26.1.06

Nevica, ma sono triste. Come se il freddo mi fosse entrato dentro assieme ai fiocchi che ho respirato nelle laboriose operazioni di discesa dalla macchina con due zainetti e una borsa.
E' strano, la neve abitualmente mi fa felice come una bambina, ma questa mattina mi sono svegliata più adulta del solito, pensando ai disagi del traffico e al freddo ai piedi.
Ogni fiocco un po' piu' triste, a pensare che ormai non è più tempo per tante cose, nemmeno per osservare estasiata la danza dei cristalli.
D.G. mi diceva che sono una donna e a me questa cosa sembrava strana, non mi sembrava di essere cresciuta, mi sentivo una ragazza. La ragazza che mi guarda con la maglia dei Pearl Jam e i calzoncini di jeans, dalla foto che Y. tiene sul cassettone in memoria dei vecchi tempi.
E non è questione che adesso peso 10 Kg in più di allora o che sono passati 12 anni e ho iniziato a combattere i capelli bianchi, perché fino a ieri mi stupivo del fatto che la gente mi chiamasse signora. E' che un giorno ti alzi e scopri che le porte che pensavi di aver accostato sono chiuse ed hai perso la chiave, potresti prenderle a spallate fino a buttarle giù e magari ci riusciresti anche, ma sei sicura che ne varrebbe la pena? Ma la cosa più triste è che per i fiocchi di neve non c'è nulla da fare, quelli li hai persi per sempre.

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