13.6.05

Probabilmente è solo che non ero pronta, ma sabato sera, al teatro verdi, quando dopo 5 minuti ho realizzato che per tutto lo spettacolo non sarebbe stata proferita alcuna parola, sono stata presa dallo sconforto.
Soprattutto perché de "il violino, il soldato e il diavolo" conoscevo solo il titolo, ma non avevo idea di come si svolgesse la storia.
Non è unicamente questione che devo finire gli ingressi del mio carnet Invito a Teatro, a volte capita che io finisca ad assistere a qualche film, concerto o spettacolo teatrale senza sapere esattamente a cosa sto andando incontro. Questo, se da un lato non mi crea false aspettative, dall'altro può risultare pericoloso: sabato ad esempio ero reduce da un doppio aperitivo senza cena e il mio neurone non brillava per agilità.
Sul palco c'è la guerra, due figure con pastrani militari si sfidano a dadi, poi a hockey, per passare alle mazze da baseball finendo poi per scannarsi.
Ci sono persone in fuga e sono scarponi che camminano sullo sfondo.
C'è filo spinato e ci sono prigionieri: braccia nelle pieghe del filo.
Poi arriva il soldato disertore, si libera di elmetto e bandoliera e si addormenta.
Arriva il violino incantato e il soldato rapito lo insegue fino ad impossessarsene.
A questo punto manca il diavolo che arriva sotto forma di una figura tutta nera con l'ombrello e anche lui vuole il violino.
Quel che segue è un bello spettacolo di mimi, con spirali luminose che diventano occhi, cornici che diventano porte, un soldato che si aggira col violino e poi se lo fa rubare da un diavolo che va in giro con l'ombrello.
Durata totale 1 h e 15, non si fa in tempo ad annoiarsi anche se il genere non è decisamente il mio.

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