5.1.05

La vacanza a Madrid (parte due)

Capodanno
Non so se sia stato creato appositamente per i turisti o se sia un'abitudine tipicamente madrilena, fatto sta che a Madrid come a Budapest la gente vive il Capodanno come un carnevale: ci sono bancarelle che vendono parrucche, cappelli con sonagli, maschere e mascherine, coriandoli, trombette, stelle filanti. Anche boa di piume di colori improbabili.
Io ho ceduto una improbabile parrucca che mi conferiva un'aria che era un misto fra Cleopatra e la fata turchina.
Nonostante la cascata di capelli turchini e la minigonna, la gente per strada (o meglio gli italiani) attaccava bottone a causa della sciarpa del Doria che portavo al collo.
La mezzanotte si aspetta alla Puerta del Sol e in teoria per ciascun rintocco della mezzanotte si dovrebbe mangiare un chicco d'uva.
Io e Anna in piazza ci siamo arrivate all'una di notte. La mezzanotte l'abbiamo aspettata in una delle tante vie che portano alla piazza, quella davanti all'orologio. Nonostante questo i rintocchi non li abbiamo sentiti: ad un certo punto abbiamo visto la gente che si ingozzava di chicchi e l'abbiamo imitata, mentre eravamo intente nell'operazione sono cominciati i fuochi d'artifico e si è accesa la scritta Feliz 2005.
Io ho perso un chicco d'uva per strada e non avevo la giarrettiera rossa, spero che questo non pregiudichi il mio 2005.
Per non tradire le abitudini italiote abbiamo anche brindato con lo spumante, avevamo un mignon per uno.
La scena è stata se possibile più fantozziana di quella dell'uva :
con sommo orrore una volta scartocciato abbiamo scoperto che il tappo del mignon era da svitare ed ho dovuto metterci buona parte delle mie energie per riuscire ad avere la meglio, mentre litigavo col mio migon mi sono passati accanto una coppia di nordici alti biondi belli con una bottiglia di Moet & Chandon.

All'una di notte il fronte netturbini supportato da quello dei poliziotti comincia a prendere possesso della Puerta del Sol, i poliziotti avanzano con le trasenne e i netturbini con gli spazzoloni per avere ragione del delirio di rumenta che si è appiccicato al suolo. Gli italiani sono i più resistenti e continuano a saltare e ad urlare in capannelli, fotografati da giapponesi allibiti.

Le discoteche della Calle Mayor (il Gaviria e il teatro Joy Eslava)hanno prezzi stratosferici: l'ingresso all'una di notte costa ancora 90 euro. Dopo esserci informate ce ne siamo andate nel quartiere di Chueca, alla ricerca di qualche locale più abbordabile.
Siamo entrate al Truco per la modica cifra di 9 euro, una stanza iperaffollata con musica pop spagnola e non a palla.
Il locale si è rivelato essere frequentato in egual misura da eterosessuali e omosessuali. E credo che la mia parrucca abbia avuto una qualche influenza sulla decisione della PR di farci entrare, infatti appena messo piede in pista un tipo mi è corso incontro urlando "la tua peluqua me encanta", il che avrebbe potuto generare degli equivoci non fosse stato che il tipo era palesemente gay e immediatamente dopo si è messo a ciucciare una ciocca dei miei capelli turchini.
Siamo uscite dalla discoteca quasi per prime a venti alle quattro allo stremo delle forze, tornando verso casa abbiamo scoperto che Chueca è decisamente il quartiere gay.

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