. Meno in tiro della volta precedente, ma pur sempre truccata con cura, dotata di orecchini e con i capelli freschi di shampoo mattutino, ricevo la telefonata di bidonamento 10 minuti prima dell'ora X. Orami rassegnata non mi scompongo nemmeno. Del resto da ieri c'è una cosa che mi rende felice. Noriko e il camionista turco stanno per fidanzarsi ufficialmente ed andare a convivere. Per il matrimonio, dicono, ci vorrà del tempo, ma io già mi vedo ad assistere ad un classico matrimonio inglese in campagna con la chiesetta in pietra e i cottage di sfondo.

22.11.06

Notizie inutili
Temo di aver inconsciamente tentato di fare diventare il mio alluce sinistro un alluce opponibile cambiando le marce della moto. Adesso quando lo arriccio o lo tendo verso l'alto una piccola scossa elettrica si propaga dall'attaccatura del ditone verso il collo del piede. Alla domanda sicuramente lecita, sul perché io senta la necessità di arricciare gli alluci o di alzarli al cielo, soprattutto d'inverno con calzettoni e scarpe chiuse, non ho intenzione di rispondere.

21.11.06

Un miscuglio di pigrizia, avarizia e sovraccarico del cesto della biancheria sporca ha fatto sì che qualche giorno fa infilassi buona parte dei miei maglioni in lavatrice, selezionassi il programma ultradelicato con acqua gelida e azionassi il pulsante di avvio facendomi il segno della croce invece che portare il fagotto dal Lavandaio-col-cellulare-attaccato-all'orecchio.
Non so se è stato il culo del principiante i maglioni sono sopravvissuti alla prova e sono ancora delle dimensioni esatte, peccato che, avendo per prudenza deciso di disinnescare la centrifuga, una volta estratti dalla lavatrice grondassero acqua a più non posso. La presenza di uno stendipanni grondante nel centro del salotto parquettato mi ha spinto ad alzare al massimo il riscaldamento creando quell'atmosfera tropicale che tanto giova alla sopravvivenza delle zanzare fuori stagione.
Nel microclima tropicale del salotto oltre alle zanzare e alla diffenbachia, deve aver trovato le condizioni ottimali per la sopravvivenza anche la mosca tze tze. Sono tre giorni che mi aggiro con aria catatonica per casa e anche il semplice spostarmi dal letto al divano mi pare faticoso, per non parlare della sopravvivenza quotidiana in ufficio. Ho rischiato più di una volta di slogarmi la mascella per gli sbadigli violenti che mi colgono a intervalli regolari.
A peggiorare la situazione, da giovedì pomeriggio nel mio ufficio, altrimenti noto come sgabuzzino delle scope, la popolazione residente passerà da 3 a 5/6 unità, dimezzando di fatto i metri cubi di ossigeno procapite. Come dire, se mi trovate meno lucida del solito, ho i miei buoni motivi.

20.11.06

Wendy viene da San Francisco. Ha una testa di extension viola e rosa che sommergono la massa di capelli castano rossicci. Tiene il tutto legato attorno alla testa con una fascia nera.
Sulla schiena, sull'ombelico e sulle spalle ha tatuaggi colorati di varia natura e di vario genere. Non è alta ed è massiccia, le gambe, fasciate in calze a righe bianche e rosse, sono comunque snelle e ben tornite. La pancia, quando si siede a terra e si allunga in avanti per stirare la schiena, traborda, tatuaggio compreso, fuori dalla gonna. Quando balla però ha una grazia che a prima vista non le attribuiresti. Quando spiega è molto chiara ed è prodiga di consigli e di trucchi su come riuscire a fare i movimenti. Quando passa a controllare i movimenti si prodiga con dei "Good" di incoraggiamento.
Il seminario dura tre giorni, tre ore e mezzo di danza al giorno. Tre ore e mezzo in cui per quanto legata e legnosa io sia, mi sento degnata di considerazione quanto coloro che insegnano danza e ballano di mestiere.
Domenica mattina, sulla via per la palestra, incontro tre ragazze che frequentano lo stage. Due sono di Torino, una di Firenze. La ragazza di Firenze tiene banco nella conversazione. Parla di musiche che non ho mai sentito nominare, parla di ballerine famose, spiega le coreografie che sta montando, dice che balla su musiche celtiche facendo arabesque e buttandosi al suolo, mostra le ferite di guerra di tutto questo suo volare. Io la guardo un po' perplessa, consolata dal fatto che anche la altre due mostrino altrettanta perplessità, nonostante ballino da lungo tempo. La ragazza conclude dicendo "Per avere successo bisogna ballare ciò che piace che ci fa sentire a nostro agio. Ad esempio io ballo quasi solo musica contemporanea. A me il raqs sharqi fa proprio schifo e mi rifiuto di ballarlo. Ma voi, cosa ballate?". Le torinesi in coro: "Il raqs sharqui". A quel punto fingo un attacco di tosse e mi giro dall'altro lato.
Nonostante Wendy faccia parte della Compagnia Definitiva che balla questo stile, nonostante venga chiamata in Italia a caro prezzo dalla scuole, dai suoi racconti si capisce che normalmente negli Stati Uniti balla a matrimoni o a eventi aziendali, gli eventi maggiori sono festival di danza. Lei però è una di quelle persone che probabilmente riesce a fare ciò che ha voglia di fare e a divertirsi lavorando.
Ieri sera, in tutt'altro campo, tutt'altro genere, ne ho incontrata un'altra. Questo per certi versi mi rallegra e mi dà speranza.

17.11.06

Di oroscopi e specchi rotti
E' un venerdì nebbioso e l'oroscopo per la settimana ventura mi spaventa perché sembra così azzeccato. Ed io, si sa, non credo agli oroscopi.
E' appena passato un collega, consulente anche lui, 7 anni presso questo cliente. Ultimamente aveva avuto screzi col capo, ma sembrava tutto fosse rientrato nei canoni della normalità. Oggi invece una chiamata dal suo commerciale lo avvertiva di sgombrare i cassetti della scrivania poiché sarebbe stato il suo ultimo giorno. Da lunedì tornerà nella sede della sua ditta.
Lui, un pochino scosso dalla comunicazione così improvvisa, sostiene che dopo 7 anni finalmente ha finito di espiare la maledizione dello specchio rotto. Faccio un rapido calcolo sulle dita, il prossimo settembre dovrei aver finito anche io di espiare.
Forse però come suggerisce l'oroscopo dovrei liberare il mio spirito selvaggio piuttosto che aspettare la fine del sortilegio

16.11.06

Metti che la mattina tiri fuori la camicetta bianca e i pantaloni freschi di bucato, ti trucchi con cura e ti ricordi pure di mettere gli orecchini. Ti fai portare dal marito in ufficio per non spettinarti con il casco e per avere qualche minuto in più essere pronta sul pezzo. Poi quando ti sei seduta, hai tirato un respiro profondo e ti sei sentita pronta, hai guardato il calendario e constatato con orrore che il tuo appuntamento è fra una settimana esatta.

15.11.06

E per sdrammatizzare ... il classico test (via grazia).



Which Rock Chick Are You?


La domanda è: chi cavolo è questa?

14.11.06

Comunicazione di servizio: mi rendo conto che il post che sto per scrivere potrebbe far pensare che non sono ancora uscita dalla spirale mania-depressiva-pessimismo-cosmico-fastidio e quant'altro. In realtà, sarà che oggi c'è il sole, sono decisamente di umore migliore. Oserei un "quasi di buon umore".

Ci sono persone di tipologia A che sono chiaramente viscide ed untuose, persone che sopra la testa hanno un cartello luminoso lampeggiante che indica che non è il caso di dare loro confidenza.
Ci sono persone di tipologia B che invece sembrano ragionevoli, sembrano simpatiche, alle quali si è portati a dare la propria fiducia. Queste sono le persone che tendenzialmente ti fregheranno in maniera del tutto inaspettata.
Posto che il saper distinguere le tipologie A e B, dalla tipologia C delle persone di cui si può veramente fidare, aiuta a vivere meglio. Si dia il caso di essersi fatti infinocchiare da una persona appartenente alla categoria B e che, per ovvie ragioni di convenienza e di legalità, non sia il caso di spaccargli le ginocchia a mazzate da baseball. La fiducia visto che è qualcosa che dipende da noi, si riprende in un attimo. La confidenza invece è qualcosa che una volta data è difficile da riprendersi. Come si fa a suggerire a qualcuno che è il caso che ti tratti come se non ti conoscesse e che mantenga le dovute distanze, senza dichiararlo esplicitamente?
La strategia non fa per me, continuo a pensare che forse la mazza da baseball sia la soluzione migliore.

12.11.06

A degna conclusione della settimana lavorativa venerdì sono uscita dall'ufficio alle 19.40. Alle 20.30 iniziava l'assemblea di condominio.
Fortunatamente il finesettimana è stato tranquillo, ieri è venuta a trovarmi mia mamma e oggi la domenica l'ho passata trasferendomi dal letto al divano, con una botta di vita serale per andare al cinema.
Ho visto Scoop di Woody Allen, mi ha lasciato del tutto indifferente, qualche sorriso a fior di labbra, nulla a confronto delle grasse risate dei suoi vecchi film.

9.11.06

Fattori climatici e ambientali non ce ne sono, oggi c'è il sole. Nonostante questo sono entrata nel trip da mania persecuturia e non so come uscirne.
Ho una serie di indizi ed ho costruito un castello che ci calza alla perferzione ed è plausibile. Non riesco a capire se è il mio pessimo umore di questi giorni a farmi avere uno sguardo cupo o se è il mio sesto senso che mi dice di stare allerta.
Immagino che lo scoprirò solo vivendo.

8.11.06

La scorsa estate, esauriti i libri che mi ero portata in viaggio, mi sono data alle riviste femminili come cosmopolitan e marie clair che, nonostante il mio francese traballante, non impegnavano ecccessivamente il mio neurone.
Oggi, preda della disperazione più cupa, mentre valuto seriamente l'ipotesi di vendere polli allo spiedo impegnandomi la casa per avviare l'attività, mi sono tornati alla mente alcuni degli articoli letti.
In uno si parlava della nuova tendenza a prendersi un anno sabbatico per fare il giro del mondo. I costi, si diceva, sono contenuti: con 50000 euro si viaggia comodi.E le aziende sono felici di concedere questo tempo ai propri dipendenti per consentirgli di riprendere le forze e ritornare sul lavoro più aggressivi e pieni di energie di quando erano partiti.
Nell'altro invece si parlava dell'imprenditoria femminile e di come per riuscire sia necessario rischiare e buttarsi a fare qualcosa di cui siamo appassionati. Riportava la testimonianza di una donna che dopo una lite furibonda col suo capo aveva abbandonato precipitosamente l'ufficio mettendosi in malattia e poi licenziandosi. Nonostante avesse lasciato in ufficio il suo portfolio clienti, con la sua forza di volontà era riuscita a costruirsene uno nuovo e a vendere con gran successo il nuovo servizio che si era inventata.
A leggerla così sembra solo che sia solo una questione di volontà e di coraggio. E più ci penso più mi girano le balle. Come se, avendo a disposizione 50mila euro e un anno di tempo, uno non partisse per il giro del mondo. Come se la signora dell'articolo non avesse avuto un marito alle spalle che pagava le bollette e portava il cibo a casa. Come se correre il grande rischio di non avere i soldi per la rata della seconda macchina denotasse un grande coraggio.
Alle volte mi domando se abbia senso ripetersi che non ho studiato fisica per anni per vendere polli arrosto.Perché no? Dovendo proprio applicare i miei studi al lavoro potrei studiare il moto caotico delle gocce di grasso che trasudano dai polli durante la cottura.
Qualcuno mi dia delle buone ragioni per cui non dovrei vendere polli arrosto.

7.11.06

Per la modica cifra di 16 euro e 53 mi sono sentita dire che i miei esami del sangue sono metabolicamente perfetti e che non sono sovrappeso. In sostanza, pur potendo perdere 3 o 4 kg restando comunque normopeso, l'ambulatorio dell'ospedale non mi ha dato una dieta, ma solo dei consigli nutrizionali. Giustamente non sfornano Kate Moss e per la pancetta pare che l'unico rimedio sia l'attività fisica. Suppongo che dovrei essere contenta.

6.11.06

Sarà che novembre è di per sé un mese malmostoso, nonostante le nebbie e il grigiore non siano ancora arrivati, non riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione di malinconia.
Il finesettimana è volato via veloce, fra un giro all'ikea di Genova sabato pomeriggio dove ho rivisto un ex collega che dopo svariati cambiamenti si è finalmente sistemato a Genova con tutta la famigliola, una puntata al cinema in serata a vedere "The Departed" e una domenica pomeriggio passata a cercare di seguire uno stage di danza tribal pura, cose resa estremamente difficoltosa dall'utilizzo dei cimbali.
Domani mi aspetta la visita dal dietologo e in seguito l'inizio di una dieta pre natalizia che mi porterà, si spera, a smaltire anticipatamente i kg che canonicamente si accumulano a Natale. Considerando che a gennaio sarò avvolta sui fianchi dal mio rotolo di ciccetta c'è da domandarsi chi me lo faccia fare.
E' lunedì e devo farmene una ragione.

3.11.06

E' che alle volte dell'understatement, dell'essere conciliante, del politically correct ne ho piene le palle.
Alle volte le persone che si credono più furbe, più intelligenti, che pretendono attenzione immediata e se non l'hanno fanno ripicche, invece di rabbonirle domandando scusa per il ritardo in nome del quieto vivere e dell'essere superiori, alle volte prenderei una mazza da baseball e gliela sbatterei in mezzo alla fronte.
Non credo che la violenza risolva qualcosa intendiamoci, ma anche chinare continuamente il capo non fa bene alla salute. Delle volte prendersi delle soddisfazioni credo sarebbe liberatorio.
Caro Babbo Natale,
quest'anno sono stata una bambina buona.
Sotto l'albero mi piacerebbe trovare una mazza ferrata.
Se una mazza ferrata è troppo, mi accontento di una mazza da baseball.
Grazie
G.

2.11.06

Sfogo incarognito e criptico.
Ieri sera mentre guidavo sull'autostrada buia e poco trafficata avevo in mente una tiritera senza fine di pensieri odiosi ed impopolari che avrei voluto sfogare su questa pagina. Poi essendo appunto pensieri odiosi ed impopolari ho deciso di tenerli per me. Per dire, se sulla mia faccia qualcuno ne scorgesse l'ombra, non si è sbagliato.
/Sfogo incarognito e criptico.

Halloween è passato. Nessuno è venuto a suonarmi alla porta chiedendomi "dolcetto o scherzetto", i mou polacchi sono ancora lì, questo va detto a difesa dell'onore del Marito, mentre, ammetto la mia colpa, io ho quasi finito le caramelle fondenti di zucchero alla frutta.
Mia madre a Genova invece ha ricevuto visite, ma non era preparata. Quindi ha dovuto strappare dalla bocca di mia zia l'ultimo mon cherie rimasto in casa per dare una misera soddisfazione ai fanciulli mascherati alla sua porta.
Siamo a giovedì ma la giornata festiva infrasettimanale e il particolare vigore del mio capo nel fracassarmi le palle mi fanno credere che sia lunedì. Domani sarà bellissimo constatare che la settimana si conlude a dispetto dei miei sfasamenti temporali.

PS Per chi fosse interessato dopo un lungo periodo di inattività, aggiornamenti su flickr lì a destra con foto di Londra ed altre amenità.

31.10.06

Ho ricevuto in dono da mio zio una zucca verde bitorzoluta.
Ho comprato la carta crespa arancione e quella nera.
Ho approntato un supporto di carta colorata per la zucca.
Ho foderato il cestino della frutta.
Ho comprato i mou polacchi e le caramelle fondenti allo zucchero.
Stasera accenderò una candela dentro la zucca di terracotta.
Chissà se qualche bambino verrà a suonare alla porta per chiedermi "Dolcetto o scherzetto?".
Il Marito mi rassicura, se non passa nessuno, uscirà furtivamente di casa e sarà lui a farmi la domanda. Credo che abbia delle mire sui mou polacchi.

30.10.06

To London and back.
Qualche tempo fa scrivevo a Michele che la mia valvola di sfogo dalle frustrazione lavorative consiste nell’organizzare un viaggio che mi porti via per qualche tempo, una fuga per sgombrare la mente e ricominciare con più energia. Purtroppo un fine settimana a Londra non è bastato e con questo triplo cambio dell’ora unito al ritardo dell’aereo di ieri sera, oggi rientrando in ufficio mi sembrava di non averlo mai lasciato.
Londra mi piace sempre. Le cabine del telefono rosse, i double decker, le insegne della Tube sono sempre lì ed ogni volta ti sembra di ritrovare una vecchia amica col suo inconfondibile modo di vestire.
Il proprietario dell’hotel era un pazzo scatenato che, abbiamo stabilito, doveva aver reclutato degli amici per simulare uno staff per le fotografie del sito. In realtà probabilmente era lui a gestire il tutto dal basement della casa vittoriana in cui l’hotel era situato. Le sue english breakfast erano impagabili, le stanze dell’hotel invece, decisamente al di sotto delle aspettative che la cifra a notte richiesta, generava.
Abbiamo camminato un sacco da Victoria a Westminster, dalle Horse Guard House a Trafalgar. Da un breve giro alla National Gallery a Piccadilly Circus. Incredibilmente, ma nemmeno troppo, sono riuscita a stare male per colpa di Montezuma il primo giorno a Londra, quando in Messico l’avevo scampata per quasi tutta la vacanza. Colpa della pizza prosciutto e ananas del Pizza Hut in cui abbiamo pranzato, unito ai jeans a vita bassa e al venticello gelido che tirava.
A Piccadilly siamo entrati da Fortnum and Mason, il cui reparto gastronomia sembra la versione inglese di Peck e per il cui reparto decorazioni natalizie non trovo paragoni, basti dire che una pallina per l’albero si aggirava sui 15 £. Il bagno poi era ribattezzato “Sala da cipria per le signore” e una inserviente zelantissima non appena uscivi, si precipitava a cancellare le eventuali tracce del tuo passaggio con straccio e spruzzino. Gli arredi erano decisamente liberty.
Ci siamo incantati da Waterstone, mentre abbiamo rimandato gli acquisti musicali nonostante un passaggio alla Virgin, senza sapere che saremmo tornati con una tonnellata di libri e nemmeno un cd. Per tornare abbiamo attraversato il Saint James Park e inseguito gli scoiattoli per fotografarli.
La sera eravamo stravolti dalla levataccia mattutina per prendere il volo delle 6.35 da Bergamo e dopo aver cenato vicino a casa siamo tornati in albergo a dormire senza saggiare la vita notturna londinese.
Sabato mattina l’abbiamo consacrato al mercato di Portobello e alle sue mille inutilità. I banchi di presunto antiquariato mi lasciavano perplessa, soprattutto gli aggeggi per reggere le fette di pane tostate venduti a 35 £ in tutto e per tutto simili a quelli che il nostro albergatore ci metteva sul tavolo alla mattina. Da Portobello sono tornata con un marchingegno a forma di scimmietta che una volta azionato un pulsante decorato da banane ti soffia l’aria sulle unghie delle mani per far asciugare in fretta lo smalto e una tavoletta in legno con l’insegna di un pub da appendere sopra il testo in rame in cucina.
Dopo Portobello è stato il momento di Soho e Carnaby street, dove sono definitivamente scomparse anche le ultime vestigia di quella che era la prima volta che ci ho messo piede. Credo che ci siano dei cecchini e se un punk per sbaglio decidesse di varcare l’arco che delimita l’estremità della via, verrebbe abbattuto seduta stante. Da Carnaby siamo passati a China Town e alle sue anatre laccate appese nelle vetrine dei ristoranti e poi a Covent Garden.
Infine resici conto che la domenica Harrod’s sarebbe stato chiuso, siamo corsi a visitarlo. Qualcuno mi rimprovererà di non essere passata al British Museum e aver preferito il tempio del consumismo. In effetti non posso dargli torto. Ma il memoriale a Dodi e Diana ai piedi della scala mobile con la sfinge dorata meritava il giro. Niente da fare per il vagheggiato acquisto di una borsa Mulberry che è risultata costare 470 £, ed io che mi lamentavo dei 320 € di una borsa della Coccinelle. Sbalorditivo il giro nel reparto gioielleria da Tiffany e Cartier. Negli espositori erano presenti solo gioielli che costavano come il mio stipendio lordo annuale, ma lungi dall’essere inattivi i commessi erano intenti a riscuotere assegni e a strisciare carte di credito di persone all’apparenza normali che però non ritenevano strano aggiungere al giro di shopping pomeridiano l’acquisto di un orologio tempestato di diamanti.
La sera abbiamo avuto una disavventura culinaria, a causa dei nostri ritmi meridionali infatti pretendevamo di mangiare al pub verso le nove di sera, quando ormai metà degli avventori, cuoco compreso, giacevano stramazzati sotto al bancone. Alla fine ci siamo accontentati di un fast food vegetariano.
Domenica c’era un bel sole caldo e ne abbiamo approfittato per passeggiare lungo il Tamigi dal Westminster Bridge fino alla Tate Modern e ritorno. Siamo poi tornati in visita agli scoiattoli del Saint James Park che, ipernutriti come sono, spesso disdegnavano le nocciole non salata da noi acquistate a caro prezzo da Sainsbury. A pranzo finalmente siamo riusciti a mangiare Jacket Potatoes al pub. Poi è iniziata l’odissea del viaggio di rientro.

25.10.06

Brandelli di pensieri stazionano fra le pareti della mia scatola cranica. Fatico a trovarci un ordine, una sequenza. Il mio animo scientifico vorrebbe metterli in fila l'uno dietro l'altro secondo una logica e alla fine contemplare compiaciuto il lavoro. Vorrebbe che i pensieri si ordinassero a formare un'enunciato, una tesi con tanto di dati a sostegno della sua evidenza. La mia emotività d'altro canto anela anch'essa alla deduzione di una legge, un principio da seguire con maniacale costanza per placare le sue ansie nella quiete della routine.
Purtroppo ogni battito di ciglia mescola le carte ed un solo secondo di distrazione fa sì che i brandelli si sminuzzino in altri brandelli secondo una logica esponenziale.
Gli unici pensieri di senso compiuto non sono miei e vorticando nel mare della mia perplessità finiscono comunque per perdere il loro senso.
La curva dei miei pensieri si attorciglia su se stessa ed io incapace di trovare un bandolo mi trovo a rammaricarmi di non avere una Bibbia per scoprire chi ha detto: "Signore dammi la forza di cambiare ciò che posso cambiare, il coraggio di accettare ciò che non posso cambiare e la saggezza per distinguere fra le due cose". Per risolvere l'enigma mi affido a internet e oltre ad appurare che probabilmente è una idea di Tommaso Moro scopro con raccapriccio che esiste un sito in cui puoi cercare le citazioni bibliche. Non so se funziona, ho cercato una frase dell'Ecclesiaste quella citata da Kevin Bacon in Footloose e non l'ho trovata .
Ci sono, solo che gli ultimi due giorni sono stati pesanti. E non ho molta voglia di scriverne.

21.10.06

Per il momento gli unici progetti che mi si sono svelati sono quelli di mia madre che oggi mi ha messo a fare l'elettricista. Con il lampadario non ho avuto molta fortuna, con la presa della corrente un po' di più.

20.10.06

Il mio oroscopo per la settimana a venire sostiene che forse Dio ha in serbo per me progetti più grandi di quelli che non abbia io stessa.
La cosa per certi versi mi solleva visto che i miei progetti per i giorni a venire riguardano meramente la sopravvivenza quotidiana, l'unico problema è che essendo agnostica ridurmi a sperare nell'intervento di un Dio della cui esistenza tutto sommato non dovrebbe fregarmi nulla, è alquanto bizzarro.
Ad ogni buon conto per non sprecare l'intervento divino, ho mandato in giro qualche curriculum viate, se per me stessa programmo un lavoro sostanzialmente simile, ma meglio retribuito, chissà che L'Entità Superiore non mi metta a capo di una multinazionale.

19.10.06

Evviva evviva!!! Abbiamo le bottiglie!!!! Se ora mi tolgo da questo pantano stasera potrò godermi la serata con gli amici senza spettri che mi tirino i piedi.
Ieri giornata intensa in ufficio, così intensa che ho anche saltato il pranzo, tanto mi stavo mangiando il fegato quindi non avevo appetito. Quando il lavoro risucchia così tante energie, i giorni scorrono via gli uni uguali agli altri e il tempo trascorso in casa a non fare nulla diventa preziosissimo. Ieri dopo cena e prima della riunione dell'associazione, sono riuscita a produrmi nel mio primo esperimento di Muffin al cioccolato. E in barba al detto chi si loda s'imbroda, devo dire che l'esperimento è perfettamente riuscito, consentendomi di incastrare un altro tassello nelle fondamenta della mia futura vita di tenutaria di agriturismo. E sulla visione bucolica di me che alzandomi la mattina vedo campagna a perdita d'occhio e sento il gallo cantare e preparo la colazione agli ospiti, tiro il fiato e mi ri-immergo nel mare di rifiuti solidi che caratterizza la mia giornata lavorativa attuale.

18.10.06

Saltando di palo in frasca
Per espletare la mia dose quotidiana di qualunquismo ed esterofilia vi comunico che ha impiegato meno tempo un libro ad arrivare dalla Germania che 36 bottiglie (vuote) da Udine. Il ricco ed efficiente nordest non può ancora competere coi crucchi, prendo atto.
Rileggendo l'accaduto in chiave mistica forse mi si vuole comunicare un messaggio: dei frati dovrei adottare il motto Ora et labora, ma non imitarli nella produzione di birra.
Leggendo il giornale invece mi sono vorticosamente girate le palle, niente tassa sui SUV (e ritiro precipitoso dei cartelli "Anche i ricchi piangono" dalle strade italiane, aggiungo io) e aumento del bollo della moto inversamente proporzionale alla categoria Euro del motociclo stesso. Se bisogna tassare chi inquina, cioè far pagare per il diritto all'inquinamento (concetto discutibile di per sé), facciamo pagare sia i SUV che le moto. Ad ogni buon conto sto pensando di montare dei rostri sul manubrio di Baby per sfregiare le fiancate dei Cayenne. Così per sport.

17.10.06

Ci sono giorni in cui i contrattempi sembrano accumularsi uno sull'altro, tutte le piccolezze non risolte si cementificano in un golem minaccioso che incombe con la sua mole sul nostro cammino. E non è solo questione di risolvere i problemi volta per volta in modo che non si affastellino come i panni nella cesta delle cose da stirare, è che alle volte la soluzione del problema non dipende da noi. Altre volte invece fattori contingenti ci indicano soluzioni che non vorremmo adottare e così procrastiniamo. Poi il golem ci si para innanzi e anche se sappiamo che affrontandolo e scalfendolo pezzo per pezzo in breve crollerà ne siamo spaventati ed abbiamo il terrore che ne verremo sopraffatti.
E non serve nemmeno cambiare strada, fuggire, prendersi una pausa perché se non lo si affronta non scompare. Servirebbe soltanto una iniezione di leggerezza, di incoscienza, una scrollata di spalle che dissolva l'ombra che ci inquieta.

16.10.06

Il pc e il libro su cui sto studiando, o meglio, dovrei studiare, li ho prelevati stamattina dal pavimento nello stesso punto in cui li avevo lasciati venerdì sera rientrando. Il finesettimana è stato abbastanza intenso per stroncare qualunque senso di colpa che mi spingesse verso il lavoro.
Venerdì, complice la sera solinga in casa causa impegni musicali del Marito, ho finalmente visto Il Paziente Inglese. Mi è piaciuto anche se la presenza dell'attore che in Lost fa Sahid mi disturbava l'immedesimazione nella storia.
Sabato invece mi sono dilettata di lavori manuali, in mattinata col Marito abbiamo montato gli scaffali in cantina mentre nel pomeriggio sono andata all'associazione a preparare il locale per l'apertura domenicale causa Sagra di Baggio. Mi sono ammalata durante le prove di montaggio del gazebo, la faccenda infatti si è protratta più del dovuto poiché avevamo i pali assortiti di tre gazebi da cui dovevamo tirarne fuori uno e non è stato facile. La sera il programma cinema più pizza si è tramutato in minestrina e dvd e fazzoletti di carta per il raffreddore.
Domenica sveglia all'alba, montaggio gazebo in strada, tentativi di diffondere le attività del centro. La gente è diffidente, ho capito che offrendo il giornale ai passanti dovevo innanzi tutto specificare che era gratis, onde evitare fughe precipitose.
Fra i due turni alla Sagra mi sono fatta portare dal Marito al Viridea dove, prima ancora che la vendita delle zucche per Halloween sia esaurita, sono comparsi gli addobbi natalizi. Inutile dire che senza comprare nulla di particolare ho lasciato giù un patrimonio. Ora però possiedo una zappetta-rastrellino con cui curare le mie piante di cui vado molto fiera ed un nuovo zerbino, un po' striminzito rispetto alle dimensioni della porta, ma bellissimo.

13.10.06

Noto con piacere che l'attitudine a scaricare i problemi sugli altri e a non prendersi la responsabilità è un male diffuso e non è caratteristica unica del mio gruppo di lavoro. Ciò non toglie che questa cosa continui a mettermi di cattivo umore e mi faccia vorticosamente girare le palle, infatti non sono capace di mettere in difficoltà persone che fanno il loro lavoro rifiutandomi pure io di prendermi responsabilità. Il problema è che stando nel mezzo o butto merda sugli altri o faccio scudo col mio corpo il che non è affatto una decisione piacevole da prendere.
Sul corriere di oggi l'annuncio di lavoro a cui requisiti ero più vicina era quello di controllore di qualità del pesce, anni di mangiate di orate e branzini alla griglia acciughe e pesce spada mi hanno conferito una certa esperienza in materia, quasi quasi mi candido.
Ora controllo se ho vinto al superenalotto non sia mai che trascorra in questo ufficio 5 minuti più del necessario.

12.10.06

Juliette Lewis è una grande, dai tempi di Al tramonto all'alba in cui ancora ragazzina vedeva George Clooney allontanarsi a bordo di una spyder dopo aver sterminato orde di vampiri. Il lato musicale di Juliette l'ho scoperto da poco e apprezzo anche quello, quindi ieri sera non potevo mancare al Rolling Stone al concerto di Juliette and The Licks.
Non starò a fare la fenomenologia da concerto anche se ci sarebbe stato materiale abbondante per un paio di post, dirò solo che sto invecchiando e alcuni comportamenti tipici mi irritano, tipo quando la gente si mette a pogare in posizioni irragionevoli io invece di accoglierli con le mani e sospingerli in avanti mi piazzo ferma sul pavimento a gomiti in avanti sperando che qualcuno si ficchi un mio gomito fra le costole.
Il concerto non è stato male anche se da un gruppo che su disco suona così potente per non dire tamarro, mi sarei aspettata molta più energia e ritmo. C'è da dire che l'acustica del Rolling Stone faceva cagare e i suoni non so chi li avesse fatti, ma le chitarre si sentivano poco, il che non aiutava. Lei comunque è spettacolare ci mette passione e trasmette una grande carica, i chitarristi fighetti invece sembrano un po' di plastica. Se Juliette cantasse con un gruppo come i Trail of Dead, sarebbe catartico vedere un concerto, ieri sera invece sono tornata a casa soddisfatta a metà.

11.10.06

Anche se non ho mai inaugurato una serie di post con questo titolo, mi sento di dire "Bentornati all'angolo degli incubi di Ginevra"
Quest'oggi puntata doppia, grazie all'attività onirica straordinaria di questa notte e dire che non avevo neppure mangiato pesante.
Nel primo incubo il palazzo in cui lavoravo (che non era quello in cui realmente lavoro e forse era una università) veniva assediato dai pompieri (ricorda nulla?), dapprima credevamo fosse una semplice esercitazione, ma poi, una volta usciti in cortile, ci rendevamo conto che era una vera e propria guerra fra bande di pompieri rivali che non trovavano di meglio che, schierati i mezzi antincendio, irrorarsi vicendevolmente di acqua e schiume taglia fiamme. Si scopriva infatti che erano stati tagliati i fondi per il presidio del palazzo e che bisognava tagliare un fornitore e i vari fornitori si accapigliavano per mantenere la postazione (anche questo mi ricorda qualcosa). Io scappavo assieme ad alcuni pompieri ribelli, ma lasciavo il casco dentro il palazzo e la moto parcheggiata sotto, così, visto che le ostilità non accennavano a placarsi, dovevo rientrare di nascosto dentro il palazzo a recuperare il casco, ma appena salita in sella una banda di loschi figuri, alquanto risentiti, mi si avvicinava per non farmi scappare. Io partivo senza casco e senza occhiali e mi trascinavo dietro un tizio che mi si era attaccato alla coda della moto e non mollava la presa nonostante andassi a zig zag e cercassi di farlo finire sotto i furgoncini ducato che procedevano in senso contrario. Non so come sia finita la questione, so solo che poco tempo dopo, e qui inizia la seconda puntata, mi trovavo a sostenere un esame di cultura generale per poter rimanere a fare volontariato nell'associazione a cui partecipo abitualmente.
Ero un po' scocciata dal dover fare questo test, anche perché, mi dicevo, guarda tu se una laurea in fisica non basta.
C'erano domande di chimica e domande di dizione tipo "come si pronuncia la parola noi" ed io quando la leggevo mi alteravo non poco perché non ne capivo la ragione. Alla fine mi correggevano il test e mi davano D, io, nota secchiona, mi alteravo parecchio e andavo a chiedere spiegazioni alla commissione esaminatrice, anche perché non c'era una correzione del test, ma solo un voto finale. Nella commissione c'erano due gemelle che sembravano Daria (il fumetto) di non più di 15 anni e un tipo che esiste nella realtà che non è in grado di parlare italiano, tanto forte è la sua inflessione dialettale, ma che si spaccia per un conoscitore della lingua cinese. Il fatto che due quindicenni ed un dislessico mi avessero dato D mi faceva incazzare oltre ogni limite e me ne andavo veramente di cattivo umore. Ad un certo punto ho sognato di essere sveglia nel mio letto incapace di prender sonno a tentare di autoconvincermi che non valeva la pena di essere così arrabbiati.
Psicoanalisti in erba fatevi avanti, anche se so benissimo da sola che il responso è che sono alla frutta.

10.10.06

La notizia del giorno è che se non hai il garage non hai speranze di fare soldi. Il mio box è pieno di ragnatele con una pila di foglie in un angolo che si sono infiltrate sotto la porta. Non essendo un capanno isolato e graziosamente coperto di edera anche se vi impiantassi una attività credo che i clienti non sarebbero soddisfatti dell'atmosfera e i vicini di box provvederebbero immediatamente a farmi sfrattare.
La seconda notizia del giorno è che facendo due rapidi calcoli se ci fosse una vera emergenza qui al quarto piano rimarremmo tutti intrappolati fra le fiamme, nell'evecuazione simulata di oggi c'era una fila di gente lungo le scale che non finiva più e un muro di folla davanti all'unica uscita di emergenza perché il cortile è angusto per accogliere tutti.
La terza notizia infine è che gli addetti alla sicurezza hanno impiegato molta più energia a farci rientrare in ufficio che a buttarci fuori. Il che avvalora l'ipotesi di una mia fine prematura in caso d'incendio.

9.10.06

Ieri sera ho visto Report. La puntata si occupava del dissesto dell'elettronica italiana. Cessioni di rami di azienda ad altre aziende e quotazioni in borse basate invece che sui bilanci effettivi su commesse in corso o in via di definizione (opportunamente gonfiate). Un gioco di scatole cinesi che in tutti i casi esaminati finiva con un crack finanziario e operai a spasso. A parte il fatto che ad un certo punto mi è cascata la testa per il sonno e mi sono persa qualche passaggio, un vago senso di inquietudine si è impossessato di me. Va bene che la mia azienda era in attivo e si è fusa con altre aziende in attivo, va bene che nessuno degli amministratori delegati si aggirava in jet o in elicottero, al massimo in BMW, va bene che non ci si occupa di elettronica, ma improvvisamente tutta l'operazione mi si è presentata sotto una luce sinistra. Al di là dei cattivi presagi e degli attacchi di sonno la puntata era come sempre interessante. L'unico neo è rappresentato dal fatto che hanno svelato che gli armadi telecom possono essere scassinati anche da un neonato, il più delle volte sono già aperti, e che in ogni armadio c'è una linea di servizio a cui attaccando il telefono si ha segnale. Prevedo che nei prossimi giorni non sarà inusuale vedere persone che escono con un telefono sirio sotto braccio e si attaccano al primo armadio che trovano nei paraggi. Per i più stronzi e tecnologicamente avanzati ci sarà sempre la possibilità di attaccarsi alla linea del vicino antipatico ed addossargli i costi delle chiamate ai telefoni erotici.

8.10.06

Domenica
Giornata di splendido sole, alcuni irriducibili sono in spiaggia a pancia all'aria a catturare gli ultimi scampoli di abbronzatura. Io mi sono alzata tardi, complice l'incidente enogastronomico di ieri sera in cui ho concluso una cena molto buona, ma non propriamente leggera, con un bicchierino di filu ferru che invece di sturare la vie digestive le ha definitvamente intasate. Solo 30 minuti di apnea sul divano e un té verde bollente hanno ripristinato la situazione, ma l'avventura mi ha privato delle ultime energie residue. Così stamattina invece di mettere le scarpe da ginnastica e godermi il sole ho ciondolato per casa e per non sentirmi troppo in colpa ho fatto la buona massaia stirando la roba che mi ero portata.
Ora ho davanti l'alternativa di affogare i sensi di colpa nello studio o prendere i due libri che sto leggendo in contemporanea ed andarmi a sedere su di una panchina sul lungomare ad arrostirmi un po' al sole. Ardua scelta.
\Domenica

7.10.06

Sabato
Mattinata in giro a piedi per negozi a fare la spesa: il pesce dal pescivendolo, il pane dal panettiere, le lasagne dal pastafresca, la frutta dal fruttivendolo. Sembrerà scontato, ma per me abituata a recuperare i viveri nella bolgia della slunga dietro casa raggiunta in macchina, è un piacevole diversivo dei sabati genovesi.
Ho scoperto che esiste un galateo del fruttivendolo: se compri i funghi il prezzemolo ti spetta di diritto, se compri tanta roba e poi per ultimi chiedi i sapori te li regalano. Ovviamente non sapendolo sono uscita senza prezzemolo né sapori ed oggi mi tocca tornarci per comprarli.
Nel frattempo ho pulito i funghi e il basilico, affettato e passato alla griglia le melanzane. Oggi pomeriggio potrò assemblare le scorte per i tempi duri, melanzane alla parmigiana, lasagne al sugo di funghi e lasagne al pesto. Conoscendo me e il Marito, sapendo di avere delle scorte non toccheremo pentola per tutta la prossima settimana, esaurendole subito.
\Sabato

6.10.06

Venerdì
L'obiettivo è fare passare i minuti che separano dal suono della campanella, ehm volevo dire dalle 18, riportando il minor numero di danni possibile, in ambito tecnico, ma soprattutto in quello stabilità mentale.
Mi trovo a leggere notizie di cronaca finanziaria e sognare a occhi aperti sogni maligni di gente licenziata che per forza di cose deve dismettere il ghigno che ha perennemente stampato in faccia.
Ripeto a me stessa sillabando ogni lettera: N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o. N o n è u n a t t e g g i a m e n t o s a n o.
Thanks God it's Friday.
\Venerdì

5.10.06

Giovedì
Io non ho mai capito le persone che sfregiano gli ascensori facendo scritte con chiavi pennarelli e similia. Oggi però l'atmosfera da queste parti è tale che se trovassi la persona che ha pensato di incidere sulla parete del montacarichi la scritta "che posto di merda", gli stringerei la mano e gli direi che aveva ragione.
Prometto che la prossima settimana eviterò l'andazzo di una lamentela al giorno e se proprio non avrò null'altro da dire piuttosto non scriverò niente.
\Giovedì

4.10.06

Mercoledì
Nell'ottica delle diversificazione, sto costruendo i presupposti per la realizzazione del sogno di ogni IT consultant depresso, l'apertura di un agriturismo. Anche se è ben chiaro che di qui all'eternità, quando forse avrei un capitale sufficiente ad avviare l'attività, il mercato sarà saturo e gli agriturismi avranno definitivamente cambiato faccia e avranno tutti un internet point e una biblioteca informatica, che le cattive abitudini, si sa, sono dure a morire.
Il presupposto felicemente realizzato in questi giorni è stato l'avvio della produzione casalinga di yogurt, la yogurtiera G!rm! per quanto spartana mi ha dato dell grosse soddisfazioni. A questo giro lo yougurt era neutro, al prossimo potrei lanciarmi in qualche aromatizzazione.
Nel finesettimana invece conto di avviare la produzione di birra a casa del genitore e non è detto che non provi a fare il lievito madre per il pane a casa della genitrice. Come si dice "prendi l'arte e mettila da parte".
\Mercoledì

3.10.06

Martedì
Ho sognato che qui in ufficio volevano farmi pulire i pensili della cucina (che peraltro in questo palazzo non esiste) ed io mi rifiutavo litigando furiosamente. Cominciamo bene la giornata.
Update del pomeriggio.
Di solito quando vengo in ufficio in moto appoggio il casco sull'angolo in alto a sinistra della scrivania, posizione a portata d'occhio e di mano, ma che non si sovrappone all'area di utilizzo della scrivania stessa.
Il mio casco ha la presa di areazione sulla cocuzza , ma, essendomi caduto, la linguetta di plastica che consente l'on-off della refrigerazione neuronale si è danneggiata e giace perennemente in posizione off onde evitare che si stacchi del tutto e mi porti al congelamento cerebrale definitivo durante la stagione fredda.
Ultimamente, notando che la posizione del casco invogliava i visitatori saltuari della stanza a giocare con la linguetta di plastica, avevo scelto una posizione più defilata onde preservare l'integrità del casco. Lo stratagemma ha funzionato tranne che per una persona la quale entrando, prima ancora di palesare il motivo della sua visita, individuava il casco e iniziava a giocarci. Ieri ho spiegato gentilmente alla persona in questione che avrei gradito non toccasse il mio casco, spiegandogliene il motivo. Oggi questa persona è ritornata nel mio ufficio e non potendo giocare col casco, ha pensato bene di sbirciare nel mio zainetto semiaperto. Siccome la visuale non era completa e di suo gradimento, ha deciso che era opportuno alzare un lembo dello zaino per guardare meglio.
Allibita ho alzato un po' il tono di voce dicendo che non potevo credere che l'avesse fatto che non è educato guardare nelle borse altrui e lui ancora ridacchiava come se fossi io la isterica. Domani mi porto una fionda se prova a toccare un oggetto di mia proprietà gli sparo una pietra in mezzo agli occhi. Isterica va bene, ma almeno isterica che si toglie delle soddisfazioni.
\Martedì

2.10.06

Lunedì
Tristemente lunedì dopo una domenica passata a imbiancare il bagno e, per soprannumero, a fare una lavatrice e a lavare il lato superiore dei pensili della cucina.
Persone pongono poco gentilmente domande lecite a cui passa però la voglia di rispondere.
E qualcuno arriva a raccontare che la parte di progetto seguita e per cui si ricevono rotture di coglioni ogni piè sospinto, verrà cestinata al prossimo giro.
\Lunedì

1.10.06

E' domenica c'è brutto tempo e dopo un anno che abito in questa casa finalmente sto imbiancando il bagno. Non che ci sia molto da imbiancare visto che le piastrelle arrivano fino al soffitto e il bagno ha le dimensioni di una cabina del telefono. Comunque fra angoli e rientranze non è una stanza semplice da imbiancare.

29.9.06

Pare che l'unica soluzione sia tornare a scuola, così ho comprato un bel quaderno di Melanzana Jones e proverò a ricordare come si fa a studiare qualcosa che dobbiamo studiare, ma che fondamentalmente troviamo noioso. Ingenuamente credevo che una volta giunti al traguardo della stesura della tesi di laurea, ci si potesse dedicare esclusivamente a cose di nostro interesse. Evidentemente mi sbagliavo.

Update: certco che se il mio oroscopo per la settimana dice
Immagina un ponte che un tempo consentiva alle automobili di attraversare un fiume, ma che ora sovrasta solo polvere e arbusti secchi. In altre parole, il fiume che un tempo ha costretto gli uomini a costruire il ponte, ora si è prosciugato. Mi sembra un buon simbolo per te. Metaforicamente, stai pensando di erigere un ponte per superare un ostacolo che presto non sarà più un ostacolo. Se aspetterai un po’, non sarà necessario fare tanta fatica.
a me passa la voglia di studiare, quantomeno per tutta la prossima settimana.

28.9.06

Se su Miami Vice le mie aspettative erano nulle, quindi non potevano essere deluse, sul grado di fighettaggine di una anteprima stampa erano elevate e sono state ampiamente deluse. Del resto se io ero imbucata ad una anteprima stampa, l'evento non poteva essere granché esclusivo. Però, traviata dalla troppa visione di sex and the city, mi aspettavo donne in gonne svolazzose e tacchi alti, ma soprattutto un buffet. L'abbigliamento era quello da gita domenicale ( a parte, suppongo, quello delle due donne che alle mie spalle discutevano dell'elevato valore della borsetta che una delle due aveva avuto in dono), il buffet inesistente, neanche una bottiglia di Mecca Cola e due pistacchi.

27.9.06

Palazzo delle Ste||ine, un portico vetrato si affaccia su di un prato verde al centro del quale troneggia un'altissima magnolia. Le sale riunioni invece sono tristi come quelle di un qualsiasi Holiday Inn in tangenziale, in più c'è un caldo secco e una filodiffusione alquanto invasiva e di dubbio gusto.
Come previsto la proposta nascondeva una fregatura. Il grande capo alle innumerevoli obiezioni sollevate dai presenti, non sapendo più come convincerli della meraviglia di questa opportunità, invitava tutti i presenti a fare un'analisi costi-benefici, altrimenti riassumibile in un "fatevi i conti in tasca e decidete". Quando nella presentazione è saltato fuori un concetto molto simil alle "convergenze parallele" ho pensato che non mi restava che strangolarmi con la tracolla della borsetta e porre fine in questo modo alle mie sofferenze.
Abbiamo una decina di giorni per decidere se aderire con entusiasmo al progetto o liquidare il tutto con una alzata di spalle. Alle nove di sera ero ancora al capolinea dell'autobus in attesa che si decidesse a partire e a depositarmi sotto casa e mi ero convinta che la seconda opzione era senz'altro la migliore.
Stamattina ho deciso di sospendere il giudizio per qualche tempo in modo da poter poi decidere senza che le emozioni del momento mi turbino, ad esempio lanciando una monetina per aria.

26.9.06

La mattinata è iniziata in maniera alquanto concitata alla ricerca di un paio di pantaloni adatti all'occasione ed alla temperatura, che oggi sono vittima della temutissima "riunione in sede" e i jeans stropicciati sono da scartarsi a priori. Delle due paia di pantaloni neri in mio possesso, un paio erano stati riposti stropicciati alla fine della scorsa stagione e i mesi di permanenza in armadio non hanno migliorato la situazione, l'altro paio invece erano scuciti. Fra i due mali ho scelto il minore ed ho effettuato un rammendo lampo che spero non decida di cedere a metà giornata. L'inizio della giornata è emblematico di ciò che mi aspetta, adesso mi chiudo in un ostinato silenzio e piango sulle mie disgrazie.

25.9.06

Buongiorno autunno
L'avevano detto, il calendario poi parlava chiaro. Solo che sotto sotto speravo ci fosse un ritardo, una dimenticanza. Invece l'autunno si è manifestato stamani in tutta la sua grigia piovosità, trovandomi del tutto impreparata. Tirate fuori al volo le sneakers resistenti alla pioggia mi sono fatta accompagnare in ufficio dal marito che la cerata non so che fine ha fatto e per l'autobus di prima mattina non avevo fatto training autogeno. Ora tiro fuori un qualche disco piovoso e celebro l'arrivo, non che sia contenta, ma mi pare appropriato.

24.9.06

Dopo il cinese killer è stata la volta dell'incidente sul raccordo A26 A10 in direzione Genova a incrinare il mio amore per la vita e per il prossimo. Dopo 3 ore e 30 di macchina comunque venerdì sera sono riuscita a raggiungere la terra natia per annusare gli ultimi scampoli di mare settembrino.
La cosa assurda è che sono molto più massaia quando passo le giornate da mia madre di quanto lo sia a casa mia, per dire in questi due giorni ho quasi esaurito il backlog di roba da stirare ed ho fatto scorte di cibarie. Il Marito sostiene che mi è venuta la sindrome da criceto, il fatto è che la diminuzione delle scorte alimentari ha una velocità sempre maggiore del previsto, nonostante i miei affanni.
In preda alla sindrome da repessino più tardi ho intenzione di andare a spulciare il mercatino del ciarpame (pubblicizzato come mercatino dell'entiquariato) che c'è qui sul lungomare.
Prego i numi che almeno il rientro in terra lombarda non sia troppo devastante.

22.9.06

Mai, dico, mai mangiare al cinese unto sotto casa se la sera non si ha voglia di cucinare. Al di là degli effetti collaterali a livello fisico tipo nausea che insorge non appena si raggiunge la posizione orizzontale, la notte sarà popolata da spaventosi incubi, peraltro molto realistici.
Il mio collega SR, scoprivamo, non era in malattia come tutti credevano, si era licenziato dall'oggi al domani. Il capo, di conseguenza, mi appioppava un lavoro che spettava a lui e di cui lui era l'unico depositario del sapere. Io mi arrabbiavo moltissimo e minacciavo di licenziarmi anche se non avevo alternative concrete.
Fortunatamente sono stata salvata dalla sveglia e posso vivere nella tranquilla ignoranza di chi l'avesse spuntata.
Il tutto comunque conferma ciò che non ha bisogno di ulteriori riprove, sono alla frutta.

21.9.06

servizio di pubblica utilità
stendibiancheria
no non è un omino che viene a stendere la lavatrice dei bianchi direttamente a casa tua, solo un sito che ti dice quando ti conviene stendere i panni. Se ci tieni particolarmente ti mandano pure gli sms.
Della sua brutta caduta in bicicletta R porta ormai solo lievi segni, passata la paura di conseguenza durature, può riderci sopra. Così dopo aver tentato di convincerci che un'auto l'ha investita, si lancia nella mimica degli eventi lasciandoci tutti piegati dai crampi per il troppo ridere. Pare che infatti, sulla via per la Spagna, lei e la famiglia abbiano fatto sosta a Lourdes e lei, sospesa fra lo slancio religioso e la necessità di differenziarsi dal comportamento delle masse, avesse infine rinunciato a portar via la madonnina con la testa svitabile ripiena di acqua santa. Se un indizio di per sé ha poco valore, due indizi fanno quasi una prova. Quando R. dopo esser stata scrostata dall'asfalto, caricata in ambulanza, sottoposta ad una quantità di lastre da renderla fluorescente durante le ore notturne, dopo che i medici spagnoli l'avevano terrorizzata ripetendo ossessivamente "Vale vale" che lei nell'ottenebramento post caduta recepiva come "Male male", quando la faccia seppur medicata aveva raggiunto le dimensioni di una anguria e lei giaceva in cerca di riposo nel suo camper, la sorella dal sud Italia le comunicava via sms "Sono stata al santuario della Madonnina nera. Ho detto una preghiera per tutti noi". Per quanto credente a R. veniva un dubbio e dopo un rapido accertamento stabiliva che, mentre la sorella invocava la madonnina nera, lei stava volteggiando in carpiato dalla sella della sua bici all'asfalto.
R. sostiene che la preghiera l'abbia salvata da traumi peggiori, io continuo a credere che se l'usanza popolare richiede una palpatina agli attributi quando si incrocia una suora, un qualche fondamento di verità ci sia.

20.9.06

Ieri ho scoperto l'esistenza di un nuovo strumento di tortura, lo scovolino da premolare. Immaginate uno scovolino da cesso, anzi meglio quello da bottiglia, miniaturizzatelo e pensate di passarvelo fra un dente e l'altro. Una gioia. Non paga di aver sborsato denari per farmi torturare, che va bene l'igiene orale, ma per fare l'abluzione del tartaro con lo stesso impegno profuso dal mio dentista, bisogna chiaramente essere sadici, la sera sono stata protagonista di una delusione cocente.
Squilla il telefono. Mollo il cucchiaio nel piatto della minestra, mi strozzo con un fagliolino, rispondo.
- Buona sera, sono S. della XPV Consulting, parlo con Ginevra?
Comincio a saltallare per la stanza pensando che la vagonata di cv spediti sta dando i suoi frutti. Il tono colloquiale dell'interlocutore non mi stupisce, i curricula li ho mandati ad amici di amici.
- Sì sono io.
- Siamo una azienda che si occupa di purificazione delle acque, posso farle due domande?
A questo punto mi rendo conto che qualcosa non quadra, che c'entro io con la purificazione delle acque?
- Prego
- Ha mai pensato di installare un purificatore d'acqua nel suo impianto domestico? La cosa ha indubbi vantaggi non dovrebbe più comprare l'acqua in bottiglia, se vuole c'è la possibilità di installare anche un modulo che la renda effervescente... bla bla bla

19.9.06

Una sola parola: DENTISTA.

18.9.06

Il finesettimana con notte lavorata mi ha sconvolto un po' i bioritmi.
Sabato pomeriggio sono diventata proprietaria di una fantastica bicicletta, peccato che oltre me da decathlon ci fossero decine di bambini urlanti che reclamavano il loro due ruote e che, nell'attesa di entrarne in possesso, si dilettassero a lanciare degli skateborad nelle caviglie degli altri clienti, senza che i genitori si preoccupassero di richiamarli.
Domenica invece spesa alla slunga, i corridoi deserti se da un lato consentivano una scelta rilassata degli articoli da acquistare, dall'altra inducevano ad indugiare davanti ai reparti più improbabili. Con la scusa delle provviste per l'inverno abbiamo riempito il carrello all'inverosimile. In serata, l'aperitivo trasformatosi poi in pizza, ha rallentato l'intaccamento delle scorte. Credo che per un paio di settimane potremo fare a meno di andare al supermercato.

17.9.06

Che palle essere al lavoro il sabato notte a quest'ora.

15.9.06

Il piano è perfetto. Ho rifiutato un invito al cinema, ho spinto il marito fuori di casa con la chitarra sotto braccio, mi sono chiusa dentro. Non mi resta che azionare la gelatiera e il lettore dvd e la mia serata di relax casalingo solitario potrà avere inizio. In caso sex and the city mi stufasse, ho sempre a disposizione vanity fair e vogue. Se proprio mi venisse una crisi di astinenza dagli stimoli neurali ci sarebbe sempre da finire il libro di terzani o da vedere il Paziente Inglese. Meraviglioso!
E' morta la Fallaci, ho fatto un punto al Fantamorto.
L'unico problema è che per tre giorni non faranno altro che propinarci le sua minchiate e commemorare la sua vita. Fortunatamente è saltata l'antenna della tv quindi non posso vedere il tg.


p.s. sì sono una schifosa cinica, problemi?

14.9.06

Al grigio e alla pioggia proprio non ero preparata, ma il mio essere meteopatica si è manifestato sin dalla fase onirica, donandomi un sogno angoscioso interrotto fortunatamente dall'arrivo del caffé che il mio santo marito mi ha portato, come ogni mattina, a letto.
Ero incinta e sapevo di dover partorire di lì a poco. Una strana selezione di parenti vicini e lontani popolava il mio sogno, c'erano persone morte da anni, che trotterellavano in forma smagliante e persone attualmente in vita che stavano per andarsene per sempre o erano già scomparsi. E no, non stavo sognando un'ecatombe familiare, la gente proprio stava per andare dall'altro capo del mondo con un biglietto di sola andata oppure, mentre era in viaggio, decideva di abbandonare il gruppo e spariva nel nulla. E io all'annuncio che mio cugino mi faceva di volersi trasferire in Scozia irragionevolmente speravo che là ci fosse mio nonno ad aspettarlo, l'unico che anche nel sogno sapevo non esserci più.

13.9.06

Promesso, aspetterò almeno fino alla prossima settimana prima di lanciarmi in nuovi mugugni sull'ambiente lavorativo. Non che non avrei materiale da esporre, sia chiaro, fra cui peraltro il sabato notte che mi toccherà passare a guardare blinkare un cursore in attesa di sfoderare il mantellino rosso e salvare il magico mondo della telefonia mobile. Ma ho promesso, voglio provare la via dell'ascesi. Voglio cercare di essere conciliante , disponibile, rispondere alla maleducazione con la gentilezza, al delirio con la calma. Poi quando avrò notato che è tutto inutile e che il mondo non si sarà magicamente colorato di rosa, allora a buon diritto adotterò nuovamente il turpiloquio e sfanculerò tutti a destra e a manca. Non vedo l'ora.

12.9.06

Per la cronaca nel mio ufficio in questo momento il collega alla mia destra clikka convulsamente sui siti di ricerca lavoro, il collega alla mia sinistra parla con un collega in visita dell'importanza di trovare un lavoro che coincida con la nostra passione e dei soldi che guadagna un tizio di sua conoscenza. Il collega in visita vorrebbe pure lui cambiare lavoro. Io, inutile dirlo, sono nell'angolino che mi dondolo lamentandomi. Quando si dice l'influenza dell'ambiente.
No niente... solo... che schifo. Che ansia che nausea. Quasi quasi mi siedo in un angolino con la faccia verso il muro mi dondolo e mi lamento sottovoce tenendo le mani sulle orecchie. Magari le otto ore passano prima.

11.9.06

Ho tutta una serie di pensieri inutili che mi frullano fra le sinapsi, impedendo la formazione di una qualche idea sensata. Saranno stati il finesettimana in terra natia, il giro al mercato, quelle tre ore passate in spiaggia e tutto quel cibo ad azzerarmi l'attività neurale.
Ieri sera, girellando per il mercato della sagra di paese qui in terra lombarda, ho avuto modo di notare che l'industria della contraffazione è al passo coi tempi. Su Vogue inizia il martellamento serrato con le immagini della borsa in pelle goffrata di Prada, che pare sia il must per l'inverno, ed ecco che sui banchetti dei senegalesi la simil borsa in simil pelle fa mostra di sé in mezzo ai classicissimi tarocchi di Louis Vouitton.
Per il resto un forte senso di nausea mi ha attanagliato non appena varcata la soglia dell'ufficio e no, non sono incinta, è proprio l'ambiente che comincia a disgustarmi o gli anticorpi si riformano in fretta o presto la mia testa rischierà di rompersi per gli impatti ripetuti contro la scrivania.
Ora scusate devo cercare un sito che venda un cilicio da indossare sotto i jeans per fare ulteriore penitenza, chissà che non mi guadagni un posto in paradiso pur essendo agnostica.

8.9.06

Petizione Importante(click here)
Riporto qui una mail che ho ricevuto.
Ciao, sono Niccolò Paoli, responsabile del Centro delle Culture di Arezzo e ti chiedo un aiuto per la situazione che vado ad illustrarti: Lunedì 4 settembre Amir K. cittadino pakistano residente da oltre 2 anni ad Arezzo, é stato fermato per accertamenti e dopo una giornata di interrogatori è stato portato nel Centro di Permanenza Temporanea di via Corelli a Milano con un decreto di espulsione. Amir è un ragazzo di 23 anni che da quando è in Italia è impegnato attivamente come volontario in iniziative non violente, contro la discriminazione e per l'apertura al dialogo tra le culture e le religioni (corsi di lingua per immigrati, campagna nazionale per il dialogo tra le religioni, raccolta firme per adibire aree di sepoltura ad ogni credo, promotore di un mensile multietnico, etc.). Non essendo rientrato in nessuna sanatoria né decreto flussi, la sua attuale situazione è di clandestino. Amir ha dovuto lasciare il proprio paese per motivi religiosi: appartiene ad una minoranza sciita e per questo è stato perseguitato e minacciato di morte (esiste un'accurata documentazione della sua situazione); solo nell'ultimo periodo, nella sua città, sono state uccise 41 persone per lo stesso motivo, quindi rimpatriarlo adesso significa condannarlo a morte. Ci appelliamo all'art.19 della costituzione e chiediamo allo Stato italiano di dargli asilo politico per motivi religiosi. Già oggi molti cittadini italiani amici di Amir stanno raccogliendo e sottoscrivendo migliaia di richieste per il suo asilo politico, per questo è attivo un sito su cui sottoscrivere ed aderire all'iniziativa: Petizione
Sono qui, sospesa, in attesa di qualcosa che spero accadere, ma che sarà difficile e faticoso. Vivo sentimenti contradditori, desiderio di volare e terrore dell'abisso. Ieri ho visto, dopo aver fissato per anni la cartolina pubblicitaria appesa al muro del mio ufficio, "E morì con un felafel in mano". E visto che Australia e Nuova Zelada non sono poi così distanti e sui flatmates strambi nel film non lesinavano, mi è venuto da pensare a Michele e alle sue avventure all'altro capo del globo. Invidia, profonda invidia, di gente nuova, facce nuove, culture nuove. Di nuovi flatmates no, ne ho scelto uno per tutta la vita e non intendo cambiarlo. Il Marito dice che sono vagabonda, ha ragione solo in parte, come mio padre quando dice che sono tedesca. Oscillo tra le mie abitudini, il loro consolidamento e il desiderio di stravolgerle, magari solo a tempo determinato, con un viaggio, una trasferta, una pazzia.
Che fatica.

7.9.06

La televisione all'ora di cena andrebbe abolita e non è solo questione che invece di conversare amabilmente rimango con occhio spento viso di cemento a fissare inebetita lo schermo. Infatti il vero problema è che sono vittima degli striscianti meccanismi del marketing e le uniche informazioni che trovano spazio disco nel mio cervello per essere immagazzinate sono, inutile a dirsi, gli spot pubblicitari.
Così ieri sera mi si è piantata nella testa la triade di parole fotografia/cartierbresson/omaggio e oggi all'ora di pranzo mi sono fiondata dal giornalaio. Peccato che della triade la parola omaggio fosse frutto della mia sperticata fantasia e che io abbia sborsato 14 euro circa per un fascicolone gigante con una decina di foto messe in croce ed il relativo comodo raccoglitore, che mi costringerà ad abbattere mezza libreria per poterlo riporre. Per soprannumero ho dovuto portare via il corriere con il corriere magazine con Muccino jr in copertina.

6.9.06

Vorrei scrivere qualcosa di interessante o divertente o almeno non troppo lamentoso. Solo che le condizioni al contorno non giovano, quindi so già che nessuno dei requisiti sarà rispettato e mi passa la voglia.
Comunque.
Oggi mi è arrivato l'invito a partecipare ad una iniziativa, il classico invito che mentre lo leggi sai già in partenza che da qualche parte c'è l'inghippo, la fregatura. Però l'ego, si sa, è solito giocare brutti scherzi. Quindi mentre leggevo, in background, del tutto fuori controllo, un sottile gongolamento si stava facendo strada.
Mi dicevo, che sarà pur stata la classica iniziativa di facciata, che è vero che avrebbe richiesto un impegno extra non retribuito, però insomma in fin dei conti mi avevano annoverato fra le persone degne di essere coinvolte e questo doveva essere in qualche modo un riconoscimento delle mie capacità. Insomma la bambina dispettosa coi codini che alberga fra le mie svariate personalità, sbatteva i piedini per terra e diceva "gné gné gné! me lo hanno proposto, me lo hanno proposto", mentre la disillusa di grigio vestita replicava "solita merda" e la sospettosa col ferro da calza pungolava "accertati delle condizioni, accertati delle condizioni".[*]
Alla fine, con tutto quel pungolare, ho dato retta alla sospettosa e dopo una breve ricerca ho trovato l'elenco delle persone a cui l'invito era esteso.
Inutile dire che la bimba dispettosa è stata subito messa a tacere mentre la sospettosa e la disillusa si stringevano la mano.
Alcune delle persone invitate non le conosco. Altre le conosco e le stimo. Altre ancora le conosco e sono universalmente note per non essere molto capaci, anzi a dirla tutta, per essere nettamente incapaci.
La mia autostima è passata di colpo a valori prossimi allo zero assoluto.

[*]N.d.R. Ebbene sì oltre ad avere personalità multiple esse hanno un corredo di vestiario ed accessori differenziato.

5.9.06

Quando mia madre mi ha regalato la gelatiera le ho detto di non spenderci un capitale, che era uno sfizio e che se l'avessi usata due volte al mese sarebbe stato tanto. Inutile dire che la gelatiera funziona a pieno regime e che essendo estremamente golosi un cestello di gelato viene fatto fuori in una serata. Del resto cos'altro si può fare se non affondare avidamente il cucchiaio nella ciotola colma di gelato al cioccolato, mentre si guardano Wallace e Groomit?

4.9.06

A volte una giornata in cui non si fa assolutamente nulla è una giornata splendida. Mi ci voleva una domenica d'ozio casalingo.

3.9.06

Ho spuntato un'altra voce al capitolo cose da fare prima dei 40 anni, che ai 30 mi ci sono trovata all'improvviso e non ho avuto tempo di meditare su ciò che era opportuno realizzare prima della scadenza. Ho visto i peli pubici di Iggy Pop. Ieri a rock in Idro, da lontano.

1.9.06

Office Jungle Survival
Anche il mio fido portatile si è rotto i maroni del lavoro che facciamo, quindi dopo aver dato segnali lievi ed equivocabili, come sbiadire uno ad uno i caratteri dalla tastiera per rendere più difficile la digitazione e fulminare una batteria dopo l'altra, non contento, ha cercato il colpo magistrale ed ha mandato in sciopero la ventola. Così ieri, rientrando dalla pausa pranzo e schiacciando il tasto di invio per riportarlo in vita, ho avuto l'effetto collaterale di cancellarmi le impronte digitali dell'indice destro. Sciocca io a non aver notato l'odore di plastica bruciata che aleggiava nella stanza e il calore smodato che emetteva il pc. Il processore comunque è un fottuto stakanovista e nonostante le temperature da deserto del sahara raggiunte continuava allegramente a fare il suo lavoro.
Nell'attesa che qualcuno in ditta si degni di risolvere il problema nel frattempo sono passata ai rimedi di emergenza. Quando la temperatura si alza eccessivamente, ossia all'incirca dopo 45 minuti di lavoro, spengo il tutto per un quarto d'ora e lascio raffreddare. Mai stata così ligia alle prescrizioni della 626 per la sicurezza in azienda. In pausa pranzo ho lasciato il portatile spento sul condizionatore acceso a palla, nella speranza che incamerando il freddo, ci metta più tempo a surriscaldarsi una volta acceso.
Lunedì sono indecisa se portarmi una bomboletta di ghiaccio spray per qualche spruzzatina rinfrescante o le mattonelle da borsa frigo da attaccare in pianta stabile sotto il portatile. Guai se al prossimo incontro di bilancio di sviluppo professionale qualcuno osa dirmi che non sono proattiva.
Il weekend milanese alle porte dopo un mese e mezzo di vagabondaggi vari durante il finesettimana, ha il sapore di una vacanza.
Non doversi mettere in macchina e affrontare km di strada, poter dormire nel proprio letto fino all'ora che si desidera la mattina, mi sembrano la cosa migliore da desiderare in due giorni di non lavoro.
Poco importa se ci sono mostre fotografiche che attendono di essere viste, concerti ai quali si intende andare, negozi che si vorrebbero esplorare. Poco importa se oggi è il primo di settembre. L'anno scolastico inizierà lunedì, questi due giorni che mi aspettano devono essere di limbo.

31.8.06

I benefici effetti delle vacanze si fanno ancora sentire, ma sembra che in ufficio ce la stiano mettendo tutta per farmi esaurire le scorte di energia a di buon umore.
Non pretendo di essere infallibile, anzi so bene di avere ancora da imparare. Solo vorrei che si rispettassero un po' di più il mio lavoro e la mia persona.
Vorrei che la gente fosse educata e che non dicesse semplicemente "non funziona, dà errore", ma che mi dicesse "c'è questo problema". Anche perché poi si scopre che non funziona per colpa sua che ha dei dati non allineati e mi ha fatto perdere del tempo per niente.
Vorrei che la gente non dicesse "non si capisce", dopo aver letto una riga sì ed una riga no, ma che spendesse 5 minuti e poi facesse delle domande circostanziate.
Vorrei che se una persona mi chiede aiuto per un lavoro che non mi riguarda ed io gli dedico del tempo che dovrei dedicare ai lavori su cui sono allocata, non se ne approfittasse venendo ogni 5 minuti a farmi una domanda e che una volta su due le domanda fosse la stessa perché nel frattempo si è dimenticato la risposta.
Poi mi piacerebbe che quando uno manda una mail all'ufficio del personale si degnassero di rispondere, ma questo, lo so, è pura fantascienza.

30.8.06

Visto che ieri ho fatto gli straordinari, oggi mi fiondo a casa con un pochino di anticipo. Devo solo togliere una montagna di polvere, lavare i pavimenti, far sparire le macchie di calcare e soprattutto rimuovere l'attrezzatura da campeggio dall'ingresso di casa e spostarla in cantina.
L'inciampare nella tenda tutte le mattine, uscendo di casa, mi faceva sentire bene, come se il motivo della sua presenza non fosse la mia pigrizia smodata, ma una fuga prossima ventura. Il Marito mi ha dato della vagabonda ieri sera, non sono nemmeno due settimane che siamo tornati ed io ho già comprato la guida turistica per il prossimo viaggio.
L'ispettore Coliandro sta diventando il mio nuovo telefilm culto, soprattutto dopo che nella puntata di ieri si è visto un cinese che parlava bolognese e diceva una frase del tipo "Socc, il cinazzo sfigato ci ha rubato le piade" che scritta così non rende, va immaginata con la cadenza bolognese.
Comunque, per la cronaca, almeno con l'ispettore Coliandro non ho versato lacrima, forse ci sono ancora speranze per la mia salute mentale.

29.8.06

I sintomi della spm sono più che evidenti, ieri sera nonostante il gelato autoprodotto al fior di latte, corretto con nocciole e crema di marroni, sono riuscita a frignare anche guardando Almost Famous rivelandomi un caso assolutamente senza speranza.
Ho (ri)cominciato ad andare a correre, credo sia una mania collettiva, il naviglio era affollato di gente in diversi stadi di arresto cardiaco e traspirazione. Io a fine allenamento avevo ancora un aspetto dignitoso, ma ad onor del vero non mi sono sbattuta molto, era più che altro una uscita di ricognizione per ricordarmi di avere dei muscoli. Le gambe stanno benissimo, in compenso il mio alluce destro, l'unghia in particolare, mi ricorda in continuazione che dovrei fare qualcosa per le scarpe.
Il lavoro mi assilla un po', la concentrazione purtroppo devo averla lasciata a casa.