1.8.07

Riporto qui sotto la mail che un amico ha scritto sulla vicenda di Lamine, un bimbo senegalese con una malformazione alla faccia, e la odissea per farlo operare.

Un solo chirurgo, per una sola giornata in una sola sala operatoria a Dakar…

L’operazione chirurgica di Lamine, un ragazzo senegalese affetto da una malformazione al viso, è stata ancora rimandata.
All’inizio di giugno, dopo una visita di controllo all’ospedale Dentec di Dakar, il chirurgo maxilo facciale Remond, comunicava ad Amadi e Aminata, i due responsabili del progetto di appoggio all’associazione di handicappati di Thiaroye, la necessità urgente di eseguire un intervento per rimuovere l’escrescenza di Lamine, dato che negli ultimi mesi era aumentata di volume sia esterno che interno, minacciando di compromettere il funzionamento del cervello.
La salute, si sa, è un diritto di tutti.
Ma tutti i giorni ci stiamo abituando a prendere atto che di questi tempi i diritti hanno soprattutto dei costi.
Il diritto di Lamine ha un costo fra esami, operazione e degenza ospedaliera di circa 500.000 franchi senegalesi (770 euro) che abbiamo raccolto in poco meno di una settimana con una colletta di amici, sostenitori e colleghi di lavoro in Italia.
I soldi vengono inviati a Dakar il 17 giugno. In un primo tempo sembra che il professore Remond voglia operare Lamine a fine giugno, poi, per imperscrutabili calendari ospedalieri serrati, l’operazione viene spostata lunedì 30 luglio nell’ospedale di Grand Yoff CTEO.
Il 18 luglio scorso, insieme a Luca, un altro volontario italiano, voliamo a Dakar, dove quattro giorni dopo inauguriamo il centro umanista polifunzionale di Thiaroye insieme ad Amadi, Aminata e a Lamine. Il suo viso è davvero messo male, ma in compenso è tutto contento dell’imminente operazione.
Venerdì 27 luglio, di mattina presto, Lamine e suo padre attraversando cinque quartieri con uno sgangherato car-rapid (folcloristici e instabili pulmini di trasporto collettivo senegalese) si recano all’ospedale per incontrare Baba Traoré, il responsabile della gestione della sala operatoria, per espletare le ultime formalità burocratiche e per dare inizio al ricovero in modo da fare gli ultimi esami prima dell’operazione.
Baba Traorè comunica che il professor Remond, lunedì 30 ha un altro impegno quindi l’operazione è rimandata.
Timidamente il padre di Lamine cerca di capire in quale data sarà fissata l’operazione, ma Baba Traorè taglia corto e li spesa senza nessuna informazione.
Il padre di Lamine chiama Amadi per avvisarlo e nel pomeriggio insieme ad Aminata ci presentiamo di nuovo da Baba Traorè per vedere di risolvere la situazione.
Baba Traorè è un giovanetto magrolino e bassetto, dall’aria assolutamente tronfia e antipatica che indossa un bubu (vestito tipico senegalese) blu più grande di due taglie.
Qui al CTEO è una specie di capo, o almeno questo è quello che vuole far credere, quindi ci fa fare anticamera per un po’ e poi ci ammette nel suo ufficio con una faccia tipo “il re misericordioso da udienza anche ai miserabili”.
Amadi chiede spiegazioni e Baba Traorè guardando verso la porta ci informa che il professor Remond ha un altro impegno lunedì, quindi niente operazione. Aminata con un sorrisone chiede se è possibile fissare un’altra data, ma il re ripete spazientito che al momento non lo sa, prima o poi verremo informati.
E’ il mio turno e bruscamente chiedo al signor Baba quando ha saputo che il dottor Remond non poteva più effettuare l’operazione.
“Mercoledì” risponde Baba.
“E perché mercoledì non avete avvisato la famiglia di Lamine, Aminata o Amadi?” ribatto io e continuo “Perché non avete già fissato con il professor Remond un’altra data?”
Baba Traorè indossa l’espressione più annoiata del mondo e guardando fisso il muro mi risponde “noi non dobbiamo avvertire nessuno e non siamo tenuti a fissare date”.
La mia calma inizia ad incrinarsi. Respiro a fondo appoggio una mano sulla scrivania catturando i suoi occhi e parlando lentamente dico al sempre meno signore Baba Traorè
“Immagina per un attimo, che Lamine, quel ragazzo che è venuto qui stamattina, non sia un povero handicappato sconosciuto che sopravvive nella povera Thiaroye con la faccia deturpata da quando è piccolo. Immagina che sia tuo figlio. Riesci ad immaginarlo? Ora immagina che con tuo figlio Lamine vieni qui stamattina e ti senti dire da un funzionario che l’operazione è rimandata senza una data… tu dico a te signor Baba Traorè, come ti sentiresti e soprattutto cosa faresti?”
Baba Traorè, che mai e poi mai ha immaginato una cosa simile, è visibilmente scosso e la sua faccia assume un’espressione inedita, debole e disarmata.
Ma non può permettersi di assumersi le sue responsabilità e quindi, cercando di recuperare il ruolo di re della sala operatoria, con voce malsicura mi dice:” E’ inutile che continui a parlare, tanto le tue parole mi entrano da un’orecchio e mi escono dall’altro”.
“Forse perché sto parlando con un’imbecille?” rispondo sorridendo. E li scatta il casino. Baba Traorè perde tutto il suo ruolo, e inizia ad urlare isterico. Arriva un’infermiera gigantesca che cerca di spingermi via mentre Baba Traore minaccia di chiamare la polizia per il gravissimo insulto.
Arriva un altro infermiere e mi spingono fuori dall’ufficio.
Dopo trenta minuti Amadi e Aminata escono riferendomi che il signor Baba Traorè forse ha trovato una soluzione. E mi spiegano che il dottor Remond è l’unico chirurgo in tutto il Senegal in grado di operare Lamine e altri pazienti affetti dalle stesse deformazioni. Ma per fare questo tipo di interventi in tutto il Senegal c’è una sola sala operatoria attrezzata per un solo giorno alla settimana in un solo ospedale, il CTEO. Dato che Remond non ci sarà lunedì e dato che i prossimi lunedì sono già pieni, Baba Traorè si è impegnato a chiedere ad un altro chirurgo di cedergli la sala operatoria giovedì 9 agosto per operare Lamine.
Insieme andiamo a bere una bibita fuori dall’ospedale. Amadi è tutto contento. Per lui ho fatto bene, soprattutto quando ho chiestoa baba di identificarsi con il padre di Lamine. Solo mi dice di fare attenzione a dare dell’imbecille a qualcuno. Qui in Senegal pare sia un’offesa gravissima. Difficile dire come mi sento. So solo una cosa.
Se il 9 agosto lamine non verrà operato metteremo in moto una campagna mediatica sia in Senegal che in Italia attraverso le ambasciate, i consolati e il ministero della Sanità Senegalese.

In questa malaugurata ma non troppo remota eventualità, avremo bisogno di tante voci.
Sono sicuro che vorrai aggiungere anche la tua.

Abbracci
Mao

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