20.12.06

Oggi seconda tappa del tour de force dei festeggiamenti aziendali. Fortunatamente la mia azienda nonostante la fusione di recente avvenuta, ha mentenuto la sua tradizionale "braccinità" piemontese quindi niente cena, ma misero aperitivo aziendale a tempo limitato, dalle 18 alle 20.30. Guai a sforare che poi qualcuno crede che gli venga offerta la cena.
Questo Natale, ribadiamolo, mi ha già scocciato. Partita a inizio dicembre piena di entusiasmo nella decorazione dell'albero e nell'acquisto dei regali di Natale, mi ritrovo oggi a non aver ancora comprato i regali più importanti. Le caselle sul calendario dell'avvento si aprono a ritmo forsennato catapultandomi in zona Cesarini.
Il 22 dicembre sarà ufficilamente la giornata del demonio con una sveglia all'alba per poter essere in orario dal perito genovese per la verifica del danno subito dalla micra nel tamponamento di luglio a danno del Marito a Milano (per la serie che velocità e che coerenza). Proseguirà con una coda alla posta per il ritiro di una raccomandata (speriamo che non sia una multa), mi vedrà impegnata in agenzia di viaggio a ritirare la documentazione per il viaggio a Parigi e infine, esanime, a procurarmi i regali di Natale mancanti.
Il 24 poi ci sarà il cenone della vigilia, il momento nevralgico dei festeggiamenti nella mia famiglia. Quest'anno saranno coinvolti anche il Marito e i Suoceri. Ero felicissima di queste bella riunione, in cui avrei fatto da co-anfitrione con mia mamma, perché si sa, sono un'anima semplice e le riunione di famiglia natalizie mi fanno piacere. Il problema è che tutti si sentono in dovere di cucinare qualcosa. Ma io dico, da quando in qua uno quando è invitato a cena deve portarsi da mangiare? A meno che non sia la classica festa dove ciascuno porta qualcosa, ovviamente. Invece tutti a insistere. E così io che mi ero studiata tutti gli antipasti, sono stata spodestata del ruolo di preparatrice di antipasti e relegata alla preparazione di un secondo piatto vegetariano. Io che sognavo l'arrosto croccante fatto da mia madre mi ritroverò a dover mangiare quello cotto in pentola a pressione da mia zia.
Mia madre mi dice di guardare il lato positivo, non dovremo cucinare quasi nulla. Bella soddisfazione, cucinare è la parte divertente!
Ripensandoci però anche io ho trovato il lato positivo della faccenda: probabilmente mangerò molto meno che se avessimo cucinato io e mia madre.Almeno la linea è salva.

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