E finalmente il resoconto della vacanza minuto per minuto
30 luglio
ore 04.30: siamo in strada, macchina carica. Aspettiamo Gianni e Paola: sono in ritardo.
Sono quasi le 5 quando uno stridore di gomme sull'asfalto annuncia l'arrivo di una
macchina a velocità eccessiva, andatura da persona in ritardo. Infatti è la focus
di Gianni: presentazioni varie e via! si parte.
In autostrada assistiamo ad un fenomeno di cui non conoscevo l'esistenza: la transumanza
dei marocchini verso il paese d'origine. Carovane di macchine di svariate forme e dimensioni
tutte cariche all'inverosimile. Tutti con un cumolo imprecisato di roba sul tetto, coperta
da teli di plastica e assemblata con lo scotch da pacchi. Non mancano mai biciclette e copertoni.
I più facoltosi sono quelli alla guida di auto francesi.
Il caldo è insopportabile per tutto il viaggio. La fida Micra è sempre fida e sempre capiente,
ma le manca un optional fondamentale: l'aria condizionata. Fondamentale almeno per un viaggio
di 950 Km in autostrada alle soglie di agosto. In realtà avvicinandoci a Lourdes cominciano
a vedersi le nuvole che a Cauterets sono uno strato compatto. Scesi dalla macchina a destinazione
indossiamo subito la felpina d'ordinanza.
31 luglio
Si parte sui sentieri del GR10. Decidiamo di lasciare la macchina a Pont d'Espagne (1496 m) che è 6 Km più
in alto di Cauterets. O meglio decidiamo di lasciarne una in paese e una a Pont d'Espagne il che comporta
un andrivieni fra Cauterets e pont d'espagne che lascia un po' perplessi i piloti che ad un certo punto
ci chiamano per sapere che devono farsene delle macchine suscitando crisi di risa scomposte.
In questo andrivieni il tempo migliora e la prima tappa passa sotto il sole.
L'idea sarebbe quella di raggiungere il rifugio di Baysellance, ma sarà che è il primo giorno,
sarà che gli zaini sono pesanti, sarà che per strada ci sono tante cose da fotografare, quando arriviamo
all' Oulettes de Gaube siamo belli scoppiatelli e ci perdiamo nella contemplazione del ghiacciaio
del Vignemale. Arrivano le nubi e il passo dell' Hurquette d'Ossue ci sembra troppo in alto (2734 m e siamo
solo a 2150m) così decidiamo di passare la notte in rifugio. Per dormire vogliono 14 euri a cranio,
non c'è l'uso cucina e soprattutto non c'è la doccia. La scelta comunque si rivela oculata perché durante
la notte vengono giù ramate d'acqua da non credere.
1 agosto
Partiamo sotto la pioggerella che salendo diventa grandine sottile. Fa un freddo porco e manco a dirlo c'è vento.
A scaldarci c'è la salita: quasi 600m di dislivello in terreno morenico o comunque in uno sfasciume di rocce
e roccette. In cima giusto il tempo di posare lo zaino mangiare una prugna secca , poi il freddo ci attanaglia di nuovo
e io e il Fidanzato ci precipitiamo al rifugio Bayesellance dall'altro versante del monte. Arriviamo giusto sull'inizio del super temporale che
invece investe in pieno tutti gli altri. Al rifugio, sebbene l'attesa per averlo sia lunga, fanno un ottimo
vin brulé che ci rinfranca un po'. La discesa all' Oulettes d'Ossue (1836 m , un lago in cui confluiscono tutte le
svariate cascatelle e rivoletti che scendono dal colle) procede in mezzo alla nebbia più completa e sotto tratti
di pioggia. Di lì poi decidiamo di arrivare fino a Gavarnie invece che al Grange de Holle il rifugio raccomandato
dalla guida, nella speranza di rovare alloggio confortevole doccia calda e rifornimenti. Le speranze non
vengono deluse, ma negli 8 km di strada asfaltata facciamo in tempo a beccarci tutta l'acqua che non avevamo
preso fino a quel momento arrivando a Gavarnie(1365 m) bagnati fino alle ossa.
2 agosto
Decidiamo di aspettare che la perturbazione passi. L'appartamento è carino e confortevole. Ci dedichiamo a
vini e formaggi, poi nel primo pomeriggio per non essere troppo squallidamente pigri ce ne andiamo
alla Gran Cascade a rimirare da sotto il Cirque della Gavarnie. Sono 700m di dislivello in una passeggiata per
famiglie. Faccio un servizio fotografico alla cascata da ogni angolazione, peccato che poi le foto non
rendano mai. La Gran Cascade è la cascata più alta di Europa con i suoi 497 m di altezza.
3 agosto
Il tempo è bello, è ora di riprendere il trekking serio. Il programma è di arrivare a Luz Saint Saveur.
Scendiamo un pezzo lungo la strada principale, poi attraversiamo il fiume e imbocchiamo una super rampa
che ci riporta sul sentiero del GR10. In cima alla rampa facciamo uno spuntino a base di frutta secca
e siamo solo all'inizio! Ma dopo un giorno di cazzeggio incominciare con una salita stronca gambe non è
piacevole. Riprendiamo il cammino e passiamo davanti alla gite di Saugué (1610 m) e di lì proseguiamo fino
al col de Suberpeyre (1725m). In realtà ci sarebbe l'idea di fermarsi a pranzo vero l'una e mezza, ma all'ora
prestabilita per il pranzo siamo su di un sentiero strettissimo circondato di piante di ginepro e cespugli
di mirtillo che non consente soste di alcun genere, quindi per poterci rifocillare dobbiamo arrivare fino
in cima. Dopo il colle inizia la discesa nella Sapiniere de Bois una grossa pineta, su di un sentiero sconnesso
e "franabile" a causa del transito delle mucche. La discesa prosegue in picchiata fino a Trimbareilles che è
a 1000m. Giunti qui abbiamo già la rotule ridotte a marmellata e ci sono principi di ammutinamento, tipo
il mio che sono intenzionata a piantare la tenda nel giardino di una graziosa casetta e passare la notte lì.
Gianni e Paola scroccano un passaggio da Pragneres fino a Luz. Noi invece continuiamo indomiti. Al
pont d'Esdourocats (895 m), dopo aver fatto un pezzo di strada asfaltata e super trafficata ci si presenta un'ardua decisione.
Proseguire sulla strada a rischio della salute (c'è coda e le macchine incolonnate producono una quantità di smog
non da poco se confrontate con l'aria pura dei monti circostanti) o prendere il sentiero. Prendiamo
il sentiero ma ce ne pentiamo quasi subito perché invece di procedere parallelo alla strada sale, sale, sale, sale.
Quando arriviamo nel punto più alto dopo 45 minuti e passa di marcia forzata ci rendiamo conto che il
ponte in linea d'aria è ancora vicinissimoe di conseguenza Luz ancora lontano. La discesa ci porta dai
1025 m della Crois de Sia fino ai 738 di St Saveur ed infine al campeggio de Toy a Luz (720m), dopo
quasi 10 ore di cammino totali. Piantiamo la tenda e facciamo giusto in tempo a fare la doccia (fortunatamente calda) e a mettere
la minestra nel piatto prima del sopraggiungere dell'oscurità.
4 agosto
Oggi si ritorna a Cauterets per chiudere l'anello. Sarà un'altra tappa massacro e sarà anche meno spettacolare
della precedente. Paola stanca dal giorno prima decide di glissare e se ne va alla stazione degli autobus
alla ricerca di un mezzo che la riporti a Cauterets che non siano le sue gambe. Noi sbagliamo strada in partenza
e così ci tocca una super rampa iniziale peggiore di quella del giorno precedente. Di rampa in rampa arriviamo a
Grust(975m) un grazioso paesino pieno di fontane e fontanelle di acqua potabile, genere che scomparirà poi per
tutto il resto della tappa costringendoci a razionare le bevute.
Dopo Grust c'è un pezzo di strada veramente noioso che porta a Bederet (1680m), uno dei punti di partenza degli
impianti di risalita del complesso sciistico di Luz Ardiden. Si fa in parte sulla strada asfaltata in parte sul sentiero
che consente di tagliare i tornanti (anche se non è ben indicato ed è facile perderlo di vista).
Da Bederet si sale lungo la seggiovia prima e lungo la pista da sci dopo per arrivare al Col de Riu (1949 m).
Quando si arriva sul colle si pensa che il più sia fatto invece restano ancora quei 1000m di discesa per arrivare a Cauterets.
Per fortuna ad un certo punto nel bosco c'è lo Chalet della regina Hortense dove sostiamo per farci una birretta
ristoratrice.
A Cauterets optiamo ancora una volta per il campeggio.
5 agosto
La compagnia si divide. Io e il Fidanzato decidiamo di andare a fare un pic nic al Lac d'Estaing dal momento che il giorno dopo
ci attende il rientro in macchina, gli altri ripendono la via dei monti chi con l'intenzione di pernottare in quota chi con
l'intenzione di ritornare a sera in campeggio. La giornata scorre tranquilla sui prati al sole, le uniche attività
risconrabili nei soggetti dediti al pic nic sono: spostamento dell'asciugmanao da sole ad ombra e viceversa, ingestione di
formaggi e dolcetti, puccio dei piedi nel ruscello e in preda ad iperattività scatto di qualche foto.
6 agosto
14 ore di macchina.
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