30.11.04

Da quando è nata Nicol, la bambina, i miei vicini di pianerottolo hanno smesso di guardare film di guerra a notte fonda o di ascoltare salsa e merengue in orari improbabili. Nicol poi è discreta e non frigna mai o comunque non frigna abbastanza forte per disturbare.
La palma di guastatori di sonni altrui è stata quindi assegnata con grande pompa agli abitanti dell'appartamento del piano superiore. Già qualche tempo fa, infatti, avevano dato prova di grande capacità allagando completamente il loro appartamento e, di rimando, inumidendo considerevolmente anche il nostro. Per la precisione, il buon padre di famiglia si è svegliato a notte fonda per il fastidio causato dalle gocce che filtrando attraverso il soffitto finivano al centro della sua fronte.
Per festeggiare il loro titolo hanno quindi indetto una festa danzante e per non deludere le aspettative del pubblico il dj metteva salsa e merengue.
Gli ospiti allegri e festanti vociavano , ridevano e strascicavano i piedi totalmente fuori tempo esattamente sopra la mia testa, mentre io, prima tentavo invano di prendere sonno, poi iniziavo a emettere sbuffi di fumo nerastro dalle narici meditando atroci supplizi. E per fortuna qui in Italia all'esselunga non vendono fucili a canne mozze che altrimenti i giornali avrebbero titolato "giovane insospettabile preda della follia fa strage ad una festa".
Comunque le ondate di rabbia che mi attraversavano le sinapsi si sono irradiate oltre il soffitto e di lì a poco al piano superiore i toni si sono fatti concitati, il livello acustico si è alzato e improvvisamente le sedie e i piatti hanno iniziato ad abbattersi fragorosamente sul pavimento.
Io un po' turbata sono rimasta indecisa fra l'aggregarmi alla rissa o andare alla ricerca dei tappi per le orecchie nel kit da viaggio aereo transoceanico . Nel mentre devono aver esaurito il servizio da 12 ed è tornato il silenzio.

29.11.04

Argomenti triti ovvero dell'influenza che un noto telefilm ha sulla psiche delle giovani donne
Ally Mc Beal sta causando danni in una intera generazione di trentenni e dintorni.
I disturbi riscontrati sono:
1) comportamenti antisociali (i soggetti in questione entrano in casa a razzo senza salutare e si barricano nella stanza della televisione per un'ora buona senza dare segni di vita)
2) disturbi alimentari (assunzione compulsiva di pseudo alimenti ad alto contenuto calorico quali fonzies e pop corn, accompagnati spesso, soprattutto nella stagione estiva, da birra)
3) alterazione della percezione della realtà circostante.
Io rientro a pieno nella categoria, anche se il disturbo numero tre posso vantarlo già da tempi non sospetti, ovvero da prima della proiezione della prima serie. Nei momenti di particolare tensione emotiva infatti, una parte del mio cervello compie una proiezione extracorporale così mentre parlo e reagisco respiro in maniera normale, i miei occhi si trovano ad almeno un paio di metri davanti a me ed io ho una visione esterna di me stessa che parla reagisce e respira.
Tanto per fare un esempio mentre il mio fidanzato storico mi stava dicendo che sì mi voleva tanto bene, ma come ad una sorella e che quindi era il caso di metter la parola fine alla nostra relazione ai miei occhi si presentava la scena di due persone in tenuta da mare, sedute sui gradini davanti al passaggio a livello abbassato di Bogliasco, lui che parla , lei invece con le lacrime agli occhi fissa i resti di granita alla menta sul fondo del bicchiere di plastica trasparente che tiene in mano.
Ovviamente con gli anni e il susseguirsi delle puntate o forse con l'arterio che galoppa il disturbo si è evoluto.
Adesso quello che la mia proiezione extracorporale vede, non è quello che sta realmente accadendo, ma come da copione quello che vorrei succedesse. Così può capitare che io veda me stessa dire cose del tipo "so che è una pessima idea e che se stessimo insieme probabilmente nel giro di due giorni finiremmo a tirarci ditate negli occhi però ho voglia di baciarti" e metterle poi in pratica baciando il soggetto incriminato.
sì, l'idea per questo post mi è venuta leggendo quello di super bimba

28.11.04

Ecco, non fosse che il terremoto c'è stato qualche giorno fa, il fatto che la Sampdoria abbia :
1) vinto la partita
2) 1-0
3) segnando su rigore
4) concesso al 2 di 3 minuti di recupero
mi farebbe presagire strani fenomeni naturali.
Magari a mezzanotte in cielo brillerà il sole, mi stupirei di meno.

26.11.04

Piccolo spazio pubblicità.
Mica scemo il vecchio Bamba.
Ballad of Cape Hogue (Calexico)

I live out yonder where the snakes and scorpions run
got myself a little goldmine to bank on
but one day my heart sank when I saw Madame in town
I knew her love would be the death of mine

( L'amour passait, l'amour obsolète.
Pourquoi perdre sa vie à chercher l'or d'un coeur?
Je ne me noierai pas dans ce désert mystique.
Je ferme mes comptes et je repars
.)

Love is passe and love is obsolete

some spend their whole lives searching for a heart of gold
I'm tired of treading water in this desert mystique
I'm cashing in my chips before I ride
Do me a favor while I'm hanging here
Take this gold and go and hide
Don't twist too hard darlin' on your hangin' rope
Don't worry I'll be free in no time.

She promised me she would be there when I'd return
she didn't say she'd have a whole army there as well
she whispered, "J'taime Baby," as she fired that gun at me.
It's getting late and I'm running out of time
I should've stayed way out yonder
better off with the scorpions and snakes
Every act which has no heart will be found out in the end
Guess I'm a little late this time, cause her love
would be the death of mine, mine, all mine
Ultimamente la mia gestione del tempo è basata sul concetto dell'horror vacui. Poi la gente mi domanda "che dici usciamo una di queste sere?" e l'unica cosa che riesco a farfugliare è "credo di avere qualche sera libera nel giugno del 2005, lunedì 13 ti andrebbe bene?". Ecco se poi mi mandano a cagare come faccio a dargli torto?
Comunque ieri sulla via della lezione di francese delle 19.30 ho fatto un pit stop in pasticceria:
caffè e cannolo siciliano. Ho scoperto un'accoppiata migliore della cocaina: a mezzanotte avevo ancora gli occhi sbarrati.

25.11.04

Ale in Senegal fa esperimenti di sopravvivenza a budget ridotto e sperimenta la sensazione di essere continuamente osservato. Poi a casa si commuove per un sms.
Stamattina in quegli attimi che precedono l'effettivo risveglio ero Franciskje, o forse era lui ad esser me. Scrivevo sul suo blog, che era il mio, e parlavo delle stelle e del mare visti dalla Pria Pulla [1] e negli occhi avevo il panorama notturno ante costruzione della diga foranea.
Se c'è uno psicoanalista in zona, si accettano interpretazioni.


[1] a Pegli (GE) c'è uno scoglio che si chiama Pria Pulla. Ai tempi della costruzione del porto di Voltri ci fu una sollevazione popolare per impedire che fosse fatta saltare per lasciar spazio alla costruzione della diga foranea. I pegliesi ebbero ragione degli ingegneri e l'ultimo tratto della diga vicino a riva ha un'inspegabile deviazione verso destra proprio in prossimità dello scoglio.
Terremoto
Ultima sigaretta fuori dalla sede, voci basse per non disturbare la quiete pubblica, che a tirar giù la saracinesca già si fa abbastanza rumore. Improvvisamente la saracinesca trema, ma non è da sola, anche le ringhiere dei terrazzi tremano e i lampioni (che a Baggio sono ancora quelli appesi al centro della strada) dondolano vistosamente. Noi lì col naso al cielo a domandarci cosa stesse succedendo, roba che se fosse venuta giù una tegola ci avrebbe preso in mezzo agli occhi.

24.11.04

Potenza dell'ordine materno.
Premessa:
mia madre è riuscita a sbagliare per tre volte di seguito il pin della sim, fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non che mia madre non ha mai realmente digitato un pin, ma ha infilato in borsa il cellulare accesso sulla schermata che lo richiedeva. I movimenti degli oggetti nella sua borsa hanno fatto il resto: 3 serie di numeri casuali seguite da invio et voilà cellulare bloccato.
Mi ha chiamato in soccorso e le ho spiegato che era necessario reperire il PUK e che questo si trovava di sicuro sulla confezione della sim (acquistata almeno 5 anni fa). Poi figheggiandomi ho detto: "Tranquilla mamma, lo trovo io!!!".

Scenario:
io china su di un sistema di equazioni differenziali tento di ricavare il puk partendo da numero di telefono, numero di scarpe e fasi lunari, un collega solerte mi deterge il sudore dalla fronte, siamo ad un passo dalla soluzione.
Squilla il cellulare: mia madre.
"Ah tutto a posto ho trovato l'incartamento della sim con il codice sopra".
Strategie di marketing.
Se metti una minigonna verde acido e gli stivali con i lacci dall'aria vagamente sadomaso e poi un tizio alto di bell'aspetto con gli occhi azzurri e il pizzetto uscito da una enoteca dall'aria trendy ti domanda:
"ma da dov'è che venite tutte, con quel bastone in mano?" (riferendosi al fatto che tu ed altre 16 ragazze siete uscite dalla lezione di danza portandovi appresso il bastone che serve per la coreografia) replicare :
"attento siamo pericolose picchiamo duro" e andarsene, sarà in linea con gli stivali, ma non favorisce l'instaurazione di una conversazione.

23.11.04

Posto che piuttosto che stirare riesco ad inventarmi attività molto fantasiose non posso comunque non rimanere estasiata di fronte all' extreme ironing.
(trovato da giulia)
Dubbi legittimi.
Se il coinquilino ha portato un mazzo di vischio da appendere nell'ingresso e nella sua valigia fra i calzini è stata adocchiata una scatola di preservativi, noi fanciulle dovremmo preoccuparci delle sue intenzioni? Ad ogni buon conto nessuna di noi si è ancora fatta trovare in zona vischio in sua presenza.

22.11.04

Il finesettimana si è liquefatto lasciandomi al punto di partenza: giacca pantavento e casco sull'avambraccio. La settimana si preannuncia grigia e umida.
Ieri ho letto "La confraternita dell'uva" di John Fante. Bellissimo.

Sulla via del rientro a Milano in un meticoloso programma di perdita di tempo per arrivare sulla coda del blocco del traffico, ho avuto la malaugurata idea di infilarmi alla Bennet di Ovada.
Il primo corridoio era un incubo natalizio da film di terza categoria. Babbi Natali ridenti e panciuti appostati dietro scatole di ciarpame presepizio eruttavano yoedel al passaggio dell'ignaro potenziale acquirente, coadiuvati da alberi di Natale canterini e calendari dell'avvento musicali. In una rappresentazione della Natività deformata, una triade di commessi si trovava in contemplazione estatica di un San Giuseppe con lanterna, biancovestito, formato 1:4.
Bambi argentati si proponevano come centri tavola in lizza con candele mastodontiche in un tripudio di rosso e dorato dall'aria vagamente infernale. In tutto il resto dell'area era impossibile muoversi senza venir colpiti da torroni extraduri che sbucavano da carrelli lanciati in corsa contro pile di panettoni nocciolati e pandori farciti.
Sulla carta igienica al posto dei fiori di camomilla, *rami di agrifoglio*.
Sopravvissuta al senso di nausea e di vertigine sono uscita indenne dall'orgia festante e con la mia scorta di biscotti spartani mi sono trascinata alla macchina sotto lo sguardo di vaga disapprovazione della guardia giurata.

20.11.04

Ale è arrivato a Dakar ed ha iniziato a pubblicare sul blog nuovo di pacca aperto poco prima che partisse. Storie dall'Africa: UnAltroSenegal. Appena ho un pò di tempo mi metterò a fare il restyling del template.

19.11.04

Telefonata.
G. Ciao zia, come stai?
z. Oh carissima ciao! Quando ti sposi?
G. ....

18.11.04

Comunicazione dalla segretaria riguardante l'appartamento aziendale.
Vi comunico che nella giornata di domani il geometra effettuerà un sopralluogo per verificare l'entità dell'infiltrazione. Non lasciate oggetti di valore incustoditi.

Ora che il geometra abbia la faccia da criminale lo pensavamo tutti, ma addirittura dichiararlo via mail?? E cambiare geometra?
update: ad ogni buon conto ho chiuso la porta a chiave
Sì che quando uno fa volontariato utilizza le sue competenze per fare qualcosa di utile... ma tra tante cose... proprio le mie competenze informatiche?

17.11.04

Copriti bene se ti senti fredda, hai la pressione bassa dell'anima.

Il problema è il vuoto che ti mangia dentro. Comincia dallo stomaco e pian piano si espande. Stai lì immobile sul letto davanti alla tv che incredibilmente trasmette un bel film in prima serata, ma non risci a concentrarti. Hai paura che all'improvviso il vuoto cominci ad essere visibile, che scostando la coperta dentro cui sei avvolta, al posto dell'ombelico troverai un buco e in trasparenza vedrai il copripiumino ikea a cuori rossi.
Avresti potuto scappare da questa serata sul letto, farti convincere da chi tanto affettuosamente ha tentato di farti uscire di casa. Ma le avvisaglie erano chiare anche nel primo pomeriggio quando ancora in cielo c'era il sole , tu avevi voglia di ascoltare Morissey e il tuo bioritmo era in controfase con il ciclo dell'universo. Saresti stata uno zombie, il tredicesimo a tavola, il convitato di pietra e il padrone di casa avrebbe dovuto un'altra volta smettere di suonare una canzone triste cogliendo al lato dei tuoi occhi un luccichio sospetto.
Potresti provare a vedere se la cioccolata riesce a salvarti dalla sensazione di essere sul punto di scomparire, ma hai paura di dissolverti e metà strada fra la camera e la cucina e se proprio devi vaporizzarti che sia nell'intimità della tua stanza e non al bordo del tavolo ikea dimensione grande fratello dell'ingresso.
Contro il vuoto non puoi fare nulla, si insinua subdolamente sotto la porta e sgretola piano piano la sensazione di essere viva.
E' una fottuta fregatura che l'assenza di qualcosa che non riesci a definire sia più forte di tutte le presenze tangibili. Ma questo riesci a dirlo stamattina, che ancora una volta, non si sa come, il sistema di emergenza ti ha iniettato in vena una sana dose di rabbia.

16.11.04

argh!!!!
se prima non avevo ragioni apparenti per essere sull'orlo del tracollo nervoso, questa mezz'ora di ricostruzione del template scomparso direi che mi fornisce valide motivazioni per essere scontrosa, assieme alla lezione di danza saltata causa malattia della maestra.
Arriva il film della Guida Galattica dell'autostoppista, l'ho scoperto qui.
Inaugurazione del pallone da basket femminile nuovo: primo tiro canestro, secondo tiro dito insaccato.

15.11.04

Consigli per un buon inizio di settimana.

Per cominciare bene la settimana lavorativa basta NON trovare la moto con la batteria a terra quando si è in ritardo e si è bardati come Ambrogio Fogar per una missione al polo. In caso si verifichi il nefando avvenimento prima di saltellare scompostamente attorno al motociclo invocando gli dei della batteria carica, ricordarsi di rimuovere almeno il primo degli strati di vestiario.
Se la danza dovesse prolungarsi per più di cinque minuti senza esiti rassegnarsi all'evidenza dei fatti. Estrarre il beauty case, rassettare il trucco che nel frattempo si sarà liquefatto in rivoli lungo le guance per lo sforzo e andare dal tenutario del garage sbattendo le ciglia con sguardo da cerbiatto.
Una volta che la moto sia stata rianimata con l'ausilio di cavi elettrici effettuare 3 o 4 giri dell'isolato per ricaricare parzialmente la batteria prima di avventuarsi nel traffico della circonvallazione.
Posteggiare la moto molto vicino alla porta dell'ufficio e scendere ad intervalli di mezz'ora per controllare che la moto si accenda. Per maggior sicurezza compiere un sondaggio fra i colleghi onde individuare qualcuno che abbia i morsetti per una defibrillazione d'urgenza.
E, mi raccomando, casco ben allacciato e luci accese anche di giorno.
Certe volte domandi “cosa mi racconti?” , ma la risposta proprio non te l’aspetti.
Ti trovi davanti la vita, quella dura, quella crudele quella che ti lascia senza parole. Come un affondo allo stomaco o uno schiaffo a mano aperta.
Resti lì incapace di formulare un pensiero compiuto e allo stesso tempo non puoi smettere di pensarci.
Come quando un fischio più acuto si alza dal rumore di fondo e non puoi fare a meno di prestarvi attenzione.
Come una mano invisibile che ti prenda per il collo della giacca e ti tiri via dall’enorme ruota da criceto sulla quale ti stai affannando, resti fermo a guardare un’ immagine del mondo che riprende le sue giuste proporzioni, relegando in un angolo il fulcro delle tue preoccupazioni e dei tuoi crucci quotidiani: te stesso. E ti senti fondamentalmente stupido.
Come quando cogli un dettaglio in una di quelle immagini da libro di psicologia e d’improvviso la figura che avevi davanti assume contorni fino a quel momento invisibili svelandoti qualcosa di completamente diverso.
Ti domandi quante volte non hai colto dietro ad uno sguardo un universo. Quanto l’innegabile verità che è umanamente impossibile vivere ciascun giorno della propria vita come se fosse l’ultimo, non stia diventando lo scudo dietro a cui costruire una corazza di indifferenza. Ti domandi quanto di giorno in giorno il fischio debba diventare più forte perché tu riesca a coglierlo.
Non sai rispondere e non puoi smettere di pensarci.

13.11.04

Dopo un viaggio nella lattiginosa umidità della pianura a Genova ho ritrovato il sole che avevo smarrito a Binasco.
Fa caldo, il mare è giallo per l'ondata di sole che lo investe e la luce rifrangendosi e rimbalzando arriva fino a me e al monitor del pc. Quasi quasi vado a metter su un pareo e gli occhiali da sole, che a tutta questa luce non sono più abituata.
Bastano due settimane di seguito a Milano, che mi sembra di essere l'emigrante di se ghe pensu in un ipotetico rientro in terra natia.
Incrocio il comandante della stazione dei carabinieri, che sembra uscito da una piece teatrale tanto è caricaturale con quei baffoni, la pancia a cocomero e la pipa mentre in divisa chiacchera con una neo mamma di sua conoscenza.
Mi trovo davanti Chiara, compagna delle medie e figlia del farmacista, ormai farmacista anche lei. Mi dice che verrà abitare proprio nel vicoletto un paio di portoni più in su del mio. "Fra 3 o 4 sabati se vieni in giù passa a suonarmi che ti faccio vedere casa, in quel periodo dovrebbe esser pronta".
Il microcosmo del quartiere, aria di casa.
Come ad ogni rientro che si rispetti trovo anche la posta, appilata sul comodino della mia stanza da mia madre. Una multa per una svolta vietata delle 18.45 dell'11 luglio a Voltri. Ricordo perfettamente la scena ed anche di aver controllato che non ci fosse il vigile.. pazienza pagherò.
Trovo anche l'invito ad un corso per diventare presentatrice televisiva, direttrice artistica Maria Teresa Ruta, mica cazzi... questa mi sa che la cestino.

12.11.04

mitico il papa confuso.
Mi è arrivata questa mail e mi sembra che il minimo che posso fare è metterla qui (per una volta con il consenso del mittente).

Una telefonata di notte.
Ieri mattina Babacar mi ha inviato una mail dal Senegal con una valutazione del progetto Stop Malaria. In fondo ha aggiunto che il padre di Joe, uno dei responsabili del progetto di Dakar, è morto il giorno prima.
Il padre di Joe l'ho conosciuto in un viaggio all'interno del Senegal che avevamo organizzato a Giugno. Non mi ricordo come si chiama.
A ripensarci mi vengono in mente un cortile di una casa a Kaolack in un giorno dove il caldo c'aveva cotto la testa, un vecchio signore vestito con una bizzarra tenuta, un incrocio fra un pigiama da lungodegente d'ospedale e un vestito tradizionale senegalese, che cogliendo i nostri visi pallidi stravolti dal sole ci offrì un paio di seggiole e una bottiglia d'acqua fresca.
Mi ricordo che ci guardava con curiosità e con un po' di ironia. Di punto in bianco ci chiese notizie del figlio per rompere il silenzio e poi ci chiese, con una cortesia esagerata notizie di noi e dell'Italia.
Quando ad Ottobre ero ritornato in Senegal, Joe mi aveva "portato" i suoi saluti informandomi che durante il mese di settembre non era stato molto bene ma che ora si era ristabilito.
Ieri notte ho chiamato Joe.
Una telefonata piuttosto impacciata. Ad un certo punto gli chiedo se le condizioni di salute del padre erano ultimamente peggiorate e lui mi spiega che al contrario nell'ultimo mese sembrava stare più in forma del solito.
Per farla breve, scopro che Joe non sa perché suo padre è morto. Da un momento all'altro è morto, seduto nel cortile di casa.
Poi Joe mi passa sua madre, che parla solo woloff, è il livello di impacciaggine sale precipitosamente.
Non sapere perché si muore.
Se ci ripenso mi nasce una gran rabbia dal cuore.
Mi sembra un'ingiustizia inutile, che si aggiunge alla fine di tante ingiustizie inutili che il padre di Joe e di tutta la gente vivono abitualmente in Africa, il continente alla Top Ten delle ingiustizie inutili.
mao
Il Carcano è grande, ha le poltrone di velluto rosso, con il retro di legno e il sedile con la ribaltina. Le file sono un po' troppo vicine le une alle altre, le mie ginocchia reclamano vendetta al cielo e davanti a me è seduto un 12enne con una carriera da cestista.
Fa caldo, l'aria è secca e la gente continua a tossire. Gli adulti a luce spenta sono peggio dei ragazzini, ricercano nella borsa le caramelle, tossiscono, si lamentano di non sentire quello che viene detto sul palco (porco cazzo io ci sentirei se loro la piantassero di fare casino). I ragazzini della fila davanti sono assopiti in posizioni innaturali sulle poltrone, ma non disturbano.
Sul palco è in scena Così è (se vi pare) di Pirandello per la regia di Giulio Bosetti.
L'allestimento è molto classico, gli attori bravi, Pirandello è sempre Pirandello, la soggettività della realtà che ci circonda, il fatto che ciascuno sia quello che gli altri credono l'impossibilità di stabilire la verità.
All'uscita sono mediamente soddisfatta, anche se Pirandello continuo a preferirlo sulla carta stampata.

11.11.04

VO persone in grado di salvare il mondo.
Il 21 c'è il blocco del traffico. Il 21 c'è la messa in produzione del software. Il 21 bisogna venire in ufficio.
I vigili accettano permessi di circolazione in zone sottoposte a blocco raggiunte dai mezzi pubblici solo se si è in grado di dimostrare che si svolge un lavoro di pubblica utilità.
Qui in ufficio si sta facendo brain storming per inventare una dimostrazione plausibile che il nostro lavoro lo sia.
Ecco, contando il livello di delirio mentale che regna sovrano qui in zona, direi che impedirci di mettere in produzione il nuovo software sia il vero servizio di pubblica utilità, quasi quasi vado al comando dei vigili e lascio lì le chiavi della macchina di mia spontanea volontà.
Qualcuno faccia qualcosa... blogger ha cominciato a parlare in italiano e fin qui non sarebbe nemmeno grave a parte il fastidio di abituarsi... è che è tutto ... storto!
Per mesi il pitbull del vicino di casa è stata una presenza costante nella mia vita.
La sera, stufo di stare rinchiuso nell'appartamento guaiva e batteva sulla porta di ingresso con le sue zampone, facendo tremare non solo quella, ma anche la nostra dall'altro lato del pianerottolo, nonché, nei momenti di maggior disperazione, la porta della mia stanza.
Poi ha smesso. In realtà non mi sono mai realmente interrogata sul perché.
Probabilmente il mio inconscio mi suggeriva che i cani crescono, imparano a rassegnarsi come gli uomini e poi chissà, magari al suo proprietario avevano cambiato i turni e la sera aveva tempo per portarlo a zonzo.
Da qualche giorno però dallo stesso appartamento si sentono i pianti e il raspare alla porta di un cucciolo. Non so che cane sia, non l'ho ancora incrociato. Di sicuro fa stringere il cuore.
Ma quello che più mi inquieta è: che fine ha fatto il pitbull grande??
Sabri sostiene che nell'appartamento di fronte c'è un allevamento di cani da combattimento il che assieme allo spacciatore del piano di sotto all'ex galeotto che urla minacce per le scale e ai travestiti giù in piazza completa il quadro del quartiere perfetto.

10.11.04

Elefante in un negozio di cristalli.
Ieri a danza durante le prove della coreografia, in un momento in cui si supponeva che tutte dovessimo ruotare nella stessa direzione a tempo e fermarci in posa plastica, la musica è stata funestata da un suono sinistro.
Il bastone che avrei dovuto tenere leggiadramente appoggiato sulle spalle e alzare al cielo a fine sequenza, si è spezzato con fragore nel cozzare con quello della vicina dietro, con la quale evidentemente ero in controfase.
Niente sangue per fortuna, ma sto valutando seriamente di darmi a qualche sport da combattimento.
Alla fine ho ceduto, ho messo i commenti. Sebbene non più di tre giorni fa dichiarassi che non ne sentivo il bisogno perché quando scrivo lo faccio per me stessa. Ma se poi è lo splendido quarantenne di cui sotto a chiedertelo, come si fa a dir di no?
Futilia.
Leggendo qui e lì ho scoperto di aver assistito al siparietto narrato da Chettimar sulla "rissa" al bar, che poi deve esser stato lui a indicarmi il Confuso.
Ho scoperto che c'era qualcuno in incognito e infatti non mi sono accorta della sua presenza.
Ho scoperto anche che ho mancato leo, peccato.

8.11.04

Alle nove Anna era sotto casa mia. Alle dieci dopo un centinaio di km percorsi in cerchi concentrici attorno al foyer ci siamo ritrovate praticamente al punto di partenza, abbiamo mollato la macchina in un losco parcheggio e ci siamo avviate a piedi verso la blogfest. Al nostro arrivo, sbrigate le pratiche di ingresso, ci siamo ritrovate in un locale già affollato. Anna mi ha guardato con l'aria di chi si aspetta che io prenda una qualche iniziativa, che infondo si supponeva che io conoscessi tutti.
Peccato che Franciskje fosse ancora in preda alle angosce della ricerca posteggio e LiveFast avesse il telefono staccato.
Nel dubbio siamo andate a ingrossare la ressa in zona bar.
Il Confuso eletto a cugino in virtù delle origini comuni, ma della differente fede calcistica, l'ho individuato grazie a qualcuno in coda alle mie spalle. Grazie al cielo non sono dovuta andare in giro a calpestare gli alluci a tutti gli astanti di sesso maschile nel tentativo di strappare un "belin!" che mi aiutasse ad individuarlo. Giusto il tempo per un saluto veloce, ma niente coretto di "ma se ghe pensu".
Abbiamo conosciuto Durante con il quale si sono fatti discorsi più o meno aulici.
Complice il mohjto a stomaco vuoto non sono fuggita a gambe levate e mi sono trovata a rispondere a domande più o meno insensate davanti ad una telecamera (grazie al cielo non ci sono tracce di tutto questo on line).
Simone mi è sbucato davanti all'improvviso con un maglioncino verde squillante. Baci e abbracci e chissà magari dopo Ginevra si andrà anche ad Addis Abeba. Mi ha presentato Ilenia, che per la gioia di molti sembra si sia attrezzata per riuscire a postare più spesso.
Ho incrociato Giulia indispettita dalla scomparsa del suo cartellino di riconoscimento, ma non sapevo che fosse lei.
Ho fermato Ark che si è rivelata in linea col suo blog. Fantastica.
Alla fine anche lo splendido quarantenne si è palesato di persona.
Non ho incrociato Simona o forse sì, ma non me ne sono accorta e me ne dispiace.
E' stata una bella festa e per una volta sono contenta di essermi data alla vita mondana.
Adesso non mi resta che convincere Anna ad aprire un blog, così la prossima volta l'intervista la fanno a lei.
Domenica mattina il mio approccio al mondo circostante era decisamente poco obiettivo, nonostante per una volta il sole fosse visibile sul fondo di un cielo quasi azzurro.
La Serravalle percorsa un migliaio di volte mi presentava caselli non previsti in luoghi inconsueti, i chilometri che mi separavano dalla meta crescevano in maniera non lineare. Quando ormai pensavo di essere stata inghiottita in un gorgo spazio temporale l'odore di reazione chimica altamente cancerogena mi ha annunciato la presenza della raffineria e quindi dell'uscita di Busalla.
Andrea e Fra mi aspettavano pazienti davanti alla Coop di Sarissola, con loro ho proseguito verso casa di Mirna e la polenta.
Al solito c'è parecchia gente e un fuoco caldo e scoppiettante nel camino. Fritz è svizzero, gli occhi azzurri penetranti non sono offuscati dalle lenti fotocromatiche scurite dal sole.
A pranzo fra polenta al sugo e ai formaggi ci illustra il funzionamento del servizio militare elvetico nonché le ragioni geomorfiche che rendono impossibile una rapida conquista della Svizzera.
La sua fidanzata è preoccupata per un possibile tracollo psicologico di noi ascoltatori e tenta di distrarlo.
Ogni gesto, ogni parola rivelano le origini di Fritz che prosegue nella sua dissertazione con tenacia.
Poi però arrivati al dolce improvvisamente si trasforma e ci stende a tappeto con una verve comica e doti di mimo insospettabili fino a quel momento.
La giornata scorre via veloce e piacevole, l'approccio alla Serravalle comunque non migliora complici la pioggia torrenziale di Tortona e il traffico impazzito.

5.11.04

Questa notte ho fatto un sogno strano.
Avevo un neonato in braccio, bellissimo, mio figlio. Ci giocavo e lui mi sorrideva. Lo cullavo e lui si addormentava sulla mia spalla.
Volevo metterlo a letto nella culla, ma in casa non c'era la culla. Non c'era il ciucciotto, non c'era il biberon, non c'era nulla per un neonato.
Decidevo di metterlo a dormire in un letto da adulti, ma ero preoccupata che cadesse e si facesse male.
Non ricordo altro.
Si accettano interpretazioni.
Qrz mi suggerisce:
prima di tutto devi partire dall'assunto che i 'personaggi' dei nostri sogni sono spesso proiezioni di noi stessi, quindi il bambino e' una proiezione di te stessa, quindi hai paura di non riuscire a 'dormire' in un letto da adulti senza cadere. Paura di diventare adulta?

****
A proposito di neonati mi ronzava per la testa l'idea di un aggeggio che analizza il pianto dei neonati e suggerisce al neo genitore le cause del pianto del figlio. Pensavo di aver sognato pure quello, invece esiste già.
Nastroni
L'altro giorno ho trovato una cassetta audio poggiata sul coperchio di un cestino della rumenta a Cesano. Nella testa mi è passata l'idea del book/cd crossing così me la sono intascata senza starci tanto a pensare.
E' una cassetta di blues. Ho ascoltato due canzoni, sono belle anche se non è il mio genere. Dentro la custodia ovviamente non c'è alcun biglietto sintomo che l'abbandono della cassetta è stato più involontario che programmato.
La grafia è quella di un uomo, un po' sbilenca, ma non disordinata. I titoli sono stati scritti con una penna a inchiostro liquido e punta sottile.
Penso a chi potrebbe essere il poprietario. Sicuramente deve avere almeno la mia età ed essere un nostalgico che non riesce a dire addio al suo walkman o alla sua vecchia autoradio.
Penso che probabilmente ha qualche anno in più, mi viene in mente un vecchio nastrone con cui Enrico aveva tentato di erudirmi alle strade del blues.
A proposito di nastroni qualche tempo fa ho fatto un tuffo nel passato frugando nelle scatole in camera mia a casa di mia mamma.
Dalla cassetta con la mia voce di bambina di due anni, ai vari nastroni di amici e spasimanti, passando per le demo dei gruppi dei miei amici e l'unica registrazione esistente delle nic fit il trio femminile involontariamente punk (per chiarire il livello musicale) in cui suonavo la batteria.
I nastroni dei corteggiatori non denotavano gusti musicali audaci:
Chicco dopo un side A mediamente melenso, scopriva le carte con la prima canzone del side B Piccolo grande amore di Baglioni.
Michele invece andava giù sul pesante già dalla quarta canzone del primo lato con I want you tonight degli Inxs.
Nessuno dei due doveva avermi colpito al cuore in maniera irreversibile se oggi faccio fatica a ricordare chi fossero Chicco e Michele.
Gian invece è stato il mio primo grande amore, il fidanzato musicista.
Morrissey cantava
"if a double decker bus crashes into us, to die by your side is such an heavenly way to die"
lui era andato oltre dedicandomi una canzone che diceva
"i prefer to shot you in the mouth instead you kiss".
Che poi a pensarci l'idea della canzone d'amore rovesciata è un sempre verde, tra le ultime mi sovviene quella cantata da Nick Olivieri nei QOTSA "Another love song" che inizia con "You're so impossible, your scream and moan it chills my soul".
Diciamolo, i discount mi hanno sempre lasciato un po' perplessa. Tutti quegli scatoloni dall'aria zozza accatastati qui e lì senza un ordine apparente mi creavano qualche problema. Ieri però l'acqua la dovevo comprare e così sulla via di casa mi sono fermata al penny market di via da cermenate. Mi si è aperto un mondo. Ho trovato i bratwurst della Turingia (Sabri era convinta che mi sarei intossicata e che mi avrebbe dovuto accompagnare in ospedale durante la notte) e i lebcucken i biscotti natalizi speziati. Oltre ad acquistare 12 lt d'acqua ad un euro.

4.11.04

Varie sul mondo.
Leggevo ieri che Zucconi sostiene che con queste elezioni l'America ha ritrovato la democrazia. La gente finalmente è andata a votare in massa. Non so quanto ci sia da rallegrarsi visto che ha votato per Bush.
Stamattina invece mi è passato sotto l'occhio il comunicato di Medici Senza Frontiere. Lasceranno l'Iraq perché "sarebbe irresponsabile esporre lo staff al rischio che la permanenza comporta". Mi sembra un segno bruttissimo. Quando se ne andrà anche Gino Strada ci sarà veramente da pensare di emigrare su di un altro pianeta.
Infine Arafat è in coma e probabilmente non si riprenderà. Che cambierà questo nel conflitto Israele Palestina?
In questo clima caldo surreale, con il sole che tramonta in un silenzio innaturale mi domando se il mondo è già finito ed io non me ne sono accorta.
Stamattina venendo in ufficio in macchina ho avuto la sventura di ascoltare per radio Ferrara che parlava dei matrimoni gay. Il modo peggiore per iniziare la giornata.
Piccole gag
Il mio dentista è un grande, ieri stava cercando senza esito la custodia di un apparecchio nell'armadio , si è girato dall'assistente e le ha domandato:
"Hai mica visto la custodia verde... Kawasaky?"
a dire il vero credo che la specificazione motociclistica fosse a mio esclusivo vantaggio visto che mentre lo diceva mi ha lanciato uno sguardo sornione e l'assistente è al livello "ma la moto ha due ruote?"
Io ovviamente ho apprezzato moltissimo.
Mi scrive Diego dalla Germania:
"Guardo Andrea, un'amica cilena. Sguardo deciso. Carattere forte. Circolo femminista, pacifista convinta, sta raccontando delle discussioni con sua madre. Lei, la madre, e' per la lotta armata, in alcuni casi. Le sorrido e le chiedo cosa e' accaduto a sua madre durante la dittatura. E' stata in carcere, un anno, non e' stata fucilata in mezzo ad un campo da calcio e si e' salvata per miracolo, grazie ad un avvocato "muy muy bueno". Le dico che non sono sorpreso che sua madre pensi che in alcuni casi sia giusto lottare con le armi per la propria liberta' e per i propri diritti. Andrea e' nata in Svezia. Sua madre, dopo essere stata liberata, ha raggiunto il padre fuggito in Scandinavia. La' avrebbero potuto iniziare una vita tranquilla, aiutati da coloro che li avevano aiutati a scappare. E invece no. In Mozambico c'e' una guerra, c'e' uno stato socialista da difendere. E con il sogno di Allende ancora vivo, lasciano la Svezia e raggiungono l'isola africana. Dieci anni di guerra, nel frattempo altri due figli, poi, finalmente, il ritorno in Sud America, nell'amato e mai dimenticato Cile, dopo la fine della dittatura.
Mi fa riflettere la storia dei genitori di Andrea. Sicuramente sono persone con ideali molto forti. Mi domando quanto forti siano i miei ideali.
Credo che un mondo diverso e migliore sia possibile. Bene. Cosa sono disposto a fare per contribuire a creare questo mondo diverso in cui credo? Ogni sabato mattina, per un'ora, parlo alla radio di questo mondo, di cosa andrebbe cambiato, provo, nel mio piccolo, a fare quell'informazione alternativa di cui, secondo me, c'e' sempre piu' un disperato bisogno. Quante persone ascoltano la radio? Non ho idea. Potrebbero essere 100 come 1000. Poche? Forse si', forse no. E poi? Cos'altro faccio? Non ho la macchina, uso i mezzi pubblici, inquino meno di molti altri. Riciclo il vetro e la carta. Separo i rifiuti. Cerco di avere uno stile di vita abbastanza sobrio. Provo a ridurre gli sprechi. Boicotto i prodotti delle multinazionali che violano i diritti umani. Partecipo a manifestazioni di piazza. E' sufficiente tutto cio'? Potrei fare di piu'? Penso di si'. Cosa? Molte cose. Sarei disposto a rinunciare a qualcosa per trovare il tempo e l'energia per fare di piu'? Che cosa sacrificherei della mia vita per provare a portare un mattoncino per la costruzione di un futuro diverso, un futuro piu' giusto? Forse che i miei ideali non sono cosi' forti come quelli dei genitori di Andrea? Chissa', forse in Mozambico a fare la guerra non andrei. Ma a volte non e' necessario andare cosi' lontano. A volte sarebbe sufficiente rendersi conto che chi ha bisogno di noi, del nostro aiuto, di un po' del nostro tempo, e' molto, molto piu' vicino...
"


Domande difficili quelle che si pone Diego, che spesso mi pongo anche io Cosa potrei fare di più per cambiare le cose? Cosa sono disposta a sacrificare? Aggiungo di mio : sono coerente?
Di recente qualcuno mi ha detto che bisogna puntare il dito contro i responsabili delle sperequazioni che ci sono nel mondo, contro il FMI, ad esempio, che strozza l'economia dei paesi del terzo mondo con i suoi diktat intesi a favorire la restituzione dei prestiti ricevuti.
Ma se io sono la prima a contribuire al mantenimento dell'attuale sistema economico con che coerenza punto il dito contro le multinazionali? Dovrei essere la prima nel mio piccolo a sottrarmi a certi ricatti, a fare seriamente del consumo responsabile.
E in più, se sono convinta che le cose dovrebbero essere cambiate perchè sono così fondamentalmente pessimista sulla possibilità di cambiarle? Forse perchè non mi sento coerente io per prima, forse perché i miei ideali non sono così forti.
Forse perché non credo nell'evangelizzazione, credo nello scambio di opinioni. Credo che il moto di ribellione per come vanno le cose debba venire dall'interno di ciascuno che non possa essere indotto e tutti i tentativi di risvegliare le coscienze altrui sia solo aggiunta al rumore di fondo.
Forse è la mia formazione scientifica che mi richiede la visione del risultato pratico per farmi sentire che quello che sto facendo è utile.
Ma poi mi domando, la coerenza è un valore?

2.11.04

Ammettiamolo è così, alle medie ciascuna di noi è stata l'amica brutta di qualcuna. A meno che, ovviamente, non ci si possa fregiare della palma di più bella della scuola media, allora si dovrà ammettere di aver scelto almeno a livello inconscio la propria confidente in modo tale da mettere in risalto le proprie doti piuttosto che offuscarle.
Io dodicenne timida e impacciata, ma grazie al cielo non ancora occhialuta, facevo parte, manco a dirlo, della categoria delle confidenti. Troppo alta rispetto alla media, con una temibile frangia mid-eighties vivevo di luce riflessa della popolarità della mia amica bella e spigliata.
Per lei facevo da ufficio postale ricevendo e inoltrando bigliettini a forma di cuore, ma anche da ufficio sondaggi per captare il suo livello di popolarità presso il pluriripetente con la voce già adulta. A volte ricevevo qualche corteggiatore di seconda mano. Era una rapporto perfetto capitano gregario, senza sbavature.
A distanza di anni io e R. siamo ancora amiche. Vite indipendenti e diverse, ci si ritrova di quando in quando per fare quattro chiacchere . E ogni volta mi stupisco a vedere come siamo simili.