29.10.08

Ebbene sì, l'ho fatto anche io, ho creato un gruppo sul faccialibro. L'ho creato per pubblicizzare le attività di un altro mondo in Senegal, in particolare i progetti di sostegno scolastico seguiti dal mio gruppo. Ed ho fatto un po' di spam fra i miei contatti, che spero non me ne vogliano troppo a male.
Ieri sera quando il mio neurone ha avuto l'ultimo barlume di attività ed ha partorito questa trovata le reazioni sono variate da "che cazz è faceb..k?" a "io odio faceb..k".
Se la prima è assolutamente comprensibile, che non tutti si interessano di social network blog e web 2.0, la seconda mi è sembrata fuori luogo.
Ci sta il faccialibro può essere invasivo, noioso, una inutile perdita di tempo. Il faccialibro può essere una fiera della finzione, in cui tutti mostrano i momenti felici della propria vita, tralasciando gli aspetti poco piacevoli. Il faccialibro ti mette in contatto con persone che hai perso di vista e che forse avevi ottime ragioni per aver perso di vista e non sentivi la necessità di incontrare nuovamente. Ognuno lo vive o non lo vive nel modo che preferisce.
Mi sembra però stupido se si sta parlando di fare conoscere le attività di una associazione di volontariato piccola come la nostra, bisognosa del sostegno economico, materiale o semplicemente dell'appoggio morale della gente, liquidare questa possibilità per una antipatia (in questo caso temo aprioristica) per il mezzo.
Non è la prima volta che succede una cosa del genere quando propongo una alternativa che ha a che vedere con il web. Qualche settimana fa mentre stavamo organizzando la performance teatrale interattiva, si discuteva di come concludere il percorso. Una video intervista in cui si domandano le opinioni ai partecipanti? Un quaderno delle firme? Io mente malata ho proposto un computer in rete (del resto la cosa pareva perfettamente plausibile visto che ci trovavamo in Università), un account su twitter dedicato all'evento e la possibilità per le persone di scrivere un pensierino. L'idea è stata bocciata senza appello. Poi com'è finita? Che chi doveva portare la videocamera non l'ha portata, chi doveva portare il quaderno se n'è dimenticato e i pensierini sono stati scritti su foglietti di carta volanti che molto probabilmente sono andati pesi mezz'ora dopo la fine dell'evento. Grazie al cielo almeno le penne c'erano.
Sono io che sono eccessivamente geek o sono loro che non vogliono evolversi?

27.10.08

Con un figlio ci sono anni per abituarsi all'idea, invece mi sembra ieri che preparavo il biberon alla Bibe, ho ancora nelle narici il terribile odore dell'omogeneizzato al pollo dello svezzamento e la micetta da un giorno all'altro mostra i primi sintomi del calore. Non si fa così, ci manca solo che incontri un bel gattone e mi faccia diventare nonna a quel punto potrei avere il crollo psicologico definitivo.

24.10.08

Mentre allacciavo le stringhe delle scarpe da ginnastica questa mattina alle 8 mi è scappato detto:
"Il mio obiettivo oggi è arrivare alle 17.30". Dopo questo inizio, la giornata sembra tutta in salita.

22.10.08

Ricordo che quando andavo alle elementari, il rito del mattino era sempre lo stesso: si risaliva il vicolo, si attraversava la piazza della stazione transitando davanti alla "Casa del Popolo" e si arrivava in latteria. Dietro il bancone c'era la "lattaia coi capelli rossi" che per 250 lire ti dava mezza focaccetta e se ne aggiungevi altre 50 potevi avere 5 more (le caramelle di liquerizia nera). Alcuni giorni si allungava la strada di qualche passo fino al cartolaio R. che ha rifornito di libri e quaderni generazioni di studenti, per prendere un quaderno fabriano o una penna a sfera a inchiostro cancellabile. Una volta completati i rifornimenti non restava che attraversare la strada ed entrare nel cortile della scuola, non prima di aver buttato un occhiata nel cortile dell'anpi per vedere se il pastore maremmano che stazionava lì era già in posizione.
Al bordo della strada sul marciapiede, ogni giorno, con qualsiasi tempo, c'era il Nonno Vigile con la sua paletta in mano. Appena un bambino in grembiulino e cartella sulle spalle si avvicinava alle strisce pedonali, si posizionava in mezzo alla carreggiata ed intimava con un gesto imperioso della paletta lo stop all'automobilista di turno.
Era un signore col naso a patata , portava maglioni beige e in testa aveva l'immancabile coppola nera.
A volte, in periodo di elezioni, quando ancora non c'era la tessera elettorale, lo reclutavano come messo comunale e allora al pomeriggio poteva capitare che suonasse alla porta per consegnare i certificati elettorali.
Mi è tornato in mente oggi, quando venendo in ufficio, ho notato che assieme ai vigili sul ciglio della strada c'era un signore dai capelli grigi e dalla squillante pettorina gialla. Gardando meglio ho notato che sul retro della pettorina campeggiava la scritta "Nonno Vigile". Anche lui aveva una paletta in mano, ma i due vigili in divisa che erano insieme a lui non gliela facevano usare, solo loro potevano buttarsi in mezzo al traffico per agevolare il transito pedonale.
Non so perchè questa scena mi ha messo un po' di tristezza addosso.

21.10.08

Durante il finesettimana mi sono sentita molto milanese
Sabato mattina sono corsa a fare la spesa in previsione del pranzo di domenica in cui mio padre finalmente si è degnato di venire in visita a casa mia dopo 3 anni da che l'ho inaugurata.
Mentre finivo di mettere le ultime cose in frigo ho scambiato qualche sms con un novello immigrato e ci siamo messi d'accordo per prendere un caffè assieme.
Poi mi sono precipitata in centro dal momento che con molta fantasia l'appuntamento era davanti al portone del Duomo.
Dato che ero in anticipo e la lezione di inglese del venerdì era stata un mezzo disastro ne ho aprofittato per andare dalle ex messaggerie musicali e comprare il libro di preparazione al CAE.
Poco dopo passeggiavo in buona compagnia per le vie del centro, facendo io stessa la turista in città.
Senza passare dal via, una volta salutato Baol, mi sono diretta in Bicocca per il forum umanista europeo, dove sono arrivata appena in tempo per sentire l'intervento di Moni Ovadia.
Più tardi c'è stata la performance teatrale interattiva che ha avuto un discreto successo.
A casa mi sono ricongiunta con il Marito, che no, non era solo e abbandonato, dal momento che era da poco tornato dal suo pellegrinaggio biannuale alla fiera del vinile.
Visto che di forze residue ne avevo proprio poche e di cucinare non se ne parlava, siamo andati a mangiare del sushi vicino a casa.
Dopo un sabato come questo mi ci sarebbero volute un paio di domeniche per recuperare le forze, invece come per magia, la domenica si è dissolta in un puff, fra preparazione e consumazione del pranzo domenicale in compagnia e sonnellino post prandiale.
Sul lunedì poi preferisco sorvolare. Mi domando come alcune persone riescano ad avere così tante energie ad inizio settimana.

17.10.08

Leone (23 luglio - 22 agosto) I futurologi prevedono che tra trent'anni molti di noi avranno per amici dei robot. Ma, secondo me, le macchine sono già le nostre migliori compagne. Forse non hai dato un nome al tuo computer o al tuo iPhone, ma lo tratti come se fosse un essere animato. Conosco persone che trovano rassicurante il ronzio del frigorifero o il fruscio che esce dalle bocchette del riscaldamento. Hai mai parlato con la tua macchina? O preso a calci un elettrodomestico che faceva i capricci? O usato un giocattolo erotico? Questa è la settimana ideale per prendere coscienza della tua simbiosi con le forme di vita aliene da cui dipendi. Da' un bacio al tuo computer e una carezza al tostapane.
Oroscopo di Rob Brez sny da Intern@zion@le
Che dire, la mia macchina e la mia moto hanno un nome, col computer ci parlo spesso (soprattutto quando sembra che si sia impallato) e il tostapane è uno dei miei elettrodomestici preferiti. Per questa settimana sono a posto.
Mai però ho vissuto meglio di quella settimana in giro in kayak in Guadalupe, quando l'unca tecnologia a disposizione erano il fornelletto da campeggio e la torcia e si viveva con i ritmi della natura.

16.10.08

Questo finesettimana, da venerdì 17 a domenica 19, a Milano c'è il Forum Umanista Europeo.
Se per un attimo riuscite ad astrarvi dal concetto che il movimento umanista è quella folla di esagitati seguaci di un ometto che ama ritirarsi a punta de vacas e scrivere testi incomprensibili, cosa che ammetto è piuttosto difficile alle volte, vi consiglio di dare un'occhiata a questo sito e al programma. Ci sono tante conferenze su temi interessanti e saranno presenti anche personaggi di un certo rilievo.
In più chi volesse divertirsi (anche se avendo già svelato di cosa si tratta il divertimento è minore) a vedere cosa abbiamo messo in piedi può partecipare alla peformance teatrale interattiva "una accoglienza indimenticabile", Università Bicocca, palazzo U6 dalle 16 alle 17.

15.10.08

Ho mentito, il post sul concerto della gioventù sonica è abolito, non è solo posticipato.
E' abolito perchè sono uno dei miei gruppi preferiti e il concerto che fecero ai giardini estensi di Varese nel 1993, di cui conservo ancora gelosamente il poster, è stato uno dei primi concerti a cui ho avuto il permesso di andare.
E' abolito perchè i Sonic Youth se li ricorda anche mia mamma e a mia mamma della musica che ascolto io proprio non piace nulla e non ricorda nulla.
E' abolito perchè altrimenti dovrei mettermi a litigare col Marito, al quale ho foraggiato il biglietto per avere compagnia e che è stato in agonia come una statua di sale per tutta la durata del concerto e quando è finito per poco non si metteva a piangere dalla gioia. Come se gli avessero rimosso una corba di mattoni dalle parti intime.
E' abolito perchè se no dovrei incazzarmi a leggere tutti quelli che dicono che è stato un concerto senza emozione, che va beh ci sono stati perchè sono un gruppo storico o che va beh non ci sono andato ma tanto chissenefrega era per il gettone di presenza.
E' abolito perchè non faccio testo, perchè daydream nation è uno dei miei album preferiti, ma soprattutto perchè non mi hanno fatto 100% e ci sono rimasta un po' male.

10.10.08

Avrei da raccontare il concerto di ieri sera, ma scopro che è mancata una istituzione genovese, è morta scià Maria, altrimenti nota come Maria la Zozza, visto che le tovaglie venivano messe la mattina e restavano sui tavoli fino a fine serata (ad essere ottimisti) accumolando macchie di sugo e di vinaccio rosso.
Era da tanto che non andavo, ma ricordo ancora benissimo la zuppa di pesce e la cima che servivano da quelle parti. Eccezionali.

9.10.08

Gioventù sonica
Io illusa mi ero portata i cd in ufficio per un ripassino pre concerto e invece sto passando la giornata al telefono urgh!

8.10.08

Cose che si imparano
La Bibe ha perso un dente, anche i gatti hanno i dentini da latte.
Anche per loro c'è il topo del dentino?
L'idea è quella di una performance teatrale interattiva, anche se a dirla tutta la parola mi fa sganasciare, in cui il pubblico si trovi a vivere le situazioni normalmente vissute da un immigrato all'arrivo in Italia.
Ieri alla riunione dell'associazione c'era Samba, un ragazzo senegalese che ha deciso di partecipare all'esperimento.
Mao gli fa lo spiegone "Vedi vorremmo far vivere a coloro che parteciperanno le situazioni in cui normalmente incappa un immigrato all'ingresso in Italia, quando ad esempio deve andare in un ufficio per il permesso di soggiorno oppure quando si trova su di un autobus e tutti lo guardano storto. Hai capito?".
Samba annuisce, ma non sembra del tutto convinto. Così al fine di illustrare il concetto, inizia una serie di domande.
"Ad esempio tu sei mai stato in questura?"
"Beh sì per il permesso di soggiorno"
"E com'è andata?"
"Eh niente ho preso il biglietto ho fatto la fila e poi ho consegnato la domanda"
"Sì ok però com'era l'impiegato?"
"Ah l'impiegato era gentile, era italiano e sapeva il senegalese, mi parlava in senegalese"
L'esempio non pare funzionare, la conversazione prosegue.
"beh ma non ti è mai successo di trovarti in difficoltà per i documenti?"
"ah sì sono 10 anni che sono in Italia, però per 5 anni non ho avuto il permesso di soggiorno, lì non potevo andare a chiedere i documenti se no mi mandavano via"
"ah ok quindi hai avuto qualche difficoltà?"
"beh sì, ma poi c'è stata la legge Bossi-Fini, allora finalmente ho avuto il mio permesso di soggiorno, hanno dato tanti permessi di soggiorno. Una bella legge, non lo sai?"
A quel punto ci siamo guardati in faccia e c'è venuto da ridere.
Lietissimi per Samba che ha avuto una esperienza tutto sommato non troppo problematica, ci siamo domandati se non stessimo sbagliando qualcosa, visto che sembrava volessimo estorcergli a tutti costi di aver subito torti.
Dopo un attimo di smarrimento abbiamo capito che con la fortuna che ci contraddistingue abbiamo trovato l'eccezione che conferma la regola.

Sempre in tema antirazzismo, una veloce segnalazione: c'è un flashmob antirazzista sabato, per i dettagli il perchè e il percome andate sul blog di oltranzista.

7.10.08

Sono ancora viva, semplicemente la vita in tre dimensioni mi ha risucchiato un attimo. Un po' il lavoro, un po' la famiglia, un po' gli impegni.
Nel finesettimana ho scoperto che la piadina alla nutella dopo il sushi e prima di andare a dormire non è una grande idea (no non pensate a cose agghiaccianti fra la piadina e il sushi è passata circa un'ora).
Ho anche scoperto che Parco Sempione, soprattutto nella zona Arena, è più verde che marrone e i suonatori di bonghi, quelli neri, sono bravi, del resto l'Africa ha tanti problemi, ma non quello del ritmo.
E dopo queste pillole di saggezza mi rimetto a pensare ad Halloween, sperando che una zucca gigante inghiotta coloro che hanno "brillanti" idee di marketing.

2.10.08

Mi sono giocata tutti i commenti vecchi e ne sono molto dispiaciuta. Li ho tutti nel mio account su haloscan in caso di amarcord, ma non riesco a infilarli dentro il template di blogger (che ho deciso di adottare perchè quello vecchio cominciava ad essere un po' disordinato e non riuscivo più a gestirlo).

1.10.08

Nota: Il frigorifero rosso old style è un sogno che è rimasto irrealizzato, chissà che però un altro elettrodomestico rosso non possa soggiornare nella mia cucina. Questo post partecipa al concorso del Cavoletto di Bruxelles.

Il fatto è che da piccola, orrore!, il pesto proprio mi faceva schifo. E quando la nonna Olga mi presentava gli gnocchi con quel condimento verdastro dal sapore forte non potevo nascondere il mio disappunto. Dov'erano gli gnocchi al sugo che l'altra nonna, Elia, era così brava a cucinare?
E dire che oggi, come tutti i genovesi, nonostante sia migrata verso altri lidi, sento forte e chiaro il mio senso di appartenenza alla città e alle sue tradizioni, in special modo a quelle culinarie. Così gli gnocchi al sugo non sono più una opzione contemplata nella mia dieta.
Resta il fatto che se penso alla mia infanzia, fossero al sugo, fossero al pesto, gli gnocchi sono uno dei primi ricordi gastonomici di cui abbia memoria.
Per di più sono stati anche uno dei miei primi esperimenti culinari.
Nella piccola cucina con il lavabo di marmo, la nonna schiacciava le patate con quel buffo attrezzo di plastica arancione, io cinquenne, in piedi sulla sedia, rubavo qualche ricciolo al mucchio che andava formandosi sulla spianatoia.
Alle patate schiacciate si aggiungeva poi la farina e mentre la mano sapiente della nonna impastava e creava lunghi serpentoni sulla spianatoia, io replicavo i suoi movimenti usando come piano d'appoggio la sedia sulla quale fino a qualche istante prima stavo in piedi.
Usare il coltello non mi era concesso, così quando la nonna tagliava velocemente i serpentoni di farina e patate e la spianatoia pian piano si riempiva di gnocchi, non potevo far altro che guardarla e studiare una soluzione alternativa: lo gnocco gigante.
A fine preparazione, dopo che ciascuno gnocco era stato debitamente arricciato con l'ausilio di una forchetta, non restava che mettere la pentola sul fuoco ed aspettare che l'acqua bollisse. La cottura degli gnocchi casalinghi era infatti cosa di un attimo: una volta buttati, bastava aspettare che venissero a galla.
Ovviamente anche allo gnocco gigante spettava un posto in pentola e, grazie ad un nonno coraggioso che stravedeva per la nipote, anche nel piatto.
Una volta conditi con il sugo di pomodoro ecco che non restava altro da fare che non spazzolare il piatto, cosa che nonostante la giovane età, facevo con gran gusto e gran velocità, tanto che alla nonna non restava che esclamare "Benedica!".