1.12.06

Delirio del venerdì pomeriggio
All'inizio la barca era nuova e a remare si era in pochi ed entusiasti.
Poi è sopravvenuto un problema di sovraffollamento, ma si continuava a remare vicini vicini.
Il sovraffollamento poi è diventato cronico e l'equipaggio sempre peggio assortito: chi remava in una direzione, chi in un'altra, chi tentava di strapparti un remo, la barca avanzava a fatica.
A furia di ricevere remate sulle dita poi l'entusiasmo fra i rematori è scemato. Anche se a prua, poppa, badordo e tribordo sono comparsi dei motivatori armati di megafono, la barca non riusciva ad imboccare una direzione precisa.
La barca poi con tutto quel sovraffollamento e quella confusione, ha cominciato ad imbarcare acqua.
I rematori pian piano hanno iniziato ad abbandonare le postazioni cogliendo gli opportuni riflussi della corrente.
Chi era lì sin dal principio era stato costretto dal sovraffollamento in un angolo lontano dal bordo, schiacciato contro le nasse e bloccato dalle altre persone.
La salsedine aveva cementato gli abiti e le reti, la mancanza di movimento indolenzito le articolazioni, raggiungere la salvezza sembrava impossibile.
Oggi uno degli anziani si è liberato.
Non so se trarne auspici di speranza o smadonnare perché sono ancora qui in mezzo ai flutti.

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