29.10.04

I girini in incubazione nelle tasche del mio giubbino della moto devono essersi trasformati in ranocchie, stamattina infatti la mia giacca saltellava allegra per l'appartamento. I guanti invece non ne volevano sapere di staccarsi dal calorifero, un po' come quando uno al momento di alzarsi la mattina infila la testa sotto il cuscino e si gira dall'altra parte.
Ho preso un passagio dalla mia coinquilina. Sul cavalcavia Don Milani non ci passo mai. Oggi il paesaggio era di un inquietante grigiore. Là sotto il naviglio vuoto pareva più triste del solito e tra le gocce sul finestrino i palazzi in costruzione in fondo a via savona sembravano scheletri abbandonati. E dire che le gru si stavano muovendo.
Il cartello sulla soglia del cantiere recitava: in quest'area verrà edificato un quartiere residenziale: appartamenti di varie metrature immersi nel verde. Ho aguzzato la vista, ma l'unico verde nei paraggi era quello del camion dell'amsa in coda poco più avanti.

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