17.9.09

Per un momento sulla metro guardandomi attorno e vedendo altre due ragazze ipdod nano munite in jeans e ballerine una delle quali con il programma del Milano Film Festival, mi sono domandata a che punto fosse arrivato il mio processo di frangettizzazione. Il pensiero poi si è involto nella corsa alla coincidenza e al posto nella sala della scatola magica.
In programma il film/documentario su Basilico e a seguire un incontro con Basilico stesso per una chiaccherata su architettura e fotografia.
Il concetto di infinito rivelatosi durante degli scatti nei porti della Normandia, la mancanza di infinito in Milano che è una città che fa da sfondo a se stessa, città auoreferenziale. La difficoltà di fare foto di architettura in una Beirut devastata post guerra e come vederla con gli occhi di uno dei suoi abitanti gli abbia fatto capire che non era una città morta, ma solo ferita.
San Francisco e la Silicon Valley, Mosca da una prospettiva inconsueta e poi Genova e il suo porto.
Nonostante qualcuno lo definisca divo o celebrità, Basilico è una persona molto disponibile e umile ed è definitivamente assurto nell'olimpo dei miei idoli personali quando ha detto: "Alle volte qualcuno mi domanda cose tipo qual'è la città che mi è piaciuto di più fotografare. Allora ci ho pensato ed ho deciso che è Genova...perchè Genova non è mai stata una città propriamente turistica e i turisti li ha sempre un po' trascurati, ma poi ho scoperto che hanno costruito questa passerella che porta alla lanterna e si affaccia sul porto ed è stato meraviglioso".

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