D'inverno la bitmap del mio guardaroba è monocromatica: bianco nero grigio.
Ci sarebbe una gonna verde acido, ma, per usare le parole di un mio collega,
quella fa parte dell'abbigliamento "da gara", quindi non vale.
Ad aggravare la situazione di questa mia tendenza latente, per quanto non pienamente
espressa al dark, giungono i miei capelli. Di recente la frase più gettonata
riguardo alla mia folta chioma è "che capelli scuri che hai". E se la cosa
può avere un suo senso detta da persone che non mi vedono da prima della
mia ultima visita dal parrucchiere (che risale ai primi dell'anno), si fa
invece inquietante quando pronunciata dalla mia coinquilina che mi vede tutti
i santi giorni .
Come se la malinconia dark del mio vestiario avesse contagiato
i capelli, che poi smettessero di crescere i capelli bianchi... ma quelli indomiti
non si lasciano convincere ad abbandonare il campo.
Ieri, la prima visita ad un negozio di mobili per un preventivo per la cucina.
Per una volta in linea coi consigli di mia madre, sono entrata per sapere il
prezzo di una cucina in rovere sbiancato che da qualche mese fa bella mostra
di sé in vetrina.
Il negoziante mi ha sì mostrato i pregi della cucina suddetta,
che era poi il pezzo forte, la più cara del negozio, ma poi mi ha
trascinato attraverso la varie cucine in esposizione sino a quella che
secondo lui faceva per me, la cucina definitiva: una cucina in rovere grigio.
A dirla tutta una cucina praticamente NERA.
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