31.10.03

stamattina ho aiutato rita a caricare la macchina.
per facilitare le cose ci si e' messa di mezzo una bella pioggia battente.
fortunatamente il portinaio e' un uomo di buon cuore e le ha permesso di parcheggiare nel cortile interno.
nonostante avesse iniziato a sbaraccare casa nelle scorse settimane c'erano un discreto numero di bagagli da caricare: una valigia, una borsa della spesa con le rotelle, tre o quattro sacchettoni di carta, un paio di sacchetti di nylon, una piantina di maggiorana e un 'bagaglio' con le ruote targato ikea.
Decidiamo di adottare un approccio pseudoscientifico al caricamento del bagaglio, al primo viaggio Rita parte con il trolley e due sacchettoni di carta, io mi occupo del cubo di plastica con le ruote e della borsa della spesa, sempre con le ruote.
Nella miglior tradizione ikea nel tragitto casa ascensore macchina si staccano una dopo l'altra tutte le ruote costringendomi a caricarmi tutto in braccio.
Alla mia domanda: "Rita, ma cosa hai messo qua dentro, delle barre d'uranio?"
lei serafica risponde: "eh no e' che ci ho messo dentro i pesi per fare ginnastica"
Ah ecco!
ieri sera ho ufficializzato l'invito a cena.

30.10.03

Ho ricevuto un sollecito per un invito a cena.
Io e Rita all'incirca un anno fa siamo state invitate a cena da Yama e Paolo.
La serata e' stata piacevole e ci siamo salutati con la promessa che avremmo ricambiato l'invito a breve tempo.
Nel frattempo:
Paolo si e' trasferito a lavorare a Roma.
Francesca ha iniziato a lavorare a Milano.
Pedro e' andato a vivere con Yama.
Io ho scroccato almeno altre tre cene a Yama, questa volta sdebitandomi con la lavatura dei piatti.
Rita e' quasi tornata a vivere a Modena.
Diciamo che i miei tempi di reazione non sono un granche'.
La raclette a Milano non e' la stessa cosa.
Ieri sera per festaggiare Rita che abbandona VO, C. e casa, siamo andati a mangiare a la Raclette, ristorante sul naviglio grande.
Sara' che per me la Raclette (il formaggio) e' sintomo di giornata passata sugli sci in zona Monginevro con conseguente cena-abboffata a Briançon, ma ieri sono rimasta un po' delusa.
Lungi dal portarti in tavola forma di formaggio annessa a resistenza e spatolina, patate bollite da sbucciare, cetriolini e piatti di affettati, a la Raclette (il ristorante) c'e' il cameriere che estrae da uno scalda vivande patate bollite gia' affettate che ricopre poi con una colata di formaggio caldo e guarnisce con qualche cetriolino, poi lo porta in tavola.
Il problema e' che se non si e' abbastanza veloci il formaggio si fredda e il piatto diventa rapidamente indigesto.
Per liberarmi dall'inconveniente "cemento a presa rapida" ho preso la fonduta, servita in una ciotola, con annessa candela scaldavivande.
AH ecco.... ma allora non sono la sola ad aver avuto dei dubbi sul finale di Mystic River.

29.10.03

Mal di testa ... tempia e occhio sinistro. Fino a qualche ora fa ne era vittima il mio collega dirimpettaio... adesso mi ha passato il testimone.
Mal di testa a parte c'e' una cosa che mi tormenta: perche' quando c'e' il sole i caloriferi sono accesi a palla e quando fa brutto li tengono spenti?

27.10.03

SONO INCAZZATA NERA!
come? non si dicono le parolacce? FANCULO! le dico lo stesso!
Per questioni di copertura dell'area e per lealta' nei confronti di un mio collega (che l'anno scorso, a dire il vero senza troppa fatica, aveva rinunciato alle vacanze) non posso fare le ferie a Capodanno nei giorni che avevo programmato.
Io vorrei sapere cosa cazzo devo farci in quest'ufficio di merda il 29 30 e 31 dicembre.
La risposta e' che ovviamente non si deve fare niente... solo fare bella figura.
Stipendio di merda, soddisfazioni nessuna e non posso nemmeno farmi le ferie quando voglio.
VORREI CHE UN MISSILE TERRA ARIA SI DIRIGESSE VERSO QUESTO EDIFICIO E LO RADESSE AL SUOLO. (possibilmente dopo che me ne sono andata)
Gesu' Bambino per Natale mi fai questo regalo?
LaVirgina? ;-)
Acquistato un libro:
Sotto il culo della rana in fondo ad una miniera di carbone di Tibor Fischer.
Ieri
In viaggio sui mezzi pubblici.
Visto l'esito della partita Sampdoria Milan e la situazione metereologica inclemente avrei potuto risparmiarmi due terzi dei viaggi.
Mystic River
Un classico giallo: l'assassinio di una ragazza in un quartiere sulla riva del fiume Mystic, le indagini che portano a galla legami di amicizia e inimicizia del passato, un sospetto troppo evidente per essere il colpevole.
Un bel cast: Sean Penn, Kevin Bacon e Tim Robbins.
Unica perplessità gli ultimi tre minuti di film e il discorso "Un padre di famiglia e' come un re. E come per un re per la salvaguardia del suo popolo a lui e' lecita qualsiasi azione per difendere la sua famiglia".
Morale forcaiola o semplice ritratto di una società violenta?

24.10.03

Io e David
David per me e' il ricordo confuso dell' uomo che cadde sulla terra, con un occhio di un colore diverso dall'altro (fatto che peraltro pare sia una leggenda metropolitana) o l'ancora piu' fumosa immagine di non so quale personaggio bianco vestito in Labyrinth. David infine e' una sfilza di CD allineati su di un ripiano della libreria di B.
David canta, David e' il "duca bianco", David e' storia. Si', ma ... possibile che io non riesca a ricordare nemmeno un titolo, una strofa, un riff di chitarra? Comunque sia i biglietti sono omaggio.
Arriviamo a concerto iniziato, senza aver assistito alla performance del gruppo di supporto i Dandy Warhol e con la prima canzone del duca che si sta avviando alla fine.
Impossibile raggiungere i posti a sedere, ci posizioniamo sugli spalti sulla destra guardando il palco. La visuale e' buona, l'acustica pure.
La prima canzone che riesco a seguire con attenzione e' una del nuovo album ed ha un titolo in cui c'entrano dei cani. La chitarra e' molto Pearl Jam e la canzone non mi dispiace. La canzone successiva David sale su di una passerella rialzata e si avvicina al bordo del palco. Per un istante mi passa per la testa l'insana idea che stia per fare stage diving. Sarebbe un mito e potrei diventare una sua fan a vita. Ma si sa, lo stage diving e' un arma a doppio taglio e da quell'altezza, alla sua eta' non e' consigliabile, tra l'altro la musica non si presta e lui e' troppo lucido e freddo.
Il concerto prosegue e fino ad "Under pressure" le cose sono sotto controllo.
Da li' in poi invece, soprattutto a seguito di un paio di canzoni che alle mie orecchie di eretica suonano lamentose, vengo colta da crisi di rigetto.
Cosi', il vecchio David mi sembra un po' ridicolo con quel suo caschetto biondo e i jeans attillati e soprattutto i fan in visibilio mi sembrano una manica di pazzi.
Mi sento un alieno in mezzo ad una folla in delirio. E dire che quando un concerto mi piace sono capace di resistere in prima fila attaccata alle transenne, con una folla pogante alle spalle e portare i segni blu del coraggio (i lividi insomma) con orgoglio per le due settimana successive.
Fatto sta che da quando siamo scesi in zona parterre e bisogna spostarsi ogni due minuti per riuscire a vedere qualcosa, da quando ho relizzato che David e' la storia e quindi come altri pezzi di storia comincia ad essere un po' una mummia, le canzoni mi passano sopra una via l'altra e finalmente il concerto finisce. A meta' dei bis ce ne andiamo. Sono a pezzi iinfreddolita (per l'aria umida di Assago, dentro al forum faceva fin troppo caldo) e un po' sottosopra per aver saltato la cena.
Sono anche insopportabile e acida ormai da una buona mezz'ora, ma non ho ancora imparato a reagire serenamente alle situazioni che mi danno fastidio.
E David Bowie quando canta mediamente mi da fastidio.

20.10.03

"In guisa di mazza ferrea piombi sul tuo cranio con cupo fragore".
Dopo mesi ritorno in via Macelli di Soziglia e la trovo piu' bella, un piccolo microcosmo all'interno del dedalo dei caruggi. Una piazzetta con un besagnino e un pesciaio che mettono in bella mostra le loro merci. Da un lato una profusione di uva, mele, pere, ma anche avocados e ananas dall'altro seppie, calamari, acciughe e sul fondo del bancone una testa di pescespada con la lancia che punta il cielo. Poco piu' avanti una rosticceria con gli stoccafissi appesi alti sopra la porta di ingresso e la bottega di un artigiano che fa presepi meccanizzati.
Io e Ale ci godiamo l'aria di paese mentre ci avviamo verso il negozio di abiti usati. Il negozio e' affollato, sebbene non affra nessuna partiolare attrattiva. Potrei dire di un ragazzo con gli occhi azzurri e i riccioli fluenti, i pantaloni col cavallo raso terra, la giacchetta di velluto e il casco della vespa in mano alla ricerca di un dono per la sua tipa, di come per un attimo nella mia testa abbia incarnato l'esatto prototipo del frequentatore di negozi di abiti, ma sarei prontamente smentita, perche' il vintage e' di moda e alla cassa c'e' una ragazza griffatissima.
Ci incodiamo per uscire, ma il ragazzo che e' davanti a noi ci spinge indietro con aria preoccupata. Nel carruggio e' in atto un tafferuglio, il ragazzo col cane che avevamo incontrato poco prima nel negozio del kebab sta scappando inseguito da un tizio che brandisce un oggetto che parrebbe un bastone. I due si urlano improperi e scompaiono oltre la visuale concessa dalla vetrina, aspettiamo un istante,ci affacciamo alla porta del negozio, vediamo il percorso sgombro e usciamo.
Qualche metro piu' avanti vediamo alcune persone che borbottano guardando dentro un vicolo. Ci affacciamo pure noi. Al centro del carruggio, la lama del pescespada punta il brandello di cielo che si intravede fra i due palazzi, come se stesse emergendo dal selciato per un balzo. Evidentemente la rissa deve essere cominciata in piazzetta e l'inseguitore, vistosi minacciato dal cane, ha deciso che fra un avocado e un pescespada, il secondo era un'arma migliore. Ci allontaniamo discutendo di quale sia la modalita' piu' efficace per utlizzare una testa di spescespada come arma di difesa. Conveniamo che brandirla "in guisa di mazza ferrea" sia l'opzione migliore.

17.10.03

News dal quarto piano.(parte due)

Le amiche del pitbull mietono una nuova vittima.
Il nuovo arrivo e' durato due notti due. Da lunedi' si trasferisce in una nuova foresteria.
E dire che avevamo fatto le persone serie, avevamo mantenuto i livelli di acida zitellita' (o zitellanza?) entro soglie accettabili.
Si sospetta che la profferta di R. di fornirgli del minestrone per cena lo abbia terrorizzato a morte. O forse e' stata la starnazzante reazione al blackout provocato dai nostri asciugacapelli?
Fatto sta che oggi se n'e' andato.
Sorge il sospetto che anche il progetto di Giuli in Inghilterra sia stata una mossa per liberarsi noi arpie.

In realta' questa mattina al risveglio ho trovato un foglio sul tavolo, era di Giuli e recitava: "Ho messo la sveglia alle 7.45 per salutarvi, non andate via prima". E' stato di parola. E' emerso dalle coltri con aria assonnata. Cha carino.

16.10.03

Dopo le news dal fronte fisico, causa il continuo rimescolamento degli "equilibri familiari", ho deciso di inaugurare una nuova rubrica:
News dal quarto piano, ovvero dagli amici del pitbull
Giuli sta per abbandonarci per trasferirsi in Inghilterra, l'altra sera abbiamo festeggiato la sua partenza con una cena in cui tigelle affettati e alcool sono stati consumati in grande quantita'. Ci mancherà. Tanto.
Le sue lezioni di bresciano, i discorsi su film e concerti, le sue frasi biascicate al rientro dagli happy hour, i suoi cocktail e il lemoncino. Se ne va il più alcolizzato di casa, resto prima in classifica. Sarà difficile tenere alta la bandiera di bevitori doc del quarto piano.
St. e' arrivato ieri sera. Io, R. e M. stavamo consumando i resti di tigelle e affettati del giorno prima, accompagnandoli con acqua, perche' di vino non c'erano piu' tracce. Abbiamo sentito suonare alla porta, sono andata ad aprire e mi sono trovata davanti lo sguardo a meta' fra l'interrogativo e lo spaesato di St..
"Foresteria Cd.? Prego accomodati."
Pietro se n'e' andato ormai da un po', ma riesce comunque a farci incazzare a distanza di mesi. Qualche tempo fa, infatti, durante un we e' venuto a stare a casa nostra. Gli abbiamo detto di prendere la biancheria del letto in dispensa. Il lunedi' siamo passate poi nella stanza in cui aveva dormito per raccattare la roba che aveva utilizzato e mandarla a lavare in tintoria. Niente sul letto, niente nei cassetti. Abbiamo pensato che non fosse venuto. Ieri sera invece abbiamo trovato piumino, lenzuola e federe appallottolate in fondo all'armadio. Cosi' abbiamo organizzato una rapida lavatrice riparatrice e R. ha momentaneamente ceduto un piumino che le avanzava al povero malcpitato.
Per chiudere la serata in bellezza, quando ormai eravamo ciascuno nelle proprie stanze, l'azione congiunta lavatrice asciugacapelli mio e asciugacapelli di R., piu' forse una tv accesa hanno determinato un momentaneo black out.
Benvenuto in via R. St.!

15.10.03

Un parcheggio per mariti, mentre le donne vanno a fare shopping in tranquillità.
La domanda e' ovvia: perche' una donna dovrebbe farsi accompagnare dal marito a fare shopping per poi parcheggiarlo in un giardino d'infanzia perche' non le rompa le scatole mentre lei sceglie le scarpe?
Perche'?

13.10.03

Il mio blog langue, sarà colpa dell'autunno e dei suoi colori caldi, del primo fresco e della scarsa voglia di uscire da sotto le coperte la mattina, della pigrizia del dopo cena che ti induce alle quattro chiacchere attorno al tavolo prima del rito della tisana e rinchiuderti in stanza subito dopo.
Nessun cinema, nessun concerto, qualche chiacchera al telefono, la birra del sabato sera e il signore degli anelli prima parte in inglese perennemente appoggiato sul comodino.
E' autunno e il mio geranio e' invaso da una colonia di bruchi verdi che stanno riducendo le foglie all'aspetto di un gruviera. Il basilico sta ingiallendo. Il bonsai ammicca dallo scaffale dell'ipercoop, le specifiche da leggere e inventare, il codice da sviluppare.
E' autunno, langue la vita, langue il blog.

10.10.03

Un assembramento di varia umanità.
Ovvero: la prima lezione del corso di danza del ventre.
Saremo state più di trenta, un numero scandalosamente elevato per una lezione di danza , ma sono i corsi dell'ufficiodeltempolibero e, si sa, funzionano con la teoria dell' "avanti c'e' posto".
La maestra è bionda, si chiama Beatrice, ha uno scialetto coi campanellini annodato sulla gonna, una cavigliera e un look simil odalisca.
Poi ci sono le allieve, noi: alte, basse, medie, acciughe, normali, rotonde, extra tonde, bionde, brune, belle,brutte,giovani,vecchie, con la gonna, con il body, con la tuta, con lo scialle annodato in vita, ma
TUTTE rigorosamente CON LE CALZE ANDTISDRUCCIOLO!!! Gentilmente offerte dell'organizzazione del corso per scusarsi del ritardo nell'inizio dei corsi e dello spostamento di sede.
Trenta persone di ogni taglia coi piedi fasciati in calzettoni tecnicolor dotati di cuoricini di gomma antisdrucciolo sulla pianta.
E' stato bellissimo!

8.10.03

Leggo su Repubblica che Bonatti sulla storia del K2 e' ancora incazzato. Ha ragione.
Pero' quando ho letto la prima versione di "K2. Storia di un caso" (Baldini Castoldi Dalai editore) ho pensato "Avrai anche ragione, ma che palle!". Il libro infatti dalla prima all'ultima pagina trasmette il messaggio: "Loro sono degli stronzi ed io una vittima", che pur vero nella sostanza, alla fine risulta poco signorile.
Mi si puo' obiettare che se fossi stata io a passare una notte all'addiaccio a quasi 8000m con la signorilita' mi ci pulirei le scarpe e su questo non c'e' dubbio. Fatto sta che Bonatti, con tutta l'ammirazione che nutro per le sue doti di alpinista, se la smettesse di lamentarsi a me sarebbe piu' simpatico.
Il ristorante cinese sotto casa mia ha affisso un cartello che recita: "CERCASI CUOCO PERUVIANO".
Alle volte vorrei avere una macchina fotografica digitale.

7.10.03

Ieri il corso di francese non e' stato male. Anche se in classe siamo la meta' di mille.
Oggi finalmente ho risolto i problemi di connettivita'. Resta da testare lo strato applicativo. Ma la mia controparte e' in altre faccende affaccendata. Io alle 18.30 devo essere dal dentista.... Argh! Domani prevedo un'altra giornatina da panico.

6.10.03

Stasera prima lezione di francese. Panico da primo giorno di scuola. Fino a che si tratta da un corso di inglese sono sufficientemente confidente in me stessa per non aver paura, ma qui che devo imparare tutto da zero sono in crisi.
Qua sotto sono tornati i truzzo boys in formazione d'assalto con musica afro. Ma ormai sono le 18.22 possiamo anche perdonarli.
Della precarieta' e suoi derivati.
Ci sono giorni in cui mi trovo a fare il "punto della situazione" con gli amici sullo "stato di avanzamento" delle nostre vite.
Parrebbe che il comune denominatore sia la precarieta'.
Non e' un argomento nuovo, leo lo ha trattato molto e sicuramente meglio di quanto posso fare io.
A. ha una (miserrima) borsa di studio, in un laboratorio dove se uno ha la mononucleosi deve scusarsi se fa solo otto ore. In un laboratorio dove ci sono persone che per la stessa miserrima cifra vanno a lavorare anche il sabato e la domenica e in settimana fanno 10 ore al giorno. Vorrebbe prendersi una macchina e un pc, ma siccome vorrebbe un lavoro stabile e siccome non esclude la possibilita' di emigrare, resta nel limbo dell'attesa di vedere cosa gli riservera' il futuro. Delle volte si pensa che chi fa ricerca sia un privilegiato, perche' sicuramente lavora in un campo gratificante e viene pagato per studiare. Il problema della "condizione privilegiata" di chi fa ricerca e' diverso,chi fa ricerca viene da una famiglia che puo' permettersi di sostenere un figlio ben oltre la fine del suo corso di studi. Perche' con un dottorato o un assegno di ricerca non si mantiene una famiglia e ancora peggio non si mantiene se stessi. E dopo un po' e' naturale che uno voglia farsi una sua vita, una sua famiglia e che quindi vada alla ricerca di un "lavoro vero". Tanto piu' che alcune volte il mondo della ricerca di la' dall'essere nobile e puro, avendo bisogno di fondi (la vile pecunia) si riduce a essere generatore di fuffa, quanto il cosi'detto mondo del lavoro.
F. ha un COCOCO in una ditta farmaceutica, le rinnovano il contratto ogni tre mesi. E' fuori citta' e fra viaggi e affitto all'incirca fa il pari con quello che guadagna.
A. prende un assegno di ricerca, anche lui e' fuori citta' e ogni mattina fa i km per andare in ufficio. Il lavoro non e' esattamente quello che si aspettava e non e' sicuro se debba sperare che gli rinnovino il contratto.
Io sono la piu' stabile, vivo stabilmente da lunedi' a venerdi' a Milano da ormai quasi 4 anni, la vita del pendolare settimanale. La mia posizione lavorativa e' stabilmente fissata su di un lavoro che non mi da' grosse ( e nemmeno piccole) soddisfazioni, ne' dal punto di vista dell'esperienza, ne' tantomeno da quello economico.
Mi fermo con l'elenco, ma anche scorrendo la restante lista di amicizie e conoscenze il panorama migliora di poco. Sono forse due o tre le persone di mia conoscenza con un lavoro stabile e piu' o meno soddisfacente.
Fra due anni avremo 30 anni e non so chi fra di noi riuscira' a dare una svolta alla sua esistenza prima del fatidico traguardo.
Quanto e' colpa nostra, quanto delle condizioni al contorno?
In cosa sbagliamo? Cosa c'e' che non va nelllo sperare di essere reribuiti in base alle proprie capacita' tecniche e in base al lavoro svolto? Perche' se uno non sgomita, non frega il suo prossimo, non lecca il culo ( e scusate il francesismo) e' destinato, per ben che gli vada, a rimanere a fare un lavoro del cavolo e sottopagato?
Evidentemente c'e' qualcosa che non va in noi, siamo troppo utopisti e, quel che e' peggio, ci diamo ragione l'un con l'altro. E stiamo fermi nella nostra precarieta' economica, affettiva, dei luoghi, della soddisfazione, ci gongoliamo del nostro essere diversi, del nostro avere valori diversi, del nostro non essere arrivisti, del nostro amare le cose semplici (oddio sembra lo spot del mulino bianco).
Invece dovremmo metterci il tailleur e i tacchi a spillo, il doppiopetto e la cravatta, essere arroganti e arrivisti e soprattutto foderare lo stomaco con un doppio strato di pelo.
Non c'e' speranza, ragazzi rendiamoci conto I NERDS SIAMO NOI, con i nostri sogni e i nostri desideri, non chi sta dieci ore in laboratorio per pubblicare un articolo in piu' o chi vende fuffa al suo prossimo.

I VERI NERDS SIAMO NOI!!!!

4.10.03

Ovviamente ieri i signori di L. mi hanno fatto perdere il treno senza peraltro che si riuscissero a risolvere i nostri problemi di connettivita'... pazienza, il 19.10 e' stato puntuale come un orologio, ho trovato posto a sedere e la mamma mi e' venuta a prendere in stazione.
Questo e' un post per provare l'ebrezza dell'utilizzo di internet col nostro nuovo pc.
Ora pero' dopo un pomeriggio da manovale dell'informatica vado a farmi un giro.
p.s. ieri sera ho visto tre minuti dell'isola dei famosi e stavo male.... senza contare che poco prima avevo visto Malena con la Bellucci.

3.10.03

Fra breve, se i signori di L. non decidono di fare ulteriori test di connettivita' , abbandonero' il campo per incamminarmi verso Casa! Il mio lettino, la mia mamma, i miei gatti e il mare che mi culla verso il sonno.
Oggi mi e' arrivato l'sms di Bombardino. Dalla prossima settimana e' di nuovo in terra milanese. Confido in lui per l'organizzazione di serate musical cinematografiche. E chissa' che Simone non si faccia vivo, che il blog non lo aggiorna piu' e non risponde nemmeno alle mail.
Ieri sera ho tentato lo shopping curativo e poco ci e' mancato che mi deprimessi ancora di piu'. Mentre mi provavo i pantaloni nello specchio vedevo un anorme orso yoghi con il pigiamone.... Ovviamente non ho comprato i pantaloni.

2.10.03

progetti per la serata: pochi e confusi.
ancora indecisa se utilizzare la tritissima tecnica dello shopping selvaggio per risollevare le sorti della giornata, mi accingo a lasciare fra breve la postazione.
a onor del vero una cosa carina mi e' successa:
"per quanto riguarda l'assistente ... o valletto che dir si voglia potrebbe anche darsi ... ma solo perche' tu me lo chiedi .... e solo perche' tu lo faresti se te lo chiedessi io ..."
grazie psyco .
a prescindere
inizialmente pensavo che fosse colpa della giornata di ieri se quella odierna non era iniziata granche' bene.
quando uno ha una brutta giornata e va a letto tardi facile che il giorno dopo sia stanco e un po' di malumore e tenda a essere particolarmente insofferente.
forse.
a me pare che oggi sia una giornata "di merda a prescindere".
a prescindere da come ho dormito stanotte, dalle bizze del pc stamattina, dalla gente che non chiama quando vorresti che chiamasse, dalla gente che chiama e non vorresti lo facesse, dal corso di danza che non comincia perche' i muratori non hanno rimosso i calcinacci dagli spogliatoi, dagli gnocchi che oltre a non essere buoni si stanno rivelando indigesti.
Malinconia
Ieri tardo pomeriggio: buoni propositi lavorativi pilotati dal BM, tante incombenze inutili e praticamente nessuna novita' concreta a breve scandenza. Amarezza.
Ieri notte: chiacchere al buio con Rita, chiacchere sul lavoro, ma pur sempre un confronto, uno scambio di opinioni. E poi l'impareggiabile Giuli, che rientra assonnato e ritirandosi in camera ci regala l'ultima (e forse unica) perla di buon umore della giornata con un "Sogni d'oro".
Ciascuno all'inseguimento dei propri sogni, chi prima chi dopo, abbandoneremo il nostro tran tran domestico. E sara' triste non averli piu' vicino.

1.10.03

Ieri: il letto.

Via Sarpi, letto in esposizione a prezzo scontatissimo. M. entusiasta decide per l'acquisto.
Convocati all'appello: io e la mamma, la sua ovviamente, non la mia.
Il letto e' effettivamente un bel letto, stile fouton come da moda imperante. Colore chiaro, rovere sbiancato per l'esattezza, praticamente il colore dei mobili della mia cameretta.
Nell'attesa che il mobiliere si liberi ci aggiriamo esaminando il letto che incontra il gusto di tutti.
Il mobiliere e' un signore un po' allampanato, con la voce flebile del tutto in linea con la stretta di mano poco energica che ci riservera' alla fine. Ci fa accomodare al tavolo e illustra le caratteristiche del letto, risponde alle domande della mamma, risponde alla domande di M. Io seguo con un orecchio, mentre sbircio le tovagliette poggiate sul ripiano alle mia destra.
Alla fine del classico pistolotto M. ci chiede cosa ne pensiamo. Io e la mamma ribadiamo il giudizio positivo. Qui pero' si scatenano i dieci minuti di calvario durante i quali devo lottare contro l'impulso di scappare dal negozio.
Inevitabilmente il mobiliere presume che il letto sia per me e M., ma la cosa piu' drammatica e' che la mamma lo supporta in questa convinzione dicendo: "dovete decidere se piace a voi ragazzi". La tentazione di chiamarmi fuori da questa cosa dicendo: "Veramente e' a M. che deve piacere, perche' il letto e' per casa sua" viene messa a tacere con fatica. Me ne tiro fuori con una finta analisi del tipo "Il letto e' un bel letto, il colore chiaro del legno ti permette di giocare con il copriletto, sicuramente ti da' una maggiore sensazione di calore rispetto ad un letto in venghe'." Infine M. si decide per l'acquisto e la rappresentazione si conclude.
Esco piu' accadata che se avessi fato 5 giri di corsa all'arena... l'ansia o i faretti del negozio?