31.8.04

il chicken supreme non è il massimo della digeribilità... ho una pesantezza di stomaco come se avessi inghiottito una barretta di uranio...
Ieri sera su canale 5 c'era "the gift", non so bene di cosa parlasse, ma c'era una tizia bionda che faceva sempre il solitario con le carte da medium, un tizio biondo slavato e gli occhi da pazzo. Keanu Reevs con barba e camicia da boscaiolo. Tutte le volte che mi cadeva l'occhio sulla tv muta in sottofondo c'era qualche scena di cadavere ripescato da un lago o di gente a cui veniva dato fuoco. E' bastato questo a farmi avere gli incubi stanotte. Pero' sono curiosa di sapere cosa raccontava il film.
Fregatura di fine agosto
Stamattina M. mi ha dato una bella notizia, confermata poi dal comunicato dei rappresentanti sindacali :
"Ieri, Lunedì 30 Agosto, la Direzione ha convocato una parte della R.s.a. per comunicare l'intenzione di ASSORBIRE gli aumenti contrattuali previsti dall'accordo del 2 luglio scorso (Compreso l'aumento che abbiamo ricevuto a Luglio) a tutti coloro che abbiano la voce Elementi Assorbibili. Il medesimo trattamento subirà l'UNA TANTUM prevista.
Questa interpretazione degli accordi nazionali ci lascia esterrefatti e preoccupati. Abbiamo interpellato le segreterie del sindacato, per segnalare il fatto e iniziare le adeguate procedure per affrontare il problema. "
Contando che su 400 persone ci sono 2 rappresentanti sindacali di cui una alle soglie della maternità (gli altri due nel frattempo si sono licenziati) e nessuno sa con certezza quanti siano gli iscritti al sindacato, ma di certo non più di 20, ho come il sospetto che, detto con finezza, ce l'abbiamo nel culo.
E va bene la crisi e va bene che non mettono in cassa (che prima di tutto fa comodo a loro) e va bene quel che ti pare ma almeno uno straccio di adeguamento all'inflazione. Ma vaffanculo.
Non riesco a cominciare la dieta. Non sono mai riuscita a fare una dieta. Di solito dimagrisco quando vado a fare trekking, poco cibo e camminare. Ieri però ero armata delle migliori intenzioni. Volevo proprio cominciare, avevo comprato il petto di pollo e l'insalatina, e volevo fare gli addominali prima di cena. Ma era l'ultima sera di Vale a Milano e allora birretta e fonzies davanti ad Ally Mc Beal a seguire spaghettata e infine torta di panna e fragole e brachetto. Stasera c'e' il calcetto può darsi che al secondo giro di campo, quando mi calpesterò la lingua e non riuscirò più a vedere il pallone a causa dello sguado annebbiato allora io decida che è giunto il momento. Frattanto sono andata a pranzo da burger king.

30.8.04

Anche oggi se avessi avuto un bazooka avrei fatto una strage alle poste... Mi è capitato l'impiegato novizio di ritorno dalle ferie, ma prima ho dovuto attendere il compimento del rito "cambio del turno" (l'impiegata del turno prima ha dovuto raccogliere le 256 penne colorate che evidentemente costituiscono il suo patrimonio personale, lasciando peraltro sprovvisto di alcun mezzo per scrivere il collega). Mai tentare di spedire una lettera verso le 13.40
Rientri.
Sul treno un trio di individui da cinema si è affrettato ad assicurarmi che nel loro scompartimento c'era un posto libero.
Sistemo la valigia il portatile e il sacchetto coi roller, mi siedo.
Si materializza un signore di Mentone che precisa che sto occupando illecitamente il suo posto, poi svanisce per riapparire poco dopo Pavia, senza peraltro sedersi.
Occupo quello che sembra un sedile libero, nessuno protesta.
I postumi della festa di addio al nubilato di Manu e il libro poco interessante mi fanno precipitare in uno stato di dormiveglia da cui catturo qualche frase del trio medusa.
Quello che racconta è vestito con coreana e pantaloni di lino bianchi, infradito. Pizzetto baffi e cappello bianco, pare che abbia all'attivo due mogli e abbia gestito un noto locale milanese.
Commenta la vacanza in barca in quel di Nizza ed illustra i pregi della Costa Azzurra: "pochi italiani, pieno di americane e svedesi, in quel locale era pieno di gnolle fra i 18 e i 22. è questo il target...". Rassicurata dal fatto di essere completamente fuori target, mi addormento definitivamente.
In Centrale sto per cedere all'idea di un taxi, quando la coda mi fa desistere e mi spinge nel caldo abbraccio della metropolitana.
Inizia un'altra settimana. I benefici effetti delle vacanze stanno sparendo ad una velocità vertiginosa.

27.8.04

Questa foto è bellissima.

Questo pezzo di articolo di Feltri è francamente agghiacciante. Non so il resto.
Hanno ucciso Baldoni.
Ieri sera mi ero persa il tg, me l'ha detto stamattina il mio coinquilino mentre in coma stavo mecolando il nescaffe' nella tazza.
Immediatamente mi si è affacciato alla mente un cattivo pensiero.
Oggi mi è arrivata una mail di un amico ed ho constatato che non ero particolarmente originale.
Cattivo pensiero: i tre mercenari li hanno liberati, probabilmente è stato pagato un riscatto e guardacaso c'erano le elezioni nei paraggi. Per Baldoni che era un pacifista e di certo non era li' per fare soldi non c'e' stata molta sollecitudine.
Lo so, davanti alla morte bisognerebbe portare un rispettoso silenzio, quindi l'unica altra cosa che aggiungo è il link a Bloghdad .

26.8.04

credo che mi abbiano appena proposto di fare la modella ad una sfilata di burka. non so se devo sentirmi lusingata o se vogliono inviarmi un messaggio subliminale.
Credevo che il peggio fosse passato, e' giovedi' domani si torna a casa per il we la settimana di noia davanti al pc sta per terminare. Invece oggi mi e' presa che non riesco a stare seduta, manco avessi il fuoco di s. antonio.... cristo fare arrivare le sei sara' lunghissima.
Mi e' appena arrivato un sms, mi avvisa che la macchina digitale che ho ordinato su pixmania e' pronta per essere ritirata. Sono una bimba felice!!!
A Milano oggi l'aria e' cosi' tersa che mentre venivo in ufficio riuscivo a percepire l'odore dello scarico della mia moto.
Ieri sera durante la cena io e Vale abbiamo iniziato a guardare "La principessa e il marine", poi abbiamo sbaraccato tavola, caricato la lavastoviglie, pausa sigaretta, foto delle vacanze. Sono tornata in camera ed ho avuto la malaugurata idea di accendere la tv. Il film non era ancora finito, cosi' me lo sono sciroppata tutto. Al di la' che era una storia vera e che la principessa del Benheim porella sembra non sia ancora riuscita a farsi dare asilo definitivo negli States, il film era di un patriottismo disgustoso. Con bandiere americane a tutt'andare e marines che non fuggono, ma restano fermi e aspettano, aspettano,aspettano qualunque cosa succeda.
Viene poi da domandarsi se Merian abbia fatto un buon affare ad abbandonare il Benheim per sposarsi un marines americano per di piu' mormone.

25.8.04

Sto per desistere anche oggi.
Eh si' ho cambiato template... quando parlavo di un piano comunque non era a questo che mi riferivo.
Nella mia mente sta cominciando a prendere forma un piano.
Da quando mi sono laureata non avevo mai avuto in mente un obiettivo preciso che riguardasse soltanto me stessa.
Ora se non altro ci sono delle avvisaglie di obiettivo e per quanto strampalato possa essere e' sempre meglio di niente.
15.000 euro di ammenda alla Sampdoria per la questione calcio scommesse.
viste le richieste dell'accusa poteva andare peggio.
E' barocco vero?

Ieri sera stavo leggendo Pausa caffè di Giorgio Falco. Detto onestamente non mi sembra un granché come libro, anzi. Però una delle storie oggi mi è tornata in mente con prepotenza quando la mia collega, RA, sposatasi da poche settimane, mi ha blindato per farmi vedere le foto del suo matrimonio.
Ho trovato delle paurose analogie fra il personaggio del libro e RA.
Forse però la realtà supera la fantasia: RA aveva un vestito dorato sotto al quale indossava sandali dorati con tacco di 15 cm e allacciatura alla caviglia, nonché una giarrettiera sulla coscia. Il tutto documentato con dovizia di particolari in innumerevoli fotografie.
Ad un certo punto credevo che mi sarebbe toccato pure il filmino della cerimonia, ma quello, grazie al cielo, sarà pronto solo per Natale.
Ho finto interesse per 15 minuti ed ho anche posto qualche domanda. Il momento più drammatico è stato quando facendomi vedere la foto dell'altare disgustosamente barocco e dorato, mi ha guardato in faccia dicendomi "non è un amore? ho scelto la chiesa per questo motivo". L'unica cosa che sono riuscita a farfugliare è stata: "Eh si'....E' barocco vero?".
Il pensiero del mattino

"Certe volte è più facile fare le cose che non farle." D.C.

24.8.04

Ho tediato tutto l'ufficio con le mie foto delle vacanze... ho perso 15 minuti a dir tanto.
Ho scritto a Sophie e Caro promettendo al più presto di mandargli le copie delle foto in cui sono presenti anche loro.
Mi ha scritto Michel chiedendomi se ero annegata alle Antille o se ero tornata in Italia, ho risposto.
Manca un quarto alle cinque... ho bevuto una coca e un succo alla pera...non so piu' cosa invemtarmi per perder tempo.
oggi non mi passa piu'... e c'e' anche un tempo grigio e piovoso che mi trattiene da mandare tutti a quel paese per andare a fare un giro con baby...
pare che si sia fottuto il computer a casa mia.
mia madre sono due giorni che mi telefona agitatissima senza riuscire a spiegarmi quale sia il problema e chiedendomi cosa deve fare.
la mia risposta e' stata lascia tutto spento che arrivo io sabato e diamo una occhiata.
ora c'e' di mezzo anche mio zio noto per fare riparazioni con gli stuzzicadenti e la garanzia sembra sparita.
sembra quasi che sia colpa mia.
Ieri stavo per soccombere alla tristezza della prima sera di routine milanese. Nulla da fare se non faccende da massaia. Per consolarmi oltre a dosi massicce di pan di stelle mi sono vista il basket (Italia Argentina), Ally Mc Beal e l'oro di Cassina. Ho deciso che il nuoto sincronizzato è uno sport inutile ed andrebbe abolito.

23.8.04

Comunicazione di servizio
Questo blog ha deciso che per ragioni di simpatia seguirà il campionato di calcio francese arrivato già alla terza giornata. In particolar modo le vicende di Nizza (per via di Michel) Bordeaux (per via di Joel) e Bastia (perché i corsi mi sono simpatici). Per fortuna il Bastia ha 7 punti ed è in testa alla classifica (in compagnia di altre squadre) perchè il Nizza ha un solo punto ed è in fondo. Il Bordeaux invece se ne sta a metà con 4.
Qui i risultati della terza giornata e la classifica.
Visto che sono stata richiamata ai miei doveri collaterali di microserva, ovvero ho dovuto recensire due libri per la newsletter aziendale, già che ci sono posto pure qui le recensioni(un po' rimaneggiate):
Estensione del dominio della lotta Michel Houellebecq (Edizioni Bompiani)
Sempre incredibilmente crudo nel raccontare le sue storie, in questo libro Houllebecq narra le vicende di un trentenne analista programmatore. In un periodo in cui questo era un lavoro che garantiva un certo status e benessere economico (diversamente da ora che siamo poco piu' che operai malpagati alla catena di montaggio) il protagonista vive in un abisso di indifferenza e solitudine, senza relazioni sociali degne di nota. La sua vita ruota attorno al lavoro e a far passare in qualche modo il tempo libero. E' un libro che fa male perche' ti urla in faccia che non c'è speranza. E a noi sognatori questo non bisogna farlo. Bisogna lasciarci credere che ci sarà un domani migliore in cui avremo capito qual'è il senso di tanto affannarsi e avremo trovato la direzione in cui incanalare le nostre energie.
Milano non è Milano Aldo Nove (Edizioni Laterza)
Questo era un must dell'estate. In ogni sito di vendita libri e mi sa anche in numerosi blog ne veniva caldeggiato l'acquisto. Al di là del fattore trend, la ragione che mi ha spinto ad acquistarlo è stata la mie perenne ricerca di radici, appigli che mi facciano sentire un po' più mia questa città in cui vivo ormai da quattro anni. Senza sapere poi che l'effetto benefico di queste pagine, la scoperta di aneddoti divertenti, il condividere visioni della città con l'autore sarebbe poi stato polverizzato dai colori dagli odori e dai paesaggi caraibici. Milano e' come una divinità azteca che si mimetizza e cambia sempre forma, dimentica il suo passato per sopravvivere a se stessa. Forse questo è un favore troppo grande che l'autore fa a questo ammasso d'asfalto e cemento, ma tornando al discorso precedente a noi sognatori piace credere che sia così e che al di là della frenesia apparentemente insensata che la contraddistingue ci sia un'anima, un piano.
A proposito di sogni di evasione Qrz mi fornisce una motivazione valida per considerare la vita milanese una valida alternativa a quella antillese.
Non e' il fatto che uno molla tutto, parte, si traferisce poi magari non trova lavoro e a tornare indietro si fa sempre piu' fatica che a scappare, non e' il fatto che a noi cittadini-dentro abituati a dormire cullati dal traffico delle macchine dopo un po' il chiasso delle cicale non basta piu'. La vera domanda è:
Ma scusa, ti ci vedi ad ascolare "Drunken Butterfly" ai tropici? Dai!
Effettivamente sono problemi.
Settembre alle porte, o quasi.
Le tre settimane di ferie mi fanno un po' l'effetto dei tre mesi di vacanza estiva a scuola. Uno rientra in città pieno di buoni propositi per l'anno (scolastico) venturo e pieno di commissioni da svolgere.
Se un tempo il must era trovare una smemoranda 16 mesi ed iniziare a riempirla di pacciughi dal sapore estivo adesso e' scegliere come incastrare nello scarso tempo libero i miliardi di attività di svago che ogni anno solleticano la mia curiosità. Si' perche' se sul lavoro la mia curiosita' sugli EJB dura lo spazio di un pomeriggio, nel campo corsi a poco prezzo del comune mi servirebbe una settimana di 14 giorni per togliermi gli sfizi:
corso di pittura ad olio o corso di fotografia?
ma se voglio andare a vivere in Guadeloupe sarà meglio che segua un corso di francese serio piuttosto che continuare da autodidatta?
e la danza?
e il corso di alpinismo dove lo mettiamo?
e il kayak?
e la domenica allo stadio?
E i soldi per finanziare tutte queste attività?
Senza contare che ad aprile mi aspetta un mese di sangue e passione per imbiancare la casa arredarla col minimo indispensabile per la sopravvivenza e mandare immediatamente tutto a bagasce con un rave party inaugurale.

News dal fronte fisico.
La Giusi si sposa.
E' una sola notizia, ma e' bella tosta.
Argh sono in ufficio. Per ora sono emersa dalle (329 + 50 + spiccioli) mail che giacevano nella mia casella di posta. Ho adottato un approccio del tipo cestino tutto tranne quelle in cui mi si pone una domanda diretta. Espletato questo rito + quello del caffe' alla macchinetta mi accingo a fare melina fino alle 18. Tra l'altro stamattina Milano e' ancora vivibile e per arrivare in ufficio ho impiegato un'inezia. Alle 9.07 ero gia' seduta alla mia scrivania.

22.8.04

AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
E' l'ultimo giorno di vacanza... non ci posso credere... basta risvegli tardivi, pranzi preparati dalla mamma, mare fuori dalle finestre.... stasera si rientra ( e gia' non sara' facile visto che comincia il controesodo).... domani dovro' varcare la soglia dell'ufficio sedermi alla scrivania rivedere le solite (brutte) facce... rievocare le meraviglie delle mie vacanze per poi affacciarmi e vedere i palazzoni di Cesano Boscone.
Non sono pronta per tutto questo.

21.8.04

Gli amici sanno sempre dire la cosa giusta.

Secondo la teoria del vecchio Andrea (non nel senso che sia vecchio, nel senso di com'era Andrea prima di fidanzarsi) se una ragazza sopra i 25 anni è carina, ha almeno la terza di reggiseno ed è ancora single allora ha dei problemi.
y. - beh gine tu hai un sacco di interessi, la terza la porti
g. - allora o sono un cesso oppure ho dei problemi
y. - tranquilla gine... non sei un cesso HAI DEI PROBLEMI
g. - ......
Da ferragosto ad oggi ho letto:
La sacra famiglia, Fight club e sono in dirittura di arrivo per finire La trilogia della città di K. che sto trovando bellissimo.
D.G. sostiene che i miei processi inconsci di selezione di un potenziale compagno potrebbero avere qualcosa che non va, visto che, usando una espressione tecnica, alle fine va sempre tutto a bagasce.
Non mi sento di dargli torto anche perchè nella mia testa esiste una dicotomia difficilmente eliminabile fra l'uomo che mi affascina e l'uomo che mi fa sentire sicura.
Per ovviare a questo inconveniente, essendosi inoltre reso responsabile di avermi fatto conoscere M., Y. ha deciso che mi deve accasare, scegliendo lui il mio futuro marito. A questo scopo ha individuato un soggetto che intende presentarmi al ritorno dalle ferie. Dice che è il mio uomo ideale.
Posto che non ho alcuna voglia di conoscere il mio futuro marito, una cosa mi ha incuriosito: il soggetto in questione va in montagna. Magari non mi sposo però recupero un compagno di cordata.
Indecisioni pomeridiane
y. - beh allora? c'è un tempo del cavolo che facciamo?
g. - proviamo ad andare al mare?
y. - mah non so... l'unica cosa è che non ho voglia di restare in casa
g. - io dovrei andare a comprare la digitale, ma il centro commerciale è peggio che stare a casa
y. - boh magari facciamo due passi sui monti qua dietro
g. - va beh ci vediamo alle due e mezza in stazione, ma alla fine come mi devo vestire?
y. - qualcosa che vada bene per il mare, ma sia abbastanza elegante per andare in centro e vada bene per fare un giro sui monti.
g. - cioè mi metto un bikini le scarpe col tacco e mi drappeggio una corda da 60 metri sulle spalle?
L'incendio si deve essere spostato. Ieri sera gli elicotteri dei vigili del fuoco erano due: caricavano il serbatoio in mare davanti alle mie finestre, partivano verso est, viravano verso l'interno. Dopo un minuto e mezzo ricomparivano da ovest e rifacevano il pieno davanti alla mia finestra. Col buio hanno smesso.
Stamattina mi hanno svegliato, ma sono piu' distanti e vista la minor frequenza del rumore forse ne è rimasto uno solo.
Speriamo che non abbiano fatto troppi danni alle mie belle colline.

20.8.04

La spedizione mancata.
Beh anche per quest'anno niente ghiacciaio. O meglio un ghiacciaietto l'ho fatto, in mezzo ai crepacci ci sono passata, ma era un po' una farsa, niente ramponi e scarponi che sguazzavano nella neve sciolta. La picozza l'ho utilizzata solamente perche' per questioni di peso (guarda te come sono ridotta) ho lasciato a casa il bastoncino telescopico e sulla neve avevo bisogno del supporto psicologico di un terzo appoggio a terra.
Dovevamo arrivare alla Capanna Margherita (4500m), siamo restati alla capanna Gnifetti (3647m) a causa della nebbia, delle condizioni meteo variabili e delle nostre condizioni fisiche non ottimali.
Siamo partiti il 18 da Gressoney La Trinitè e abbiamo preso gli impiani fino al col Gabiet. Da lì siamo saliti a punta Indren (dove arriva l'impianto da Alagna) e attraverso il ghiacciaietto dell'Indren e un tratto di roccette attrezzato siamo sbucati a metà strada fra il rifugio Mantova e la capanna Gnifetti. Attraverso un ultimo nevaio siamo arrivati alla Gnifetti nelle 3h 30 canoniche previste dal libretto.
Note a margine: la cartina dell' IGC è ingannevole ed io sono cogliona. All'arrivo degli impianti ci sono dei lavori in corso e i pedoni vengono deviati attraverso un pasaggio delimitato da cordicelle. Io da bastian contraria non ho fatto tutto il percorso, ma a metà ho scavalcato la corda per spostarmi nel piazzale. Così facendo mi sono svanita il cartello (se così si può chiamare un foglio A4 stampato imbustato in una copertina di plastica) che indicava la direzione per i rifugi Mantova e Gnifetti.
Consultando la cartina il sentiero comunque sembra partire dalla capanna Guglielmina (o rifugio città di Vigevano) ed è lì che ci siamo diretti per poi restare imbarazzati davanti ad una profusione di bollini colorati su roccia che dovevano essere dei segnavia, ma non era chiaro che via segnassero.
Fortunatamente sul sentiero che abbiamo imboccato abbiamo incontrato un simpatico signore coi capelli bianchi accompagnato da uno più giovane con la bandana e meno simpatico ( sarà che da quando se l'è messa sir Silvio ho sviluppato una certa allergia per le bandana). Il signore coi capelli bianchi e con il fiore in bocca (nel senso letterale del termine e non in quello Pirandelliano) ci ha detto "Ma no giovani state sbagliando, dovete tornare al col dei Salati, dagli impianti andate di lì e di là. Ahi ahi vi siete fatti un'ora di marcia di troppo". Tornati indietro si è scoperto l'errore per fortuna R. è paziente e non mi ha insultato. (fine della nota a margine).
La salita alla Gnifetti comunque è faticosa e siccome il tempo non è dei migliori ho anche un discreto freddo. Sarà che 10 giorni fa ero ai Caraibi e c'erano 40 gradi ed era umido, sarà che il mal della Guadeloupe fa sì che la mia salute non sia al top negli ultimi giorni, sarà l'altitudine e basta, fatto sta che a tratti le mie pulsazioni vanno alle stelle e non c'è verso di respirare normalmente.
Sulla via abbiamo incontrato due pazzi squilibrati, uno di Viareggio (o zone limitrofe) ed uno di Bologna. Carichi come muli avevano le nostre stesse intenzioni, l'ascesa alla Margherita il giorno successivo. Loro però per sottrarsi alla mafia del CAI avevano la tenda e il sacco a pelo da ghiaccio e avevano intenzione di bivaccare di fianco al Mantova. Sostanzialmente dai loro racconti si deduceva che amavano parecchio la montagna, ma erano anche abbastanza scriteriati nell'approccio. Prova ne era la mano del toscano gonfia come un salsicciotto, pochi giorni prima era caduto in parete e si era mezzo frantumato mano e costola.
Seconda nota a margine: quando dico che il CAI è una mafia intendo che se sei socio la mezza pensione la paghi 42 euro se non lo sei la paghi 57 euro. Vuol anche dire che in Italia non esistono praticamente rifugi non gestiti dal CAI. Vuol dire che se fai almeno tre pernottamenti in rifugio in un anno e se vuoi prenderti roba da mangiare al rifugio (il sovrapprezzo per i non soci sugli alimentari si aggira su di un euro) sei praticamente costretto a farti la tessera. E poi gli stranieri che vengono in Italia per forza di cose vengono spennati. E di stranieri ne abbiamo beccati tanti, francesi ovviamente, ma anche parecchi spagnoli.(fine seconda nota a margine)
La mattina del 19 ci siamo svegliati per le 5 meno un quarto. Alle cinque eravamo giù per la colazione, il cielo sopra la capanna era stellato, ma i gestori stavano ancora dormendo. Il tizio che la sera prima col suo provvidenziale cacciavite multiuso mi aveva regolato i ramponi era già imbragato e pronto e stava cristando che insomma, se dicono colazione alle 5 ti devono dare colazione alle cinque (e come dargli torto). La colazione ce l'hanno data alle 5 e 20, ma nel frattempo era arrivata la nebbia. Le condizioni meteo non erano le più auspicabili. Due giorni prima due tizi si erano persi sul col del Lys. Insomma, la prima cordata è partita, noi siamo ritornati a dormire ed abbiamo deisitito. Forse accodandoci a loro l'avremmo anche potuta fare, ma poi veniva da domandarsi che senso abbia farsi un ghiacciaio guardando la schiena di quello che hai davanti e arrivare a 4500 senza aver visto nulla.
Alle 8 meno 10 quando ci siamo alzati abbiamo constatato che erano in pochi ad essere saliti, ma qualcuno era andato. Molti aspettavano il giorno successivo per tentare. Noi siamo scesi.
A valle il tempo era ancora peggio che alla Gnifetti dove ogni tanto per sbaglio c'era uno squarcio di cielo azzurro. A scendere verso punta Indren abbiamo seguito una traccia diversa da quella dell'andata che ci ha dato qualche perplessità, ma alla fine nonostante la nebbia tutto si è risolto per il meglio. Unica fregatura siamo arrivati agli impianti alle 12.35 ovvero 5 minuti prima che chiudessero per la pausa pranzo. Per fortuna il ragazzo della cabinovia ci ha aperto una sottospecie di sala d'aspetto riscaldata dove abbiamo pranzato e ci siamo appisolati in attesa che si potesse scendere.

17.8.04

Coi francesi mi sono trovata bene, anche se la loro promessa di parlare doucement è stata disattesa dal primo istante. Il senso della conversazione lo capivo sempre, il problema è che tempo che nella mia testa prendeva forma una frase per intervenire, la discussione si era già spostata su altri lidi.
Ci sono stati discorsi sugli Europei di calcio e sulla magra figura fatta dalle nazionali francesi ed italiana. Ovviamente è uscito fuori il discorso dello sputo di Totti così adesso ho imparato un vocabolo di utilità fondamentale, so come si dice sputare in francese.
La mia velocità nel trangugiare il rum, senza peraltro riportare effetti collaterali visibili quale incapacità di camminare dritti, mi è valso il soprannome di Pantani e qui se avessi avuto degli attributi da toccarmi lo avrei fatto a disprezzo delle norme del galateo. Questa cosa è un po’ difficile da spiegare, non c’entra col doping di Pantani ma col fatto che c’è un modo di dire (che non ricordo) per quando uno beve in fretta che ha a che fare con l’andare forte in salita con la bicicletta (sono strani questi francesi).
L’ultima sera in un clima un po’ più rilassato si è parlato di bevute e di fumo. Pensavo che scitto fosse un termine italiano se non addirittura genovese, credo che sia internazionale perché da loro si dice scitte (sento le sirene in lontananza e la narcotici che si avvicina a causa di questa mia disquisizione LESSICALE). In realtà loro la focaccia la chiamano fugasse (e in genovese si dice fugassa) quindi a ben vedere non è escluso che scitto sia comunque una parola genovese.
Cibo
Abbiamo mangiato spezzatino di pollo speziato accompagnato da riso chez Charlie, sulla spiaggia vicino alla Grande Anse, abbiamo mangiato spiedini di pesce chez le coucher du soleil a Malendure. Abbiamo mangiato focaccatte farcite di pollo e maionese (diffidare della salsa creola se non si hanno papille gustative robuste) ad un chiosco sulla spiaggia del Malendure.
Una sera assieme all’aperitivo ci servono un tipico antipasto antillese, gli acras de morue. Ecco in pratica in Guadeloupe fanno i frisceu come quelli della festa dell’Unità a Genova. Ho poi comprato un libro di ricette locali per supportare l’idea fornita dalle mie papille gustative. L’unica differenza tra frisceu e acras è che qui a Genova utilizziamo il lievito di birra per farli gonfiare, là usano il bicarbonato.
Abbiamo mangiato orribili cibi preconfezionati durante i bivacchi lontani dalla civiltà, una sera mi hanno affibbiato la cottura degli spaghetti. Il condimento era ragù alla bolognese già pronto, poi c’era del prosciutto che nella mia testa sarebbe servito come secondo. Ma quando finalmente dopo mille peripezie ero riuscita a cuocere in una pentola minuscola sul fornello da campeggio degli spaghetti al dente degni di tale nome e li avevo conditi col sugo ho visto con orrore i francesi prendere il prosciutto e metterlo sulla pasta. A quel punto ho perso ogni speranza di redimerli.
Il percorso mi pare inutile raccontarlo
Anche se vi metto qui il link alla cartina dalla Guadeloupe nessuno giustamente si prenderà mai la briga di andare alla ricerca degli isolotti minuscoli che hanno visto i nostri pic nic o i nostri bivacchi à la belle etoile. In breve abbiamo attraversato il Grand-Cul-de-Sac Marin (quel tratto di mare che c’è fra la Grand-Terre e la Basse-Terre che sono le due isole che costituiscono la Guadeleoupe) navigando a bordo della mangrovia, passando vicino all’isolotto degli uccelli, un groviglio di mangrovia su cui coabitano decine e decine di uccelli marini di diverse specie, abbiamo visto pesci salterini, stelle di mare, razze. Abbiamo dormito davanti ad una cappella in cui vanno a pregare i pescatori, abbiamo dormito dentro la capanna dei pescatori in un altro isolotto. Abbiamo dormito nella vegetazione subito a ridosso delle spiagge des Amandes e de la Grand Anse attaccando le amache ai gazebo dell’area pic nic. Abbiamo doppiato la punta Alegre (punta Nord della Basse Terre) tratto un po’ difficile a causa della corrente. Abbiamo girovagato tra le roccette vulcaniche della parte nord della Basse Terre, abbiamo visto altri pesci salterini e una tartaruga. Tanti uccelli marini.
Siamo andati all’Ilet Pigeon nella riserva Cousteau a fare maschera e boccaglio in quella che sembrava la vasca di un acquario.
Abbiamo litigato coi granchi su tutte le spiagge che abbiamo visitato. Abbiamo dormito nella foresta sotto lo sguardo curioso delle manguste che speravano nei nostri avanzi di cibo.
Abbiamo vissuto scalzi e coperti di sale per buona parte della vacanza. I nostri incontri con la civiltà sono stati sporadici. Abbiamo giocato a domino sorseggiando ti-punch (rum zucchero di canna e limone verde) prima di cena.

P.S. La riserva Cousteau non è affatto una riserva è un sito protetto. E' nata perchè quando Cousteau ha girato "Il mondo del silenzio" ha mandato degli operatori all'Ilet Pigeon per fare delle riprese subacquee. La gente del posto ha colto l'occasione ha preso un busto di Couasteau, l'ha piazzato sott'acqua come il Cristo degli abissi ed ha detto che quella era una riserva. Adesso ci sono processioni di battelli che accompagnano la gente a fare le immersioni.
La malediction du kayack jaune.
Il primo giorno vengo messa nel biposto posizione davanti: pagaiare e tacere mentre quello dietro (nella fattispecie Carò) decide la direzione. Poi si scoprirà che forse per l’abitudine a muovere il bacino nella danza del ventre (questa è la teoria di Sophie) o più probabilmente avendo sperimentato un po’ di surf l’anno passato, ho un grande equilibrio anche se non ho mai fatto kayack prima in vita mia. Riuscirò anche a sfatare la maledizione del kayack giallo inaugurata da Sophie con un bel ribaltamento fra le onde in prossimità dell’Ilet Carnet e proseguita con almeno tre ribaltamenti di Regis (Carò e Joel non sono mai saliti sul giallo) nei giorni successivi.Tutto sommato non ho dato grossi pensieri a Joel che sapendomi neofita inizialmente si era un po’ preoccupato.
La compagnia del kayack.
Sophie è una impiegata comunale di una cittadina della Normandia. Ha già fatto diverse vacanze con l’ucpa. Gioca a tennis per diletto e partecipa a competizioni di lancio del martello. Effettivamente la stazza è assolutamente quella di una lanciatrice di martello. Ha 34 anni.
Caroline e Regis sono una coppia. Lei ha 26 anni è ingegnere informatico e si occupa di sicurezza. Lui ha 25 anni, anche lui è ingegnere informatico. Credo che anche lui si occupi di sicurezza. Sebbene facciano tutto in tandem non sono una coppia appiccicosa.
Joel ha 35 anni e la sua storia è più interessante. Quando aveva 10 anni giocava a calcio, quando ne aveva 20 si era dato all’hockey, attorno ai trenta ha scoperto il kayack e ne ha fatto la sua professione. Lui è di Bordeaux e la sua famiglia in parte è ancora lì. Lui aveva delle amicizie / relazioni di parentela in Guadeloupe, ci è andato in vacanza ed ha deciso di non tornare più nel Sud Ovest della Francia. Del resto in quel momento non aveva casa e non aveva lavoro. Il clima dei tropici l’ha conquistato, lui che è di costituzione secca ed ha sempre freddo in Guadeloupe ha trovato il suo habitat. Niente più lavoro nelle officine o nei magazzini, ha fatto del suo hobby il suo mestiere e se ne va a zonzo per i mari della Gwada in kayack. Ha una casa di due stanze, quella grande il salotto in realtà è una veranda. Fuori c’è la vegetazione tropicale e sulla distanza c’è il mare (o almeno è quello che ho capito della sua descrizione).
Joel ha un cappello di paglia a tesa larga ed è un mix esatto di Mr Crocodile Dundee e Iggy Pop. Insomma se non si fosse capito è un FigoDellaMadonna. Subito non te ne rendi conto, ma poi ad un certo punto lui fa qualcosa tipo mettersi a pagaiare senza maglietta quando tu sei dietro di lui o ancor peggio sfoderare un passaggio di arrampicata su di un pilastro di cemento liscio per appendere la frontale in modo che penda sul tavolo a mo’ di lampadario e tu ti ritrovi con la mascella slogata, la bocca aperta, 3 metri di lingua che rotolano fuori assolutamente incapace di intendere e di volere. Fortuna che non parli bene il francese e il tuo mutismo non desta sospetti.
Il problema dei bagagli.
Nella brochure di spiegazione del viaggio non era ben chiara l’organizzazione logistica. Joel stesa la cartina sul tavolo della gîte di port Louis ci indica le varie tappe del viaggio e ci spiega come suddividere i bagagli. Una prima tranche di cose necessarie per la sopravvivenza di due giorni, una seconda con vestiti di ricambio che riabbracceremo il terzo giorno. Una terza con le cose che ci verranno restituite solo poco prima di riprendere l’aereo per Parigi. Il sacco impermeabile che ci viene dato sembra assurdamente microscopico. Sembrerà spropositatamente grande nel momento in cui dovremo cercare di stiparlo nel kayack. Nel percorso sono previsti bivacchi in tenda o in amaca a seconda delle condizioni del tempo (siamo nella stagione delle piogge) e della quantità di granchi e zanzare nelle spiagge su cui faremo bivacco.
La Guadeloupe è bella da fare male.
Sarà che nonostante la mia età ormai veneranda era la prima volta che mettevo il naso fuori dall’Europa, ma quando l’aereo è arrivato sopra Point à Pitre ed ha virato sul Gran Cul de Sac Marin per imboccare la pista di atterraggio nel verso giusto, il verde accecante della vegetazione, il bianco della sabbia, le mille sfumatura dall’azzurro tenue al blu intenso del mare mi hanno creato un groppo in gola e fatto salire le lacrime agli occhi. E non era per la gioia di essere sopravvissuta ad otto ore di volo.
Sono uscita dall’aeroporto dopo una attesa fibrillante del bagaglio (da quella volta che la mia valigia è rimasta a Malpensa mentre io ero a Praga sono un po' sospettosa riguardo allo smistamento bagagli) e un caldo umido mi ha accolto fra le braccia.
Ho seguito la folla e il direttore del centro ucpa pareva un vigile con la gotta che smista il traffico in centro Milano sotto le feste di Natale. Mi ha sbraitato contro se ero con l’ucpa e dove dovevo andare. Ho balbettato che dovevo andare in kayack e lui con fare sgarbato mi ha indicato un tizio in disparte. Il tizio in questione, capelli biondi lunghi, scalzo, reggeva in mano una pagaia alla quale era attaccato un elenco di 4 nomi. Poco a poco la compagnia si è riunita, le presentazioni sono state fatte e ci siamo stipati tutti in un 4x4 diretto a Port Louis. Joel (l’accompagnatore biondo), Regis, Caroline e Sophie sono tutti francesi e nonostante le promesse di parlare "doucement" sparano parole a raffica. Io sono seduta dietro e capisco una parola su 5. Non sono preoccupata, il mio sguardo è attratto magneticamente da ogni dettaglio che appare nel finestrino. Le palme da cocco, da mango, i banani, l’albero del pane. Le mucche dall’aria stanca che legate per le corna se ne stanno al pascolo sotto un sole da 40 gradi. Gli assurdi cimiteri con le tombe a casetta piastrellate in bianco e nero. Sono dall’altro capo del mondo e non mi sembra possibile.
Ok di qui in poi sarò un pò monotematica e racconterò delle mie vacanze in Guadeloupe... mi voglio gongolare ancora un pò nel ricordo.

16.8.04

Per il 18-19 ho in programma l'ascensione alla capanna Margherita sul Monte Rosa.
Sto ancora cercando di capire come funzionano i ramponi.
Ieri era il mio compleanno. Quest'anno la palma del primo a farmi gli auguri l'ha vinta Raf, seguito a raffica dalla cugina "anziana" Silvana e medaglia di bronzo a M. nottambulo in quel di S. Benedetto.
In realta' un sacco di gente mi ha fatto gli auguri (anche persone di cui io miseramente avevo dimenticato il compleanno) e nonostante abbia passato la giornata in famiglia mi sono sentita molto connessa con il mondo.
I miei cinque minuti di gloria all'anno.
L'anno prossimo, comunque, quando comparira' la fatidica cifra 3 sulle decine penso che ci vorra' ben altro per non farmi cadere in depressione.
Il babbo, che ha molto apprezzato il rum agricolo guadeloupense, su mia richiesta mi ha regalato 3 libri:
Trilogia della citta' di K. di Kristof
Fight club di Palahniuk (non ho voglia di cercare come si scrive, update ho controllato mancava una h)
La sacra famiglia di Coupland.
Fra ieri notte e stamattina mi sono letta l'ultimo dei tre. Mi e' piaciuto un sacco.

14.8.04

Per tornare alla vita di tutti i giorni, nella millesima tasca dello zaino stamattina ho ritrovato gli occhiali da sole che ho immediatamente inforcato per andare al mare assieme alla mamma.
Bergeggi mi ha tradita: c'era l'acqua fetente.
E non e' nemmeno che io stia qui a tirarmi delle storie che il mar delle antille e' il mar delle antille e non ha pari. Porca pupazza c'era rumenta dappertutto!
Parte quattro.
L’ultimo giorno a Parigi non avevo la forza di alzarmi all’alba per bien profiter di una giornata a Versailles. Mi son detta ma perche’ andare a sgomitare assieme ad orde di turisti, quando i giri a piedi per la citta’ mi hanno fatto imbattere in tantissimi luoghi incantevoli? Peccato che poi abbia deciso di girare in quel di Mont Matre che non e’ esattamente un posto appartato.
Ah, detto a lato, sara’ anche bella la vista di Parigi dall’alto al tramonto, ma il Sacro Cuore a me francamente fa cagare (so che scrivere fa schifo sarebbe stato piu’ fine, ma la terminologia usata rispecchia il mio sentimento verso quell’ammasso di panna e meringhe adagiato sulla collina).
Mentre dal Sacro Cuore andavo alla ricerca della zona degli artisti sono stata chiamata da Leo’, seduto al tavolino di un bar nei pressi della fermata della metro di Abesses.
“Che fai? Di dove sei?” “Sono italiana” “Ah lo charme italiano” a questo punto variazione sul tema “che ne dici di un caffe’?”. Mi ritrovo a valutare l’idea di sedermi assieme a Leo’ , ma poi declino dicendo che e’ l’ultimo giorno a Parigi e vorrei andare in giro. “Perche’ non prendi un caffe’ assieme a un vero parigino e poi ti fai accompagnare in giro da lui?”. Sorrido, ringrazio e gli dico che preferisco andare a zonzo da sola. L’abbordaggio della giornata c’e’ stato, posso andare in giro tranquilla che lo stato poco dignitoso dei miei pantaloni non sminuisce troppo lo charme italiano.
Parte tre
Il giorno dopo mentre dopo cena dal quartiere Latino me ne tornavo verso l’albergo, meditavo sul fatto che visitare una citta’ romantica come Parigi da sola, al terzo giorno comincia ad essere un po’ pesante. Ci vorrebbe se non proprio un fidanzato da baciare al tramonto, se non altro una amica con cui commentare oltre alle bellezze architettoniche, le grazie posteriori dei poliziotti in bicicletta.
Riflettevo anche che per quel giorno i miei contatti umani escludendo le due chiacchere col cameriere erano stati pressoche’ nulli e stavo valutando di attribuirne la colpa allo stato indecente dei miei pantaloni, quando per non tradire le consuetudini, sono stata avvicinata da un innominato che mi ha augurato la buona sera.
Dal momento che rispondevo al suo saluto ha avuto inizio la classica conversazione: “Posso parlarti?” “direi di si’, ma il francese lo parlo poco” “Ah di dove sei?” “Sono italiana” “Ah ora che me lo dici vedo la grazia e lo charme tipico delle italiane”.
Mi domando se per caso non sia una candid camera, ma poi mi convinco che no e’ proprio il rituale che prevede questo scambio di battute. Anche lui non e’ esattamente parigino, e’ di colorito scuro e anche se non saprei dire se e’ abbronzato o se ha altre origini. Vive a Parigi a causa del lavoro. La conversazione e’ banale, ma se non altro e’ paziente e forse si diverte nel vedermi arrovellare per formulare la frasi in francese. Arrivati nei pressi del Louvre e del mio albergo mi domanda che programmi ho per il giorno seguente e scoperto che vado a Versailles e ci vado presto la mattina capisce che non c’e’ storia e mi saluta augurandomi un buon soggiorno parigino.
Parte due.
Parvis invece mi ha approcciato quando coi piedi ancora gonfi per le otto ore di volo Point à Pitre Parigi e in preda a una crisi di nostalgia per i carabi, mi prendevo una pausa a Les Halles in prossimita’ della chiesa di Saint Eustache (la piu’ bella chiesa gotica di Parigi a detta della mia guida).
“Scusi posso parlarle?” sorpresa dalla formalita’ dell’approccio l’ho squadrato perplessa per poi rispondere che si’ poteva parlarmi, ma non garantivo nulla che il francese lo capisco poco e lo parlo ancora meno.
“Ah non e’ francese? Da dove viene?”. Ora che non fossi una francese mi pareva abbastanza ovvio a) dal colorito caraibico b) dal look canotta calzoncini e sandalo birkenstock comunque rispondo che oh! tu guarda sono italiana.
“Ah si’ adesso che me lo dici vedo che hai il classico charme delle italiane”.
Questa mi pare di averla gia’ sentita, comunque non replico che anche in italiano non avrei saputo che rispondere.
Parvis e’ ansioso di andare a zonzo e visto che la mia meta e’ il Centro Pompidou a qualche metro di distanza gli dico che si’ puo’ accompagnarmi. Sfiga vuole che il martedi’ della settimana di ferragosto, come tutti gli altri martedi’ dell’anno, il centre Pompidou sia chiuso.
A quel punto Parvis vuole a tutti i costi mostrarmi la Paris Plage. Credevo fosse una follia tutta milanese quella di fare un mucchio di sabbia in una piazza, ficcarci dentro due ombrelloni e una sedia sdraio e dire “Voila’ anche noi abbiamo la spiaggia”. No, in questo i parigini sono folli quanto noi, con l’attenuante che la maggior parte della sabbia l’hanno ammassata sui quai lungo la Senna che se non altro un po’ d’acqua in movimento davanti ce l’hanno.
Parvis non e’ molto loquace, la mia mancanza di fluidita’ nel francese lo spaventa e la sua e’ una presenza fantasma che mi precede si ferma e mi attende, con l’aria di aver fretta di farmi fare qualche cosa. Io mi sto godendo il sole parigino e non ho un progetto preciso su quello che voglio fare, questo indiano tracagnotto con la camicia lilla i jeans chiari e le scarpe invernali comincia a mettermi ansia. Vuoi un gelato? Li’ li vendono. Devi andare in bagno? Li’ c’e’ il bagno. Vuoi dell’acqua? Il tizio li’ vende l’acqua. Vedi, li’ c’e’ la sabbia. Il fatto e’ che tutte queste cose le vedo benissimo anche da sola e onestamente e’ sola che vorrei passeggiare senza aver qualcuno che mi segue. Per sfuggirgli decido per una visita al museo D’Orsay nonostante manchi poco piu’ di un’ora e mezza alla chiusura e dentro ci siano miliardi di cose da vedere. Le mie certezze vacillano quando si mette in coda assieme a me, ma poi alla cassa mi lascia andare sola. Mi propone di aspettarmi fuori, io lo ringrazio e declino fermamente. Insiste nel lasciarmi il suo numero di cellulare. Finira’ assieme a quello di Christopher nella guida turistica.
Parigi
Diciamolo, i parigini in fatto di approcci non sono il massimo dell’originalita’.

Parte uno.
Mentre mi aggiravo fra le mucche di Place Vendome sono stata acciuffata da Christopher, il quale mi aveva visto poco prima assieme ai suoi amici di Bratislava con i quali aveva commentato qualcosa come “Che bella gnocca” e dopo averli congedati era tornato a cercarmi.
“Di dove sei? Ah italiana… si vede dalla tua aria cosi’ naturale:hai il tipico charme delle italiane.”
Io arrossisco e balbetto qualcosa in inglese. Perche’ Christopher e’ meta’ parigino e meta’ americano. Mentre lo seguo fino alla fontana nel cortile del Louvre ho modo di scoprire che divide la sua vita fra il doppiaggio di film, la sua carriera artistica, e il mestiere di portiere di notte (che sospetto sia quella che gli da gli introiti maggiori). L’ora successiva mi vede impegnata in una discussione che dai salari passando per l’acquisto delle rispettive case ci porta ad un campo piu’ generale come socialismo e capitalismo. Tutto questo nel mio primo pomeriggio parigino in attesa della partenza per la Guadeloupe.

13.8.04

Sono tornata, purtroppo.
Niente piu' caraibi spiagge cristalline rum e kajack.
Temo anche di aver perso gli occhiali da sole in quel di Parigi.
Per tutto il resto nei giorni a venire avro' modo di elogiare a dovere la Guadeloupe e di narrare le mie vacanze in genere.
Tornata si', ma ancora in ferie!!