Mercoledì sera ai Filodrammatici I segreti di Milano diario anni sessanta.
A inizio stagione mi lamentavo della rumorosità e dell'indisciplinatezza
delle scolaresche, ma che dire degli over sessanta che mercoledì vedevano in scena
storie della loro gioventù? Nella migliore delle ipotesi sembrava partecipassero
a Sarabanda e alla prima nota di ciascuna canzone si sfidavano a indovinare che
canzone fosse, altre volte cantavano a squarciagola. Più spesso rumoreggivano
come studenti in gita scolastica, anzi peggio, dati gli accenni di sordità che ostacolavano
i dialoghi sussurrati.
Io e Anna abbiamo visto lo spettacolo in mezzo alle bionde platinate di non
so che scuola di ballo liscio della periferia. Nell'intervallo si bullavano l'un
l'altra "Ah io l'altra domenica ho ballato con il Franco" "Ma chi quello anziano o
quello giovane?" "Il giovane, il giovane, però l'anziano balla meglio" "Ah Sì.Pensa che l'altro
giorno abbiamo fatto ben tre balli assieme".
Il teatro Filodrammatici è piccolo e di una forma strana, per arrivare alla platea devi scendere
due piani sotto il livello del marciapiede e dalla balconata più alta il
palco lo vedi come quando tenti di spiare che caramelle sono rimaste sul fondo di una scatola di latta
ovale e alta.
Lo spettacolo è molto piacevole e tra gli sprazzi comici, la riflessione su di un mondo che
cambia, che cresce, ma si spersonalizza. Il bar di periferia sfrattato dal Motta, la gente
che va a far la spesa al bottegone invece che dal pizzicagnolo, la televisione che occupa le serate
delle famiglie ammazzando il dialogo. I milanesi che ammazzano solo il sabato perché gli altri
giorni c'hanno da lavorare. Il beat con i sui sogni, così utopistici quanto attuali. Il tutto accompagnato
dalla musica dell'epoca suonata da un gruppo di studenti di una scuola musicale. Giovani e bravi.
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