25.10.07

Quando c'è da salvare il mondo, non ci si può sottrarre al proprio destino.
Così l'inizio settimana è stato caratterizzato da una sorta di caccia al tesoro per reperire le informazioni necessarie a risolvere un problema telefonico di qualcuno di abbastanza altolocato da aver la possibilità di rompere i maroni.
Già il fatto che il mondo si dovesse mettere sull'attenti perchè uno non rusciva ad attivarsi una promozione, mentre quando provo a chiamare io il servizio clienti col cavolo che mi rispondono, non mi rendeva molto predisposta al martirio corredato di sorriso sulle labbra.
Come in ogni thriller che si rispetti non appena tutto sembrava andare per il meglio, improvvisamente si scopriva mancare un altro tassello.
In tutto questo il capo mi aveva detto "gestisci tu la cosa". Salvo poi prendere iniziative e fare chiamate di sua sponte, senza peraltro mettermi al corrente e facendomi fare pessime figure.
Verso sera quando tutto sembrava risolto, l'ultimo colpo di scena.
Mentre corredata di calzamaglia e mantellina mi apprestavo a parare l'ultimo colpo, si presentava il capo sulla soglia e con un'aria di rimprovero che sarebbe stata giustificata se mi avesse colto a pittarmi le unghie, mi intimava "bisogna risolvere questa cosa, fino a che non è risolta non si va a casa".
Liquidata la minaccia con uno svolazzo, proseguivo nella mia opera fino alla risoluzione del problema. Inutile dire che quando stremati decidevamo che il mondo era salvo, il capo era già a casa con lo stuzzicadenti in bocca a grattarsi la pancia.
Ancora più superfluo dire che l'informazione faticosamente raccolta e consegnata in serata, questa mattina giaceva del tutto inutilizzata che coloro ai quali era diretta si sono alzati con tranquillità, hanno fatto una abbondante colazione, hanno aspettato che spiovesse e poi con molta calma sono arrivati in ufficio.

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