4.3.06

Tempo grigio e cupo, mareggiata, salino che si appiccica addosso. Passeggiare è un po' come indossare un cappotto di tristezza, anche se sto pur sempre respirando aria di casa.
La mia resistenza con le bacchette in mano è di un minuto e mezzo, possiamo aspirare ad un futuro da duo punk. O forse dovremmo darci al post rock e allora il mio limite di resistenza potrebbe spostarsi in avanti.
Mi servirebbe un corso per corrispondenza della scuola radio elettra per batteristi, con esercizi di potenziamento dei muscoli delle gambe e delle braccia. E dire che il mio sogno sarebbe suonare con la doppia cassa... forse devo cominciare a farmi di ovomaltina prima di andare in sala prove.
Fedele alla linea continuo a dedicarmi a 500 cose simultaneamente, facendole tutte male. Forse un giorno capirò su quale binario incanalare le mie energie.
Nel frattempo nel post sala prove continua la meticolosa ricerca di locali improbabili in cui consumare cene tardiva. Dopo il ristorante latino della scorsa settimana, questa volta siamo finiti nella pizzeria italiana di periferia. Il cameriere sembrava uno dei personaggi dei simpson, la clientela era composta da una coppia ucraina che mangiava pasta con le vongole, una famiglia con componenti di svariate nazionalità dall'estremo oriente fino all'africa mediterranea passando per l'italia, che fotografava l'evoluzione della cena minuto per minuto, un clown fuori servizio che si faceva un amaretto di saronnno con ghiaccio, e poi noi. Che a dire il vero non stonavamo nemmeno troppo con l'ambiente circostante. E questo probabilmente dovrebbe farci riflettere.

Nessun commento: