29.11.06

Leggendo le cronache di Rafaeli dalla cruccolandia e riflettendo sul fatto che tedeschi si nasce, mi sono messa a pensare a quanto gli stereotipi siano potenti. Il primo anno di Università, la prima lezione del corso di geometria, il professore si lanciò in una filippica, il cui scopo presumo fosse quello di accelerare la selezione naturale del corpo studenti. Se alle funeste previsioni sulla percentuale dei presenti che sarebbe arrivata a seguire le lezioni fino a giugno e sull'ulteriore sottoinsieme di questi che sarebbe giunto alla laurea in tempi ragionevoli, non prestai molta attenzione sull'onda dell'entusiasmo della giovane matricola universitaria all'inizio del corso di studi. Lì per lì non feci nemmeno troppo caso alle sparate campanilistiche sull'orgoglio dell'essere fisici. Quest'ultimo concetto però deve essere in qualche modo penetrato nel mio subconscio ed esserci rimasto intrappolato, tanto che, ancora oggi, quando mi chiedono se sono un ingegnere mi vien da saltare sulla sedia e dire "no! sono laureata in Fisica!".
Per non parlare poi del fatto che di fronte ad un ingegnere, che non presenti le caratteristiche dello stereotipo della categoria, mi viene da pensare non che lo stereotipo in quanto tale è mendace, quanto piuttosto che ho davanti un esemplare di ingegnere atipico. Pensandoci bene ho conosciuto almeno un tedesco atipico che di mestiere fa il pizzaiolo surfista. Come sarà un ingegnere tedesco e quale sarà il grado di stravaganza di un ingegnere tedesco atipico?

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