30.1.04

WARNING: Qui si parla del film e si fanno commenti che svelano particolari della trama, quindi se non avete visto il film e se non avete letto il libro e non volete sapere cosa succede nel terzo film de "Il signore degli anelli" NON LEGGETE!

Ieri sera sono andata a vedere "Il ritorno del re", il terzo film della saga del signore degli anelli.
Ovviamente mi e' piaciuto un sacco. La cosa curiosa e' che per l'episodio della morte di Denetor, il reggente di Minas Tirith, io e il mio compagno di cinema ci siamo un po' alterati: ci sembrava che nel libro non ci fosse tutta la questione della pira funebre e la morte nelle fiamme. Sembrava troppo spaccara come scena, soprattutto con la caduta finale dallo sperone di roccia. Invece, caduta a parte, e' stato proprio Tolkien a decidere che Denetor in preda allo sconforto "e' uscito di senno" (come dice Pipino a Gandalf) ed ha tentato di bruciare vivo se stesso e Faramir.
Eowin mi e' piaciuta molto, e' un gran personaggio che tiene alto l'onore femminile in una storia tutta di uomini. C'e' da dire che il grande luogotenente di Sauron re dei Natzgul sembra un po' sfigato a farsi infilzare da una biondina di 50 kg. Comunque sia: onore alla dama Eowin! Detto tra parentesi Aragorn di donne non capisce nulla, sara' anche un re e avra' esigenze dinastiche, ma vuoi mettere il polso di Eowin in confronto a quella mollacione di Arwen?
Altro personaggio ben riuscito e' Pipino. Frodo invece avra' anche avuto da portare l'anello, ma non posso che dare ragione al mio amico QRZ quando sostiene che il suo sguardo corrucciato e sofferente tenuto per 3 film di seguito gli avra' provocato deformazioni permaneti alla faccia.
Martedi' sera sono andata a teatro a vedere uno spettacolo di un autore spagnolo, Note di cucina di Rodrigo Garcia.
Sono rimasta abbastanza perplessa. Io sono tipo da Avaro di Moliere o da Dodicesima Notte di Shakespeare. Mi piaceva Gasmann che leggeva la Divina Commedia, gli spettacoli di Dario Fo e/o Franca Rame. Mi piacciono gli adattamenti teatrali di Benni. Cose classiche o cose divertenti.
La recensione dello spettacolo recitava :
"Due amici cucinano attorno ad un tavolo, tra fornelli, pentolame, verdura, carne olio e tutto il necessario che gli occorre per prearare i loro piatti preferiti. Una ragazza che ha una relazione con uno di loro assiste alle schermaglie dei due amici che cercano di superarsi nell'arte culinaria. ... Si cucinano tutto quello che vedono,cio' che li circonda.Mettono tutto nel pentolone e mischiano parole e dolore. ..."
Pensavo che con la scusa della cucina raccontassero delle storie, ci fossero dei dialoghi, che le storie si intrecciassero che ci fosse una capo ed una coda. O almeno un capo e una via e che il finale fosse aperto.
Invece mi e' sembrato di vedere una serie di monologhi poco correlati fra loro, piu' o meno deliranti, piu' o meno sensati. Il cibo era violentato in diversi modi, sugli schermi che circondavano il palco venivano proiettate a tratti immagini di macellazione o cibi decomposti, mosche.
Lo scopo dell'autore, come ho scoperto solo dopo leggendo sulla locandina estratti del suo credo artistico, non era quello di inventare una storia, ma fornire spunti, stimolare il dibattito interiore dell'ascoltatore. Avendolo saputo in anticipo forse, si sarebbe potuto subodorare qualcosa sul tipo di allestimento e probabilmente rimandare la mia uscita teatrale annuale a spettacolo piu' consono.
Mi sa che sono una perbenista anche in fatto di opere teatrali. Che sia commedia o tragedia voglio un intreccio, dei personaggi definiti, un climax, una conclusione. Mi vanno anche bene i monologhi purche' raccontino storie.

27.1.04

Le prove iniziano alle otto, io alle otto meno venti sono ancora a casa di Matteo che sto mangiando i ravioli di magro.
Mi perdo alla ricerca di via Giovanni da Udine. Mi rendo conto che il metodo di contare le traverse funzionerebbe se iniziassi a contare dalla piazza giusta, avendo inziato con una piazza di anticipo mi trovo in viale espinasse senza idea di dove devo andare. Estraggo la cartina e ricontrollo il percorso. Ho qualche difficolta' a posteggiare e arrivo che la prima prova e' iniziata.
Per entrare devo sborsare i 10 euro di "ingresso con consumazione" e discutere con un tizio che vorrebbe farmi usufruire del guardaroba a tutti i costi.
Mentre sto per varcare finalmente la soglia sento una voce alle spalle: "aspettami aspettami". La signora dagli occhiali con la montatura spessa e' piu' spaesata di me.
La prima prova e' senza musica e non azzecco un passo a pagare oro. La seconda fortunatamente va meglio.
Mettono a nostra disposizione una saletta dove possiamo continuare a provare e dove ci dovremo cambiare. La condividiamo con il gruppo che fa funky e con il coro gospel.
Il momento di "andare in scena" si avvicina, iniziamo a cambiarci.
Beatrice suggerisce che possiamo cambiarci dietro una tenda, dal momento che nella saletta ci sono gli uomini del coro gospel. La signora con la monatura spessa, che ormai sfoggia unicamente la sua lingerie in pizzo e raso nero, ha un attimo di esitazione in cui medita di tuffarsi in carpiato dietro il tendaggio poi si stringe nelle spalle e dice "boh tanto nessuno ci fa caso". Tutte le altre non si pongono nemmeno il problema e saltellano in giro in perizoma.
Io ho i mutandoni di bridget jones per attutire eventuali trasparenze della gonna bianca e mi cambio in tranquillita'. Annarita un attimo prima e' in pantaloni grigi e maglia nera e un attimo dopo sfoggia il suo abito rosa confetto, neanche superman e' cosi' veloce nel cambiarsi d'abito.
Le ragazze immagine, che gia' sembrano ubriache di loro, hanno un bottiglione di vino dal quale attingono nella speranza forse di essere piu' sciolte nei movimenti. La signora sudamericana distribuisce brillantini a tutte e qualcuna si unge le braccia per essere piu' visibile.
Perizomi e cinture con medagliette, strepiti congeniti all'essenza femminile: il coro gospel non riesce a provare serenamente.
Arriva il momento di uscire. Aprono Beatrice e altre tre ragazze con un balletto con il velo, poi tocca a noi. Sbircio fra la folla per vedere se intravedo Matteo, ma non lo trovo. Inizia la musica e perdo coscienza di cosa sto facendo. Fortunatamente, perche' a ballare su di una pista da discoteca il pubblico lo si vede bene bene in faccia e quando inizia il momento dei "circoletti del bacino" un boato si innalza dal pubblico maschile. I quattro minuti passano veloci, usciamo di scena per lasciare di nuovo posto a Beatrice e alle sue compagne.
14 lezioni di danza e 4 minuti di gloria.
com'e' facile appagare l'ego femminile.

p.s. Matteo e' arrivato al pelo.

20.1.04

Fantozzi, un principiante in confronto a me.
Ieri sera rientro casa, apro la porta, trovo i coinquilini intenti al cazzeggio attorno alla tavola sparecchiata, richiudo.
Due convenevoli, poi a nanna.
Stamattina come al solito mi sono tirata su per ultima s olo quando ho sentito Maria e Sabrina uscire. Ho incrociato Marco, ho constatato che anche di mattina parla parecchio, ma si rende anche conto di avere di fronte un essere rantolante in piagiamino azzurro con coniglio quindi smette presto di parlare ed esce anche lui.
Mi preparo con calma. Sprango la camera acciocche' le donne delle pulizie non si sognino di entrare e sterminare la mia colonia di gattini di polvere. Mi accingo ad uscire.
Peccato che.... IO SIA CHIUSA DENTRO!!!!
Impossibile: ho aperto e chiuso la porta ieri sera: io possiedo una chiave di casa. Peccato che non ne voglia sapere di aprire la porta. Provo, riprovo, spintono, prendo a calci, maledico ma la porta rimane chiusa.
Telefono al custode per chiedergli se gentilmente puo' provare lui dall'esterno ad aprire, ma lui serafico risponde che non ha le chiavi perche' le hanno tenute gli operai che hanno fatto i lavori (e questo comunque di per se e' inquietante).
Chiamo la segretaria per chiedere consiglio : pare brutto prendere a sediate la porta senza essere autorizzati, vai a vedere che poi te la fanno ripagare.
La segretaria e' evasiva: ti faccio sapere.
Dato che la mia tapparella e' rimasta rotta per tre mesi reputo che la segretaria non si dara' troppa pena di estrarmi dalla casa, quindi parto alla ricerca del cacciavite per improvvisarmi Arsenio Lupin. Trovo invece la vecchia chiave della serratura.
La inserisco sento rumore di ferraglia che ruota, ma la porta continua ad essere chiusa. Reinserisco la chiave nuova: la porta si apre.
Esco e la richiudo.
Chissa' se stasera avro' un tetto sopra la mia testa o dovro' dormire sullo zerbino.

19.1.04

News dal fronte fisico

Max e' incinto di sei mesi. La notizia non mi coglie impreparata, gia' da tempo aveva palesato la vlonta' di espandere "la famiglia". E' felice, ma nemmeno questo mi stupisce, tipico della sua incoscienza. Sara' bello vedrlo alle prese con pannolini e pappe. Chissa' se la bimba sara' bionda e riccia come il papa' o mora e liscia come la mamma. Di sicuro avra' i loro bellissimi occhi azzurri.
Enri sta bene, ma si e' rotto le palle di programmare e medita di cambiare ancora una volta mestiere. Non e' il periodo adatto, ma non posso dire che non lo capisco.
Leccolo is back in action. A dire il vero non mi ricordavo ne' il soprannome, ne' le sue domande a lezione con Massa, ma il personaggio lo rammentavo con precisione. Smessi le camice da magnum PI e il giubbino di jeans nonn ha rinuciato comunque a mettere una cravatta arancione su camicia blu e giacca grigia. Pare abbia fatto una buona impressione al colloquio qui in VO con M. la sergentessa di ferro. Grande stima della non laureata per il non laureato super smanettone. Peccato che sia stato ritenuto un individuo potenzialmente sovversivo in un gruppo rigidamente organizzato e gerarchizzato.

17.1.04

Finalmente a casa! Era dal 27 dicembre che mancavo. Per chi vive fuori saranno bazzecole, ma per me che sono abituata a tornare sotto la gonna materna quasi ogni settimana era un bel po'. Incredibile quanto tempo porti via cazzeggiare in casa. Non ho fatto nulla e sono gia' le sette.

14.1.04

Notizie dal quarto piano.
Posto che a casa ultimamente ci sto poco, al ritorno dalle vacanze il nostro appartamento e' tornato quasi a pieno regime, da due persone con un bagno a testa siamo diventati 4.
Questo impone che io restringa il mio dominio incontrastato sull'armadietto della cucina vicino alla finestra e che mi adatti a condividere il bagno con un ragazzo (il quale sembra abituato ad alzare la tavoletta, il che e' consolante, ma se poi la riabbassasse sarei piu' contenta).
Il nuovo arrivato, M., e' un trasfertista e viene da Torino. E' sposato, ha due figli ed e' logorroico come "la M." Che sia una questione di iniziali?
S. in casa non l'ho mai incrociata, ma se anche lei manifestera' la stessa propensione a dare aria ai denti comincero' seriamente a pensare di avere qualche torto agli occhi del cielo.

13.1.04

Snapshots of Prague.

La scoda beige slavato del padrone di casa e la sua gentilezza al limite dell'eccessivo

La quantita' di birra ingurgitata dai cechi

Lo stinco di maiale che abbiamo mangiato l'ultima sera... uno a testa.. mi sentivo Obelix

Il sottopasso liberty Lucerna con il cavallo appeso a testa in giu'

Il numero di telefono e il mio numero di pratica del lost and found dell'aeroporto di Praga (potrei giocarli al lotto)

la difficolta' a reperire una scheda telefonica

i tetti innevati visti dalla cime dell'orologio astronomico

la sala centrale dell'antico palazzo reale

l'abside della cattedrale si San Vito vista dall'esterno

La chiesa neogotica di dubbio gusto dedicata a Santa Ludmilla nostro punto di riferimento per ritrovare casa

Il banchetto degli hot dog in Namesti miru

Il ragazzo che vendeva felafel e giros che mentre mi serviva mi ha allertato perche' presunte scippatrici si stavano avvicinando alla mia borsa.

Il ponte Carlo al tramonto.

La neve fitta fitta che dal Castello ci ha accompagnato nella camminata a casa rendendoci simili a due pupazzi di neve semoventi.

La sala da the new age con il the alla cannella arricchito con una fettina di mela secca.

Pan Prestnu (che e' il titolo del terzo film del signore degli anelli)
Praga 2004. La vacanza disorganizzata.parte III

A differenza degli ungheresi e di quanto indicato sulla Lonely, i Cechi, salvo rare eccezioni, sono molto gentili e sanno bene l'inglese. Alcune volte i negozianti appurato che sei italiano switchano da un inglese perfetto ad un buon italiano per illustrarti meglio le doti della loro merce. Credo che la concorrenza spietata che si fanno stimoli il poliglottismo.
Il nostro padrone di casa e' un simil ingegnere che lavora nell'industria del trasporto, in una ditta un tempo ungherese e ora acquisita da siemens. Fa parte di una elite privilegiata che si puo' permettere di mandare due figli all'universita' e mantenere una macchina. Hanno un appartamento di proprieta' in periferia in cui abitano e il monolocale in quasi centro della cui gestione si occupa la moglie. Nonostante questo la loro macchina e' una Skoda vecchissima e cadente. Il padrone diceva che preferisce come si sta adesso che il regime e' caduto, ma che capisce come mai ci siano alcune persone che preferivano il prima quando l'istruzione e l'assistenza sanitaria erano gratuite e dove il tasso di disoccupazione era praticamente nullo. Ora la percentuale di disoccupati o persone con occupazione precaria e' circa del 20%. Comunque in giro in metropolitana e nelle birrerie l'atmosfera che si respira e' molto occidentale, come a Budapest del resto.
Praga 2004. La vacanza disorganizzata.parte II

Che dire di Praga?
E' una citta' spettacolare, non solo per il castello o per l'orologio astronomico, ma per l'atmosfera che si respira nelle strade e nelle birrerie fumose. Per la neve che imbiancava i tetti e copriva i marciapiedi, per il tramonto visto dal ponte Carlo. E' vero che in centro i palazzi sono un susseguirsi continuo di cambiavaluta, negozi di vetro lavorato a mano e cristalli boemi, negozi di gioielli, orchestrine jazz, mendicanti scippatori e turisti, ma appena ci si allontana un po', distanti dal traffico e con i suoni attutiti dal manto nevoso sembra di essere indietro nel tempo di qualche secolo e ti aspetti di incrociare all'improvviso Salieri con la sua parrucca bianca e il pastrano che cammina per strada, come sul set di Amadeus. Detto per inciso, un giorno di pioggia ci siamo infilati in una ben poco tradizionale sala da the new age, dove non servivano alcolici e dove era vietato fumare. La scelta e' stata del tipo "ok siamo fradici, troviamo un posto in cui ci diano qualcosa di caldo da bere. ecco una sala da the' entriamo". E' risultato poi che in quel negozio avevano girato parte del film di Forman com'era discretamente indicato da alcune fotografie, l'autografo del regista e un cartellino esplicativo.
Una cosa che mi ha colpito, sebbene l'avessi letto sul costosissimo numero dei meridiani dedicato a Praga e' il consumo spropositato di birra che fanno i Cechi. I camerieri in birreria riempiono i boccali e passano per i tavoli. Appena vedono che il tuo boccale tende al vuoto te ne piazzano un'altro sotto il naso chiedendoti se ne vuoi ancora; ricevuta risposta affermativa aggiungono un segnetto in fondo al foglio delle ordinazioni e ti mollano il nuovo boccale. Penso che per un praghese la media a serata siano almeno tre boccali. Noi che spesso ci limitavamo ad un solo boccale venivamo guardati un po' come derelitti.
Praga 2004. La vacanza disorganizzata.parte I

In realta' alla vacanza avevamo pensato per tempo, trovando un volo aereo a prezzo competitivo (solo 25 euro in piu' della tariffa pulman eurolines) e un appartamentino in zona 2 a mezz'ora di cammino dalla piazza della citta' vecchia, quella con l'orologio astronomico per intenderci.
Il mio continuo peregrinare fra Genova e Milano e fra casa mia e quella di Matteo ha fatto si' che non fossi dotata di tutti gli "strumenti di viaggio" come il mio borsino antiscippo, il portafoglio vecchio da vacanza, gli indirizzi per le cartoline.
Messo il cuore in pace riguardo a questo aspetto il viaggio si e' aperto con il ritardo di due ore del volo di andata a causa del maltempo a Praga, per poi continuare con il mancato arrivo della mia valigia a destinazione e due giorni di soggiorno guastati dal fastidio di fondo di doversi infilare in qualche centro commerciale alla ricerca di un pigiama, qualche paio di mutande e delle ciabatte.
Fortunatamente M. aveva vestiti in abbondanza e cosi' un paio di calzettoni di lana dell'esercito e una maglietta termica da sci li ho recuperati dalla sua valigia.

2.1.04

Siamo a inizio anno e mentre c'e' qualcuno che il bilancio l'ha gia' chiuso ed e' passato al nuovo io sono ancora alla fase bilanci economici, affettivi,sociali, culturali,lavorativi dell'anno passato.
In media con le statistiche del Natale consumistico ed abbuffone ho speso ben il 28% della mia tredicesima in regali di Natale. A mia discolpa posso dire che erano tutti regali sentiti a persone a cui voglio molto bene.
Del 2003 vorrei cancellare l'abbaglio preso per egoismo debolezza o superficialita' che sia.
Al 2003 sono grata di avermi fatto incontrare una persona molto molto importante.
Del mio 2003 sono fiera di aver vinto quasi sempre la mia pigrizia, di essermi organizzata e di non aver trascurato amici e parenti, di essermi presa cura di me stessa dedicandomi a cose che mi interessavano, del GR20 (che rientra nelle categorie precedenti, ma merita una menzione a parte).
E' stato un anno positivo, sia perche' il destino evidentemente ci ha messo la zampa, sia perche' in modo pasticcione e arruffato ho seguito il mio istinto e il vecchio balordo, dopo qualche scherzo, mi ha servito buone mani.
Ci sono state cose che avrei potuto fare meglio. Ci sono state volte in cui avrei dovuto buttare a mare le mie stupide paure e dare di piu', espormi di piu'. Ci sono state volte in cui avrei dovuto guardare le cose da un diverso punto di vista e non chiudermi a riccio perche' le cose non prendevano la direzione da me voluta.
Quindi, per il 2004 mi propongo di continuare la via imboccata lo scorso anno e in piu' spuntare gli aculeri al riccio, uscire dal mio guscio di tartaruga, giocare a dadi con la sorte, studiare un po' e ovviamente MANGIARE MENO PASTICCI (questo proposito ci vuole sempre e deve sempre essere disatteso)!!!
Primo post del 2004... bisognerebbe scrivere forse qualcosa di molto significativo o anche qualcosa di molto tradizionale come una lista dei buoni propositi... bisognerebbe lasciare da parte l'acidume da zitella che ci rovina le relzioni interpersonali e soprattutto la vita di coppia... bisognerebbe lasciare da parte i ma ed essere sereni e costruttivi.
Ma si puo' rinnegare il mugugno congenito in apertura d'anno? Non sia mai.
Quindi mi lamento di essere in ufficio..e mi lamento che a far presenza e a coprire l'area si sia in due su venti.