Domenica mattina il mio approccio al mondo circostante era decisamente
poco obiettivo, nonostante per una volta il sole fosse visibile sul fondo
di un cielo quasi azzurro.
La Serravalle percorsa un migliaio di volte mi presentava caselli
non previsti in luoghi inconsueti, i chilometri che mi separavano dalla meta
crescevano in maniera non lineare. Quando ormai pensavo di essere stata
inghiottita in un gorgo spazio temporale l'odore di reazione chimica altamente
cancerogena mi ha annunciato la presenza della raffineria e quindi dell'uscita
di Busalla.
Andrea e Fra mi aspettavano pazienti davanti alla Coop di Sarissola, con loro
ho proseguito verso casa di Mirna e la polenta.
Al solito c'è parecchia gente e un fuoco caldo e scoppiettante nel camino.
Fritz è svizzero, gli occhi azzurri penetranti non sono offuscati dalle lenti
fotocromatiche scurite dal sole.
A pranzo fra polenta al sugo e ai formaggi ci illustra il funzionamento
del servizio militare elvetico nonché le ragioni geomorfiche che rendono
impossibile una rapida conquista della Svizzera.
La sua fidanzata è preoccupata per un possibile tracollo psicologico di noi
ascoltatori e tenta di distrarlo.
Ogni gesto, ogni parola rivelano le origini di Fritz che prosegue nella sua
dissertazione con tenacia.
Poi però arrivati al dolce improvvisamente si trasforma e ci stende a tappeto
con una verve comica e doti di mimo insospettabili fino a quel momento.
La giornata scorre via veloce e piacevole, l'approccio alla Serravalle comunque non migliora complici la pioggia torrenziale di Tortona e il traffico impazzito.
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