Ieri sera alle 23.50, aspettando di far passare i 20 minuti necessari
acciocché la tinta facesse presa su quel ciuffetto bastardo di capelli
bianchi al centro del mio cranio, ho iniziato "Il codice Da Vinci".
Ovviamente espletate le operazioni di rimozione tinta dai miei capelli,
dal lavandino e dalla vasca da bagno, dal pavimento, dalla maglietta,
dalla fronte e dal braccio sinistro appena sotto il tatuaggio (come dire
che non sono esattamente portata per i lavori da parrucchiera), asciugati
i capelli, infilato il pigiama, arrivate le 00.30 ho continuato a leggere.
Il libro è costruito a bella posta per finire ciascun capitolo in modo tale
da non rispondere alle curiosità che suscita, in maniera peraltro sfacciata.
Il libro per ora è ambientato a Parigi. L'unica pecca è che per andare da
Place Vendome ai giardini de la Tuillerie l'auto corre verso sud, ma Robert Langdon
ha il tempo di osservare con attenzione un sacco di particolari architettonici,
peccato che andando a piedi ci voglia non più di un minuto, figuriamoci su di un'
auto in corsa.
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