6.1.07

Sono giorni sonnacchiosi in cui l'attività principale è trasferirsi dal letto al divano, prima a casa mia, adesso da mia madre.
Dopo le bellezze di Parigi, prima di ricominciare la vita frenetica con tre sere a settimana impegnate, mi godo il dolce far nulla e più o meno deliberatamente saboto i buoni propositi vergati in inchiostro verde sulle prime pagine della mia agenda moleskine 2007.
La tuta supergiovane ricevuta per Natale è il surrogato del pigiama per le ore diurne. Ho provato a fare gli addominali come primo tentativo di lotta agli accumoli adiposi natalizi, ma il gatto di casa si è opposto, dapprima solleticamdomi gli alluci con i baffi, poi miagolando a fauci spiegate ed infine non contento, saltandomi direttamente sulla pancia tesa per lo sforzo ed acciambellandosi soddisfatto non appena sono ritornata in posizione orizzontale.
Mi godo la vista dalle finestre, il mare e il cielo grigi di nubi e il bagliore dorato di quei pochi raggi che riescono ad attraversare la cortina di nubi per lasciare una scia dorata sulle acque. Questa non è più casa mia da tanto tempo, ma è come se lo fosse. Sono 28 anni che posso ammirare questo panorama e fra qualche mese non sarà più così scontato farlo. Dovrò venire apposta qui per annusare la salsedine e guardami le case colorate del lungomare. Non mi capiterà più casualmente di passare per strada e incontrare compagni dell'asilo, delle elementari, amici delle medie, negozianti che mi hanno visto crescere e fermarmi a fare quattro chiacchere.
Qui ci sono le mie radici e anche se non è qualche chilometro di distanza a fare la differenza, so che non sarà la stessa cosa.
Invidio un po' le mie amiche che la loro vita l'hanno costruita qui o chi, dopo aver girovagato un po', è tornato. L'ho scoperto solo adesso e in qualche modo la cosa mi turba, mi toglie certezze ed anche un po' di forza.
Ma se ghe penso alloa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti e a ciassa da Nonsiâ,
riveddo o Righi e me s'astrenze o chêu,
veddo a lanterna, a cava, lazzû o mêu...
Riveddo a séia Zena illûminâ,
veddo là a foxe e sento franze o mâ,
alloa mi penso ancon de ritornâ
a pösâ e osse dov'ò mæ madonnâ.

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