19.8.07

Berlino parte III
Avvertenza: questo post non supporta l’uso della dieresi, portate pazienza.

La stanchezza aumenta in maniera esponenziale ogni giorno che passa, così il terzo giorno decidiamo di iniziare in maniera soft con un giro in barca sulla Sprea.
Rispetto al giro sulla Senna, in cui una zelantissima guida si era prodigata di spiegazioni, questa gita, con il commento audio preregistrato è stata meno interessante, visto e considerato che i commenti in inglese erano alquanto lapidari rispetto a quelli in tedesco.
Il percorso inizia all’incrocio di Friedrich strasse con la Sprea, si dirige prima ad est, verso l’isola dei musei, la Berliner Dom, il quartiere di San Nicola , fino alle chiuse, poi si inverte di rotta ritornando sui propri passi e ci si spinge fino al Reichstag e al quartiere modernissimo degli edifici governativi, alla stazione ferroviaria centrale, elegantissima in vetro e acciaio fino ad arrivare alle propaggini del parco di Tiergarten e a vedere sulla distanza il monumento alla vittoria (Siegessaule)... Si ritona infine al punto di partenza dopo circa un’oretta di navigazione (8 € a cranio compagnia Rederei).
Di lì scendiamo lungo la Friedrich strasse prima a visitare la piazza del Gerdammenmarkt con le due chiese barocche gemelle, la francese ugonotta e la tedesca che si frontaggiano ai due lati della piazza, mentre nel mezzo sorge una sala da concerto in s tile neoclassico.
Poi arriviamo al CheckPoint Charlie dove a ricordare il famoso punto di passaggio resta un casotto, il famosissimo cartello “You’re leaving the american sector” e un tizio in unifrome militare che regge una bandiera rossa sullo sfondo di sacchi di sabbia, ad uso e consumo dei turisti che intendono fotografarlo. C’è anche il museo che però non visitiamo in quanto iper caro ed iperaffollato e a detta della guida, alquanto deludente.
Seguendo la traccia in porfido lungo la strada che rimane a simboleggiare il passaggio del muro, arriviamo fino al quartier generale della Gestapo e ad uno dei pochi tratti di muro lasciati in piedi. Qui ci sono due mostre all’aperto ad ingresso gratuito, la prima ripercorre la costruzione del muro, la seconda invece ricorda le torture ed i metodi applicati dalla Gestapo. Putroppo arriviamo che è ora di pranzo, il sole è allo zenith e picchia forte sui nostri cranii, dopo una occhiata frettolosa ci allontaniamo alla ricerca di un po’ d’ombra e di refrigerio.
Decidiamo di visitare il Kadewe, un grande magazzino di dimensioni consistenti che rivaleggia per dimensioni con Harrods di Londra e le gallerie Lafayette di Parigi, pare anzi sia più fornito.
La meta è il sesto piano, quello del “gourmet” il sogno degli amanti del cibo e della cucina in ogni sua forma. C’è il reparto pescheria con il ristorante che serve pesce, quello che vende roba giapponese, con il cuoco del sol levante che spadella e serve le persone sedute al bancone, il reparto formaggi fornitissimo e chi più ne ha più ne metta. Passiamo un buon quarto d’ora al reparto spezie, altrettanto al reparto tè e al reparto Sali dal mondo. Veniamo via con un bottino consistente in: sale nero delle hawaii, sale rosa dell’himalaya, cardamomo in semi, curcuma, wasabi in polvere,azuki, tè.
Ci fermiamo a mangiare uovo sodo e panino indebitamente sottratti al buffet della colazione manco fossimo studenti squattrinati. Poi è il turno del giro da Cover negozio di dischi sul Kufurstendamm. Io di recente presa da apatia musicale, mi accascio ben presto su di un divano assieme ad un'altra fanciulla mentre i rispettivi compagni si dedicano al rastrellamento dei vari scaffali.
Già che siamo nella via dello shopping decidiamo di proseguire con questa attività andando alla ricerca di una libreria indicata sulla guida. La troviamo, ma il reparto libri inglesi non è granchè interessante quindi decidiamo di tornare indietro e di fermarci da starbucks per un frappettone al gusto esotico e soprattutto per far riposare i piedi. La sera ci troviamo ad Alexanderplatz con Fabio e Georgia che nei loro pellegrinaggi hanno scoperto dove si nascondono i berlinesi di sera e ci portano ad Hackescher Markt. Qui siamo vicino al quartiere ebraico e ci sono un sacco di locali gremitissimi di gente, noi ci dirigiamo verso un ristorante indiano dove oltre a servire piatti abbondanti e ben cucinati si possono bere cocktail o fumare il narghilè.

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