16.2.05

Alle 7.45 ho parcheggiato davanti all'ufficio. Ci ho pensato un attimo, poi ho deciso che strisciando il badge prima delle otto si sarebbe di certo prodotto un qualche evento catastrofico, tipo l'apertura di una crepa spazio temporale ed io sarei stata catapultata in mezzo ai dinosauri con il mio zainetto del portatile sulle spalle. Così ho deciso di andare a comprare il giornale, poi sull'onda dell'entusiasmo di spingermi fino al panificio. Mi sono resa conto che l'antelucanità dell'orario era uno stato della mia mente. La gente alle otto meno un quarto si aggira attiva con pargoli al seguito, fanciulli dotati di enormi cartelle si dimenano e urlano per strada e soprattutto : tutti vanno dal panettiere.
La sciure del panificio sono lente, esasperanti e lente, la mattina poi, vinte dal sonno, sono ancora più lente. Sono stata dentro 5 minuti e l'unica persona che stava servendo è riuscita a mettere 4 uova in un sacchetto con una flemma invidiabile se si considera il numero di persone accalcate oltre il banco. Ho controllato la focaccia appilata al di là del vetro ed ho deciso che non valeva la pena di tanto sbattimento. Sono uscita. Ho strisciato il badge alle 7.58 e l'ascensore non mi ha inghiottito.

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