31.1.08

Ieri sera con il tempismo che mi contraddistingue, ho visto Sicko. Naturalmente il fatto che io e il Marito fossimo pieni di bacilli e rantolanti non ha fatto che acuire lo sgomento di fronte a ciò che vedevamo.
Io so che M. Moore fa propaganda, che Fidel Castro probabilmente si è fregato le mani quando è arrivato a Cuba, che per una caserma di pompieri superlucida ed efficiente all'Havana ce ne saranno altre 50 malmesse, che se non ci fossero state le telecamere lo spruzzino magari invece che 3 pesos moneda nacional, glieli avrebbero fatti pagare 3 pesos covertibili . Però insomma, mi verrebbe da dire 'sticazzi'.
Negli USA non sarà tutto così nero come lui dipinge, come del resto probabilmente non è tutto così roseo come viene dipinto in Francia (la baby sitter di stato proprio non riesco a cancellarmela dalla mente) o in Inghilterra (per non parlare del medico della mutua con la casa da 1 milione di dollari). Però pensare che chi dovrebbe fornirti l'assistenza sanitaria, assuma persone appositamente per trovare vizi di forma nella tua polizza e farti restituire i soldi, fa abbastanza rabbrividire.
Per carità noi abbiamo avuto Poggiolini che quanto a lucrare sulla salute della gente non scherzava però insomma, alla fine è stato condannato ed ha scontato la sua pena (quasi tutta).

update: mi era rimasta anche in testa tutta la faccenda del sito anti Micheal Moore se a qualcuno interessa qui c'è l'altra campana

30.1.08

Dell'inettitudine sociale e dell'istinto da crocerossina selettivo.
Io e la Collega stiamo attraversando a piedi il parcheggio dell'ipermercato, quando lei esclama "oddio è caduto".
Perplessa alzo lo sguardo e in un primo momento credo di vedere uno scooterista o ciclista a terra a cui qualcuno sta sorreggendo le gambe.
Solo dopo realizzo che si tratta di un uomo in sedia rotelle, cappottato sulla schiena, che un automobilista cerca di riportare in posizione normale.
Allunghiamo il passo, il soccorritore è in difficoltà, l'uomo in carrozzella non può fare nulla per aiutarlo. Ci mettiamo a correre, quando arriviamo sul posto fortunatamente l'uomo in carrozzella è in posizione corretta. Il suo soccorritore un po' accaldato ci spiega che ha mal di schiena, quasi a scusarsi di non aver prestato un soccorso più immediato.
Raccolgo un panno di ciniglia verde dall'aiuola, mentre il soccorritore recupera gli occhiali. Una occhiata alla sedia mi dice che non può essere il sacchetto attaccato ai manici posteriori ad aver causato la caduta e che l'uomo in carrozzina non rischia più di perdere l'equilibrio trovandosi nell'ingrata situazione della tartaruga rovesciata sulla schiena.
Domando se il panno verde è suo, lui mi spiega che è il suo copricapo, mi domanda se glielo posso mettere in testa. A quel punto mi rendo conto che si tratta di un maglioncino da bambino. Lui parla in modo strano, un po' biascicando, ma sembra lucido. Mi sorride, ha gli occhi azzurri, i capelli stopposi rossicci. Deve essere alto. Non è un brutto uomo, è giovane. Sistemo il copricapo come meglio posso, chiedo se va bene. Lui mi dice di stringere ancora le maniche, poi annuisce e mi dice che è a posto. A quel punto è il turno del primo soccorritore che cerca di sistemargli gli occhiali sul naso. Io e la Collega ci allontaniamo verso l'ipermercato, forse non salutiamo. Solo dopo ci domandiamo se avremmo potuto fare altro per aiutarlo e come cavolo si era trovato in quella situazione. Rabbrividiamo al pensiero di quanto sarebbe rimasto a terra, se fosse successo in un altro momento, magari col buio o la mattina presto. Poi facciamo la spesa.
Solo che quegli occhi, il sorriso e l'occhiolino, faccio fatica a dimenticarli. Mi rendo conto della mia inettitudine sociale, che mi fa scappare senza salutare per l'imbarazzo e la paura di non capire quel che potrebbe dirmi.
Mi ritrovo in balia del mio istinto da crocerossina fuorviato. Mi domando cosa stesse facendo perchè sia caduto, cosa faccia di solito, quante volte si sia trovato in situazioni come quella. Mi dispiaccio per lui. Penso che avrei dovuto entrare nella sua vita per più di qualche secondo.
Poi penso al mio compagno del corso di fotografia, un ragazzino neodiplomato, con problemi d'udito che articola difficilmente le parole, saliva troppo ed emette terribili risucchi. Con lui l'istinto da crocerossina viene meno. Il non capire cosa articola mi paralizza. E cerco di non sedermi mai di fianco a lui per paura di dover interagire ed anche, lo ammetto, per non dover seguire troppo da vicino la sua agonia salivatoria.
E a pensare a come funziona il mio cervello, mi sento un po' una merda.

29.1.08

Che vita è mai questa, ci domandavamo l'altra sera.
C'è chi lavora per gente che disprezza, chi ha cambiato lavoro 8 volte in 10 anni, chi viene preso per il culo dal datore di lavoro e gli viene detto pure in faccia, chi di mestiere fa il capro espiatorio mascherato da controllore di flusso.
Poche o nessuna le prospettive di miglioramento e chi è nato in questa città e le ha sempre voluto bene o chi, come me, ha raggiunto un compromesso con essa cercando di osservarne solamente gli aspetti positivi, alla fine si trova a dover ammettere che non è vita.
E allora, la gestione di un bar sui colli piacentini, in un paese di cui si può dire unicamente "nomen omen", sembra una alternativa plausibile. Come anche improvvisarsi distributori di vini. E ritorna di grande attualità il bar per ex galeotti nella città natia, che avrà tanti difetti, ma almeno c'è il mare e ci sono le mie radici.
E la fuga all'estero, per scappare da questo meccanismo perverso che ci imprigiona tutti e ci soffoca, assume i contorni dell'ancora di salvezza.
Ci sono treni che passano e opportunità da cogliere, solo che paiono non transitare mai sotto le mie finestre o forse non ho abbastanza coraggio o lungimiranza per vederli.

p.s. il mio desiderio di espatriare verso i paesi nordici potrebbe trmutarsi in una ossessione, se continuo a imbattermi in notizie come questa: in Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia hanno una parola apposita per il concetto "felice di lavorare" (via Internazionale).

28.1.08

Un finesettimana di insolita socialità mia e del Marito, notoriamente orsi.
Venerdì cena e chiacchere fino a notte fonda, 5 bottiglie di vino per 5 persone a tavola. Il vino buonissimo cosicchè al mattino, nonostante la piomba da sonno, la testa era insolitamente lucida.
Sabato, dopo aver disertato la palestra, prima lezione del secondo corso di fotografia con la massima di vita dell'insegnante: "la fotografia non è un hobby o si fa fotografia o non si fa". Una dormita e poi via verso il centro, per un giro per negozi di dischi e una cena indiana con due amici tortonesi.
Domenica, il mio primo incontro con i teletubbies, me li fa conoscere un cuginetto duenne bellissimo che li guarda mesmerizzato, mentre i maschi adulti della famiglia giocano con la macchinina a lui destinata.
Ed oggi si ricomincia, senza nemmeno aver avuto il tempo di rendersi conto di essere in vacanza.

25.1.08

Oggi è uno di quei giorni in cui sono preda della mia coscienza civica, quindi ho ritenuto opportuno farmi venire un travaso di bile, facendo una piccola rassegna stampa di cosa si dice sui media internazionali della crisi politica italiana.
Tutto è partito dall ascolto di una radio americana, link trovato da nonsisamai.
Di lì mi sono divertita(?) a spulciare giornali USA ed europei.
Negli USA, la notizia non si trova mai in prima pagina, ma è riportata nella sezione esteri. Spesso ci sono le foto delle agghiaccianti sceneggiate napoletane con il senatore svenuto o quelli che brindano con champagne.
In Francia, più comprensibilmente, la notizia è in prima pagina, subito sotto a quella del trader che ha fatto evaportare 5 milioni di euro dalla sera alla mattina.
I giornali tedeschi non possiedono una traduzione in altre lingue, quindi ho potuto guardare solo le foto e anche qui le immagini della sceneggiata napoletana sono ben presenti.
Abbastanza straniante è anche ascoltare la BBC in cui un composto speaker dal perfetto accento british in un minuto e mezzo riassume gli eventi della giornata di ieri, mentre in sottofondo si sente l'audio della seduta in Senato.
Di fare considerazioni di carattere politico non ho le capacità e nemmeno la forza, di proclamare il mio disgusto non vedo l'utilità.
Faccio parte di quella massa di italiani che i sondaggi riportano come sfiduciati dalla politica e con poca fede nelle istituzioni e mi domando che fare.
La voglia di fuggire all'estero è tanta e non solo per le vicende politiche italiane, forse però sarebbe più coraggioso restare e cercare di impegnarsi per cambiare veramente le cose. Il problema è da che lato cominciare.

23.1.08

In queste notti le mie piccole frustrazioni vengono a farmi visita in forma onirica. E così incontro persone che nel mondo al di là della barriera del buio, fanno milioni di cose in più rispetto alla vita reale e apertamente dico loro di invidiarli. E sotto sotto, già per quel che fanno od hanno fatto, un po' le invidio nella vita di tutti i giorni.
O ne incontro altre ed hanno gli occhi tristi ed io penso che è giusto che sia così, anche se nella vita reale non lo ammetterei nemmeno con me stessa.
E alla mattina mi risveglio un po' inquieta.
Qualla rinnovata energia derivante dal piccolo passetto interiore fatto non si sa dove nè quando, che mi accompagna di questi giorni, mi sembra un po' offuscata dagli scherzi che il mio subconscio mi gioca durante la notte.
Poi l'arrivo dal Giappone di un pacchetto ormai dato per disperso e qualche gadget portato a casa dal Marito, mi lasciano gioiosa ed eccitata come una bambina la vigilia di Natale.
Il che, in un attimo di lucidità, mi porta a pormi inquietanti interrogativi sulla mia salute mentale.

21.1.08

Ieri sera mentre tentavo di dare fuoco alla casa cuocendo la pizza in forno alla massima temperatura, ho avuto la sventurata idea di guardare il telegiornale.
La processione di politici e di gente comune a difesa della tolleranza e della libertà di espressione in relazione al "grave torto" di cui è stata vittima "Sua Santità", non ha fatto altro che aumentare il mio parossismo.
E così mentre mi agitavo per casa sventolando uno strofinaccio per cacciar fuori di finestra il fumo originatosi dalla pizza lanciavo invettive a destra e a manca. Che se una qualche divinità capricciosa mi avesse ascoltato, oggi l'Italia si ritroverebbe orfana di un paio di milioni di abitanti.
Mi rendo conto che un coro da stadio inneggiante alla morte di qualcuno, non è una buona argomentazione delle mie idee, pertanto, se avete voglia di provare un sano sdegno già di lunedì mattina, vi consiglio di leggere l'ottimo post di Lia che ricostruisce la faccenda in modo esemplare.

18.1.08

Quando la mattina ti svegli credendo che sia sabato, per quante precauzioni tu possa prendere, non c'è nulla da fare: la giornata lavorativa ti sembrerà interminabile.
Lo sterminio della massa grassa in palestra ti sembrerà una prospettiva paradisiaca in confronto allo stazionamento coatto alla scrivania.

17.1.08

E' noto che nel mio dna ci sia una buona dose di anticlericalismo, ma non credo che questo influisca sul mio giudizio sulla vicenda Pap@ alla Sapienz@.
Questo Pap@ è un esempio vivente di intolleranza e di oscurantismo, che senso aveva invitarlo all'inaugurazione dell'anno accademico?
In veste di capo spirituale? Ma cosa c'entra la spiritualità di ciascuno, quando si parla di conoscenza e di sapere?
Un altro conto sarebbe stato invitarlo alla inaugurazione di un corso di teologia.
Oggi a pranzo ho avuto la sfortuna di seguire un paio di tg che riferivano dell'inaugurazione e riportavano i commenti "rammaricati" di tutti i convenuti per "l'occasione mancata" nonchè le manifestazioni di sdegno degli studenti cattolici che hanno assistito alla cerimonia imbavagliati per sottolineare l'intolleranza di cui è stato vittima R@tzinger.
Ma alla fine qualcuno ha vietato al Pap@ di presenziare all'evento? E' lui che ha rinunciato per "questioni di sicurezza". Ma la sicurezza era garantita come da dichiarazioni dello stesso Amato.
Se in nome della tolleranza il Pap@ avrebbe dovuto parlare, perchè chi ha manifestato il suo disappunto per l'invito al pontefice è stato subito un intollerante? Non era in diritto anche lui di esprimere la sua opinione?
Mi ha detto A. che ieri davanti al suo ufficio i ciel lini volantinavano gridando allo scandalo, in quest'ottica ho trovato consolante che stammatina davanti al mio ufficio ci fossero solo i ragazzi di lott@ comunist@, non so se di primo mattino avrei avuto la forza di ingoiarmi un ciellino vestito e con le scarpe.

14.1.08

Sabato le vicine gentili sono passate a portarmi un regaluccio natalizio postumo. Poco ci è mancato che il Marito, scambiandole per venditrici della folletto, non le facesse entrare.
Ho pensato fosse carino invitarle domenica pomeriggio per berci un the.
Mentre le invitavo e pensavo a quale dolcetto preparare in accompagnamento al the alla liquerizia, mi sentivo una novella Bree Van der Kamp.
Apparecchiando la tavola il set di mug scombinati dava i primi segnali della mia inadeguatezza al ruolo di casalinga modello.
Guardando i muffins crescere al caldo del forno però mi sentivo parzialmente riscattata dalla mancanza di fini porcellane. Questo fino a quando il Marito mi domandava:
"Ma quanta candeggina hai usato per pulire la cucina? C'è una puzza!"
Mai muffins lievitarono meglio, sappiate però che eccedere nelle dosi di ammoniaca per dolci, vi porterà sì ad una splendida lievitazione, ma farà sì che i vostri dolci sembrino bagnati con la candeggina.

11.1.08

Guardando gli annunci di lavoro in questi anni mi sono sentita a lungo una irrimediabile sfigata.
Volevano master in business administration da 50000 euro o neolaureati con 10 anni di esperienza.
Un giorno cercavano solo esperti SAP, quello successivo solo programmatori COBOL.
Il Java è il linguaggio 2.0 per eccellenza: è l'Italia ad essere poco 2.0.
Il mio profilo sembrava corrispondere solo agli annunci di ditte che volevano consulenti da piazzare dal cliente per cui sto lavorando da 7 anni e che, per inciso, non assumono persone che già stanno lavorando lì.
E la risposta invece era di una semplicità imbarazzante: bastava guardare gli annunci di lavoro all'estero. In Svezia Norvegia e Finlandia cercano persone con esattamente il mio curriculum.
L'ultimo che mi è passato per le mani prevede come sede di lavoro Lillehammer.
Sì, potrebbe esserci qualche problemino di adattamento alla situazione climatica e metereologica, però nel finesettimana si possono mettere alla prova i menischi sulle piste da sci.
Che faccio, mando il CV?

10.1.08

Tempo che passa.
C'era una volta ETDC. Col passare degli anni ETDC ha dismesso anelli d'argento e guinzaglione portachiavi, pantaloni con tascone e berretti rasta, ha smesso di dire cazzate a raffica e cose imbarazzanti in situazioni inappropriate e siccome tutto sommato ETDC è un ragazzo intelligente ha fatto carriera.
ETDC, sebbene non sia un adone, ha sempre avuto ragazze bellissime e alla fine pare pure ne abbia trovata una disposta a dividere con lui gioie e dolori, salute e malattie finchè morte o divorzio non li separi.
ETDC dopo 10 anni di onorato servizio nell'azienda dove sono impiegata di serie B (leggasi consulente) ha salutato tutti e imboccato una strada lastricata d'oro che lo condurrà verso nuovi orizzonti.
Ieri passando a salutarlo nell'ufficio in cui si stava svolgendo il classico "party di addio", al giro dei saluti mi ha abbracciato e mi ha regalato uno dei suoi sorrisi sornioni di un tempo.
Poi ha scartato scartato il regalo di addio ed ha preso possesso del suo portachiavi e della sua penna Mont Blanc, lì ho capito che stiamo invecchiando.

9.1.08

Me l'ero presa con Negroponte, forse avrei dovuto avercela con la Intel, di certo, da buona Cassandra, non ero andata molto lontana dalla verità.
Il progetto "One laptop per child" il cui scopo era quello di diffondere la cultura informatica fra i bambini dei paesi in via di sviluppo fornendo laptop a basso costo ed alta resistenza, si sta arenando.
Per finanziare il progetto infatti Negroponte si è avvalso di aiuti di aziende private, fra cui la Intel.
Pare che una volta divenute chiare le dimensioni della fetta di mercato "paesi in via di sviluppo", il colosso abbia deciso di intromettersi, andando ad offrire un laptop altrettanto economico di cui però possiede il brevetto e della vendita del quale avrebbero beneficiato solo le sue tasche.
Che sia stata Intel a sfanculare Negroponte per sue presunte intromissioni sulla politica di vendite dell'azienda o se Negroponte abbia rifiutato i soldi di Intel perchè questa gli stava facendo concorrenza sleale, poco importa. Tutto si riduce ad una questione di soldi gabellata per una questione di beneficenza.
Qui la notizia riportata da repubblica e qui riportata dal punto informatico.
Infine qui un commento che mi ha fatto ridere e che riporto in parte: "Assuming you buy into Negroponte's premise of supplying the world's poor with computers, then who really cares if the children use a computer spawned of monetary self-interest or (supposedly) altruistic motivations -- just as long as the kids can play Doom on something?"
La composizione della borsa della palestra non è materia semplice.
Il primo giorno ad esempio ho dimenticato l'asciugamano da poggiare sugli attrezzi e visto il grado di sudorazione degli altri avventori, non è stata cosa saggia.
Ieri ho ricordato l'asciugamano, la borsina per gli effetti personali e l'ipod, peccato che dopo i primi 3 minuti di cyclette la batteria di quest'ultimo si sia esaurita costringendomi ad ascoltare la radio della palestra.
Conto per venerdì di riuscire a trovare la giusta configurazione.
I frequentatori della palestra sono un popolo variopinto e ciò mi consente di vivere nella mia anonimità e orsaggine senza essere costretta a socializzare, almeno fino a quando non mi metterò a frequentare qualche corso. Per quello però devo aspettare di aver recuperato un po' di fiato, visto l'imbarazzante risultato della spirometria di ieri a causa del quale il medico mi ha consigliato di limitarmi nella pratica dello spinning che va bene che sono brachicardica, ma potrei diventare cianotica per mancanza di ossigeno.

7.1.08

Niente bilanci sull'anno passato nè buoni propositi per l'anno futuro, si prosegue a casaccio nella speranza che alla prossima svolta una sorpresa ci stupisca.
E stasera, si comincia ad andare in palestra, per non buttare via l'abbonamento che sconsideratamente si è sottoscritto fra Natale e Capodanno, in piena crisi di rimorso per i troppi dolciumi ingeriti.
Che il cielo mi assita.
Roma parte IV: la città
Una città così bella non l'ho mai vista, così grande e così bella in ogni sua parte. Così maestosa, così eterna.
Le zone del culto, città del Vaticano da San Pietro fino a Castel Sant'Angelo, via della conciliazione. San Giovanni in Laterano.
Le zone della storia, il Colosseo i fori imperiali il Circo Massimo
Le vie della moda via del corso, via condotti piazza di Spagna.
La terrazza sul Pincio, piazza del popolo, le propaggini di villa Borghese.
Piazza Barberini e la fontana di Trevi.
Montecitorio, piazza Colonna.
Il quartiere intorno alla fermata Cavour della metro, le vie strette, i ristoranti etnici.
Piazza Navona e le bancarelle della Befana, Campo dei fiori.
Trastevere.
Il Tevere.
E tutto quel verde, tutti quei parchi.
Le parole non bastano a descrivere la meraviglia e l'atmosfera che ogni singola pietra emana.
Nella mia personalissima classifica delle città in cui mi piacerebbe vivere, però Roma non ha conquistato un posto in classifica. Del resto neanche Parigi l'aveva fatto la prima volta che l'avevo visitata, diamole tempo.

Roma parte V: i negozi
Vivendo nella grande pera, capitale della moda, che i negozi di abbigliamento riuscissero a sorpendermi era improbabile ed infatti non ho visto nulla di particolarmente nuovo o originale o conveniente.
Le meraviglie di risparmio che la mia collega G. romana mi decanta, non le ho potute apprezzare, del resto non avevo quadri da incorniciare o occhiali a cui cambiare le lenti. In compenso a Roma c'è Castroni. Il Negozio di alimentari etnici e non. Più piccolo e raccolto di Peck, con una atmosfera meno fighetta, ma più calda, senza i commessi che ti scrutano con aria schifata, con tanta gente che curiosa e che compra.
Scaffalate di diversi tipi di the e caffè , marmellate, farine, salsine e tutto ciò che ti può venire in mente, soprattutto dopo aver letto qualche food blog o rivista di cucina di troppo.

6.1.08

Roma parte II : i romani
Credo che il Marito fosse alquanto preoccupato delle mie possibili reazioni nell'interazione con la popolazione locale. Conoscendo il mio innato isterismo, accresciuto se possibile da otto anni di vita nella città delle gente in affanno, probabilmente temeva che la flemma romana mi mandasse in crisi. Io, per contro, ero preoccupata di trovarmi in un posto in cui tutti avessero la cadenza della macchietta cinematografica romana.
Potrei dire che le cose invece sono andate oltre le più rosee aspettative e che il modo di fare romano mi mette allegria, non fosse che potrei essere smentita dagli innumerevoli testimoni della mia crisi isterica sulle scale della metro. Rei dell'aver suscitato le mie ire l'autista Atac che alla mia richiesta di aiuto sulla linea da prendere alzando le spalle ci aveva risposto "non so, se va alla fermata ci sono le tabelle" e il carabiniere di guardia a San Pietro che alla mia domanda "è questa la fila per entrare in chiesa?" mi aveva risposto "certo", salvo poi scoprire una volta passato il controllo che mi aveva spedito nella fila per l'udienza papale.

Roma parte III: i mezzi pubblici
Non pervenuti. L'unica città al mondo in cui le notte di Capodanno il servizio di trasporto è ridotto invece che essere potenziato.

4.1.08

Ed eccomi strategicamente ancora in ferie a godermi dal calduccio di casa mia la neve trovata ieri sera al mio rientro da Roma. Il Marito è a provare e il pc è in mio possesso, speravate mica che non vi facessi il resoconto delle vacanze, vero?
Roma parte I: il B&B
Le premesse sono note, a dieci giorni dalla partenza il B&B in cui avevamo prenotato ci fa sapere che il condominio in cui ha sede la struttura gli ha fatto causa e si vede quindi costretto a sospendere l'attività. Ci propone in alternativa un'altra struttura di cui però su internet non si trovano tracce.
Arriviamo a Roma con i cornetti antisfiga in valigia, io già mi vedo a "Mi manda rai tre " a denunciare l'ennesima truffa ai danni del viaggiatore, "turista fai da te ahi ahi ahi".
Il secondo B&B esiste ed è pulito: di più i conetti non hanno potuto. E' lontano dalla metro, il cesso è privato, ma non è in camera e soprattutto il proprietario è un simpatico cazzone, affittacamera abusivo, che in casa oltre agli ospiti paganti dà alloggio ad una torma di amici alquanto rumorosi. La nostra stanza è confinante con quella del proprietario in cui la comune hippie festeggia il nuovo anno, solo la levataccia e la stanchezza del viaggio ci permettono il giusto riposo.
Ma la vera chicca è la colazione per la quale il proprietario si affida al bar nel palazzo di fronte. Pronunciando le fatidiche parole "stiamo a casa di E." il barista ammica e ci allunga cappuccio e brioche.