10.1.07

Se allora mi devo chiedere che cosa per te io ho sognato, te lo dico semplicemente: volevo che tu fossi un uomo libero. Proprio a questo ci tenevo tanto e avevo quella strana formula, un po' grulla anche, un po', come dire, maschilista, che siccome tu eri l'uomo, mio figlio, sentivo che potevi essere un uomo libero, ma che non saresti mai stato felice perché la libertà e la felicità non vanno di pari passo. Per la Saskia invece [...] mi auguravo che fosse felice, sapendo che non sarebbe mai stata libera. Perché una donna si sposa, fa figli e non è libera come lo sono stato io e come poi sei riuscito ad esserlo tu.


Non è che tutte le porte sono chiuse, che il mondo è già tutto sprangato e i posti sono già presi dagli altri. Ma per nulla! Io trovo che la cosa più bella che un giovane possa fare è di inventarsi un lavoro che corrisponde ai suoi talenti, alle sue aspirazioni, alla sua gioia, e senza quella arrendevolezza che sembra così necessaria per sopravvivere. "Ah ma io non posso perché..." Tutti possono. Ma capisci quello che dico? Bisogna inventarselo! Ed è possibile,possibile,possibile.


La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani, da cui le citazioni qui sopra sono state tratte, è un libro veramente bello, che merita di essere letto. Contiene la visione della vita e della morte di quest'uomo grandioso e gli anneddoti sulla sua vita incredibile.
E' qualche giorno che ho finito di leggerlo, ma queste frasi continuano a ronzarmi nella testa e a solleticare la mia irrequietezza congenita.
Ma questa è un'altra storia, un altro discorso che merita più tempo e concentrazione di quella che posso dedicargli adesso.

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