16.9.04

La mia carenza di sonno si aggrava di giorno in giorno.

Ieri sera mi ero ripromessa di "fare un salto" alla festa di compleanno del mio ex coinquilino e tornare velocemente a casa (anche perchè in zona c'era almeno una persona che non avevo voglia di vedere), salvo poi rimanere fino a notte inoltrata nell'attesa che il temporale cessasse la sua furia. Ogni volta che facevo l'atto di abbandonare la mia sedia a seguito di una presunta diminuizione del flusso della pioggia, si scatenavano una serie di lampi da gelare il sangue.

Dalla mia sedia strategicamente piazzata vicino alla finestra di cucina, osservavo il playground del broccolamento aziendale ed extra aziendale.
In mezzo a colleghe ninfette bionde il playboy della bassa mantovana non riusciva a indirizzare gli sforzi in una direzione precisa, carezzando il braccio della fanciulla dal top turchese, abbracciando la rossa entrata senza salutare nessuno, porgendo il bicchiere alla mechata abbigliata da lezione di funky. Sarei pronta a scommettere che non abbia rimediato nemmeno un appuntamento, anche se sono la prima a riconoscere che di primo acchito fa la sua figura. Più scientifico il ricciolino che dopo avermi istruito sul fatto che quelle siciliane sono lE arancinE di riso (e non GLI arancinI) ha suddiviso la serata in finestre temporali di ugual dimensione, appartandosi in fitte conversazioni con una sola fanciulla alla volta. Il bresciano che alle elementari tifava sampdoria si è anchilosato a lato della sedia di una leccese né bionda né ninfetta, ma discretamente carina.
Io ho evitato di rimanere intrappolata in spinose discussioni politiche con il cestista berlusconiano, allontanandomi non appena ho sentito pronunciare la data 11/9. Sono poi ritornata nei paraggi quando si discorreva di cose di poco conto per constatare che a tratti è piacevole scambiarci due parole. Anche se Giuli dal Giappone mi ammonisce a non farmi abbindolare.

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