7.3.06

Questo non è il vento di mare umido e appicicaticcio, che fa tremare i lampioni nel vicoletto e bruciare le narici con la salsedine. Quel vento che se chiudo gli occhi, sdraiata nel mio letto a casa di mia madre, posso fingere di essere sotto coperta in una barca a vela, in attesa del giorno successivo per salpare.
Questo è un vento a raffiche che scuote gli alberi e li piega quasi a spezzarli. Un vento che cerca di coglierti distratto, sul ciglio del marciapiede per sbatterti giù. Un vento bizzoso che si accanisce con i fumatori, che per quanto si curvino ed accartoccino su loro stessi e facciano scudo con le mani, non riescono ad accendersi la cicca. Che poi, anche se ci riuscissero, non sarebbero certo loro a fumarla.
E' un vento secco che spazza via tutto e lascia il cielo azzurro anche in città liberando la visuale fino alle montagne.
Ci vorrebbe un vento così anche dentro che spazzasse via le cartacce inutili e sgombrasse la mente, per poi andarsene e lasciarmi libera di riempire ordinatamente nuovi fogli. Invece, non per niente sono nata al mare, è la salsedine che fa da padrona, inumidisce ed accartoccia i miei appunti e mi fa passare la voglia di fare ordine. Ho un malloppo di righe e quadretti scarabocchiati che non si riesce a districare. Non che importi più di tanto, del resto sono felice, solo vorrei imparare a vivere in assenza di simmetria. Perché che la parità non si conservi è una legge fisica e non ha senso ostinarsi a non accettarlo.

Nessun commento: