18.12.09

Oggi siamo passati dall'asilo a portare i regalini da mettere sotto l'albero di Natale per i bimbi.
A chi me lo avesse detto prima che arrivassi qui avrei risposto che mi sembrava una idea del cavolo, perchè trasportare in Senegal le usanze occidentali sembra una forma di colonizzazione.
In realtà per merito oper colpa di chi non ho idea, qui si sono già occidentalizzati rispetto al Natale quindi girando si possono trovare vetrine con scritte in finta neve inneggiati ad un buon natale ed un felicve anno nuovo, i ragazzini ai bordi delle strade trafficate oltre a vendere sim della orange noccioline e quotidiani vendono babbi natali gonfiabili. E sul blvd Charles De Gaulle i cinesi vendono alberi di natale sintetici e i serpentoni luccicanti con cui agghindarli. Probabilmente bl'aspetto baraccone e colorato della ricorrenza natalizia si sposa troppo bene con il gusto kitch per la decorazione per non esserne inglobato.
Quando eravamo lì una bimbettina microscopica, uno scricciolino nero con gli occhioni grandi e le treccine si è fatta male ad un braccio. O meglio le è saltato un pezzo della medicazione che già aveva. Così mi sono improvvisata infermiera e le ho disinfettato la ferita e fatto una fasciatura. Credo sia una delle peggiori fasciature della storia, ma ci ho comunque messo il cuore nel farla.
Dopo la visita all'asilo e alla baraccopoli siamo andati di nuovo dalla sarta di gheddafi per un altro pezzo della trattativa per la casa. Si spera che domani il tutto si concluda con successo.
A pranzo siamo andati al centro culturale francese. E' uno spazio grande nel cuore di dakar con una bibliteca il cinema, la sala multimediale, il ristorante. Qui abbiamo incontrato una ragazza che lavora per il WFO (fondo mondiale per la alimentazione o qualcosa di simile). E' una tipa in gamba, che ormai sono 5 anni che gira l'Africa per lavoro. E' innamoratissima dello Zambia, mentre invece il Senegal per il momento non le ha fatto una grande impressione. Era lì con i suoi genitori venuti a trovarla per il Natale che erano in pieno sbattimento da incontro con la zozzura senegalese. Una famiglia un po' stramba ma simpatica.
POi siamo andati al sahm il centro commerciale, l'unico vero posto occidentale nel vero senso della parola in cui mi sono imbattuta in Senegal. Come siano il Meridien, il Radisson o il club med non ho idea, ma anche il residence sul mare a parcelles dove hanno alloggiato Jean e Manila, nel suo lusso era un po' sgarruppato alla senegalese. Il centro commerciale invece avrebbe potuto benissimo trovarsi in qualsiasi parte del mondo.
Il negozio di articoli sportivi dove abbiamopreso ilpallone da basket per Amadi era più ordinato e pulito di un negozio milanese. E dopo una settimana di vita sabbiosa e appiccicaticcia mi ha fatto strano entrarci.
Ora siamo in nmomento relax nell'attesa che Amadi faccia lesame e poi ci raggiunga qui a casa. E' iniziata la litania del minareto, siamo in fase lalalai inshallah a breve il muezin inviterà alla preghiera.

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