Il mio amico Diego dalla Germania mi racconta le sue esperienze di voto europeo e non.
Care amiche e cari amici,
oggi vorrei parlarvi di elezioni. No, non spaventatevi, non intendo fare
un comizio, ma semplicemente raccontarvi come sto vivendo questa prima
esperienza di voto all'estero. Prima di tutto una considerazione. Non
saprei per le persone che vivono all'estero permanentemente e da una
vita, ma per quelli che come me sono in Germania solamente per tre anni,
il diritto di voto mi sembra una cosa giusta. Come residente a
Stoccarda, in occasione delle elezioni europee, ho la possibilita' di
scegliere se eleggere i candidati tedeschi oppure quelli italiani. Per
la cronaca, scegliero' questi ultimi. Ho ricevuto a casa, in tempi
diversi, alcune lettere. Prima una comunicazione del console che
gentilmente mi informava del fatto che ci sarebbero state le elezioni e
della possibilita' di votare qui in Germania. Indicava inoltre le
modalita' di voto e annunciava l'arrivo entro il 7 di giugno di una
seconda lettera in cui sarebbe stato scritto il luogo del seggio
elettorale. Infine ricordava con particolare enfasi che "il voto
rappresenta una occasione di integrazione, rafforzamento e
valorizzazione delle comunita' italiane all'estero". Puntualmente, poco
tempo dopo, e' giunta la seconda lettera che ne annunciava una terza in
cui era scritto il luogo dove sarei dovuto andare a votare, salvo
restando quanto indicato nell'annunciata terza lettera. Devo ammettere
che il significato e l'utilita' di questa seconda lettera mi sono a
tuttoggi sconosciuti. Comunque, come nelle migliori commedie americane a
lieto fine, ecco giungere la terza lettera, che altro non era che il
certificato elettorale vero e proprio (in realta' me la sono andata a
prendere alle poste, perche' il postino non mi aveva trovato e, essendo
una raccomandata, c'era bisogno della mia firma). Venerdi e sabato sono
i giorni in cui potro' esercitare il mio diritto di voto.
Ma non e' tutto... molto piu' intrigante e divertente e' la storia
riguardante le elzioni comunali. Ricevo, piu' di un mese fa, una lettera
dalla quale capisco che devo recarmi in comune a ricevere un qualcosa
che non capisco bene cosa possa essere. Giunto una mattina in comune, mi
ritrovo davanti un impiegata che mi chiede se voglio votare subito o per
posta. Un po'sorpreso, ma pensando che si trattasse delle elezioni
europee, le dico che si', che voglio votare subito. Mi mette in mano una
blocchetto in cui trovo solamente partiti tedeschi. Le sorrido e le dico
che vorrei votare i candidati italiani, mi sorride e mi dice che non e'
possibile. A questo punto sorgono le difficolta' di comprensione, lei
non parla inglese, io male il tedesco, soprattutto quello "elettorale".
Smettiamo entrambi di sorridere. Passa in quel momento un altro
impiegato che parla inglese e che mi conduce nell'ufficio di un terzo
impiegato che mi spiega, molto pazientemente, che si tratta di elezioni
comunali, che in quanto residente a Stoccarda ho il diritto di scegliere
i rappresentanti del consiglio della citta'. Non faccio in tempo a
sorprendermi positivamente dell'elevato livello di civilta' della
societa' tedesca (in realta' questa possibilita' c'e' per i cittadini
europei anche in Italia, con la non trascurabile differenza che non e'
automatico, ma che occorre fare una richiesta scritta al sindaco e alle
autorita' competenti), che, orrore, vengo informato delle assurde
modalita' di voto. Ho 60 voti a disposizione, che posso distribuire a
mio piacimento tra i vari candidati, anche appartenenti a liste diverse,
con un massimo di tre voti per ogni candidato se mi piace tanto, se
invece mi piace un po' meno due voti, se lo voglio votare ma non mi
convince del tutto, uno solo. Se mi sbaglio e assegno 61 voti, si
annulla tutto. Il primo pensiero va al povero scrutatore che dovra'
contare i voti. Il secondo, in rapida successione, al sottoscritto.
Torno a sorridere all'impiegata, annunciandole che ho cambiato idea. Mi
prendo un po' di tempo per riflettere... votero' per posta...
Ho assegnato la bellezza di 9 voti, equamente divisi tra tre persone.
...
Ieri,tutto fiero per aver esercitato il mio voto, ho imbucato la busta.
Prima di concludere, ancora due fatti piuttosto sorprendenti. Mi e'
arrivato a casa un secondo blocchetto con le varie liste. Mi e' sembrato
un vero e proprio invito al broglio e ho pensato che, almeno in Italia,
molti ci proverebbero. Esiste la possibilita' di delegare una persona a
votare al posto tuo. Forse mi sbaglio, ma direi che in Italia, se si
escludono i "pianisti" in Parlamento, e' dal tempo del fascismo che non
c'e' piu' questa possibilita'!
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