29.1.09

L'altro giorno io e il Marito eravamo già svenuti nel letto e la gattaccia ci ha fatto l'ennesimo dispettone che le è valso una sfuriata e l'esilio in soggiorno.
Io, particolarmente esasperata per la mancanza di sonno, minacciavo visite al gattile comunale mentre il Marito adottava un prudente silenzio.
Il giorno seguente ci siamo documentati sui disturbi comportamentali felini, da tale studio è emerso che chi porta a casa un gatto di strada, gli garantisce sì una vita lunga e confortevole, ma lo priva anche della libertà e che se il gatto fa i dispetti tendenzialmente è colpa degli umani che non sanno interpretare i suoi bisogni.
In sostanza quando il gatto lancia la tua boccetta di Chanel 5 a terra, non è lui che è stronzo, sei tu che non capisci bene il suo linguaggio.
A farla breve è finita che da ieri sera due umani assonnati, già pronti in pigiama a collassare nel letto, dedicano quality time alla gattina, lanciandole palline per farla divertire.

27.1.09

Dopo che mi sono vista in fotografia terribilmente imbolsita e con il doppio mento e che tutta la famiglia zie ottantaseienni incluse mi hanno domandato se sono ingrassata e se ho intenzione di mettermi a dieta o fare sport, sono indecisa se affogarmi direttamente nel naviglio (che se non affogo comunque un cagotto purificatore snellente lo rimedio), bruciare la macchina per essere costretta ad andare a piedi, sperperare denari in trattamenti snellenti, effettuare una riduzione delle dimensioni dello stomaco o affrontare a piedi la marcia mondiale della Pace del prossimo anno dalla Nuova Zelanda fino a Punta de Vacas.

26.1.09

La difficoltà a carburare del lunedì mattina, mal si sposa con il periodo di appraisal aziendale. Aiuto!

23.1.09

Ieri sera rientrando a casa dopo la palestra ho annunciato al Marito che mi ero innamorata del maestro di acquagym.
Vedendo lo sguardo torvo negli occhi del coniuge ho ritenuto opportuno proseguire spiegando le ragioni della mia affermazione.
Ossia che per la prima volta la lezione non è stata assordata da musica da discoteca tunz tunz sparata a volumi al limite della soglia della sopportazione umana, ma che soprattutto poco prima della fine quando ormai ero prossima all'affogamento (mai fatti addominali stando in acqua con le gambe sul bordo della vasca e andando su e giù? ecco) è partita "Bigmouth strikes again".
A quel punto il Marito ha alzato gli occhi al cielo, ha preso il gatto in braccio e giurerei di avergli sentito dire "meno male caro gatto che ci sei tu".

22.1.09

Il trippaio
Il negozio del trippaio era a pochi metri dal portone di casa mia. Il suo negozio, quello della merciaia e la fruttivendola erano delle istituzioni e penso che fossero lì sin da quando a fine anni 70 ci traferimmo al numero 1 di vico Condino. Gli unici negozi sopravvissuti ai corsi e ricorsi storici attraverso momenti crisi e momenti di boom economico.
A pensarci bene, quello del trippaio era un piccolo miracolo, che se di rattoppare un paio di pantaloni o mangiare un'insalata c'è sempre bisogno, della trippa si può anche fare anche a meno.
Il signor B. era un omone alto che preparava la trippa nel retro del negozio ed era uno dei pochi trippai di Genova da cui si riusciva a comprare anche il brodo.
Il negozio era abbastanza spoglio, con il pavimento in granella rossa, un bancone e un frigo bianco dei surgelati.
Il signor B. e la moglie, con i loro cappellini e il camice bianco si alternavano a servire i clienti. Se ben ricordo l'ultima volta che sono entrata nel negozio qualche anno fa, la bilancia era di quelle analogiche vecchio stile.
Quando mi sono sposata il signor B. è stato risolutivo per la consegna del mio bouquet. La fioraia dal quale l'avevo ordinato non si era appuntata il mio numero di telefono e non ricordava nemmeno esattamente quando fosse il gran giorno, così in preda alla disperazione aveva bussato alla porta del signor B. che era una istituzione e aveva chiesto informazioni. "E' una ragazza alta castana, si sposa, sua mamma abita qui vicino, ma lei sta a Milano" e il signor B. l'aveva indirizzata al citofono corretto.
Il signor B. è morto e a Genova c'è un trippaio in meno, un pezzo di passato che finisce.
Per una strana ironia della sorte, lo apprendo oggi a pochi minuti dalla notizia che hanno sgombrato il Cox. E la giornata mi sembra più triste.

20.1.09

Il corso di cucina vegetariana
In realtà avrei voluto provare il corso di cucina con il sifone, che no, non è lo scarico del lavandino, ma uno strumento magico in cui tu infili diversi ingredienti, sbatacchi et voilà ti escono meraviglio spumine dolci o salate, calde o fredde. Poi ci si è messa dimezzo la neve e la riprogrammazione della data ed è finita che ho dovuto cambiare corso. Così mi sono spostata al corso di cucina veggie.
La cosa strana è stata che dietro al bancone con la divisa da cuoco ho trovato un tizio con cui giocavo a basket qualche annetto fa. Non ne ero certa perchè con gli anni siamo cambiati entrambi e soprattutto, la divisa da cuoco non lascia scoperti braccia e gambe come quella da basket, di conseguenza non potevo verificare la presenza di un paio di "sobri" tatuaggi. Poi anche lui guardandomi ha capito che già ci conoscevamo ed abbiamo ricostruito il come ed il perchè.
La seconda cosa abbastanza surreale è che sia il cuoco sia gli alunni erano tutti discreti amatori della carne e più di una volta si è finiti a parlare di tagli e di macellerie.
Le ricette presentate erano decisamente sfiziose e non troppo complicate da preparare, soprattutto se si tralasciavano gli accorgimenti tecnici volti a preservare l'estetica del piatto quali immergere le verdure verdi scottate in acqua e ghiaccio per preservarne il colore.
Involtini di verza con ripieno di asparagi e brie, involtini di pasta fillo con ripieno di crema di borlotti, ravioli di pasta integrale con ripieno crema di piselli e ricotta, pesto di verdure,sformati di formaggio con carciofi , biancomangiare al cocco con frutta esotica.
Non so se sono particolarmente fortunata ed ho incontrato compagni di corso alla mano, se è merito del cuoco cestista che è indubbiamente simpatico e mette le persone a proprio agio o se effettivamente cucinare rilassa e crea atmosfera di squadra, fatto sta che i due venerdì sera passati al corso nonostante la settimana di lavoro sulle spalle e la corsa per attraversare la città sono stati molto piacevoli e sono passati in un batter d'occhio.
Per i prossimi mesi sono indecisa se seguire il corso di abra cadabra del sifone o sperimentare una gita fuori porta per una lezione di cucina macrobiotica.

19.1.09

Provati per voi "Lo Sci Club"

Con la neve che è scesa quest'anno non ho potuto fare a meno di cedere al richiamo dei miei sci che giacevano abbandonati in un angolo del ripostiglio.
Visto che affrontare le nebbie il gelo e l'autostrada in orari antelucani, da sola, al volante della Micra, era al di là delle mie possibilità ho deciso di iscrivermi ad uno sci club.
L'idea era quella di ammortizzare i costi e la stanchezza del viaggio usufruendo del trasporto in pulman e dello sconto sullo skipass. Il ragionamento pareva logico. E' continuato a parermi logico fintanto che alle 5 di domenica mattina è suonata la sveglia ed io ancora in coma ho sostituto pigiama e ciabatte con un abbigliamento a cipolla di 54 strati e con l'occhio ancora semichiuso mi sono trascinata fino al luogo dell'appuntamento.
A quel punto nei fumi del sonno ho cominciato a nutrire dei seri dubbi sulla mia sanità mentale e sulle ragioni che mi hanno spinto a tali vette di insensatezza.
Durante il viaggio poi prima di crollare svenuta con la testa contro il vetro e un filo di bava che mi scendeva dall'angolo della bocca, ho avuto modo di osservare alcuni dei miei vicini di posto. C'era il vecchio irrequieto che passeggiava in corridoio assestando vigorose grattatine alle parti intime attraverso la tuta da sci. C'era l'ottico con gli occhiali fashion che faceva parte del comitato organizzatore e dissertava di ogni centimetro di pista di qualsiasi comprensorio sciistico italiano ed europeo. C'erano due uomini con la sindrome da machismo acuto che si scambiavano informazioni relative ai caschetti da sci appena acquistati. E via di questo passo.
Per fortuna l'arrivo agli impianti di risalita ha spazzato di dosso la sensazione di fantozzianesimo che mi aveva accompagnato fino a quel momento.
Sensazione che peraltro si è reimpossessata di me dopo diverse ora quando in seggiovia la neve ghiacciata mi sferzava i pochi cm di faccia rimasti scoperti.
Il viaggio di rientro probabilmente avrebbe acuito la sensazione, non fosse che stremata dagli eventi sono crollata addormentata e non mi sono quasi resa conto che invece delle 2 ore e mezza dell'andata a causa delle avverse condizioni meteo, ne abbiamo impiegate quasi 5.
Inutile dire che ho già prenotato e pagato la prossima gita sociale a Cervinia.

15.1.09

Quando tua cugina ti suggerisce di aggiungere un amico sul faccialibro e seguendo il link tu scopri che questo amico è tuo padre è giunto il momento di avere paura. Non per il babbo eh. Ma per le diffusione capillare del demoniaco strumento.

12.1.09

Il Marito non si capacita del perchè vedendo le immagini di Genova illuminata la sera, del porto Antico e sentendo le sirene delle navi io ritenga perfettamente normale scoppiare in lacrime e farmi venire il magone. Che per quanto io apprezzi De Andrè non è solo la questione di pensare che non c'è più, probabilmente frignerei anche se le immagini della mia città le trasmettessero come "Intervallo" e come sottofondo non ci fosse "Creuza de ma" , ma la classica musica da carillon.

8.1.09

Passeggiare con le ghette in città è bello fintanto che sei in giro a fare fotografie e a casa ti attendono marito gattina e una tazza di thè. Di inagurare le ciaspole per arrivare in ufficio non avevo voglia, così ieri me ne sono stata a casa tutto il giorno a guardare i fiocchi dalla finestra. Non sono scesa nemmeno ad aiutare il Marito a spalare via i 50 cm di neve accumulatisi sul tetto della sua macchina.
In compenso ho inaugurato un libro di dessert che mi sono regalata per Natale copiando la ricetta dei biscotti ai fiocchi d'avena. La prima informata si è un po' caramellata, ma la seconda è venuta uno spettacolo.
Oggi naturalmente in ufficio la parola d'ordine è URGENZA! Dichiaro ufficialmente aperto il nuovo anno di ansia lavorativa.

5.1.09

E così si è concluso il 2008. Tutti a dire anno bisesto anno funesto, ma a me a dirla tutta non è parso così brutto. Sarà che cambiar lavoro e sottrarmi alla dinamiche malate del vecchio ufficio mi ha fatto tirare un grosso sospiro di sollievo, sarà la presenza pelosa e dispettosa che è venuta ad animare la nostra casa. Il 2008 nel complesso è stato un buon anno.
Il 2009 invece è iniziato maluccio. Le ferie troppo brevi per tutte le energie che dovevo recuperare, il classico viaggio di inizio anno che non è stato fatto a causa di problemi logistici (e non per colpa della crisi), una semi-influenza che mi ha precluso anche quelle gitarelle di svago che mi ero ripromessa di fare per riposare anche la testa oltre il fisico.
Per consolarmi sono andata al cinema (un bel musical Mamma mia per iniziare l'anno senza pensieri), ho approfittato dell'inizio dei saldi (un paio di scarpe, una giacca in lana cotta ed un maglioncino nero da skinhead) e sono andata a vedere la mostra di Magritte (bella, ma con riserva).
Ora medito di darmi alla macrobiotica e come sempre di perdere i chili di troppo.