10.10.07

L'uomo di Tolosa.
L'anno che venni scaricata dal mio ultimo ex ad una settimana di distanza da quando aveva riorganizzato gli armadi a casa sua per farmi più spazio (la coerenza), decisi che era ora di prendersi cura di me stessa e di fare parte delle cose che avrei sempre voluto fare, ma per un motivo o per l'altro non avevo mai fatto. Soprattutto decisi che non mi importava farle da sola.
Così partii per il GR20 sud da sola, diventando "l'Italienne" che di ragazze a fare trekking da sole se ne vedevano poche e men che meno italiane e tutti quelli che incrociavo sul cammino si ricordavano di me e delle mie sgroppate atletiche ( bei tempi quelli in cui sui sentieri davo della mer... ehm del filo da torcere a gendarmi francesi in vacanza).
Nel gruppone partito nel mio stesso giorno c'era l'uomo di Tolosa, un bel francese atletico con uno stacco coscia da fare invidia a Naomi Campbell. L'uomo di Tolosa girava con uno zaino gigantesco e non lo si vedava mai partire o arrivare, solo ad un certo punto della sera si materializzava fuori dal rifugio parlando con il gestore e asserendo che no, non avrebbe montato la tenda perchè voleva dormire alla "belle etoile".
Con l'uomo di Tolosa non scambiai mai una parola sebbene entrambi fossimo reciprocamente consapevoli dell'esistenza dell'altro. Non ci parlammo nemmeno la sera che arrivati alla meta ci trovammo alla gite a dormire nella stessa stanza (assieme ad altre 4 persone). La mattina seguente, mentre mi incastravo nell'auto del gendarme francese che mi avrebbe dato uno strappo fino alla fermata dell'autobus, ci guardammo fissi negli occhi e ci sorridemmo.
L'uomo di Tolosa, al di là del rimarchevole stacco coscia, è un ricordo perfetto. In quello sguardo e in quel sorriso c'era tutto quello che dovevamo dirci.
Ho ripensato a lui oggi, quando guardando la casella di posta mi sono rammaricata di non avere notizie da qualcuno a cui avevo scritto di recente sull'impeto del "carramba che sorpresa". A volte certi incontri sono perfetti in quanto si autoconcludono e cercare di mantenerli in vita non ha senso. Forse è la stessa cosa per le amicizie. Se ci si perde di vista c'è una ragione che senso ha tentare la respirazione artificiale? Pensandoci, ho almeno un paio di controesempi ciao M. ciao C., sono contenta di avervi ritrovato.

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