20.11.06

Wendy viene da San Francisco. Ha una testa di extension viola e rosa che sommergono la massa di capelli castano rossicci. Tiene il tutto legato attorno alla testa con una fascia nera.
Sulla schiena, sull'ombelico e sulle spalle ha tatuaggi colorati di varia natura e di vario genere. Non è alta ed è massiccia, le gambe, fasciate in calze a righe bianche e rosse, sono comunque snelle e ben tornite. La pancia, quando si siede a terra e si allunga in avanti per stirare la schiena, traborda, tatuaggio compreso, fuori dalla gonna. Quando balla però ha una grazia che a prima vista non le attribuiresti. Quando spiega è molto chiara ed è prodiga di consigli e di trucchi su come riuscire a fare i movimenti. Quando passa a controllare i movimenti si prodiga con dei "Good" di incoraggiamento.
Il seminario dura tre giorni, tre ore e mezzo di danza al giorno. Tre ore e mezzo in cui per quanto legata e legnosa io sia, mi sento degnata di considerazione quanto coloro che insegnano danza e ballano di mestiere.
Domenica mattina, sulla via per la palestra, incontro tre ragazze che frequentano lo stage. Due sono di Torino, una di Firenze. La ragazza di Firenze tiene banco nella conversazione. Parla di musiche che non ho mai sentito nominare, parla di ballerine famose, spiega le coreografie che sta montando, dice che balla su musiche celtiche facendo arabesque e buttandosi al suolo, mostra le ferite di guerra di tutto questo suo volare. Io la guardo un po' perplessa, consolata dal fatto che anche la altre due mostrino altrettanta perplessità, nonostante ballino da lungo tempo. La ragazza conclude dicendo "Per avere successo bisogna ballare ciò che piace che ci fa sentire a nostro agio. Ad esempio io ballo quasi solo musica contemporanea. A me il raqs sharqi fa proprio schifo e mi rifiuto di ballarlo. Ma voi, cosa ballate?". Le torinesi in coro: "Il raqs sharqui". A quel punto fingo un attacco di tosse e mi giro dall'altro lato.
Nonostante Wendy faccia parte della Compagnia Definitiva che balla questo stile, nonostante venga chiamata in Italia a caro prezzo dalla scuole, dai suoi racconti si capisce che normalmente negli Stati Uniti balla a matrimoni o a eventi aziendali, gli eventi maggiori sono festival di danza. Lei però è una di quelle persone che probabilmente riesce a fare ciò che ha voglia di fare e a divertirsi lavorando.
Ieri sera, in tutt'altro campo, tutt'altro genere, ne ho incontrata un'altra. Questo per certi versi mi rallegra e mi dà speranza.

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