Il Carcano è grande, ha le poltrone di velluto rosso, con il retro di legno e il sedile con
la ribaltina. Le file sono un po' troppo vicine le une alle altre, le mie ginocchia reclamano
vendetta al cielo e davanti a me è seduto un 12enne con una carriera da cestista.
Fa caldo, l'aria è secca e la gente continua a tossire. Gli adulti a luce spenta sono
peggio dei ragazzini, ricercano nella borsa le caramelle, tossiscono,
si lamentano di non sentire quello che viene detto sul palco (porco cazzo io ci sentirei
se loro la piantassero di fare casino). I ragazzini della fila davanti sono assopiti in
posizioni innaturali sulle poltrone, ma non disturbano.
Sul palco è in scena Così è (se vi pare) di Pirandello per la regia di Giulio Bosetti.
L'allestimento è molto classico, gli attori bravi, Pirandello è sempre Pirandello,
la soggettività della realtà che ci circonda, il fatto che ciascuno sia quello che gli
altri credono l'impossibilità di stabilire la verità.
All'uscita sono mediamente soddisfatta, anche se Pirandello continuo a preferirlo sulla
carta stampata.
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