17.8.09

La fine e l'inizio, Los Angeles.
Non riesco a decidermi, tendenzialmente le distanze infinite, le freeway trafficate, la difficoltà di parcheggio e la mancanza di un centro città nel senso europeo del termine, hanno reso difficile l'approccio con Los Angeles. Che il mio metro nella misura di quanto una città mi sia piaciuta è il quanto mi ci sento a casa e di conseguenza il se mi piacerebbe viverci.
A conclusione del giro siamo tornati ed abbiamo visto Santa Monica, Beverly Hills, Melrose Avenue e di nuovo Venice.
Santa Monica è una linda cittadina di mare, con una via pedonale piena di negozi, un lumgomare romantico, con un molo pieno di luci. Un po' spiazzante la quantità di homeless presente anche qui ad ogni angolo di strada che reagiscono con una risata o con un insulto alla mancanza di reazione quando ti chiedono una moneta. La sede di barnes and Nobles è splendida molto più fornita delle altre visitate.
Il cafè vegetariano dove ceniamo ha un look new age un po' freddo ma il cibo è ottimo.
Beverly Hills è strana, premesso che abbiamo visitato solo la parte bassa, è una distesa di ville con giardini curatissimi che però sembrano disabitate se non per gli sporadici giardinieri messicani che innaffiano le piante. Dov'è la gente? E se c'è cosa mangia? Ci andranno al gabinetto, se sì dove la compreranno la carta igienica? Perchè in Rodeo Drive, la mitica via di Pretty Woman, vendono diamanti, borse, scarpe, abiti (di stilisti prevalemtemente italiani).
Fuggiti dalla patinatura senz'anima di Beverly Hills siamo passati a Merlrose Avenue in un inconscio omaggio ai telefilm della mia adolescenza. A Melrose però mi aspettava una sopresa, è una via molto alternative rock frikkettona. Negozi di tattoo, magliette vintage, negozi di dischi, abiti strampalati. Niente a che vedere con il condominio con piscina e le facce patinate della serie tv. Che peraltro ho scoperto che anche questa serie ha un remake nuovo di pacca.

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