19.8.07

Berlino parte II
Avvertenza: questo post non supporta l’uso della dieresi, portate pazienza.

Il secondo giorno decidiamo di fare il biglietto giornaliero per le zone A e B a 6,10 euro e di servirci dei mezzi pubblici. Pare esista anche un biglietto da tre giorni, ma è in vendita nei chioschi dell’ufficio turistico e non alle macchinette nelle stazioni della metro.
Ci dirigiamo subito verso Postdammer Platz, tempio dell’architettura futurista in vetro ed acciaio. La copertura della piazza, una specie di diaframma concavo è affascinante. La zona è popolata da persone col pc in mano non faccio in tempo a stupirmi che leggo sulla guida che la zona è coperta da rete wi fi gratuita. In zona campeggia anche una gigantesca giraffa in lego a pubblicizzare il Legoland Discovery dal quale sono magneticamente attratta. Vista l’età media dei visitatori decido comunque di rinunciare all’esperienza. Dopo 4 passi in zona riprendiamo la metro alla volta dello Zoo.
Pare che Knut, l’orsetto bianco che qualche mese fa campeggiava sugli schermi televisivi mentre si faceva spupazzare dalla balia come un cicciobello, sia diventato nel frattempo un orso sovrappeso a caua di tutte le merendine e caramelle che i bimbi in estasi gettavano nella gabbia. Ci fidiamo delle voci e decidiamo di lasciar e perdere lo Zoo.
Rimiriamo la Kaiser Wilhem, la chiesa semidistrutta dai bomabrdamenti e lasciata in piedi ad imperitura memoria per poi dirigerci al museo della fotografia, galleria Helmut Newton che si trova proprio dietro la stazione (ingresso 6 €). Al primo piano si trova una esposizione di oggetti personali appartenenti a Newton, fra cui abiti, macchine fotografiche, la newton mobile disegnata da Giugiaro, passaporti vari, una riproduzione del suo studio. Poi si possono ammirare gli strumenti di lavoro come manette, bambole gonfiabili, scarpe Manolo Blanik ed altre mirabilia del genere. Al piano superiore foto tratte dalla rivista Newton’s illustrated riassumibili in volti famosi e donne nude, nelle altre sale fotografie di due fotografi suoi amici, sale del tutto deludenti oltre che un po’ spiazzanti.
Riprendiamo la metro alla volta di Schloss Charlottenburg, la residenza della regina Carlotta, palazzo prussiano in grande stile, prima però ci infiliamo in un supermercato a fare rifornimento di derrate alimentari che consumeremo nel giardino del palazzo, all’ombra di un albero, spaparanzati sull’erba. Il palazzo lo visitiamo solo dall’esterno e ci godiamo il suo parco, dato il prezzo esorbitante lasciamo perdere la visita alle sale barocche del primo piano e all’esposizione di ceramiche pregiate.
Dopo pranzo ci dirigiamo alla ricerca del monumento agli ebrei uccisi durante l’olocausto (Denkmal fur Die Ermordeten Juden Europas), la piazza costellata di steli nere a formare un labirinto. La vista è suggestiva, il cielo nero aggiunge una atmosfera alla visione già di per sé cupa. Ci mettiamo in coda per visitare il centro informativo che si trova sotto la piazza stessa, il tempismo è provvidenziale che appena mettiamo piede all’interno si scatena il temporale. Il centro informativo è diviso in stanze, nella prima il racconto anno per anno dell’escalation della violenza nei confronti degli ebrei. Nella seconda stanza, buia, sul pavimento ci sono lastre illuminate contenenti stralci di diari di ebrei imprigionati o nascostisi nella speranza di sfuggire all’orrore, sui muri, paese per paese la cifra delle persone uccise. Nella terza stanza la storia di alcune famiglie di avrie parti di europa prima e durante l’olocausto. Nella quarta vengono letti i nomi di tutte le persone uccise e viene recitata una breve biografia per ciascuna. Nell’ultima infine sono presenti monitor da cui è possibile accedere alle informazioni sui vari centri europei che portano memoria dell’olocausto e al database in cui sono state inserite le biografie di tutte le vittime.
Quando usciamo, il temporale sta smettendo così possiamo visitare la Parisier platz con la porta di Brandeburgo e fare un giro intorno al Reichstag.
Torniamo all’albergo e abbiamo giusto il tempo di una doccia prima di andare all’appuntamento con due amici a Kotbusser Tor a Kreuzberg, il quartiere “alternativo”. Mangiamo in un ottimo ristorante marocchino egiziano.

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