2.3.06

Ogni mattina il risveglio è più traumatico, le energie diminuiscono e il concetto di tempo libero è avvolto in una nebulosa che lo rende indistinto. A volte il mio desiderio sarebbe solo quello di andare a casa e sedermi sul divano avvolta nello scialletto da nonnina, a guardare un film, farmi le unghie, sfogliare una rivista o solo sonnecchiare. Sono vittima di un meccanismo perverso da me creato. Mi dico che non posso darla vinta al lavoro e rintanarmi in casa appena uscita dall'ufficio, così anche se sono stanca attraverso la città e vado alla mia lezione di danza o alla riunione dell'associazione o a qualsiasi altra cosa io abbia scelto di partecipare. E nel finesettimana, vorremo mica restare a Milano a ingrigire insieme al tempo? Bisognerà pure respirare aria buona, fare un po' di moto o anche solo andare a trovare mamma e babbo in terra natia. E quando per sbaglio uno ha 5 minuti per stare in casa? Mica si può vivere nel casino e nella sporcizia, stirare la roba alla mattina sul letto disfatto o lasciare che le piante appassiscano, bisognerà pur creare le condizioni di igiene ed ordine minime che rendano piacevole la permanenza in casa. E poi? E poi il tempo per godersele rimane o si ricomincia il giro? Inutile rispondere. Sono io che ho creato il mostro sono io che lo devo distruggere, solo che mediamente sono troppo invischiata in tutto questo per rendermene conto. Tutto per dire che mi sta anche passando la voglia di andare a sciare fra due finesettimana il che a conti fatti significa che sto alle cozze.

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