24.2.04

senza patria per vili questioni monetarie.
oggi ho presentato domanda di residenza a Milano, facendo un'ora e mezza di coda in un ufficio iperaffollato, ma con soli due sportelli aperti.
tutto per pagare meno di affitto.
Ma in questo periodo di interregno fino a quando il messo comunale non si addentrera' nei meandri del mio palazzo e riuscira' forse ad appurare che effettivamente vivo li' (sempre che non venga sbranato dal pitbull famelico del mio vicino di casa)... cosa sono? una futura ex genovese? una futura milanese? una senza patria?
E dopo... potro' ancora vantare pieno potere nella strocatura o promozione di focaccia e trofie al pesto o dovro' erudirmi sul risotto giallo e sulla fettina milanese?
p.s. per la cronaca stamattina sono anche stata irrisa dal peraltro gentilissimo impiegato dello sportello: 'vieni a Milano da Genova? ma sei sicura? io farei il contrario'.

18.2.04

Lo so che non sta bene che una ragazza si avvalga del turpiloquio, ma ....
brutto pezzo di merda di un tassista che mi hai detto che non so guidare la moto perche' mi sono fermata a dare una precedenza che dovevo dare... VAFFANCULO!

15.2.04

Narra la leggenda che per lavorare nel nostro gruppo uno debba avere qualche turba mentale accertata.
Chi piu' chi meno, ciascuno di noi ha le sue manie da chi non puo' vedere inzuppare i biscotti nel caffe' e latte a chi non beve l'acqua gasata se non e' nella bottiglia di vetro.
Ci sono poi esempi di squilibri mentali maggiori e scene isteriche documentate di alcune persone durante periodi di particolare tensione.
Delle volte uno si domanda con che criterio il nostro capo scelga i suoi collaboratori, se non siamo vittime di una sorta di esperimento scientifico tipo "The Truman Show", siamo cavie di cui vengono studiate le reazioni a situazioni paradossali.
L'altra sera sono andata ad una cena a casa di colleghi di M., noi siamo arrivati in tempo per il dolce. Mentre sedevo un po' annoiata su di una sedia, un tizio seduto accanto a me sul divano ha cominciato ad armeggiare con un bicchiere e una bottiglia di coca cola. Appena riempito, il bicchiere ha effettuato un carpiato doppio spargendo il suo contenuto sul pavimento e sui miei pantaloni. Troppo sbigottita per arrabbiarmi ho provveduto a sanare il danno con un tovagliolo di carta. Piu' avanti nel corso della serata si e' svolto il seguente dialogo fra me e lo spargitore di coca cola:
- ma anche tu lavori in VO?
-eh si', tu in che area sei?
- io sono al p.
- ma dai anche io
Sebbene non sia esattamente nel mio gruppo, diciamo che lo squilibrato e' nella stessa area.
Comincia ad avvalorarsi l'ipotesi dell'esprimento scientifico.

10.2.04

L'ipnotica danza dei vigili nel sole del mattino.
La ragazza coi ricci biondi aveva un gran sorriso e degli inspiegabili guanti neri.
Il ragazzo coi guanti bianchi si muoveva fluido e rilassato.
Gli automobilisti quieti seguivano il movimento dei loro arti nella luce del mattino e nessuno faceva caso al semaforo. Sembrava che il mondo di muovesse con lo slow forward.
Cessata l'ipnosi il mal di schiena e' tornato ad impossessarsi di me e ad ogni frenata lo spostamento del piede destro fra i due pedali mi causava fitte di dolore. Credevo di essere destinata a rimanere chiusa nell'abitacolo fino alla fine dei miei giorni.

5.2.04

News dal quarto piano.
L'altra sera mi sono ritrovata a tavola coi coinquilini. Ai vecchi tempi mi piaceva passare le serate a chiaccherare seduta al tavolo, ma erano altri tempi, non c'era Matteo ed ero in casa molto piu' spesso e, soprattutto, erano altri coinquilini, che non avevano manie di grandezza.
Non c'e' piu' Rita con cui fare gossip, non c'e' piu' Giuli con cui parlare di libri di musica e di film, non c'e' piu' Roby con cui parlare delle difficolta' di trovare la giusta direzione nella vita.
Adesso ci sono Maria che saluta i vecchi amici dicendo "Ciao, sono una project manager", c'e' Marco che ha un po' le manie del self made man (anche se bisogna tributargli tutti gli onori del caso per aver tirato su figli e fratelli ) e c'e' Sabrina che e' la meno logorroica ed ha un gran senso dell'umorismo, ma non siamo molto in confidenza e quindi non si riesce a fare fronte comune.
Parliamo di Maria: e' una ragazzona alta e robusta, un po' troppo robusta per la sua sfrenata passione per abiti attillati e di colore bianco. E' una project manager certificata ricordiamolo e quindi in ufficio va vestita con il tailleur e tacchi vertiginosi. Ama essere al centro dell'attenzione e quando si parla di qualcosa deve sempre ribadire il concetto che lei e' "la mejo". Solo con i miei amici non ha sottolineato la sua grandeur, ma credo che li considerasse troppo pezzenti per degnarli di attenzione.
Ieri e' uscito il discorso moto, forse quando Sabri mi ha chiesto se ero in giro in moto o in macchina e lei se n'e' uscita:
"Ah se mi dovro' comprare la moto, so gia' che moto prendere:l'ho vista sabato"
Gine, Sabrina e Marco:
"Che moto?"
Lei:
"Una marauder"
Io, silenzio.
Marco:
"ma no!"
Sabrina:
"Che moto e'?"
Lei:
"E' una moto un po' come.... l'harley davidson!"
Marco si lancia in una dissertazione anti custom.
Sabrina mi guarda e ci chiede:
"Ma ce la vedete su di una harley?"
E nella mia mente passa l'immagine di Maria in tailleur bianco, tacchi vertiginosi casco e occhialoni in sella ad una Electra Glide.
La telefonata della mamma mi salva in corner.
Cercare posteggio in zona smeraldo la sera della prima del musical Chicago e' da suicidio.
Alla fine mi arrendo al parcheggio a pagamento, visto e considerato che ci sono orde di vigili assatanati di sangue che pattugliano i marciapiedi cm per cm ed io
a) non risiedo in zona ergo non posso lasciare la macchina entro le linee gialle,
b) non possiedo un gratta e parcheggia ergo non posso parcheggiare entro le linee blu.
Chiamo P. per dirle che nonostante l'orribile ritardo sono in arrivo e la voce quasi quasi me l'aspettavo.
Arrivo sotto il portone, citofono mi vengono date istruzioni su come raggiungere il secondo portone.
Ricitofono e mi vengono date istruzioni sul piano a cui scendere e su come raggiungere la porta.
Mi sembra un po' di stare dentro dungeon and dragons o meglio solo dentro un dungeon, di draghi per fortuna in giro non ce ne sono, anzi una ragazza molto gentile mi aspetta per prendere l'ascensore.
Arrivo davanti ad una porta e resto indecisa se suonare o meno perche' sul campanello non vedo indicazioni. La porta si apre e P. mi dice "sei tu? ciao!" seguono baci e abbracci.
Lei invece proprio non me l'aspettavo: non riesco a collegare quel viso, quella persona che ho davanti con la persona con cui ho scambiato mail e di cui ho letto i post. Proprio c'e' uno scollegamento totale fra le due entita', quella virtuale e quella reale. Non che l'entita' virtuale avesse una immagine precisa nella mia mente solo che ... non so, forse me l'aspettavo solo un po' piu' grande.
Non mi trattengo molto, solo il tempo di fare due chiacchere, di invidiare il disco che M. ha portato a P. a natale, di rammaricarmi di essermi persa la reunion (forse un solo shock in blocco nel collegare volti e personalita' e' meglio che tanti piccoli shock) e poi corro verso il parcheggio a recuperare la mia fida micra. Il posteggiatore e' un personaggio illuminato che ha messo la mia macchina in testa alla torma di macchine che hanno affollato il garage nel frattempo, intuendo che non sarei rimasta molto. Pago, ringrazio e mi avvio verso casa.

4.2.04

WARNING sto per scrivere due righe sul film "L'ultimo samurai" in cui magari svelero' due o tre particolari della trama, tipo il finale e altre quisquilie.

Avevo scritto anche la mia opinione sul film "L'ultimo samurai", ma e' rimasta incastrata da qualche parte nella mia casella di posta, attualmente inservibile a causa dei problemi del fantastico server VO. Butto giu' due righe veloci.
Come tutti i film di cappa e spada (o meglio di kimono e spadone) mi ha coinvolto. L'onore, la lealta', il coraggio, il lato umano del combattente, i buoni sentimenti mi hanno fatto frignare buona parte del secondo tempo.
Una pecca: troppi ninja neri nell'agguato al capo samurai, peggio che un film di Bruce Lee.
Un punto a favore: niente scene di sesso.
Considerazione sul finale: io avrei fatto finire il film sulla scena del campo di battaglia, ma si sa a me piacciono i film drammatici.