27.4.03

"Una volta, ricordo, ci imbattemmo in una nave da guerra, ancorata al largo della costa. Li' non c'era neanche una tettoia, e la nave bombardava la boscaglia. A quanto pare i francesi avevano in corso da quelle parti una delle loro guerre. La bandiera nazionale pendeva flaccida come uno straccio; le bocche dei lunghi cannoni da sei pollici sbucavano tutt'intorno dallo scafo basso; l'oleoso e viscido mare lungo la dondolava pigramente su e giu', facendo oscillare i suoi alberi esili. Nell'immensta' vuota della terra, del cielo e dell'acqua eccola la' incomprensibile, a fare fuoco entro un continente. Pum, faceva uno dei cannoni da sei pollici; una fiammella dardeggiava e svaniva, un po' di fumo bianco spariva, un minuscolo proiettile faceva un lieve stridio- e non accadeva nulla. Non poteva accadere nulla. C'era un pizzico di follia in quelcomportamento, un senso di lugubre buffonata in quello spettacolo, e non si disspo' neanche quando qualcuno a bordo mi assicuro' calorosamente che un accampamento di indigeni- li chiamava nemici!- era nascosto laggiu' da qualche parte". Joseph Conrad

Afghanistan, massicio di Tora Bora, pietre. Piu' in basso pecore. E bombe, bombe a grappoli, acini che rotolano al suolo restando inesplosi, acini che esplodono scheggiando ulteriormente una roccia gia' aguzza e selvaggia. Che fine ha fatto Bin Laden? (Sara' mai esisitito?) E il mullah Omar? Si presentera' a bordo della sua bicicletta direttamente al Giro d'Italia? Proporra' l'istituzione di una corsa a tappe Kandahar Milano... 5000 Km da percorrere in 25 giorni, schivando resti umani e mine inesplose?
Scherzi a parte, il dubbio mi e' sorto: com'e' finita la guerra da quelle parti?
Un pareggio? E l'arbitro? Li ha fatti i tre fischi finali o siamo nel recupero in attesa del Golden Gol? Orami questa e' una partita contro una squadra di terza categoria, non fa audience. Nulla al confronto dell'eroica cattura di Tarek Aziz. Alla Snai si possono fare laute puntate per vedere chi indovina sotto le macerie di quale dei palazzi presidenziali di Baghdad giaccciono le spoglie mortali di Saddam Hussein. Cosa vuoi che importi al pubblico se qualche pecora o qualche bambino in Afghanistan inciampano su una mina e restano mutilati, quando ci sono fresche di giornata notizie di razzi sparati per errore su depositi di munizioni che mietono in un sol colpo 12 morti e 50 feriti?

26.4.03

Vita da ufficio (parte due)

Odio il mio dirimpettaio quando, ogni giorno fra le 14 e le 15, chiama le sue amiche gemelle e marpioneggia per 25 minuti ricurvo sul telefono con gli occhi semichiusi.
Che se poi uno ascolta, la conversazione immancabilmente comincia cosi':
"Luana? AH no? Sei Viviana? Ciao Viviana. Sei a casa? Cosa hai mangiato?".
Viene da fare delle illazioni. Innanzi tutto se fosse fidanzato con una delle due, va bene che magari sono gemelle monozigote, magari la linea e' disturbata e tutte le attenuanti del caso,pero' insomma ad essere la fidanzata ci sarebbe da arrabbiarsi ad essere scambiata ogni giorno per la propria sorella.
E poi c'e' gia' la mamma che immancabilmente chiede al(la) figlio/a:
cosa hai mangiato? L'hai mangiata la verdura? Guarda che fa ancora freddo,non ti sarai mica gia' tolto la maglia della salute?
Voglio dire ci sara' qualcosa di piu' interessante di cui discutere di quello che si e' mangiato a pranzo?
L'ipotesi numero due e' che Luana e Viviana siano due missionarie ed abbiano preso il collega di fronte come un caso umano di cui occuparsi.
Probabilmente un giorno per uno si sorbiscono la telefonata inquisitoria del collega in questione.
Driiiiiin.
-Caspita Lu, ho l'autobus fra tre minuti, che fai? Rispondi tu a S.?
-Eh dai Vi non e' possibile e' il terzo giorno di fila che me lo molli, va bene il corso d'inglese pero' pensa un po' anche ai miei nervi!
In fin dei conti, se riesco a superare l'impulso di: alzarmi in piedi, salire con le ginocchia sulla scrivania, allungarmi sulla scrivania di fronte, strappargli il telefono di mano urlando "ci hai rotto i coglioni: I CO… GLIO …NI!"(sillabato per chiarificare il concetto), prendere la cornetta, sbatterla con violenza sui tasti, strappare il tutto dalla presa e scaraventarlo giu' di finestra, dico una volta superata questa tentazione, delle volte e' divertente anche fare delle ipotesi su cosa rispondono all'altro capo del telefono.

25.4.03

W il 25 aprile!
E' bello vedere che nonostante tutto le badierine tricolore sventolano ancora sui paraurti degli autobus e i negozi nonostante tutto attaccano ancora quei simpatici poster tricolori.
Meno belle sono le strumentali polemiche che vengono fatte sul significato di questa giornata.
Lo so avevo detto che non le volevo commentare e che me ne sarei andata sui prati a mangiare salsiccia alla brace.
Invece sono andata dal contadino a comprare le fave e l'insalata che ho mangiato a tavola a casa mia ed ora sono qui che commento perche' non vorrei che un mio precedente post fosse mal interpretato.
Non volevo commentare non perche' la cosa mi lasciasse indifferente, anzi, il contrario: non volevo commentare perche' i discorsi della destra mi fanno arrabbiare, tanto e ne sono profondamente disgustata. Bisognerebbe esserci abituati li fanno tutti gli anni e fose li fanno anche per posa, restano comunque vergognosi.
Lo so non e' un commento articolato, e' un commento idignato e pertanto debole. Pero' ogni tanto ci vuole uno sfogo.
Ah e comunque ho trovato interessante quello che ha scritto Michele Serra su Repubblica. Per non festeggiare il 25 aprile non ci vuole un governo anticomunista, anche la DC era anticomunista e non si e' mai sognata di disertare i festeggiamenti per il 25 aprile, ci vuole un governo non antifascista: il nostro.
Che schifo! (aggiungo io)

24.4.03

Vita da ufficio(parte uno)

Qualche mania me la concedono, forse perche' per mesi sono stata
l'unica ragazza in ufficio e ho ascoltato senza fare una piega tutte le
discussioni su formula uno, calcio, vela e cose di questo genere.
Quindi, avendo notato una mia certa tendenza all'imbufalimento,
chi beve il succo di frutta nel brick cerca di non fare troppi risucchi,
chi prende il caffe' evita di lasciare il bicchierino con il fondo sul bordo
della scrivania e, prima di aprire la finestra, in genere mi chiedono se
ho freddo.
Insomma da buona rompicoglioni quale sono (o da ottima suocera, per
dirla con mia mamma) in qualche modo li ho educati.
Pero' ci sono cose a cui non mi abituero' mai e sulle quali, nonostante
i privilegi acquisiti, non posso comunque mettere bocca.
Oddio se fossi negli Stati Uniti magari potrei arrivare in ufficio con una
Beretta acquistata al supermercato e completare l'educazione dei colleghi
a colpi d'arma da fuoco, ma visto che qui in Italia le cose sono meno semplici,
mi limito a sopportare e immaginare 'soluzioni alternative'. (....continua)

I proxy hanno strani comportamenti... vanno in ferie per pasqua e tornano in ufficio oggi.
Meglio per me: quest'ultima giornata di lavoro prima del ponte del 25 aprile trascorrera' piu' lieve.
A proposito di 25 aprile non voglio nemmeno spendere delle parole su certe immancabili polemiche sul significato di questa festivita' :
compriamo delle braciole, della carbonella, andiamo all'aria aperta in una apposita area pic nic (non vorremmo mai appiccare incendi in giro) e passiamocela cosi'.
Ah a proposito di fine aprile, per chi e' residente in Liguria non dimentichiamoci dei nostri doveri di buoni cittadini ed andiamo a votare per il referendum sui buoni scuola il 27 aprile.

22.4.03

17 aprile 2003 Alcatraz Concerto dei Calexico.

F. Ma che genere fanno?
G. ehm non saprei definirlo... Lo fi... tex mex....
F. Quanto suoneranno? Quante canzoni faranno?
G. Assolutamente non ne ho idea
F. Ma tu le canzoni le conosci ? Quanti cd hai?
G. ehm dunque ho un cd con un live che ho scaricato dal loro sito e basta

Leggo il panico negli occhi di chi mi sta parlando.
Si sta sicuramente chiedendo com'e' possibile che lo scorso anno io abbia tentato di
andare in Svizzera a sentirli suonare, senza che questi fossero il mio gruppo preferito.
Sta anche pensando che, visto che questo e' un chiaro sintomo di squilibrio, chissa'
che musica sta per ascoltare.
La intro di Masha Qrella conferma i suoi timori...
F. Ma che palle ma sono tutte uguali queste canzoni?
la risposta sarebbe ... ma che palle, me la fai sentire questa ragazza
timidina con una bella voce?
...ma la penso soltanto.

Finalmente salgono sul palco i Calexico.
Ma chi sono i Calexico?
Sul biglietto e sulle locandine sono due, sul palco sono sei.
Batteria, chitarre, contrabbasso, tromba, fisarmonica, melodica, maracas ...
alcuni non riesco nemmeno ad associarli ad un nome!
Ai lati del palco due file di lampadine colorate stile sagra estiva di paese.
Sullo sfondo un tendone bianco sul quale vengono proiettate diapositive
copertine degli album, foto del deserto...

Gia' il deserto.. e quella musica da film western... mi viene alla mente
Generazione X di D.Coupland, che sara' anche un libro di 10 anni fa, sara'
anche un libro da cazzoni... ma resta sempre un bel libro e in qualche modo
parla anche di me... ma del resto sono ancora una cazzona, come qualcuno mi
ha fatto notare senza mezze misure e senza possibilita' di replica.
E allora allontanati, non mi tenere per i fianchi, non cercare il mio collo
fra la massa dei miei capelli spettinati...
Lasciami chiudere gli occhi lasciami immaginare il deserto, il silenzio, il vento
la sabbia che ti colpisce il viso, gli arbusti che rotolano, le strade lunghe,
assolate,aride...
lascia che sia la musica a sussurrarmi all'orecchio, il vento a carezzare il mio corpo

lasciami qui, sola, al centro del nulla.

18.4.03

Per la cronaca: al concerto dei Calexico sono andata e mi è piaciuto un sacco!
A causa delle incipienti festività pasquali il mio proxy in ufficio e' andato in ferie.
Mi ritrovo a postare dal pc di un collega che piu' fortunatamente di me ha una
connessione internet non soggetta alle vacanze pasqua.
Nei prossimi giorni, quando riuscirò ad impossassarmi di una connessione
funzionante magari commenterò ulteriormente.
A questo punto posso solo dire Buona Pasqua! e buone ferie a chi le fa.

17.4.03

GO WITH THE FLOW
She said "i'll throw myself away,
They're just photos after all"
I can't make you hang around.
I can't wash you off my skin.
Outside the frame, is what we're leaving out
You won't remember anyway
I can go with the flow
But don't say it doesn't matter anymore
I can go with the flow
Do you believe it in your head?
It's so safe to play along
Little soldiers in a row
Falling in and out of love
With something sweet to throw away.
But I want something good to die for
To make it beautiful to live.
I want a new mistake, lose is more than hesitate.
Do you believe it in your head?
I can go with the flow
But don't say it doesn't matter anymore
I can go with the flow
Do you believe it in your head?
(QOTSA)

Comincio a sospettare di non avere piu' l'eta' per andare ai concerti.
Un mesetto fa con alcuni amici mi sono presentata alle porte di un centro sociale (il Bulk) all'ora dichiarata di apertura delle porte, ovvero alle 22.
Ovviamente sperare che un centro sociale apra con puntualita' e' un po' come credere ancora a Babbo Natale e i tizi all'ingresso ci avevano guardato con un misto di fastidio e compassione nello sguardo. Una figura da sfigati insomma.
Ieri invece sono rimasta impastata nel traffico verso il filaforum e non sono riuscita ad andare al concerto dei Subsonica.
Solo perche' per fare 7 km di tangenziale ho creduto che un'ora fosse piu' che sufficiente.
Comunque anche l'eta' anagrafica giocava a mio sfavore: tipo una decina d'annetti in piu' delle ragazzine urlanti che si esagitavano a ritmo di musica nelle macchine incolonnate accanto alla mia.
Per completare il quadro della situazione sono finita con i miei compagni di disavventura a bere una birra in un pub e loro non hanno trovato di meglio da fare che parlare serratamente di calcio.
A dire il vero c'era stata una piccola escursione sui fatti del G8 di Genova, ma alla fine credo abbiano deciso che non era il caso di farmi arrabbiare toccando certi argomenti.

16.4.03

PELLE
E' facile sai averti se chiudo i miei begli occhietti spenti
e cerco su di me la tua pelle che non c'è
poi ti entro in fondo dentro lo sai
soltanto per capire chi sei
Forse sei un congegno che si spegne da sé
Forse sei un congegno che si spegne da sé
E puoi maledire la tua bocca
se sbagliando mi chiama quando lui ti tocca?
Cercherò su di me la tua pelle che non c'è
Ti entravo in fondo dentro lo sai
soltanto per capire chi sei
Forse sei un congegno che si spegne da sé
Forse sei un congegno che si spegne da sé
(Afterhours)
Stasera concerto dei Subsonica al filaforum di Assago, si' qui qualcuno dei miei conoscenti potrebbe storcere il naso con aria disgustata... "con tanti bei concerti che ci sono in giro... " potrebbe pensare.
Effettivamente e' colpa della mia innata pigrizia nonché della difficoltà di trovare persone, non dico coi miei stessi gusti musicali, ma insomma che almeno ci vadano vicini. Pensare di convincere della gente ad andare ad un concerto, farsi promotrice dell'acquisto dei biglietti e dell'organizzazione logistica? No, troppo difficile! Allora via, si va a rimorchio, con le ovvie conseguenze.
Tra l'altro non ho capito cosa sia successo. Per un sacco di mesi sembra che tutti siano stati in letargo mentre questa settimana,per qualche congiunzione astrale, ci sono un sacco di concerti interessanti.
Io mio gioco la doppia Subsonica stasera piu' Calexico all'Alcatraz domani sera. Mi era punta vaghezza di tentare la tripla e di andare a sentire gli Afterhours a Brescia venerdi', poi ho rinunciato... sto invecchiando...non ho piu' l'entusiasmo di una volta!

15.4.03

L'altro giorno mi hanno regalato un libro di Reiner Maria Rilke, una raccolta: "Lettere ad un giovane poeta, lettere ad una giovane signora, su dio".
Non avevo mai letto nulla di Rilke e a parte la data di nascita e quella di morte continuo a non sapere nulla su di lui. L'edizione Adelphi infatti non e' granche' prodiga di notizie in materia.
A dire il vero non sono mai stata una grande curiosa dei retro copertina. I libri mi piace leggerli senza sapere nulla della vita di chi li ha scritti, per godermi il contenuto senza pregiudizi di alcun genere. Non sono come mia mamma che quando legge i libri gialli vuole sapere prima chi e' l'assassino cosi', dice, puo' leggere senza fretta e gustando i particolari.
Tornando al mio nuovo libro, sono riuscita a leggere le prime due lettere, che sono lettere vere. Sono indirizzate ad un giovane uomo, un poeta, che chiede a Rilke un giudizio sulla sua opera.
Rilke gli dice che per capire se veramente debba fare il poeta si deve domandare: "potrei io vivere senza scrivere?". Solo in caso la risposta a questa domanda sia negativa allora uno ha diritto di scrivere.
Inoltre non si deve guardare all'esterno per trovare giudizi e consensi sulle propri opere: la creazione artistica e' qualcosa in cui si e' soli e il soggetto della nostra opera deve venire dall'interno di noi stessi. Siamo veri poeti se riusciamo a vedere la poesia nella nostra vita, per quanto semplice e piana possa essere.
Ho sempre sospettato che ogni scrittore parlasse di se stesso e delle proprie esperienze nelle pagine dei suoi libri, quello che mi sono sempre domandata e' come facessero ad essere cosi' bravi a dissimulare, a trasfigurare la loro esperienza vissuta in qualcosa di completamente diverso.
Qualcuno(e non e' un indovinello snob e' che nel salvare la citazione mi sono dimenticata di segnarmi l'autore...mannaggia!) ha scritto:
"Quando uno scrive è se stesso, ma nella sua totalità. Mentre quando vivo e mi muovo in società e sono con i miei amici o con la mia famiglia io sono solo parte di me stesso: sono una parte cosciente di me stesso, una parte pubblica di me stesso, ma io non scrivo soltanto con quella parte cosciente, con quella parte pubblica di me stesso, al contrario. Quando scrivo, scrivo con la totalità della mia persona, con il meglio che c'è in me e con il peggio che c'è in me, scrivo con le mie idee, ma anche con i miei istinti, scrivo con le mie convinzioni, ma anche con le mie passioni. Da lì emergono gli angeli che ho dentro e i demoni che ho dentro, e spesso anche le cose che non vorrei sapere di possedere ma che vengono fuori al momento di scrivere, se scrivo con autenticità, se scrivo in un certo senso immolandomi, per far emergere un fondo di cui normalmente non vorrei nemmeno avere nozione. Per questo, a volte, ci troviamo dinanzi a incredibili dicotomie: leggiamo un'opera e poi conosciamo l'autore e ci pare che le due cose non vadano d'accordo.
Da un lato abbiamo l'opera, complessa, crudele, tormentata, e ci sembra impossibile che sia nata da una persona così semplice, così banale e limitata. La spiegazione è che, quando quell'essere così limitato, così banale, così semplice, che conosco, si mette a scrivere, si aprono le porte di un mondo segreto che lui non mostra nella sua vita quotidiana nemmeno a se stesso. E quel mondo è il mondo che sta dietro alla straordinaria ricchezza della sua opera."

Tutto torna. O almeno sembrerebbe.
ok mi arrendo! ditemelo!
ditemi come mai sono almeno 20 minuti che provo a modificare questa pagina e tento di far apparire un link al mio indirizzo di posta elettronica senza alcun risultato!
forse e' solo un segno di una entita' superiore che vuole comunicarmi che tanto e' inutile, nessuno mi scrivera' mai... beh fate sapere all'entita' superiore che ne sono abbastanza sicura anche di mio, ma perche' non provare
forse e' solo segno che tutti quegli pseudotutorial html che leggevo nei tempi morti in ufficio da neo assunta, mentre tentavo di mettere su quello che senza saperlo era qualcosa di simile ad un blog , non sono serviti assolutamente a NULLA !!!!!!!!
a questo punto mi sa che indulgero' nell'autocommiserazione !
Stamattina su Repubblica on line c'e' un interessante articolo
di Vittorio Zucconi, che sembra rispondere ai timori che
serpeggiavano nella mia testa nei giorni scorsi quando
le parole "Siria", "armi chimiche" e "sostegno al terrorismo"
hanno cominciato a trovarsi sempre piu' di frequente le une
accanto alle altre nei discorsi della Casa Bianca.

14.4.03

Il pensiero del mattino

Chi vive senza follie non e' cosi' saggio come crede.
Francois de La Rochefoucald

C'e' un mio collega che ogni mattina mi invia un pensiero per la giornata.
Quello di stamattina mi e' piaciuto particolarmente quindi lo riporto qui.
Ciascuno tragga la sue conclusioni ;o)

11.4.03

Il nome di Monsieur Ceccaldi.

Delle volte uno si domanda se nella vita ha fatto qualcosa di male per meritarsi tutto questo.
Metti che devi fare un bollettino, un vaglia e spedire una lettera.
Passi davanti alla posta alle nove de mattino, ma c'e' una fila che quasi esce dalla porta.

Ritorni per mezzogiorno: non c'e' nessuno, ma scopri che puoi usare il bancomat esclusivamente per pagare il bollettino: per il vaglia ci vogliono i contanti.
Paghi il bollettino, ovviamente i contanti non li hai.

Torni alle sette di sera con i contanti, davanti a te c'e' una ragazza che sta compilando un modulo per depositare un assegno, l'impiegata ti fa cenno di passare mentre la ragazza compila.

Presenti la richiesta di vaglia. L'impiegata visibilmente impallidisce.
Guarda il foglio e ti dice:
"Allora devi mandare i soldi a Ginevra ?".
"No veramente Ginevra sono io, li devo mandare alla persona che ho indicato li' sotto nel campo DESTINATARIO".
La tizia allora entra nel menu a scelta rapida(?):
tempo reale CLICK!
vaglia nazionale... indugia
moneygrahm... indugia
vaglia internazionale...
dai dai ce la puoi fare e' quello giusto clikka clikka...
...mouse impazzito....
vaglia nazionale
moneygrahm
vaglia internazionale
vaglia nazionale
moneygrahm
vaglia internazionale
vaglia nazionale
moneygrahm
vaglia internazionale
vaglia nazionale
moneygrahm

vaglia internazionale CLICK!

sospiro di sollievo


Paese di destinazione:
"ah e' in francia.... mmmhhhh...aspetti vado a vedere il codice"
si alza
ma come il codice??? che codice??

La ragazza nel frattempo ha finito di compilare, la guardo e le dico: "fatti pure avanti perche' qui la vedo lunga".
L'impiegata intanto e' sparita chissa' dove alla ricerca del codice.
Ritorna, io le faccio cenno di far passare la ragazza, ma lei le dice "mi scusi, vada dalla mia collega, non pensavo fosse una cosa cosi' lunga"
La ragazza va dalla collega e,poco dopo, con gli occhi iniettati di sangue ritorna al mio sportello e con voce alterata dice "mi scusi ma me lo poteva dire prima di farmi compilare questo foglio che gli assegni li potete ritirare solo fino alle 18.30?" poi se ne va.
Colgo un:
"che servizio di merda!"

Comincio ad avere dei sospetti su quello che sta per succedere: "quindi francia...codice........ FR!" Io come minimo mi aspettavo che fosse un codice alfanumerico di 14 cifre, invece voleva solo l'abbreviazione...
va beh....
"allora vediamo 64 euro?"
"eh si' 64" ..c'e' scritto li' penso io...sia in lettere che in numeri...
"ahh allora 64 euro per.... Mr Ceccaldi... Mister Ceccaldi! Ma come si chiama di nome?"
"Onestamente non lo so al'albergo mi hanno detto di fare il vaglia a MONSIEUR Ceccaldi dell'hotel sole mare"
"ah no no eh! non e' possibile! nell'albergo ci possono essere un sacco di MISTER CECCALDI non e' chiaro, poi non glieli danno i soldi..."
Chiama una collega e le illustra la situazione, la collega interviene con aria competente:
"Ma mi scusi chi e' il signor Ceccaldi ? e' il proprietario o il direttore?"
Io le guardo allibita, "ma che cazzo ne so io!" vorrei rispondere.
Mi trattengo:
"Onestamente non lo so, dall'albergo mi hanno detto di fare il vaglia a questa persona, non mi hanno detto il nome."
"No guardi non glielo facciamo perche' poi rischia che non arrivi a destinazione, poi finisce che ritorna indietro e lei ci perde le spese"
"Va beh se e' cosi' allora grazie, mi informo e poi torno domani "

"eh si' e poi i vaglia e' meglio farli nel primo pomeriggio!"

che servizio di merda....

Per la cronaca poi ho telefonato all'albergo, mi hanno detto il nome di Mr Ceccaldi (Paul) e si sono pure stupiti che volessi saperlo.
Stamattina sono tornata, allo sportello c'era una tizia leggermente piu' sveglia e sono riuscita a fare il vaglia.
Sempre per la cronaca la lettera l'ho spedita in occasione del vaglia mancato, ma sono dovuta andare allo sportello prodotti postali.
Quindi la morale della favola e':
quando vai alla posta rinuncia ad ottimizzare i tempi, 3 cose dovevo fare, 3 volte sono dovuta tornare!

9.4.03

Pensieri del dopo pranzo.

Tornata dalla pausa pranzo mi concedo i classici 10 minuti di navigazione internet per mantenere un contatto con quanto sta accadendo nel mondo. E' incredibile come ci siano giorni in cui il mio contatto con le fonti di informazione sia pressoche' nullo, se non per una rapida scorsa dei titoli della repubblica on line. E' difficile farsi una idea di quanto sta succedendo dalle colonne dei giornali: hanno bombardato il palazzo presidenziale (ce ne saranno almeno 10 a Baghdad), hanno ucciso Saddam, ah no era un sosia, Saddam e' fuggito fra le macerie con i figli ed e' scappato in ambulanza... pivello, volete mettere con il mullah omar che scappa in motocicletta nel deserto afghano? L'unica cosa cui non faccio fatica a credere e' che negli ospedali a Baghdad ci sia carenza di medicinali e che si operi in condizioni disperate: 800 milligrammi di Ibuprofen per procedere ad una amputazione. Per me, nei giorni del ciclo, 2 pastiglie di ibuprofene funzionano alla stregua di una caramella alla camomilla: non riesco ad immaginare. Del resto si sa, la realta' riesce sempre a superare in dolore e atrocita' qualunque parto della fantasia. Dal mio punto di vista privilegiato, di persona che vive nella parte ricca del mondo, che ha un lavoro, una casa, una famiglia, dei soldi da spendere in cose inutili sento che, per quanto poco questo possa influire sulle sorti del mondo, ho il dovere di non nascondere la testa, di non girarmi dall'altra parte, di continuare a manifestare per le cose in cui credo, di continuare a tenere la bandiera della pace appesa al balcone. Di leggere e di far conoscere le azioni e le testimonianze di persone grandi e generose che dedicano la propria vita ad aiutare il prossimo. Dobbiamo continuare ad inorridire davanti alla guerra, perche' e' l'unica cosa che possiamo fare. Perche' la guerra non e' un male necessario, perche' le persone che soffrono e che muoiono non sono danni collaterali o spiacevoli imprevisti. Citando un articolo di Giovanni De Mauro sull'internazionale: "le nostre opinioni si formano a partire dai dati che ci vengono messi a disposizione". Allora cerchiamo di mantenere viva la nostra capacita' critica.

7.4.03

politica e sentimento.
"ma non sara' mica leghista?"
la domanda giunge inaspettata alla mie spalle...
continuo a camminare guardando la punta degli scarponi e riflettendo sulla necessita' di comprare delle stringhe nuove...
"ehm si' purtroppo"
"ma daiii gi"

"ma sei sicura che le cose possano funzionare con una persona cosi' diversa da te ?"
...silenzio...

Domande, domande che mi vengono rivolte e che a volte si materializzano spontaneamente nella mia testa.
Non e' questione di essere talebani, ma se fin da quando eri piccola, per un verso o per l'altro, in casa hai sentito parlare di politica, in qualche modo le opinioni politiche diventano un fattore con il quale contribuisci a farti una idea della persona che hai davanti come i gusti musicali, il modo di vestire, il modo di parlare, il modo di muoversi.
Con gli amici e' una cosa diversa, li conosci da una vita, hai affrontato la vita assieme a loro, sono stati li' quando c'era bisogno che ci fossero, hai tentato di essere presente quando loro avevano bisogno di te. Sai quali sono i loro valori, il loro modo di reagire davanti alle cose importanti e anche se quando sono in cabina elettorale la loro matita segna il simbolo 'sbagliato' questo non cambia nulla.
E con "l'altro"? Non un altro qualsiasi...il "tuo altro"? Se e' arrivato ad essere il tuo altro, vuol dire che il resto, opinioni poltiche a parte, ti piace. Quindi, a questo punto, che differenza puo' fare il famoso simbolo su cui la matita indugia e si posa in cabina elettorale (almeno un minimo di incertezza pretendo che si debba averla visto lo stato pietoso in cui versa la politica italiana).
Discutere di politica fianco a fianco nel letto, sentire l'abisso che ci separa dall'altro, considerare l'idea di vestirsi e scappare, restare.
La politica non e' l'uomo, il simbolo, il partito. E' l'atteggiamento verso la vita, verso il prossimo, il modo di agire all'interno della societa'. E allora? Ti piacerebbe che la sintonia fosse immediata e che non ci si dovesse ogni volta stare a spiegare, a domandare. Anche se poi alla fine quello che conta e' il modo di agire.

Il tutto era nato per allargare l'ambito della discussione su quello che capita nel mondo dalla cerchia degli amici ad un gruppo non meglio definito di persone che per un caso della fortuna si fosse imbattuto in questo blog.
Effettivamente il titolo stesso e' tutto fuorche' indicativo di questa intenzione.
Comunque tentando di mantenere fede all'idea iniziale ecco un estratto della conversazione via mail avuta con alcuni amici riguardo a quello che succede in Israele e Palestina.

G.
Ieri sera mi e' capitato di conoscere due ragazzi israeliani. Saputo da dove venivano ovviamente e' scattata la fatidica domanda : "com'e' la situazione in Israele?"
La risposta ha lasciato tutti perplessi : "bene, tutto bene"
Qualcuno ha azzardato un: "ma come tutto bene? non mi sembra"
Al che e' arrivata la spiegazione:
"ci sono molti piu' morti per incidenti stradali che per gli attentati terroristici. se un giorno muoiono 5 persone per un attentato, nella settimana comunque ne muoiono 20 in macchina"
Onestamente sono rimasta sgomenta. Mi e' sembrato cosi' assurdo che morire per un attentato kamikaze mentre sei a fare colazione al bar fosse considerata una mera fatalita' come morire in un incidente stradale perche' qualcuno ha invaso la tua corsia.
Se fossi nata in Israele forse capirei.

Forse solo viaggiando e conoscendo tanta gente, vedendo le persone, cambiando i punti di vista si riescono ad avere opinioni sensate sul mondo. Si riesce a superare l'atavica paura del diverso. Si riesce forse a passare dal piano della questione di principio al piano della soluzione che si adatta allo stato reale delle cose, alla soluzione che fa meno danno.
Forse...

D.
> Se fossi nata in Israele forse capirei.
Se fossi nata in Israele e avessi un punto di vista fazioso e non un minimo di sensibilita' forse potresti dire che "va tutto bene"
Non si tratta solamente di un mero calcolo di morti, si tratta di diritti violati, di gente che vive nel terrore, di gente le cui case vengono abbattute, di persone che non hanno acqua da bere perche' non hanno accesso ai pozzi oppure questi ultimi vengono appositamente inquinati, di uomini e donne che per andare a lavorare devono passare attraverso due o tre check point ogni giorno, venendo perquisiti, umiliati, minacciati e a volte uccisi a sangue freddo...
Se il parlamento del Belgio ha deciso che Sharon potra' essere processato per crimini contro l'umanita' quando non sara' piu' capo del governo di Israele qualche ragione deve pur esserci.
Nessun parlamento si sognerebbe di processare il ministro dei trasporti perche' ci sono tanti morti in incidenti stradali.

G.
Quando ho riletto il messaggio che ho spedito ho pensato che avrei potuto essere fraintesa.
Quello che mi ha colpito ieri e' stato il fatto che qualcuno possa considerare come una fatalita'come un altra, l'evenienza di morire per una esplosione. Solo questo.
Forse fossi nata in Palestina considererei normale il fatto di dover lottare per la sopravvivenza, per l'acqua, per la mia casa, per la mia vita. Forse lo considererei un dato di fatto e basta.
Onestamente credo che la gente vorrebbe la pace, vorrebbe vivere in condizioni umane. Ma quando sei nato in un campo profughi e non hai vissuto altre realta' che quella, forse non hai nemmeno il tempo per pensare a cosa vorresti: sei troppo impegnato a sopravvivere.

Da fuori e' ovvia la sproporzione del conflitto, ma da dentro com'e'?
Cosa vuol dire che le cose vanno bene e che tutto sommato non si muore tanto? Che si accettano le cose cosi' come sono? Non ho approfondito era una frase colta al volo. Pero' mi ha dato da pensare.

E se noi non riusciamo a capire come loro vivono la loro situazione che speranza possiamo avere da fuori di fare qualcosa per aiutarli?
Tutto qui.

C.
secondo me e' assurdo pensare che l'israeliano medio riesca a precepire l'assurdita' della societa' in cui vive. ti sembra che il cittadino medio occidentale percepisca l'assurdita' di una societa' basata sul profitto? e perche' questo? perche' ogni societa' cerca di perpetuarsi formando i propri cittadini in maniera tale che siano perfettamente adatti a se stessa, che non la contestino, che non cerchino di modificare lo status quo...
... naturalmente le cose non sono cosi' semplici, la societa' stessa e' istituita, in ogni momento, dagli individui che la compongono e la ridefiniscono...
immaginati, in uno Stato oggettivamente in guerra da 50 anni, le pressioni a cui devono essere sottoposti gli individui sin dal momento della nascita affinche' assorbano il mito della terra promessa, della nazione accerchiata, del popolo perseguitato etc. etc.

G.
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e noi occidentali cosa possiamo fare? che doveri abbiamo? (magari smetterla di distribuire bombe e democrazia sarebbe gia' un passo avanti...)

C.
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Credo si abbia anche il dovere di non dimenticare, e di non far dimenticare, quello che abbiamo imparato dal passato. E di imparare dal passato quello che non abbiamo ancora compreso.
Di non dimenticare che le liberta' formali assicurate dalle democrazie liberali non sono solo un inutile guscio vuoto, ma sono il prerequisito per potervi dare un contenuto - che non ci puo' essere semplicemente assicurato dal codice civile o dalla costituzione, ma che deve essere creato nelle condizioni materiali della nostra estistenza.
Di non dimenticare che se noi non abbiamo passato l'infanzia in miniera, per quanto oggi ci possa sembrare una realta' remota, e' grazie a quei lavoratori che hanno lottato, patito la fame, si sono fatti ammazzare per assicurarci un futuro migliore, e non grazie a qualche padrone illuminato - anche se esistono, noi lo siamo, dopo tutto....
Di non dimenticare che in ogni momento nella storia dell'umanita' ci sono stati, ci sono, e ci saranno dei momenti di rottura, durante i quali la cappa delle strutture gerarchiche del potere viene strappata via, almeno temporaneamente. E' in quei momenti che i piu' fortunati riescono ad intravvedere quello che banalmente chiamiamo un futuro migliore. Spero di viverne uno ;o)

4.4.03

ok, primo post del mio blog. due righe per raccontare quello che mi ha spinto a lanciarmi nell'universo blog. Innanzi tutto qualche amico che mi ha erudito su cosa fosse un blog, poi le innumerevoli conversazioni via mail su quello che sta accadendo nel mondo di questi tempi. Ho pensato di lasciare libero il mio prossimo se essere tediato o meno da quello che mi passa per la testa. E poi magari la discussione, lo scambio e il confronto possono essere allargati al di la' del prossimo, anche a chi, per il momento non conosco. g.