Il paesaggio è bianco, la temperatura non si è alzata abbastanza per sciogliere i cumuli di neve
ai bordi delle strade e i padroni dei cani si sono limitati a profanare il candore dell'aiuola
più vicina a casa senza avventurarsi nei campi che separano il mio ufficio dal carcere Beccaria.
Il percorso dalla macchina al luogo coperto e asciutto più vicino è irto di insidie evidenti,
recanti la forma di neve in diversi stati di aggregazione. La peggiore è il bagnone acqua e
ghiaccio a zero gradi che può avvilupparti fino ad altezza caviglia ed hai voglia a mettere gli stivali,
manco i moon boot sono adeguati alla situazione.
Tanta neve per le strade mi fa pensare al mio soggiorno a Praga post Capodanno di due anni fa quando, nonostante la
doppia calza in anfibio, ogni mezz'ora era necessario ingerire liquido bollente, vuoi per
restaurare l'equilibrio termico, vuoi per dare tregua alla suola delle scarpe mettendola a contatto
con il pavimento di cotto di un bar qualunque. Il Bastardo era conciato che pareva Toeni in vacanza, con la
giacca a vento della nazionale italiana di sci. Ricordo gli avevano chiesto lezioni di carving in un negozio di cristalli
mentre io ero alla ricerca di un vaso da regalare alla ex futura suocera.
Alla fine il vaso lo avevo comprato in un altro posto, era proprio un bel vaso.
Ogni tanto mi vengono alla mente questi flash, nonostante il "qui e l'adesso" non siano nulla
di meno di quanto avrei potuto sperare, nonostante il fatto che per questo "qui ed adesso" sia
stato necessario quel passato, nonostante questo ogni tanto scatta la rabbia.
Come mai è così facile che un ricordo spiacevole affiori alla mente? Come mai basta un ricordo
spiacevole a rendere spiacevole uno spezzone intero della tua vita? Non so. Ci vorrebbe un po'
di neve anche sui ricordi, per mitigare le asperità e cancellare le brutture del paesaggio.
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