Riporto qui sotto la mail che un amico ha scritto sulla vicenda di Lamine, un bimbo senegalese con una malformazione alla faccia, e la odissea per farlo operare.
Un solo chirurgo, per una sola giornata in una sola sala operatoria a Dakar…
L’operazione chirurgica di Lamine, un ragazzo senegalese affetto da una
malformazione al viso, è stata ancora rimandata.
All’inizio di giugno, dopo una visita di controllo all’ospedale Dentec di
Dakar, il chirurgo maxilo facciale Remond, comunicava ad Amadi e Aminata, i
due responsabili del progetto di appoggio all’associazione di handicappati
di Thiaroye, la necessità urgente di eseguire un intervento per rimuovere
l’escrescenza di Lamine, dato che negli ultimi mesi era aumentata di volume
sia esterno che interno, minacciando di compromettere il funzionamento del
cervello.
La salute, si sa, è un diritto di tutti.
Ma tutti i giorni ci stiamo abituando a prendere atto che di questi tempi i
diritti hanno soprattutto dei costi.
Il diritto di Lamine ha un costo fra esami, operazione e degenza ospedaliera
di circa 500.000 franchi senegalesi (770 euro) che abbiamo raccolto in poco
meno di una settimana con una colletta di amici, sostenitori e colleghi di
lavoro in Italia.
I soldi vengono inviati a Dakar il 17 giugno. In un primo tempo sembra che
il professore Remond voglia operare Lamine a fine giugno, poi, per
imperscrutabili calendari ospedalieri serrati, l’operazione viene spostata
lunedì 30 luglio nell’ospedale di Grand Yoff CTEO.
Il 18 luglio scorso, insieme a Luca, un altro volontario italiano, voliamo a
Dakar, dove quattro giorni dopo inauguriamo il centro umanista
polifunzionale di Thiaroye insieme ad Amadi, Aminata e a Lamine.
Il suo viso è davvero messo male, ma in compenso è tutto contento
dell’imminente operazione.
Venerdì 27 luglio, di mattina presto, Lamine e suo padre attraversando
cinque quartieri con uno sgangherato car-rapid (folcloristici e instabili
pulmini di trasporto collettivo senegalese) si recano all’ospedale per
incontrare Baba Traoré, il responsabile della gestione della sala
operatoria, per espletare le ultime formalità burocratiche e per dare inizio
al ricovero in modo da fare gli ultimi esami prima dell’operazione.
Baba Traorè comunica che il professor Remond, lunedì 30 ha un altro impegno
quindi l’operazione è rimandata.
Timidamente il padre di Lamine cerca di capire in quale data sarà fissata
l’operazione, ma Baba Traorè taglia corto e li spesa senza nessuna
informazione.
Il padre di Lamine chiama Amadi per avvisarlo e nel pomeriggio insieme ad
Aminata ci presentiamo di nuovo da Baba Traorè per vedere di risolvere la
situazione.
Baba Traorè è un giovanetto magrolino e bassetto, dall’aria assolutamente
tronfia e antipatica che indossa un bubu (vestito tipico senegalese) blu più
grande di due taglie.
Qui al CTEO è una specie di capo, o almeno questo è quello che vuole far
credere, quindi ci fa fare anticamera per un po’ e poi ci ammette nel suo
ufficio con una faccia tipo “il re misericordioso da udienza anche ai
miserabili”.
Amadi chiede spiegazioni e Baba Traorè guardando verso la porta ci informa
che il professor Remond ha un altro impegno lunedì, quindi niente
operazione. Aminata con un sorrisone chiede se è possibile fissare un’altra
data, ma il re ripete spazientito che al momento non lo sa, prima o poi
verremo informati.
E’ il mio turno e bruscamente chiedo al signor Baba quando ha saputo che il
dottor Remond non poteva più effettuare l’operazione.
“Mercoledì” risponde Baba.
“E perché mercoledì non avete avvisato la famiglia di Lamine, Aminata o
Amadi?” ribatto io e continuo “Perché non avete già fissato con il professor
Remond un’altra data?”
Baba Traorè indossa l’espressione più annoiata del mondo e guardando fisso
il muro mi risponde “noi non dobbiamo avvertire nessuno e non siamo tenuti a
fissare date”.
La mia calma inizia ad incrinarsi. Respiro a fondo appoggio una mano sulla
scrivania catturando i suoi occhi e parlando lentamente dico al sempre meno
signore Baba Traorè
“Immagina per un attimo, che Lamine, quel ragazzo che è venuto qui
stamattina, non sia un povero handicappato sconosciuto che sopravvive nella
povera Thiaroye con la faccia deturpata da quando è piccolo. Immagina che
sia tuo figlio. Riesci ad immaginarlo? Ora immagina che con tuo figlio
Lamine vieni qui stamattina e ti senti dire da un funzionario che
l’operazione è rimandata senza una data… tu dico a te signor Baba Traorè,
come ti sentiresti e soprattutto cosa faresti?”
Baba Traorè, che mai e poi mai ha immaginato una cosa simile, è visibilmente
scosso e la sua faccia assume un’espressione inedita, debole e disarmata.
Ma non può permettersi di assumersi le sue responsabilità e quindi, cercando
di recuperare il ruolo di re della sala operatoria, con voce malsicura mi
dice:” E’ inutile che continui a parlare, tanto le tue parole mi entrano da
un’orecchio e mi escono dall’altro”.
“Forse perché sto parlando con un’imbecille?” rispondo sorridendo.
E li scatta il casino. Baba Traorè perde tutto il suo ruolo, e inizia ad
urlare isterico. Arriva un’infermiera gigantesca che cerca di spingermi via
mentre Baba Traore minaccia di chiamare la polizia per il gravissimo
insulto.
Arriva un altro infermiere e mi spingono fuori dall’ufficio.
Dopo trenta minuti Amadi e Aminata escono riferendomi che il signor Baba
Traorè forse ha trovato una soluzione. E mi spiegano che il dottor Remond è
l’unico chirurgo in tutto il Senegal in grado di operare Lamine e altri
pazienti affetti dalle stesse deformazioni. Ma per fare questo tipo di
interventi in tutto il Senegal c’è una sola sala operatoria attrezzata per
un solo giorno alla settimana in un solo ospedale, il CTEO. Dato che Remond
non ci sarà lunedì e dato che i prossimi lunedì sono già pieni, Baba Traorè
si è impegnato a chiedere ad un altro chirurgo di cedergli la sala
operatoria giovedì 9 agosto per operare Lamine.
Insieme andiamo a bere una bibita fuori dall’ospedale. Amadi è tutto
contento. Per lui ho fatto bene, soprattutto quando ho chiestoa baba di
identificarsi con il padre di Lamine. Solo mi dice di fare attenzione a dare
dell’imbecille a qualcuno. Qui in Senegal pare sia un’offesa gravissima.
Difficile dire come mi sento. So solo una cosa.
Se il 9 agosto lamine non verrà operato metteremo in moto una campagna
mediatica sia in Senegal che in Italia attraverso le ambasciate, i consolati
e il ministero della Sanità Senegalese.
In questa malaugurata ma non troppo remota eventualità, avremo bisogno di
tante voci.
Sono sicuro che vorrai aggiungere anche la tua.
Abbracci
Mao
Nessun commento:
Posta un commento