16.6.05

Ieri sera Il calapranzi al Teatro Litta e con questo ho concluso il mio carnet di Invito a Teatro.
Il Litta è in centro e a dispetto dell'ingresso angusto e della biglietteria composta da una unica scrivania, quando entri ti rendi conto che è spazioso e arioso ed è un vero teatro, di quelli all'antica, con il fregio sopra la scena e il sipario cremisi con le nappine appese.
Lo spettacolo è un atto unico di un'ora e dieci, ho fatto caso che in biglietteria ci tengono ad avvertire gli spettatori a cosa vanno incontro e tappezzano l'ingresso di cartelli con indicazioni della durata.
Pinter nella mia testa è legato al teatro dell'assurdo, anche se come apprendo in wikipedia non è uno dei four defining playwrights del movimento. Non mi stupisco più di tanto del no sense delle situazioni e quando l'atto si conclude non sono disturbata dal non avere certezze. La signora al mio fianco invece vedo che stringe il braccio del suo accompagnatore convulsamente domandando: "ma è morto? ma perché? ma cosa ci facevano lì? e chi era che gli dava gli ordini?" con l'aria palesemente smarrita di chi ha appena realizzato che non avrà risposta alle sue domande. Poi si è girata dal mio lato chiedendomi:
"mi scusi, ma a lei è piaciuto?"
scuotendo successivamente il capo alla mia risposta affermativa, con l'aria di chi pensa di essere capitata in mezzo ad un gruppo di pazzi.

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