30.5.04

Capitolo tre. 23/05/2004

L’adozione.

La tappa Vizzavona (920 m) – Capannelle (1586 m) a detta di mio padre che l’aveva fatta in giornata avanti e indietro non era poi così difficile. La guida però indicava una lunghezza di 13,5 Km con un dislivello iniziale di 720 m da percorrere in 2h e 45 minuti. Durata complessiva della tappa 5h 15 minuti. Contando che la salita si snoda praticamente all’interno della foresta e che il giorno prima a Vizzavona aveva piovuto, il mio battesimo sul sentiero mi ha visto ansimare nell’umidità del bosco per buona parte della salita.
Nel bosco ho superato un gruppo di 5 francesi che avevo già visto a cena alla Gite i quali vedendomi arrivare si sono dati di gomito dicendo qualcosa che suonava all’incirca la jeune fille arrive e poi molto gentilmente mi hanno offerto dell’acqua e delle albicocche secche. A onore del vero va detto che il mio unico neurone era troppo annebbiato della fatica per formulare una risposta cordiale e in francese, quindi ho declinato l’offerta, ringraziato e sono passata oltre senza fermarmi per non perdere il ritmo ansimata-passo che avevo faticosamente raggiunto. Temo di essere risultata un pò scortese.
Usciti dalla foresta si fa un pezzettino in cresta per poi scendere alle Bergeries d’Alzeta, delle graziosissime casette in pietra dotate di recinti per gli animali, desolantemente sprangate in quanto evidentemente non era ancora il momento di portare le bestie al pascolo. Lì c’era un piccolo guado e ho lasciato passare due coppie di francesi in modo da studiare la loro tattica di attraversamento ruscello.
Mi sono fermata per il pranzo in una bella radura dopo un altro tratto nel bosco, ma l’abbassarsi delle nubi mi ha suggerito che fosse il caso di lasciar perdere baguette e formaggio e continuare velocemente. Ho scoperto così di essermi fermata per il pranzo a poco meno di dieci minuti dall’arrivo.
Il rifugio di Capannelle era chiuso e quindi sono scesa alla Gite U Fugone, dove ho rincontrato i 6 francesi. Dopo una doccia calda sono scesa al bar dove la tv era accesa sul gran premio, nel frattempo fuori aveva iniziato a diluviare. Finiti il gran premio e la pioggia, il francese compagno di stanza della sera prima (che avrei poi scoperto chiamarsi Michel) e uno dei suoi compari (Jacques) mi hanno invitato ad andare fino al Lac de Bastani. Erano le 5 del pomeriggio e contando che prima delle 19.30 non si cenava ho accettato volentieri. Sono stata così adottata dai sei francesi, che la sera mi hanno fatto sedere al loro tavolo. Oltre a Michel e Jacques c’erano Francine e Guy (che avrei scoperto dopo essere marito e moglie), Jean Luis e Nellie, la più anziana. Penso di aver turbato i loro spirito protettivo da genitori avendo saputo che camminavo da sola.

Nessun commento: